In molti plaudevano ad una vittoria per la vendita e riconversione dello stabilimento Caterpillar, dopo un periodo di lotta intenso e partecipato dalla comunità jesina. In cuor nostro speravamo anche, che in fondo, eravamo noi a sbagliarci, che sarebbe andato tutto bene seppure tra mille difficoltà.
Purtroppo invece oggi è arrivato il giorno in cui l’attenzione catalizzata
della politica locale e dei riflettori nazionali non sono più a disposizione, gli operai non hanno un presidio da poter difendere, le famiglie si sono spaccate, chi ha potuto si è costruito un’altra opportunità di vita.
Ed il sindacato giustamente chiede alla politica di fare la sua parte, di rispettare almeno lei la necessità strategica di mantenere asset e posti di lavoro nel paese. Chissà se la maggioranza in regione o addirittura il governo riuscirà a girare di nuovo la frittata puntando il dito verso i sindacati, intanto l’attesa di avere risposte si protrarrà fino al 7 gennaio, data in cui è previsto un incontro in regione.
A noi non interessa trovare un colpevole a questo ennesimo natale amaro, perché è un fatto che di fronte a tutto questo ci troviamo impotenti. Vogliamo però a sottolineare due cose:
Oggi più che mai dobbiamo stringerci attorno ai lavoratori che si trovano in difficoltà e da soli
Domani dobbiamo costruire e tramandare una base di rivendicazione solida nei luoghi di lavoro che ancora reggono, capace di farsi carico di una contrattazione efficace senza doverci fidare di questo o quel golden power, di un governo buono o competente.
Vogliamo una vita migliore per tutti, senza sventolare vittorie o piangere sconfitte.