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controinfo osservatorio infortuni sui muri

Osservatorio infortuni Maggio – Giugno 2016

Aggiornamento del nostro macabro conteggio di morti e amputazioni, alle ferie come si dice bisogna arrivarci vivi, tra  temperature nelle fabbriche da girone dantesco e ritmi asfissianti, l’estate che arriverà sarà caratterizzata dai soliti problemi di lavoro nero, sfruttamento e illegalità a vantaggio dei soli proprietari. Mentre perdono le ultime certezze gli operai che si  impegnano in tutti i modi per salvare quell’ ultimo pericoloso lavoro che hanno in questo mare di disoccupazione,mobilità,e
cassaintegrazione.. Come i 65 lavoratori della MecItalia del settore abbigliamento messi in mobilità nonostante abbiano continuato a lavorare per 3 mesi senza stipendio.Non sembra facile trovare il numero di lavoratori che hanno stipendi arretrati nelle aziende marchigiane, dal passaparola tra lavoratori sembrano tanti quanti quelli in cassa-integrazione nella non più  molto ridente Vallesina, Chissà se qualche statistico di professione si metterà mai a cercare questo dato, oppure fa troppo male alle aziende dimostrare che non c’è realtà che non vada avanti con sacrifici economici da lavoratori ricattati dalla paura di  perdere il lavoro continuando a farlo con arretrati anche pesanti. Chi amministra acquisisce premi su premi, un pò come chi  amministra il sociale in regione, che a fronte di premi di centinaia di migliaia di euro per dirigente continua a promettere migliorie, ma nei fatti sono solo i tagli per mancanza di fondi e i ritardi quelli che si evidenziano, come il fondo per i malati di  SLA delle Marche.

 La situazione infortuni sul territorio marchigiano è opposta alle chiacchiere della politica, nel primo
trimestre 2016 sono 4487 gli infortuni di cui 12 morti in tre mesi (in aumento dall’anno scorso), aumentano del 75% le denunce  di malattie professionali con 1515 casi tra osteo-muscolari,del sistema nervoso e respiratorie, di cui 33 per amianto. 
Le Marche  sono la seconda regione in Italia per l’aumento di malattie professionali, i dati non aggiornati dicono che dal 1994 al 2013 c’è  un aumento del 62 % .La dimostrazione che solo l’unione dei lavoratori può portare alle migliorie dei luoghi di lavoro c’è data  dal processo per omicidio da amianto alla raffineria API di Falconara dove imputati sono Aldo Brachetti Peretti e Giovanni
Saronne che negano a due operai morti e riconosciuti dall’inail per asbestosi il collegamento tra luogo di lavoro e malattia
10 Maggio  -Montegranaro – operaio di un cantiere edile rimane schiacciato tra camion e 
                   rimorchio, elisoccorso con serie lesioni  
13 Maggio  -San severino  – cade una lastra di marmo alla Anibaldi  operaio ferito ad un piede
                   – A14 – tamponamento tra furgone e camion, un autista estratto vivo dalle lamiere 
                    in  condizioni da accertare
19 Maggio  -Montefano  – agricoltore di 74 anni rimane gravemente ferito dalla motozappa 
                   rischia di perdere un piede
24 Maggio  -San Ginesio – agricoltore di 60 anni rimane schiacciato da una rotoballa riporta
                   politraumi è in gravi condizioni
31 Maggio  -Pesaro – camion di mobili si ribalta ferito non grave il conducente 
4 Giugno –   San Benedetto  – operaio di 51 anni cade dalla postazione retrostante il camion 
                    rifiuti in movimento, batte la testa e riporta gravi traumi, emorragie 
                    elisoccorso in gravi condizioni muore nei giorni seguenti 
8 Giugnio – San Benedetto  –  un marinaio a bordo di una vongolara si lesiona gravemente una 
                   mano  durante la pesca elisoccorso 
9 Giugno   – Camerano – tir portaconteiner si ribalta, il guardarail trancia la cabina, autista 
                   ferito ad una spalla 
13 Giugno – Arcevia –  operaio travolto da pesanti sacchi di grano in una cooperativa 
                   elisoccorso con traumi di media entità 
14 Giugno – San Severino  – operaia del locale salumificio si taglia una mano ed un braccio 
                   elisoccorsa, per le ferite riportate rischia di perdere la funzionalità dell’arto
20 giugno – Fermo – postina cade con lo scooter in consegnaposta lievemente ferita 
24 Giugno- Fano – cantoniere di 54 anni muore schiacciato dal trattore per il taglio dell’erba 
27 Giugno – Ancona – agricoltore si ribalta con il trattore, riporta ferite non gravi 
28 Giugno – Arcevia – mietitrebbia in fiamme,Agricoltore si ferisce alla schiena abbandonando 
                   il mezzo non prima di tentare di domare le fiamme con gli estintori elisoccorso, 
                   bruciati 5 ettari  
29 Giugno – Ascoli – Operaio rimane schiacciato nel ribaltamento del trattorino tosa erba
                   elisoccorso in gravi condizioni  
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controinfo infopoint lavoro volantino

Europei di calcio e diritti dei lavoratori

Europei di calcio e diritti dei lavoratori. 

L’eco delle devastazioni di tifoserie aizzate a dovere e dei gol segnati, non riesce a coprire la voce dei lavoratori, degli studenti e della comunità degli sfruttati francesi contro la riforma del lavoro prevista in quel paese, e che di fatto distruggerà i diritti dei lavoratori. Come è già successo in Italia con il fallimentare e schiavista Jobs Act di Renzi. Per non parlare delle pensioni cancellate dalla Fornero. In Francia scende in piazza anche il maggiore sindacato, la CGT, giocoforza, spinto dalle proteste della base. In Italia i confederali, CGIL, CISL e UIL hanno assistito, inermi complici, alla distruzione di tutti i diritti dei lavoratori. La CGIL prova a salvarsi la faccia raccogliendo firme per una proposta di legge popolare riguardante lo statuto dei lavoratori. Forse se si fosse attivato a difesa dello statuto prima che lo stracciassero, non sarebbe apparso così meschino come oggi.

In tutto ciò a guadagnarci sono i privilegiati di sempre: i padroni, che di fronte alle complicità sindacali e all’appoggio del governo, approfittano per arraffare di tutto, a partire dalla negazione dei diritti contrattuali. In questo la Fiat di Marchionne fa scuola. Nel contratto siglato da FIM, UILM, Sindacato quadri ed altri (FIOM esclusa) viene sancita di fatto la morte del contratto nazionale: nessun aumento in paga base e una tantum legati solo al miglioramento dell’efficienza dello stabilimento, con la cancellazione nella sostanza dello stesso diritto di sciopero. Quello che riesci a far risparmiare al padrone, a spese dell’aumento dei ritmi e dell’insicurezza lavorativa, viene in parte, minima, ridistribuito in busta paga. Ma non necessariamente, dato che in qualche stabilimento Fiat (Lecce), dove hanno sempre lavorato, fatto straordinari, chinato il capo, non percepiranno un soldo. A differenza di Jesi dove, pur avendo fatto 75 giorni di cassa integrazione è stato percepito un premio.

A differenza del contratto separato Fiat, la lotta per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è unitaria e prevede un aumento in paga base. Una schizofrenia di questi sindacati che riconoscono contratti a perdere in Fiat, firmando accordi separati, e fungendo da apripista per l’annullamento della loro stessa azione a livello del contratto metalmeccanici nazionale. Significativa la manifestazione locale fatta a Senigallia dove è meglio portare le lotte al mare che sotto casa degli industriali.

Ma in tutto questo cosa c’entrano gli Europei di calcio? Poco e tanto, dato che come ogni grande evento (Olimpiadi, Mondiali, Expo, etc.) verrà pagato dalla collettività, farà arricchire i soliti sciacalli, creerà posti di lavoro effimeri e con paghe da fame e porteranno debiti alle casse degli stati che graveranno per decenni. Ancora in Italia si stanno pagando milioni di debito per i mondiali del ’90. E, fra le altre cose, un calciatore medio guadagna … Che c’entrano gli Europei con il contratto dei metalmeccanici? Forse gli sfruttati francesi che stanno lottando nelle piazze provano a dircelo. Per capirli non bisogna studiare le lingue, ma scendere in piazza.

F.A.I.  – Federazione Anarchica Italiana
M. Bakunin – Jesi
F. Ferrer – Chiaravalle
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controinfo lavoro

loi travail

Prima la Spagna, poi la Grecia ed ora è la Francia che fa sentire nelle piazze la rabbia contro la loi travail, sorta di legalizzazione della schiavitù, molto simile al Job act di Renzi. Sale la voce della protesta di lavoratori e studenti contro le scelte del “socialista” Hollande a favore del profitto capitalista e contro i lavoratori. E in Italia? Nel paese della dittatura bonapartista di Renzi e della cancellazione progressiva dello stato sociale non sembra, ma le lotte ci sono. A macchia di leopardo, sofferte, oscurate dai media di regime, continuamente minacciate dalle provocazioni fasciste, ma ci sono. Il problema è che non riescono a concretizzarsi in garanzie e diritti, sicurezze e risultati da portare a casa. Il problema è uscire dalla palude delle strumentalizzazioni cui la sinistra istituzionale e i sindacati confederali per decenni ci hanno abituato. Le lotte sono uno strumento per riscoprire la solidarietà e l’autogestione, ma soprattutto per conquistare e difendere i diritti. Oggi è così in Francia, domani in Italia? Non è mai troppo tardi per lottare contro il padrone e i suoi servi al governo. Non è mai troppo tardi per dare un voucher di ben servito al capitalismo.

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controinfo lavoro

osservatorio incidenti sul lavoro mese di aprile 2014

Un altro mese si aggiunge nella lunga lista di feriti e morti sul posto di lavoro, senza che ci si
scandalizzi ormai più di tanto, a pochi viene in mente che la tanto decantata sicurezza sia
ancora da raggiungere, non bastano qualche legge e qualche autorità che la faccia rispettare.
 Noi  sappiamo bene come sono le autorità con le leggi per i padroni che diventano vaghe,
oppure opportunità da cogliere  per sbarazzarsi di lavoratori scomodi, come  quelli che
continuano  la loro lotta dal basso per non far scontrare sicurezza sul lavoro e salubrità della
 città . Posti di lavoro sempre minacciati di delocalizzare per trovare nuove e favorevoli
 condizioni di impresa alle volte a scapito di altri lavoratori nei più disparati posti al mondo.
Chi parla di crisi prosegue ad arricchirsi andando ad investire  in paesi in cui i
diritti, le assistenze sociali ai più deboli e la salvaguardia del territorio/ambiente sono
utopie. Da noi non andiamo molto meglio, nel “bel paese” i diritti vengono ridotti, si rimettono
in discussione le rappresentanze nelle aziende. le forze Sindacali venute fuori dalla pancia dei
lavoratori sfruttando la delega data loro, sembrano passare dalla parte del padrone. Niente
Scioperi,Niente Conflitti I lavoratori devono ripartire dall’autorganizzazione e riscoprire
la solidarietà, trovano ad intralciare il loro percorso di libertà le solite forze del capitale
sotto altri nomi. Gli sfruttati non troveranno nessuno ad attenderli nelle loro lotte
 oltre a parolai ricchi di promesse e future poltrone politiche.
Nelle Marche ancora oggi ci sono centinaia di lavoratori che lavorano e non si vedono pagati
a fine mese, i lavoratori in nero sono in aumento, lo sfruttamento più oppressivo sta prendendo
campo. La fame di occupazione non può e non deve lasciare spazio al tutti contro tutti, chi non
ha occupazione va rispettato come e quanto chi ha già un posto di lavoro.

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controinfo volantino

vite infangate

Vite infangate

Quello che è accaduto nei giorni scorsi, in particolar modo a Chiaravalle e a Senigallia, meriterebbe di essere commentato in molti modi: tragedia annunciata, calamità innaturale, maltempo e malgoverno. Di fatto si ripete uno scenario già visto in passato e  in tanti altri comuni d’Italia, di cui il quadro della situazione è stato reso benissimo da un servizio del TG3 nazionale del 6 maggio in cui tecnici ed esperti vari, più imbarazzati che convinti, passeggiando fra qualche cespuglio in riva al fiume, cercavano di propinare una verità tutta costruita, e il cui senso era più o meno che l’esondazione del Misa, a Senigallia, è stata dovuta ad una serie di cause e concause e che se gli argini non avrebbero ceduto a monte, la marea di fango avrebbe fatto danni ancora maggiori raggiungendo il centro città. Una verità difficile da dire a chi ha passato la domenica a spalare fango e a buttare via centinaia di migliaia di euro di mobilio, di cose, di vita quotidiana, di lavoro. Viene da chiedersi dove era la protezione civile. Prima. Quali i protocolli di intervento previsti e se realmente potevano essere risparmiati quartieri, abitazioni, negozi, magazzini, vite. Chi spalava domenica pomeriggio a Senigallia, a Chiaravalle e negli altri posti colpiti ha visto la protezione “civile” reale, quella che parte dal basso, dalla solidarietà immediata, dal tam tam fra le persone. Chi spalava ha sentito, a Senigallia, il rumore di un elicottero che sorvolava la città per portare una solidarietà tutta istituzionale più utile alle istituzioni che dovrebbero garantire la sicurezza del territorio che non a chi spalava via il fango. Come dire, le bugie delle logiche di potere e del profitto hanno le gambe corte, e prima ancora di dare la colpa sempre alla fatalità del tempo, esse sono destinate ad affogare in un fango di cui questo paese deve da tempo liberarsi.

F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana
M. Bakunin – Jesi
F. Ferrer – Chiaravalle