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comunicato stampa

CNH: un’altra morte evitabile

   Ci uniamo al dolore dell’ennesima tragedia che da lavoratori non può che coinvolgerci direttamente. Le tante parole spese dai comunicati stampa e dalle necessarie e giuste prese di posizione dalla politica cittadina riescono a descrivere una situazione preoccupante, che vede un dato in crescita a fronte di un valore assoluto di 814 morti sul lavoro solo nel 2023, ma  purtroppo sembrano essere un appello non nuovo e soprattutto vano perché gli strumenti istituzionali esistono già, e sono stringenti. Numerosi sono i casi passati sotto i riflettori dell’attenzione pubblica. Le aziende pesso si difendono affermando di avere le carte in regola, di fornire tutto il necessario per rispettare le normative sulla sicurezza, lasciando trasparire che in fondo la colpa sia sempre di una fatalità o di un errore umano non prevedibile. C’è solo un particolare che sembra sfuggire al dibattito pubblico: le regole del capitalismo devono garantire un guadagno a scapito del resto.

Gli operai continuano a morire perché questa cultura sbagliata del lavoro non riesce a compensare le smagliature generate dallo sfruttamento sempre più avanzato, anzi il clima di precarietà da solo riesce a ridurre la professionalità ed innalzare i rischi legati anche ad una banale quotidianità sul lavoro e fuori.

Non abbiamo scorciatoie, dobbiamo riprendere le briglie di questo sistema fine a se stesso per salvaguardare le nostre vite e quelle dei nostri cari, eliminando le disuguaglianze sociali e mettendo al centro gli esseri umani, e dobbiamo farlo noi perché il capitale non è in grado di farlo.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
   sez. “M. Bakunin” – Jesi
   sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
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volantino

Un 2024 di magie

Magie per il 2024

L’anno è cominciato con un bella dichiarazione di intenti da parte del governo, fare propaganda spicciola sulla pelle nostra, a partire dalla finanziaria approvata a fine 2023.

Che sia chiaro, qualsiasi governo che possa trovarsi nello stesso periodo storico difficilmente riuscirebbe a fare altrimenti, certo cambierebbe forse il modo in cui si sarebbero affrontati i grandi temi di attualità, ma un bilancio difficilmente riesce a scostarsi da una somma zero se non si modificano drasticamente gli orizzonti verso cui si naviga. D’altronde se la magia non esiste, restano però gli abili giochi di prestidigitazione: incrementare una voce ed abbassarne un’altra, il trucco risiede nel catalizzare l’attenzione solo sui bisogni al centro dell’attenzione.

Accorpare i primi due scaglioni per il pagamento delle aliquote IRPEF appiattendoli al 23% sembrerebbe una cosa banale detta cosi`, suona invece molto meglio se definita come “taglio al cuneo fiscale”, una operazione di marketing che non è sfuggita alla critica delle opposizioni che hanno prontamente evidenziato come la manovra favorisca in realtà i redditi piu` alti. Purtroppo però non hanno ravvisato un altro problema ben più grave e immediato, distanti come sono dalla quotidianità dai lavoratori e dai disoccupati:

l’IVA schizza al 22% sulla bolletta del gas e torna al 10% su prodotti per la prima infanzia e per le donne.

Questo governo, fin da quando era all’opposizione ha fatto sempre un gran parlare di investire sulla natalità italica, sulle famiglie, ma poi i fatti sono ben altri. Non possiamo accontentarci di una decurtazione del canone RAI o di un aumento dei soldini sul welfare aziendale:

Prima di tutto dovremmo pretendere un servizio pubblico che funzioni, scuole di ogni ordine e grado che non cadano a pezzi, con i servizi di riscaldamento funzionanti ed antisismiche. Ospedali e pronto soccorso con il giusto organico, senza ricorrere a stratagemmi per obbligare il personale anziano a non andare in pensione.

Poi abbiamo bisogno di un lavoro. Sicuro. Che ci dia un salario degno delle nostre vite.

Tutto il resto sono solo abili stratagemmi per favorire e nascondere detassazioni e benefit per la classe padronale di un paese che fatica a darsi un ruolo industriale e gioca al ribasso con le spese pubbliche da decenni, auto-sabotando i sistemi di pubblico servizio, rendendo i privati l’unica scelta politica accettabile da una società classista e resa incapace di reagire anche solo allo sperpero di tempo e denaro pubblico per il ponte sullo stretto.

In fondo vogliamo solo una banale quotidianità, quella che molti di noi non hanno più ormai da molto tempo, tra cassa integrazione dilagante anche in contesti industriali grandi per una cittadina provinciale come Jesi (CNH), chi ancora attende di tornare ad avere un lavoro, senza un reddito su cui poter contare (IMR ex Caterpillar) o chi fugge da una guerra, dalla crisi climatica, dalla povertà e dall’ignoranza.

Purtroppo nessuno ha la bacchetta magica. Per non essere più insultati da manovre farlocche e giochi di prestigio non possiamo che costruire un fronte compatto di rivendicazione salariale a difesa di tutti. Per un mondo migliore, senza magie.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

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volantino

Weekend lungo

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volantino

Autunno caldo? Clima da crisi sociale

Ferie lunghe e cassa integrazione disseminata a macchia d’olio nelle fabbriche non prennunciano niente di buono per questi ultimi mesi del 2023. Tutti sembrano sapere, in fondo, che il terreno economico continua a scricchiolare, indipendentemente dai “segni +” che appaiono trionfanti in qualche articolo dal titolo altisonante che ogni tanto fa capolino sui canali di informazione.

Eppure nessuna, tra le strutture organizzative storicamente erette a difesa dei salari – i principali partiti di sinistra e sindacati – sembrano avere la capacità di comprendere e soprattutto la forza di rivendicare: se il segretario generale della CGIL si prepara a chiamare uno sciopero generale soltanto per chiedere al governo di rinnovare i contratti nazionali scaduti e formulare un salario minimo significa che o si è ignoranti in materia o in malafede.

I contratti li devono rinnovare le controparti padronali sedute al tavolo con dei sindacati pronti a mobilitarsi per questo e per la sicurezza sui luoghi di lavoro anche meno redditizi in quanto a tessere, la cultura della sicurezza non può essere affidata al datore di lavoro intelligente e illuminato.
In quanto alle richieste di un salario minimo fatte al governo, nel migliore dei casi diverrebbero strumento di propaganda utilizzabile da una destra che è riuscita a farsi portavoce anche dei temi cari alla sinistra, riuscendo a renderli semplici e chiari per le masse sempre abituate ad avere risposte immediate ai problemi:

la violenza sulle donne? si combatte con la repressione. La violenza minorile? con la repressione. L’abbandono scolastico? sempre con la repressione. L’indigenza? Indovinate. La mafia e l’imprenditoria predatrice? con la… detassazione unica!

Qualsiasi governo non può risolvere i problemi economici e sociali radicati nel profondo di questo paese, solo la rivendicazione collettiva, strutturata ed organizzata, potrebbe riuscire a migliorare poco a poco le condizioni del nostro paese:

LOTTARE A SCUOLA per ottenere investimenti funzionali agli insegnanti e a tutto il personale, che in prima persona, quotidianamente, deve inventarsi mille espedienti per continuare a fornire formazione, cultura di qualità e responsabilizzazione collettiva in una scuola che cade letteralmente a pezzi.

LOTTARE IN FABBRICA per un salario adeguato ad una vita degna, un lavoro sicuro ed un ambiente  sano che non ha bisogno di trovare sempre colpevoli da sacrificare quando si tratta di nascondere colossali errori sistemici nella gestione economica aziendale o nella esecuzione in sicurezza delle lavorazioni.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
   sez. “M. Bakunin” – Jesi
   sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
Gruppo Anarchico “Kronstadt” (senza fissa dimora) – Ancona
Valcesano Anarchica

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osservatorio infortuni

Osservatorio infortuni sul lavoro Marzo – Luglio 2023

I dati che questa volta l’osservatorio raccoglie rappresentano solo alcune delle sofferenze dei lavoratori marchigiani nel periodo primavera estate 2023: in questi cinque mesi sono molte le tragedie che si consumano sulla pelle nostra e dei nostri cari. Abbiamo rilevato 10 morti e 35 feriti di cui 2 amputazioni di arti. L’INAIL nel periodo gennaio – giugno 2023 ne conta in regione 8.376, il 18% in meno dell’anno precedente, mentre sono 3.794 le denunce di malattia professionale, il 17,9 % in più dell’anno precedente. Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi sei mesi del 2023, le tre malattie professionali maggiormente denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio. Stando a questo andamento sembra abbastanza verosimile che la prevenzione continui ad essere fatta solo a parole e senza troppe spese a carico dei padroni per addestramento, organizzazione del lavoro, e installazione di dispositivi di protezione collettivi, un esempio su tutti: i danni al sistema uditivo sono i più facili da prevenire e da controllare, eppure, salvo le grandi aziende (poche e capaci di erodere i diritti dei lavoratori su altri fronti) viene puntualmente disattesa la regolare fornitura di DPI, le aziende in regione sanno che possono contare sulla assenza quasi totale di controlli. Nel pesarese su 10 attività controllate 6 risultano con irregolarità con un totale di 16 lavoratori in nero, nel fermano su 9 chalet controllati prima della stagione turistica 6 risultano irregolari di cui 4 con il 10% del personale in nero, oltre ad un azienda di parti in cuoio con il 50% dei dipendenti sempre in nero, una realtà che chiunque di noi conosce bene per esperienza più o meno diretta. Allargando il focus a livello nazionale escono nel mese di giugno dati spaventosi dal primo rapporto statistico sul lavoro minorile di unicef italia ottenuto analizzando gli open data di inps e inail. Nei cinque anni presi in esame 2017 – 2021, gli infortuni della fascia di età sotto i 19 anni a livello nazionale sono 352140, di cui con esito mortale 67 fascia 15-19 e 7 con meno di 14 anni. Le tragedie dei mancati controlli e dei subappalti ogni tanto quando troppo clamorose vengono alla ribalta, come nel caso dei 5 operai di Torino. Eppure sembra ci sia sempre meno interesse e attenzione riguardo alle proprie condizione da parte dei lavoratori, che in Italia a malapena si iscrivono a sindacati, siano essi conflittuali o meno. Questo senso di fatalismo e disinteresse generalizzato purtroppo viene pagato caro: salute, sicurezza e salari dovrebbero essere obiettivi base e di vitale importanza per tutti noi, eppure quanti conoscono il proprio contratto di riferimento? Quanti sanno anche solo leggere la propria busta paga? In Italia il CNEL nel 2022 dichiarava attivi 919 contratti collettivi nel privato 15 nella pubblica amministrazione e 48 nei lavori para-subordinati. Per un totale di 982 contratti in una giungla di sub-appalti e mansioni non rispondenti al contratto utilizzato, come i dipendenti di mondo convenienza utilizzati in cooperative che applicano quello delle pulizie a facchini e camionisti. Nessuno pensa a noi se non per proprio interesse e profitto, solo con la lotta, il reciproco sostegno, possiamo uscire dall’impasse di crisi, controcrisi e prezzi alle stelle, purtroppo sul lavoro e fuori solo il nostro sudore riesce a mandare avanti il mondo, facciamolo correre, dal verso giusto.

12 giugno – civitanova marche – operaio di 54 anni cade da 5 metri di altezza finendo in un capannone mentre monta zanzariere elisoccorso riporta un trauma cranico, rianimato sul posto dall’equipaggio muore dopo 5 giorni


13 giugno – recanati  – 47enne viene investito da un auto mentre svolge lavori in un tombino ai sottoservizi di un cantiere elisoccorso


24 giugno  – ancona  – operaio 55enne si schianta con una betoniera in fondo ad una discesa per problemi ai freni, finisce contro una casa nel tentativo riuscito di evitare una scuola estratto dalle lamiere ferito


26 giugno – corridonia – muore agricoltore schiacciato da una motozzappa che stava riparando


29 giugno

 – vallefoglia – alla rivacold scontro tra due carrelli elevatori, uno dei due conducenti di 58 anni finisce schiacciato elisoccorso con un grave trauma da schiacciamento

– san benedetto – operaio di 28 anni al lavoro per una ditta di surgelati viene investito muore dopo due giorni di coma
5 luglio – arcevia – agricoltore di 54 anni muore schiacciato tra due trattori


11 luglio – jesi – operaio alla CNH rimane ferito all’inizio della linea C1, lo skid che supporta la cabina si rompe e la cabina si rovescia con l’operaio dentro, riporta vari traumi. gli operai scioperano 3 ore per turno.


17 luglio – fiastra – operaio edile di 39 anni in un azienda in subappalto in un cantiere della ricostruzione viene investito da un ponteggio mentre fissa un pergolato elisoccorso


19 luglio – san ginesio- operaio di 54enne in un cantiere in subappalto per la ricostruzione rimane schiacciato dall’escavatore che si ribalta allo scarico dal camion  elisoccorso in gravi condizioni


22 luglio – camerino – camion si ribalta all’ingresso della superstrada ferito l’autista elisoccorso


24 luglio – acquasanta terme – operaio edile di 32 anni vola da 3 metri per il cedimento del solaio elisoccorso in gravi condizioni


31 luglio – ancona – due dipendenti di un kebab aggrediti con un taglierino e pugni rimangono feriti

A cura del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”  di Jesi