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comunicato stampa

Amazon: un’occasione per riprogettare il territorio..?

L’iniziativa organizzata da Jesiamo, Per Jesi e Patto per Jesi dal
nome altisonante “Amazon :‬ un’occasione per riprogettare il territorio – intermodalità, lavoro, sociale” ha suscitato la curiosità di‬ molti Jesini, che orfani di tavoli per la comprensione del progetto in questi anni, si sono dovuti‬ sorbire un caldo pomeriggio all’interno del palazzo dei convegni per accedere ad informazioni‬ sull’opera e sulle ricadute nel nostro territorio.‬

‭Ma l’appassionante querelle di politici che a vario titolo hanno partecipato non ha fornito nessun‬ ‭tipo di informazione aggiuntiva su quelli che avrebbero dovuto essere i temi principali e che nel‬ sottotitolo erano presentati come “lavoro, sociale”.

Invece di puntare ai temi importanti, di sicuro ‭interesse per i partecipanti, si è voluto spiegare il concetto di intermodalità grazie soprattutto alla‬ Professoressa Masutti, docente dell’università di Bologna che ha introdotto il tema dal punto di‬ ‭vista tecnico. Dopo
la spiegazione dell’intermodalità, anche Baldassarri, che era in veste di‬ ‭presidente dell’ISTAO (una scuola manageriale di Ancona) e che è stato una figura di spicco dei‬ governi di Centro-destra guidati da Berlusconi, ha notato quanto questa scommessa di creare un‬ polo intermodale che colleghi sinergicamente Porto di Ancona, Aereoporto di Falconara e‬ Interporto di Jesi, fosse una scommessa già ingaggiata dal territorio e persa. Infatti la costruzione‬ dell’interporto, fu preceduta da mirabolanti studi dove la Vallesina veniva rappresentata come nei‬ film di fantascienza, dove le merci avrebbero trovato la loro via in maniera ecologica e sostenibile.‬

‭Purtroppo chi non ha la memoria troppo corta sa come andò a finire, migliaia di metri quadri di‬ cementificazione inutilizzati e un interporto finito dopo anni di problematiche esecutive e mai‬ impiegato a pieno regime, per fortuna.‬

‭Eh si, ci voleva Amazon per riaccendere quei sogni invecchiati dal tempo e dalla realtà dei fatti.‬

‭Una nuova scommessa per il nostro interporto, ma non solo. Qui è in gioco l’intermodalità che‬ coinvolge anche un aereoporto e un porto.
L’intermodalità è una metodologia di trasferimento delle‬ merci che utilizza “unità di carico” standardizzate (in genere container) atte a poter essere‬ ‭facilmente spostate da un mezzo di trasporto (nave, camion, treno) all’altro per giungere a ‭destinazione. Tutto questo, almeno per il nostro territorio si tradurrà in un aumento esponenziale
dell’inquinamento della valle avendo già problematiche per il famoso “effetto camino” della valle.‬

‭La raffineria posta alla foce dell’esino, le zone industriali e chiaramente lo smog e gli inquinanti già‬ presenti nella valle hanno già il loro grande impatto nella vita di tutti noi.‬

‭Questo nuovo capitolo và a esacerbare ancora di più questo rapporto. Inoltre, chi vive questo‬ territorio e non specula su di esso, avrà certamente notato i numerosi problemi amministrativi‬ dell’aereporto Dorico, dove ad ogni rivoluzione d’assetto si perdono servizi ed il parcheggio‬ aumenta di costo. Cosa dire poi del collegamento ferroviario che non si innesta nell’aereoporto e‬ dove non esistono treni per fornire la famosa intermodalità (infatti il collegamento con Ancona lo‬ cura soprattutto conerobus con gli autobus, molto meno ecologici dei treni).

Analizzando il porto di‬ Ancona invece, ci si dovrebbe ricordare che il porto non può ospitare le grandi navi container per‬ una questione di fondale, che non viene dragato e che ha quindi mano a mano ridotto le sue‬ potenzialità. Per non parlare della stazione Ancona Marittima,
inutilizzata e soppressa anni fa. Ma‬ attenzione, i camion che escono dalle navi ormeggiate in Ancona, come raggiungono gli snodi‬ ‭stradali come l’autostrada?

Passando in mezzo alla città.

A Torrette di Ancona, la cittadinanza‬ denuncia da anni questa situazione ma ancora i Camion sostano nei semafori diffondendo i gas di‬ scarico che ammorbano anche l’ospedale regionale. Per non parlare della linea ferroviaria‬ ‭Orte-Ancona, dove il raddoppio della linea ha sempre destato grande interesse ma non ha mai‬ superato la fase propositiva.‬

‭Il tiepido dibattito intorno all’intermodalità non ha descritto assolutamente l’ambiente, la storia e i‬ processi a supporto di quella che dovrebbe essere una rivoluzione del mercato del lavoro della‬ vallesina. Siamo quindi di fronte all’ennesima celebrazione di successi che non ci saranno mai.‬

‭E cosa dire della multinazionale che ha deciso di creare il suo Hub intermodale nella vallesina?‬

‭Sappiamo già di tutte le lotte avviate nei luoghi dove amazon ha posto la sua barricata a supporto‬d‭ el capitalismo di nuova generazione e di quanto sia effimero il successo di questo modello‬ imprenditoriale. Il capitalismo 4.0, di cui amazon sicuramente rappresenta il più grande artifice a‬ livello mondiale, non ha più i confini tematici del passato unendo alla sempre presente logica del‬ profitto a tutti i costi, la logica della spersonalizzazione sia dei lavoratori che dei dirigenti. Non‬ esistono più le persone, sostituite mano a mano dai robot su cui Amazon stà puntando da molto‬ tempo e in
futuro dai droni per i quali già Amazon ha chiesto le autorizzazioni per avviare il‬ progetto anche nell’Hub della Vallesina.

Non esiste più la sindacalizzazione se non di facciata.‬ Ormai Amazon ha il potere di irrompere nei paesi che vuole colonizzare e crea i presupposti per cui‬ questi si adeguino alla sua politica aziendale. E lo fà senza avere particolari vincoli dalle istituzioni,‬ ‭dalle persone e dagli organismi che dovrebbero essere preoccupati da questa
tracotanza‬ commerciale.‬

‭Si è gridato per l’ennesima volta al successo anche se i veri temi sul tavolo avrebbero dovuto essere‬ la crescente deindustrializzazione della regione e della Vallesina stessa con la conseguente‬ ‭mancanza di prodotti da spedire, la mancanza delle figure professionali
necessarie nell’Hub, la‬ ‭mancanza di un progetto di rafforzamento e sviluppo dei servizi necessari ai lavoratori nomadi che‬ arriveranno per lavorare nell’Hub con un finale già scritto, ovvero un ulteriore ingolfamento degli‬ stessi.

Ricordiamo infatti che la sanità nella nostra regione e in tutto il territorio Italiano ha subito‬ tagli da cui non si è più ripresa e che già non è sufficiente per la popolazione.‬

‭Di tutto questo non si è parlato perchè si sarebbe dovuto prendere atto che questo progetto snaturerà‬ ancora di più il nostro territorio, rendendolo inerme e succube di quella globalizzazione che ha già‬ generato tutte le problematiche che la classe sociale più indifesa ha già subito. La delocalizzazione,‬ presentata anni fà dai media come un avanzamento delle aziende locali ha poi visto la
cancellazione‬ di migliaia di posti di lavoro in tutto il mondo banalmente a favore delle multinazionali sufficientemente strutturate per essere in grado di spostare rotativamente i propri stabilimenti dove il costo del lavoro è inferiore e dove la classe operaia non e` riuscita a strutturarsi di pari passo o ha perso nel tempo le proprie difese sindacali.

‭Una guerra tra poveri che aggiunge un ulteriore capitolo con questo progetto che di faraonico avrà‬ solo la finalità, una tomba per questo territorio.‬

FAI – Federazione Anarchica Italiana
Sez. “M. Bakunin” – Jesi
Sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

Comunicato Stampa del 17.06.2024

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comunicato stampa

Europee, al chiaro di luna

Sono passati ormai cinque giorni dalle consultazioni elettorali europee 2024 e l’annesso carrozzone mediatico è già stato rimpiazzato dalla commemorazione ad un anno dalla scomparsa di Berlusconi, vincitore morale delle elezioni con la lista che porta ancora oggi il suo nome.

Ma quindi, riflettendo a mente fredda, chi le avrebbe vinte in fin dei conti queste Europee?

Naturalmente lunedì mattina come prospettato, fresche di spoglio delle schede, si sono susseguite le dichiarazioni dei partiti che uno a uno si contendevano il podio di questa tornata elettorale.

Ha ragione di ritenersi soddisfatta Giorgia Meloni che dice di aver riconfermato il successo con il suo partito che, in termini di voti, vede proprio nella capolista l’unico esponente che può mantenere il risultato delle politiche di Settembre 2022?

Può gioire Elly Schlein per aver imposto definitivamente il suo ruolo di massimo esponente dell’opposizione all’attuale governo alla guida del PD dove però non incide come unica portatrice di voti?

Può bastare l’elezione al parlamento di Bruxelles dell’uomo del momento, il generale Roberto Vannacci, per consolare Matteo Salvini e la sua Lega di una performance deludente e che muove ancor di più il suo partito verso le posizioni di estrema destra pur perdendo Pontida alle elezioni amministrative?

Può considerarsi un successo quello di Verdi e Sinistra che riescono a centrare il doppio obbiettivo di abbattere la soglia del 4% e portare al parlamento Europeo Ilaria Salis pur sentendosi smarriti al livello di rappresantività europea?

Dubbi e domande legittime che però rischiano di ignorare l’elefante nella stanza, il dato macroscopico che sembra non dare segno di cedimento: l’ unica tendenza che sembra essere incontrovertibile da più di un decennio a questa parte è quella dell’astensionismo.

I dati parlano chiaro, degli aventi diritto al voto nella penisola Italiana solo il 50% si è recato alle urne in questo turno di votazioni. Questa percentuale, analizzata ulteriormente e cioè riportata alle realtà regionali ci mostra immediatamente un’ altra questione:

in nessuna delle regioni del meridione l’affluenza raggiunge il 50% fino a toccare nelle due isole maggiori i suoi picchi più negativi (Sicilia 38%, Sardegna 36,89%) e nel resto d’Italia non si arriva alle percentuali di voto anche recenti.

Che sia ragionato o meno, che sia il segno della disillusione verso uno strumento di governo dove la rappresentatività è un valore in disuso dalla classe politica, che sia un segnale verso l’Europa che è vista lontana dai cittadini, l’astensionismo comunque deve essere valutato dalla politica e dalle persone.

A cosa addebitare quindi questa “disaffezione” del popolo Italiano allo strumento del voto? C’é un evidente scollamento tra una classe politica che non riesce a comunicare più con il suo elettorato, e viceversa un elettorato che non vede più in questa classe qualcosa in cui rappresentarsi o a cui rivolgersi e affidare i probri problemi quotidiani e di lungo respiro.

Il caso di Vannacci e della Salis sono paradigmatici anche se opposti e ci indirizzano verso un processo di costante “Mediatizzazione” della politica Italiana: non vengono più votati i partiti, i programmi, le proposte, ma i personaggi, i volti, i simboli di un antagonismo sempre più polarizzato tra una destra e una sinistra che pur avendo perso gran parte dei loro valori rimangono in vita come stereotipi e macchiette di se stesse, funzionali ad un processo di accentramento nelle figure

singole e un bipolarismo che diventa uno scontro tra due profili social.

Sopra a queste questioni si dovrebbe ricordare che il mondo sta per scivolare in una guerra mondiale economico-strategica e l’incubo delle guerre che uccidono civili inermi, le condizioni di vita in cui versa la maggioranza di questo mondo, 282 milioni di persone (stime FAO 2023) che soffrono la fame e la sete, le ingiustizie dei regimi con crimini verso l’umanità e quant’altro non renda le persone libere di vivere in questo mondo, devono essere i veri obiettivi della politica europea ma sopratutto di tutti noi.

In questa Europa che si accinge al mercato delle alleanze post-voto, noi siamo dalla parte delle persone sfruttate che vedono aumentare il costo della vita, lo smantellamento della sanità a favore dei privati, come negli Stati Uniti, un accentramento costante della ricchezza…

…e si devono pure sorbire la litania elettorale da parte di una classe politica che non condivide gli obiettivi con il popolo e che vede nelle elezioni una semplice bagarre per conquistarsi una poltrona dove curare i propri interessi personali, polarizzando il dibattito pubblico quando serve, alimentandolo soltanto con una dinamica velenosa ormai strutturale che ha il sapore del vintage:

pro USA o pro Putin Israele o Palestina?

L’unica certezza che la storia ci può raccontare è che la gerarchia sociale sopprime i più a favore di quei pochi che con la propria ricchezza possono permettersi di non avere paura di una guerra alle porte, di vedersi perdere i propri cari a causa di una bomba o anche soltanto di non arrivare a fine mese.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
Sez. “M. Bakunin” – Jesi
Sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

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comunicato stampa

CNH: un’altra morte evitabile

   Ci uniamo al dolore dell’ennesima tragedia che da lavoratori non può che coinvolgerci direttamente. Le tante parole spese dai comunicati stampa e dalle necessarie e giuste prese di posizione dalla politica cittadina riescono a descrivere una situazione preoccupante, che vede un dato in crescita a fronte di un valore assoluto di 814 morti sul lavoro solo nel 2023, ma  purtroppo sembrano essere un appello non nuovo e soprattutto vano perché gli strumenti istituzionali esistono già, e sono stringenti. Numerosi sono i casi passati sotto i riflettori dell’attenzione pubblica. Le aziende pesso si difendono affermando di avere le carte in regola, di fornire tutto il necessario per rispettare le normative sulla sicurezza, lasciando trasparire che in fondo la colpa sia sempre di una fatalità o di un errore umano non prevedibile. C’è solo un particolare che sembra sfuggire al dibattito pubblico: le regole del capitalismo devono garantire un guadagno a scapito del resto.

Gli operai continuano a morire perché questa cultura sbagliata del lavoro non riesce a compensare le smagliature generate dallo sfruttamento sempre più avanzato, anzi il clima di precarietà da solo riesce a ridurre la professionalità ed innalzare i rischi legati anche ad una banale quotidianità sul lavoro e fuori.

Non abbiamo scorciatoie, dobbiamo riprendere le briglie di questo sistema fine a se stesso per salvaguardare le nostre vite e quelle dei nostri cari, eliminando le disuguaglianze sociali e mettendo al centro gli esseri umani, e dobbiamo farlo noi perché il capitale non è in grado di farlo.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
   sez. “M. Bakunin” – Jesi
   sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
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osservatorio infortuni

Osservatorio infortuni sul lavoro Ago-Dic 2023

Sono passati cinque mesi dall’ultima nostra rilevazione, i numeri come
consuetudine rimangono impietosi e le morti come gli infortuni si
susseguono con quotidianità come ormai da anni abbiamo riscontrato. il
numero non è in aumento per questa ultima parte dell’anno. Nel 2023 ci
sono stati nelle Marche 15.714 infortuni e 21 morti a fronte di circa
650 mila occupati regionali oscillanti nei vari trimestri. Crescono
invece del 15% le denunce di patologie di origine professionale.
arrivando a 6.229 denunce contro le 5.416 dello stesso periodo
dell’anno precedente dati riferiti ai primi 11 mesi del 2023. Le
Marche restano la seconda regione sia a livello Nazionale, dopo la
Toscana, in questa classifica, senza che la classe politica regionale
prenda in considerazione il dato, oltre a continui protocolli di
collaborazione tra le parti sociali e imprenditoriali non si riesce ad
andare, poco fanno questi accordi cartacei per rendere salubri gli
ambienti di lavoro che andranno a pesare sempre più prima sulle vite
dei lavoratori poi, per i sopravvissuti sul sistema sanitario.
Ridicola tra l’altro è la parte sanzionatoria degli obblighi del
datore di lavoro, che spesso se la cava con ammende sotto i 10mila
euro. Analizzando i dati italiani per fascia d’età dell’incidenza
degli infortuni si evidenzia che il dato dei più anziani è ancora
peggiore rispetto a quello dei giovanissimi: infatti l’incidenza più
elevata si registra nella fascia dei lavoratori
ultra-sessantacinquenni, seguita dalla fascia di lavoratori compresi
tra i 55 e i 64 anni .Un dramma nel dramma che riguarda anche i
lavoratori senza documenti italiani deceduti in occasione di lavoro,
sono 97 su 500 (1 su 5). Perché il rischio di morte sul lavoro si
dimostra essere sempre superiore rispetto agli italiani: i lavoratori
di origine straniera, infatti, registrano 40,9 morti ogni milione di
occupati, contro i 19,4 italiani che perdono la vita durante il lavoro
ogni milione di occupati. le altre fasce d’età sono comunque
differenziate Per chi ha un’etа compresa tra i 15 e i 24 anni,
infatti, il rischio di morire sul lavoro è praticamente doppio
rispetto ai colleghi che hanno un’etа compresa tra i 25 e i 34 anni
(20,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 11,8. Che il
rischio lavorativo aumenti con l’aumentare della precarietà dei
lavoratori è un evidenza che noi lavoratori sperimentiamo sulla nostra
pelle, la poca permanenza nella mansione se non proprio nello
stabilimento porta a minor sicurezza. le aziende regionali tendono ad
affittare sempre più lavoratori dalle agenzie piuttosto che assumere
direttamente. si è raggiunto il dato più alto mai registrato di 31mila
somministrati nelle marche. nonostante il loro costo per le aziende
teoricamente è più elevato, la flessibilità in balia delle
oscillazioni produttive è considerato dalle aziende un fattore
positivo, con una perdita di professionalità poi lamentata quando i
lavoratori professionalizzati non si trovano. nel 2012 gli interinali
marchigiani erano 12mila in dieci anni il loro numero è raddoppiato e
diventato strutturale, i somministrati a tempo indeterminato sono
ormai il 17,5% del totale degli interinali. nei primi sei mesi del
2023 il 13% dei nuovi rapporti di lavoro è stato attivato attraverso
le agenzie. un dato al di sopra della media italiana e il secondo più
alto del centro Italia. il settore più coinvolto nell’interinale è
solitamente il manifatturiero, ma ad oggi anche nei settori come il
commercio, i pubblici esercizi, le pubbliche amministrazioni e i
servizi pubblici gli interinali sono raddoppiati. molte aziende anche
considerate non in crisi non fanno altro che mandare a casa i
somministrati, i contratti a termine non vengono rinnovati e gli
interinali a tempo indeterminato sono restituiti alle aziende del
lavoro. questa prassi ha già riguardato il doppio dei lavoratori nel
2023 rispetto al 2022 aziende come benelli armi, pfizer, elettrolux.

7 agosto – san benedetto – donna di 60 anni investita da un carrello
elevatore in manovra elisoccorsa in gravi condizioni

15 agosto – tolentino – camion fuori strada, ferito tra le lamiere il
conducente elisoccorso

24 agosto – Monsanpietro morico – agricoltore 60enne perde il
controllo del mezzo e vola in un dirupo per 60 metri, il trattore va
in mille pezzi ma la cabina di sicurezza regge l’urto, non evitando
però la morte del lavoratore alla guida

26 agosto – Sant’Elpidio a mare- agricoltore urta un pozzo e si
ribalta con il mezzo cadendoci dentro per circa tre metri elisoccorso

27 agosto – Senigallia – esplosione di una bombola su un peschereccio
al porto. Feriti due pescatori intenti a pulire una ghiacciaia, cadono
in acqua, ripescati e ospedalizzati con ustioni, il più grave muore
dopo tre giorni dall’incidente

29 agosto – Senigallia – A14 camion si ribalta e perde il carico
ferito lievemente l’autista

5 settembre – Ancona -operaio muore volando dal tetto di un azienda
nella zona industriale

6 settembre- monteroberto -incidente tra auto e furgone ferito un
lavoratore edile alla guida del furgone

12 settembre – Appignano del tronto – donna di 65 anni cade da una
rotoballa elisoccorsa

13 settembre – senigallia -agricoltore muore schiacciato nel
ribaltamento del mezzo

15 settembre – monteurano – titolare di un impresa edile di 53 anni
rimane con l’avambraccio nell’impastatrice della betoniera, arto
straziato elisoccorso, si tenta chirurgicamente di evitare
l’amputazione

16 settembre – Montegranaro – operaio edile cade da un impalcatura
da 6 metri di altezza riporta agli arti e busto elisoccorso

21 settembre – monteprandone – ferita gravemente ad una mano
un’operaia nell’uso di un macchinario elisoccorsa

30 settembre -montecosaro – operaio all’isola ecologica finisce con il
braccio schiacciato nella pressa

11 ottobre – ancona – cantiere in via mattei operaio si ferisce
lievemente dopo una caduta

13 ottobre – camerino – operaio di 60 anni cade dentro uno scavo
profondo tre metri in un cantiere elisoccorso

16 ottobre – san severino marche – operaio in un cantiere travolto da
un blocco di cemento alle gambe

20 ottobre – fano – scoppio alla tecnocollaudi, l’esplosione di una
bombola di gas in fase di riempimento i suoi frammenti e lo
spostamento d’aria coinvolgono un operaio 50enne addetto al
riempimento gravemente ferito ad un braccio elisoccorso

23 ottobre – potenza picena – muratore di 39 anni cade da un
ponteggio al terzo piano elisoccorso con diverse fratture

25 ottobre – san benedetto del tronto – operaia di un azienda attiva
nella produzione di vegetali rimane con un braccio incastrato in un
macchinario sulla linea di produzione elisoccorsa

9 novembre- castelraimondo – operaio di 21 anni di un azienda che
esegue carotaggi nel cantiere della quadrilatero cade in una buca
profonda 20 metri elisoccorso riporta un trauma cranico, diverse
fratture e un pneumotorace

13 novembre – ancona -operaio di 54 anni finisce con un piede in una
caditoia procurandosi una profonda ferita nella portineria della
facoltà di economia

15 novembre – pagliare del tronto – operaio cade da un impalcatura
in un cantiere, riporta diversi traumi

24 novembre – montecalvo in foglia – apprendista di 20 anni rimane
schiacciato dal sollevatore del collega mentre carica balle di fieno
in un azienda di materiali per l’agricoltura, riporta fratture a
bacino e gambe elisoccorso

30 novembre- morrovalle -allevatore caricato da un toro in stalla
riporta fratture multiple san severino marche – operaio ferito
gravemente travolto da un albero nelle operazioni di manutenzione nel
fiume potenza muore dopo il ricovero

3 dicembre – civitanova – albero si abbatte sull’ape del comune che
cerca di fronteggiare il forte maltempo, uno dei due operai rimane
ferito ad una gamba

4 dicembre – visso – operaio di 45anni muore schiacciato da un bobcat
in retromarcia in un cantiere san benedetto del tronto – operaio cade
in un pozzo su un cantiere sulla statale adriatica elisoccorso

7 dicembre -falconara marittima – in località rocca priora insegnante
di sostegno scolastico di 59 anni muore investita sulla statale
adriatica mentre si reca a prendere l’autobus per recarsi a scuola

19 dicembre – tolentino – operaio di 35 anni rimane schiacciato dalla
pala di un bobcat soccorso finisce in rianimazione per le ferite
riportate

20 dicembre -osimo – titolare di una ditta edile famigliare di 64
anni cade da un impalcatura elisoccorso

24 dicembre – serravalle – incendio nella galleria varano lungo la
superstrada, vigile del fuoco ospedalizzato per mancanza di ossigeno
nell’intervento. 16 feriti in galleria recente ma completamente
mancante di sistemi di sicurezza attivi a detta dei superstiti.
colonnine sos non funzionanti, impianto di ventilazione fermo, salvati
uno ad uno con i respiratori prelevati dalle porte taglia fuoco.

A cura del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi

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volantino

Un 2024 di magie

Magie per il 2024

L’anno è cominciato con un bella dichiarazione di intenti da parte del governo, fare propaganda spicciola sulla pelle nostra, a partire dalla finanziaria approvata a fine 2023.

Che sia chiaro, qualsiasi governo che possa trovarsi nello stesso periodo storico difficilmente riuscirebbe a fare altrimenti, certo cambierebbe forse il modo in cui si sarebbero affrontati i grandi temi di attualità, ma un bilancio difficilmente riesce a scostarsi da una somma zero se non si modificano drasticamente gli orizzonti verso cui si naviga. D’altronde se la magia non esiste, restano però gli abili giochi di prestidigitazione: incrementare una voce ed abbassarne un’altra, il trucco risiede nel catalizzare l’attenzione solo sui bisogni al centro dell’attenzione.

Accorpare i primi due scaglioni per il pagamento delle aliquote IRPEF appiattendoli al 23% sembrerebbe una cosa banale detta cosi`, suona invece molto meglio se definita come “taglio al cuneo fiscale”, una operazione di marketing che non è sfuggita alla critica delle opposizioni che hanno prontamente evidenziato come la manovra favorisca in realtà i redditi piu` alti. Purtroppo però non hanno ravvisato un altro problema ben più grave e immediato, distanti come sono dalla quotidianità dai lavoratori e dai disoccupati:

l’IVA schizza al 22% sulla bolletta del gas e torna al 10% su prodotti per la prima infanzia e per le donne.

Questo governo, fin da quando era all’opposizione ha fatto sempre un gran parlare di investire sulla natalità italica, sulle famiglie, ma poi i fatti sono ben altri. Non possiamo accontentarci di una decurtazione del canone RAI o di un aumento dei soldini sul welfare aziendale:

Prima di tutto dovremmo pretendere un servizio pubblico che funzioni, scuole di ogni ordine e grado che non cadano a pezzi, con i servizi di riscaldamento funzionanti ed antisismiche. Ospedali e pronto soccorso con il giusto organico, senza ricorrere a stratagemmi per obbligare il personale anziano a non andare in pensione.

Poi abbiamo bisogno di un lavoro. Sicuro. Che ci dia un salario degno delle nostre vite.

Tutto il resto sono solo abili stratagemmi per favorire e nascondere detassazioni e benefit per la classe padronale di un paese che fatica a darsi un ruolo industriale e gioca al ribasso con le spese pubbliche da decenni, auto-sabotando i sistemi di pubblico servizio, rendendo i privati l’unica scelta politica accettabile da una società classista e resa incapace di reagire anche solo allo sperpero di tempo e denaro pubblico per il ponte sullo stretto.

In fondo vogliamo solo una banale quotidianità, quella che molti di noi non hanno più ormai da molto tempo, tra cassa integrazione dilagante anche in contesti industriali grandi per una cittadina provinciale come Jesi (CNH), chi ancora attende di tornare ad avere un lavoro, senza un reddito su cui poter contare (IMR ex Caterpillar) o chi fugge da una guerra, dalla crisi climatica, dalla povertà e dall’ignoranza.

Purtroppo nessuno ha la bacchetta magica. Per non essere più insultati da manovre farlocche e giochi di prestigio non possiamo che costruire un fronte compatto di rivendicazione salariale a difesa di tutti. Per un mondo migliore, senza magie.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle