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comunicato stampa

Non è coraggio nè disperazione.

Uno sciopero in piena estate, a oltranza, come quello iniziato dagli operai della Cab Plus di Monsano non si vede spesso.

In fondo forse a far paura non sono tanto le richieste, più che ragionevoli (visto che lavorano da 10 anni con la paga di apprendista e alcuni da oltre 4 anni con l’agenzia interinale), portate davanti ai cancelli della fabbrica, ma piuttosto l’indignazione, piena zuppa del sudore di turni di lavoro passati in un capannone rovente d’estate e gelido d’inverno, per poi vedersi continuare a scivolare nella morsa della sopravvivenza, adeguandosi come si può in ogni aspetto della vita, senza potersi mai riposare un minuto. Eppure l’economia sembra riprendere cautamente il suo corso dopo la pandemia, con alti e bassi che disvelano, ancora poco e male, l’impellente necessità dell’entrata in scena dell’unico attore che da troppo tempo non fa capolino: senza l’indignazione e la lotta di noi lavoratori per una qualità della vita migliore il mercato continuerà a dettare le leggi del profitto rendendoci sempre più schiavi dei nostri bisogni, incurante del massacro semplicemente perché a rimetterci sin da subito, siamo sempre noi. 5 milioni sono i lavoratori poveri in Italia, un numero rilevante per la politica, tale da essere incluso tra gli argomenti per il salario minimo garantito sostenuto dall’opposizione mentre il governo punta sull’estensione dei contratti collettivi nazionali e del taglio delle tasse ai padroni. Noi sappiamo bene qual’è la realtà: entrambe le soluzioni vengono vanificate nella pratica dallo strapotere del padronato, cui tutto è concesso. Nel frattempo gli operai di Monsano sono costretti a subire mille difficoltà per andare quotidianamente a lavoro (dagli autobus che non passano, al pericolo che si corre andando in monopattino sul ciglio di una strada molto frequentata), a vivere in case che nessuno vorrebbe. L’unica soluzione per un mondo migliore è la lotta.
Solo la lotta paga.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. ” F. Ferrer” – Chiaravalle

comunicato stampa del 18.07.2023

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comunicato stampa

CNH infortunio sul lavoro

Non e` la prima volta che una cabina si sgancia e rovina in terra alla CNH di Jesi, nel 2021 ad esempio, proprio in questo periodo, successe un fatto simile causando contusioni e ferite a tre operai, ma infortuni gravi come quello avvenuto ieri hanno sempre un peso e conseguenze dirette per l’azienda in cui avvengono, si fanno controlli straordinari alle attrezzature in questione, volano promesse ai dipendenti circa la maggiore attenzione che la fabbrica riporra` nella gestione tecnica dei macchinari e delle linee, ma nei fatti come si alza la polvere questa poi riesce a tornare esattamente dov’era una volta placati i timori di chi tutti i giorni, e` chiamato a svolgere con massima professionalita` e serieta` il proprio turno di lavoro.
Certo, uno sciopero spontaneo come quello avvenuto subito dopo il fatto e` doveroso, ma non scontato, specialmente se cosi` ricco di adesioni in un periodo incerto e difficile come quello attuale, perche` se e` vero che i dirigenti parlano sempre di fiore all’occhiello quando menzionano lo stabilimento di Jesi, e` vero anche che nel frattempo vengono portate altrove linee di montaggio, mentre la cassa integrazione fa capolino senza fare piu` troppo rumore sui giornali locali, in un territorio devastato dal lavoro precario e soprattutto senza prospettive sicure per il mantenimento di una professionalita` che genera e riesce a pretendere welfare e condizioni di vita migliori per tutti.

Alla solidarieta` e rivendicazione di condizioni di lavoro sicure da parte degli operai CNH ci sentiamo di stringerci esprimendo la nostra di lavoratori e sfruttati, verso il giovane infortunato, i suoi cari ed i compagni di lavoro.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

Comunicato Stampa del 12 luglio 2023

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volantino

La polvere sotto al tappeto

Il 25 aprile di questo 2023 viene celebrato mentre al governo siede una Presidente del Consiglio leader di un partito post-fascista. Molti sondaggi lo danno, nonostante tutto, entro la soglia di gradimento per il 30% degli intervistati. Dato che non equivale certo all’intera popolazione italiana, come non equivalgono alla maggioranza elettorale le percentuali che hanno portato la destra al potere nelle ultime elezioni. Ma questo è un dato al limite del banale. Il sistema elettorale ha avuto sempre il pregio di garantire stabilità e sicurezza ai padroni e ai loro rappresentanti. Mussolini ed Hitler sono saliti al potere con libere elezioni. Poi non fecero più elezioni libere. Anzi, nessuno fu più libero e interi paesi dovettero imbracciare le armi e mobilitare tutta la solidarietà proletaria di cui erano capaci per riprendersi la libertà. Anche per questo si celebra il 25 aprile.

Quanto detto è storia nota, come altrettanto conosciute, o meglio prevedibili, sono le scelte che il governo di destra attuale, sta portando avanti in tema di economia, welfare, guerra e diritti, con la capacità fascista più genuina di essere forti con i deboli e deboli con i forti. In un momento in cui il paese ha bisogno di esprimere il massimo sostegno sociale alle fasce più deboli, agli ultimi e ai lavoratori, le scelte del governo si indirizzano verso la tutela dei grandi redditi, di chi evade le tasse, e di chi, pagando stipendi da fame, ruba anni di vita alla parte sana e produttiva del paese: la classe operaia. Dalla cancellazione del reddito di cittadinanza all’adeguamento di salari e pensioni, dal definanziamento della sanità pubblica all’aumento delle spese militari, a regalie di vario tipo che passano per grandi opere fantasmatiche (Ponte sullo stretto) e arrivano alle società calcistiche, nell’Italia attuale va in scena il personaggio di un Robin Hood cialtrone che ruba ai poveri per dare ai ricchi.

Le rappresentazioni mediatiche di questa classe politica ricordano il peggior berlusconismo, e l’ancora più nefasta dittatura mussoliniana, quella delle donne espulse dai posti di lavoro, del diritto di sciopero e di interruzione di gravidanza negati, dell’applicazione delle leggi razziali, e dove si dimezzava le paghe degli operai e si assassinava un po’ tutti in giro per il mondo, con le sue guerre e le persecuzioni politiche. Il fascismo della stirpe italica di ieri, mostra il suo volto attuale – ma decrepito come sempre – della sostituzione etnica di oggi, delle teorie del gender, degli occupabili e dei capri espiatori di ogni genere: immigrati, anarchici, poveri. Le cause che portarono cento anni fa al potere il fascismo non sono state mai estirpate da questo paese: lo sfruttamento, la gerarchia, il possesso dei mezzi di informazione in mano a pochi (e agli stessi), la stratificazione della società in ricchi e poveri, chi può fare tutto e a chi viene negato tutto. Qualcuno si è illuso che bastasse nascondere sotto il tappeto della democrazia la polvere fascista, senza accorgersi che era troppo piccolo, sottile, inutile di fronte alla sporcizia con cui il liberismo, da sempre, contamina la società umana.

Il valore di questo 25 aprile va oltre la dimensione celebrativa, utile per rilanciare la conquista di diritti perduti (troppi) e conquistarne di nuovi (tanti), senza arrendersi all’ineluttabilità del profitto capitalista, all’arroganza omicida del potere, alla stupidità menzognera e vigliacca dei signori di Palazzo, e quella dei fascismi di ieri e di oggi; e per non avere più nessun fascismo domani.

FAI – Federazione Anarchica Italiana:
Sez. “Michele Bakunin” – Jesi
Sez. “Francisco Ferrer” – Chiaravalle
Gruppo Anarchico “Kronstadt” – senza fissa dimora – Ancona

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comunicato stampa

Su Adinolfi – Comunicato stampa del 18 aprile 2023

Mario Adinolfi è stato a Jesi per la presentazione di un suo libro antiabortista. L’iniziativa ha avuto un seguito di pubblico decisamente esiguo, espressione del peso e della validità delle argomentazioni esposte. Maggiore è stata invece la partecipazione al presidio che ha contestato l’evento, sul quale si è concentrata, non poteva essere altrimenti, la narrazione mediatica e la risposta in forma di comunicato dello stesso Popolo della Famiglia. Come sempre si sono forzati termini e paragoni. Si può essere concordi o meno sulla necessità, e l’utilità politica di contestare una presentazione di un libro, ma far passare come episodio di violenza quattro slogan gridati e qualche fischietto soffiato è più un lavoro di fantasia che una forzatura vera e propria. Tacciare poi come fascisti i manifestanti è decisamente fuori dalla storia e dalla verità.

Durante il fascismo l’interruzione volontaria di gravidanza non era tutelata e le donne morivano per mano di mammane e di un maschilismo guerriero che le considerava – e lo fa tutt’ora – solo contenitori per la riproduzione della specie. Certo i soldi pubblici potrebbero essere spesi meglio che non per pagare la scorta – estemporanea ed unicamente per fare poche centinaia di metri – a Mario Adinolfi. Ben altra realtà è quella dei tanti giornalisti e scrittori in questo paese che, per quello che scrivono di veramente scomodo contro i poteri forti e criminali, sono costretti a mettere la loro vita sotto sorveglianza continua. Poi in un comunicato stampa uno può dire quello che vuole, magari si potrebbe anche ringraziare per una visibilità insperata, conseguente alla contestazione subita, più che legata all’inesistente pregnanza scientifica, sociale e politica dell’iniziativa messa in piedi.

Resta la questione centrale: quella di una maternità libera e partecipata, sostenuta e scelta, e men che meno imposta o viziata da mille artifici che inficiano una legge – la 194 – espressione di modernità e di civiltà, di libertà e di emancipazione femminile. In questo le Marche, come buona parte del paese, è un territorio dove l’obiezione di coscienza, la privatizzazione della sanità ed una politica retrograda umilia le donne e nega, nei fatti, la libertà di contraccezione e di procreazione. Questo è il punto principale su cui dibattere: la garanzia di un diritto sancito dalla legge. Il resto sono chiacchiere e vittimismo tipico di chi non ha argomenti e cerca di raccattare voti nel sottobosco delle frustrazioni della piccola e cattiva provincia italiana, e continua a considerare le donne come “macchine e contenitori” per fare figli.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

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osservatorio infortuni

Osservatorio infortuni sul lavoro Agosto 2022 – Febbraio 2023

l’osservatorio continua a raccogliere dati, anche a distanza di parecchi mesi. Non cambia purtroppo il contesto di insicurezza ogni giorno affrontato dai lavoratori Marchigiani, come quelli di altre regioni d’italia. si può parlare di strage? strage di stato si potrebbe indicare secondo alcuni, visto che lo stato italiano che dice di fondarsi sul lavoro, non riesce o non vuole intervenire duramene sulle dinamiche del lavoro, favorendo l’imprenditoria a centinaia di suoi cittadini che lasciano la vita in operazioni svolte non in sicurezza. la rappresentanza dei lavoratori non è neppure nei pensieri dei legislatori e nel corpo politico che continua a legiferare senza, colpevolmente, stringere su controlli e sanzioni nei confronti di chi per profitto non si esime di causare morti e mutilati. nelle marche in questi 7 mesi sono stati rilevati da noi 14 morti e 34 feriti, coscienti che il dato inal è molto più alto e da molti anni si attesta a livelli inaccettabili. spesso gli sfruttati non riescono oramai neppure a farsi pagare gli stipendi, come quei 150 davanti ai cancelli di mondial suole a porto recanati. la forza dei lavoratori delegata a sindacati è svanita, facendo si che sempre meno si creda nella proprie possibilità o in rivendicazioni al minimo di dignità. alcuni padroni che si sentono benefattori ultimamente in regione elargiscono briciole ai propri sottoposti come buoni carburante o per aiutare nelle bollette, senza neppure immaginare che basterebbe alzare loro gli stipendi mensili, senza aspettare contratti collettivi, ma poi il margine di profitto si ridurrebbe, sia mai. i nostri imprenditori illuminati evitano parecchie volte di fare investimenti, meglio aspettare lo stato che con incentivi, buoni, sconti di tasse li aiuta a mantenere stipendi fermi da decenni, una classe lavoratrice schiava di un mercato del lavoro di sfruttamento. che sia questa idea di impresa che abbia fermato la natalità nella nostra regione? credevano forse si crescano figli con l’ elemosina? o lavori stagionali turistici, ormai una tipicità del turismo made in marche. giustamente i tempi di vita e i redditi incidono negativamente sulla natalità, tant’è che anche l’ingresso di lavoratori con ancora meno diritti di quelli residenti è rallentato a favore di altre zone del paese o alte zone geografiche. un calo demografico che si rispecchierà nei prossimi anni in calo di entrate per gli enti pubblici e peggiorerà il già evidente taglio di servizi. spingendo sempre più il coltello nella piaga della diseguaglianza sociale. i dati che vengono raccolti continuano ad essere peggiorativi nelle marche. l’inail riporta nel rapporto annuale delle attività di tutela e vigilanza per il 2021 un tasso di irregolarità dell’83,40% (il più alto in assoluto rispetto a tutte le regioni italiane) con percentuali ancora più alte in settori specifici 90,86% nelle costruzioni e 92,68% nei servizi di supporto alle imprese. nelle cooperative di lavoro si evidenzia un tasso di irregolarità del 83% con una percentuale di lavoratori in nero o irregolari del 10,74%. ma quasi comici sono i numeri dei controlli effettuati nelle marche, solo 702, le violazioni accertate si riferiscono a 4528 lavoratori, 665 dei quali completamente in nero, e 223 soggetti a sfruttamento o caporalato. ben 1490 lavoratori coinvolti in fenomeni di interposizione illecita di manodopera. sono talmente pochi i controlli svolti che sono solo 999 le violazioni sull’orario di lavoro e 1172 le violazioni in materia di salute e sicurezza.

8 agosto – pergola – operaio agricolo schiacciato tra la rotopressa e un cumulo di balle,

elisoccorso per un importante trauma toracico

9 agosto – Ripatransone – frontale tra un autobotte e un furgone muore un operaio di 39 anni

alla guida del furgone

23 agosto – ascoli piceno – operaio alla guida di una pala meccanica si ribalta nella discarica

rimanendo ferito.

24 agosto – ascoli piceno – agricoltore di 50 anni si ribalta con il mezzo rimanendo con una

gamba sotto la pala escavatrice elisoccorso con l’arto straziato.

25 agosto – montefalcone – agricoltore muore schiacciato dal trattore che si ribalta

5 settembre – san benedetto – autista di autobus urbano aggredito a pugni in faccia rimedia 7

giorni di prognosi

– civitanova marche – tre infermieri aggrediti a calci e pugni, due rimangono

feriti con prognosi di 20 giorni

7 settembre – ascoli piceno -A14 incidente tra tir in galleria feriti due camionisti

9 settembre agugliano – operaio di 36 anni si ferisce ad una gamba con il frullino soccorso

con una grave emorragia

16 settembre – ancona – fincantieri – operaio di 62 anni cade in una botola e fa un volo di

diversi metri rimanendo ferito.

22 settembre -tolentino – operaio di 26 anni al lavoro per una ditta di infissi muore schiacciato

da un carico caduto da un carrello elevatore

27 settembre – senigallia – muratore precipita da un impalcatura battendo la testa elisoccorso

28 settembre – fabriano – agricoltore 65enne muore folgorato nella sua azienda agricola

coltivatrice di luppolo mentre svolge manutenzioni in una cabina elettrica

Ancona – fincantieri operaio di 51 anni rimane schiacciato sotto una lastra di

di acciaio 3 tonnellate, grave con fratture multiple e schiacciamento. tutti i

lavoratori anche delle ditte in appalto entrano in sciopero e lasciano il lavoro.

3 ottobre – servigliano – autocisterna esce di strada muore l’autista di 55 anni

11 ottobre – serra san quirico – auto di operai elica al rientro dal turno di lavoro esce di strada

e finisce in un canale, morte due operaie e ferita una terza

12 ottobre – colle d’arquata – due operai travolti da una rete metallica e un palo che stavano

montando su un costone uno di 32 anni muore schiacciato mentre l’altro rimane

ferito

14 ottobre – senigallia – muratore precipita da un impalcatura, nessun testimone, elisoccorso

22 ottobre – cerreto d’esi – trattore si ribalta muore agricoltore ferita la moglie che lavorava

con lui

24 ottobre – jesi – frontale tra pulmino scolastico e suv feriti assistente e conducente del bus

25 ottobre – senigallia – A14 operaio di 31 anni investito da un furgone condotto dal collega

entrambi impiegati nella manutenzione del verde, riporta gravi traumi da

schiacciamento elisoccorso

31 ottobre – senigallia – autista 55enne sviene per le esalazioni e cade dentro l’autocisterna

vuota, estratto da i vigili del fuoco in gravi condizioni

8 novembre – fabriano – tre operai faber feriti di cui uno in modo grave ed elisoccorso, in un

frontale con un altra auto sulla strada del rientro alla fine del turno serale

21 novembre – genga – capotreno aggredito a pugni riporta la frattura del setto nasale

24 novembre – jesi operaio cade a terra con il cestello elevatore montando luminarie comunali

29 novembre – falconara – svincolo ss76 dipendente della croce rossa di 27 anni muore

schiacciato all’interno dell’ambulanza rimasta sotto un tir che si ribalta sulla

rampa ferito anche il barelliere sul retro con trauma cranico costole rotte e

schiacciamento delle vertebre, morto il paziente trasportato

16 dicembre – ascoli piceno – A14 tamponamento tra camion, muore autista 61enne il giorno

seguente muore l’autista 51enne del tir coinvolto nell’ incidente principale pochi

km più a nord causa del successivo tamponamento.

25 dicembre – jesi – 57enne al poto soccorso dopo un incidente sul lavoro di lieve entità, da in

escandescenze per l’attesa e schiaffeggia l’infermiere del triage

11 gennaio – tortoreto – dipendente di una multiservizi muore in un incidente con l’auto aziendale

16 gennaio – san benedetto – mercato ittico 60enne cade dalla cella frigorifera da 4 metri batte

la testa riporta un forte trauma cranico e diverse fratture elisoccorso

20 gennaio – ascoli piceno – operaio edile di 60anni cade dal tetto riportando diverse fratture

22gennaio – cagli – camion frigo impatta con un guardarail di un viadotto, autista di 22 anni viene

sbalzato fuori dall’abitacolo nell’impatto e muore cadendo nel dirupo sottostante

26 gennaio – san severino – operaio edile cade da un impalcatura, elisoccorso in gravi condizioni

comunanza – vigile del fuoco colpito da un tronco rimanendo ferito

2 febbraio – ascoli piceno – operaio di 38 anni cade da un impalcatura, elisoccorso

10 febbraio – polverigi – trattore si ribalta più volte, ferito due agricoltori elisoccorso

A cura del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi