Categorie
controinfo infopoint

Sab 25 luglio. Con la maschera, ma a bocca aperta.

Categorie
infopoint

Sab 7 settembre – Infopoint Alternativa a Notte Azzurra

Sabato 7 settembre, pomeriggio e sera:
In alternativa alla Notte Azzurra dello Sport
Infopoint come primo appuntamento di riapertura invernale settimanale (tutti i sabati dalle 17.30 biblio circolante + archivio/biblioteca interamente fruibili e consultabili)

 

Categorie
controinfo infopoint lavoro volantino

Europei di calcio e diritti dei lavoratori

Europei di calcio e diritti dei lavoratori. 

L’eco delle devastazioni di tifoserie aizzate a dovere e dei gol segnati, non riesce a coprire la voce dei lavoratori, degli studenti e della comunità degli sfruttati francesi contro la riforma del lavoro prevista in quel paese, e che di fatto distruggerà i diritti dei lavoratori. Come è già successo in Italia con il fallimentare e schiavista Jobs Act di Renzi. Per non parlare delle pensioni cancellate dalla Fornero. In Francia scende in piazza anche il maggiore sindacato, la CGT, giocoforza, spinto dalle proteste della base. In Italia i confederali, CGIL, CISL e UIL hanno assistito, inermi complici, alla distruzione di tutti i diritti dei lavoratori. La CGIL prova a salvarsi la faccia raccogliendo firme per una proposta di legge popolare riguardante lo statuto dei lavoratori. Forse se si fosse attivato a difesa dello statuto prima che lo stracciassero, non sarebbe apparso così meschino come oggi.

In tutto ciò a guadagnarci sono i privilegiati di sempre: i padroni, che di fronte alle complicità sindacali e all’appoggio del governo, approfittano per arraffare di tutto, a partire dalla negazione dei diritti contrattuali. In questo la Fiat di Marchionne fa scuola. Nel contratto siglato da FIM, UILM, Sindacato quadri ed altri (FIOM esclusa) viene sancita di fatto la morte del contratto nazionale: nessun aumento in paga base e una tantum legati solo al miglioramento dell’efficienza dello stabilimento, con la cancellazione nella sostanza dello stesso diritto di sciopero. Quello che riesci a far risparmiare al padrone, a spese dell’aumento dei ritmi e dell’insicurezza lavorativa, viene in parte, minima, ridistribuito in busta paga. Ma non necessariamente, dato che in qualche stabilimento Fiat (Lecce), dove hanno sempre lavorato, fatto straordinari, chinato il capo, non percepiranno un soldo. A differenza di Jesi dove, pur avendo fatto 75 giorni di cassa integrazione è stato percepito un premio.

A differenza del contratto separato Fiat, la lotta per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è unitaria e prevede un aumento in paga base. Una schizofrenia di questi sindacati che riconoscono contratti a perdere in Fiat, firmando accordi separati, e fungendo da apripista per l’annullamento della loro stessa azione a livello del contratto metalmeccanici nazionale. Significativa la manifestazione locale fatta a Senigallia dove è meglio portare le lotte al mare che sotto casa degli industriali.

Ma in tutto questo cosa c’entrano gli Europei di calcio? Poco e tanto, dato che come ogni grande evento (Olimpiadi, Mondiali, Expo, etc.) verrà pagato dalla collettività, farà arricchire i soliti sciacalli, creerà posti di lavoro effimeri e con paghe da fame e porteranno debiti alle casse degli stati che graveranno per decenni. Ancora in Italia si stanno pagando milioni di debito per i mondiali del ’90. E, fra le altre cose, un calciatore medio guadagna … Che c’entrano gli Europei con il contratto dei metalmeccanici? Forse gli sfruttati francesi che stanno lottando nelle piazze provano a dircelo. Per capirli non bisogna studiare le lingue, ma scendere in piazza.

F.A.I.  – Federazione Anarchica Italiana
M. Bakunin – Jesi
F. Ferrer – Chiaravalle
Categorie
infopoint volantino

Infopoint 02/04/2016

REFERENDUM

Il prossimo 17 aprile ci sarà il referendum sulle trivelle, circa una cinquantina, che hanno la concessione di estrazione entro le dodici miglia dalla costa, con scadenza di autorizzazione attorno il 2020. Il governo nella legge di stabilità prevede un rinnovo fino ad esaurimento del giacimento. Il fronte del SI si oppone a questo e quello del NO parla della crisi, dell’energia e dei posti di lavoro. Il rischio di un mancato quorum è alto, visto anche l’atteggiamento del partito di governo, non potrebbe essere altrimenti, che prima si schiera a difesa dell’ambiente, poi … a difesa del governo e invita all’astensione.

Qualunque sia l’esito il rischio di un ulteriore avanzamento della disaffezione della politica è alto. E non a torto, anche perché da questa politica, istituzionale, e da questi politici (tutti), più lontani si sta, meglio è. Vista la fine democratica con cui è stata rispettata la scelta popolare contro la privatizzazione dell’acqua è alto il timore che “… tanto alla fine fanno come pare a loro!”. Le uniche certezze a questo punto sono quelle di sempre: sperare che basti solo una scheda per ottenere democrazia, rischia di creare nei fatti diritti, libertà, sicurezze … di carta. La partecipazione popolare, le scelte condivise, le lotte collettive (vedere gli esempi contro la TAV, Dal Molin, Muos, etc.), la politica fatta dal basso forse qualche certezza di libertà in più la danno.

Il resto sono chiacchiere e viscere, strumentalizzazioni di segreteria ed elettorali. Le questioni ambientali o del lavoro possono avere bisogno del sostegno della scelta referendaria, di quando in quando, ma la certezza delle libertà può essere data solo dall’esercizio delle stesse.

L’unica cosa certa è che l’esito di questo referendum, qualsiasi esso sia, non inciderà sulle condizioni di vita dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati o sullo sfruttamento dei territori. Fino a quando non cambieremo radicalmente l’attuale sistema di produzione, che ha come fine arricchire le multinazionali, in barba alla qualità della vita della salute sia degli uomini che dei territori, le nostre condizioni di vita non potranno che peggiorare. Per non rassegnarsi ad essere carne da macello in guerre o attentati, miserie economiche o dittature mediatiche e di mercato, la società si cambia dal basso, si fa più giusta fra sfruttati, si sogna e si difende lottando.

F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
Sez. “M. Bakunin” Jesi        
Sez. “F. Ferrer” Chiaravalle
Categorie
infopoint volantino

2016……non è un buon inizio

2016

… non è un buon inizio


A Fidenza i facchini in sciopero per un lavoro dignitoso vengono caricati da polizia e carabinieri, fermati e portati in questura. Il diritto al lavoro diventa reato e non a caso mentre i lavoratori facevano resistenza non violenta in sit-in, gridavano “Libertà, libertà!” e “Sciopero, sciopero!”. I media dicono però che va tutto bene e che c’è la ripresa, che la disoccupazione scende, e i soldi tornano a girare. Forse, non certo in un paese dove falliscono le banche e svaniscono nell’aria i risparmi di una vita, mentre si caricano sulla collettività gli sbagli di una imprenditoria, di una finanza e di una politica che serve solo gli amici degli amici. 

Sui media nazionali Jesi torna a far parlare di se per Banca Marche. Come dire, siamo una città importante non solo per lo sport, ma anche per il diritto all’interruzione di gravidanza negato, per i soldi “sfumati”, per il lavoro che scompare e resta solo un terziario avanzato (nel senso andato a male) come maggiore attività. I parcheggi che un tempo si riempivano la mattina per operai e impiegati, oggi sono vuoti e si riempiono la sera per i fantasmi della movida cittadina. I numeri in Vallesina parlano di una disoccupazione in crescita del 2,5%, con 10.243 disoccupati di cui 3.554 solo per Jesi. Alla New Holland nel 2015 ci sono stati 70 giorni di cassa integrazione che probabilmente verranno ripetuti quest’anno assieme alla minaccia di esuberi. 
Posti di lavoro che diventano così dei fantasmi, assieme ai diritti stessi di chi lavora, cancellati dal Job’s Act. E fantasmi sono i servizi sanitari pubblici. Punti nascita al centro di campagne e polemiche, in regione come in Italia. La stampa martella sulla malasanità e i servizi sanitari chiudono interi reparti di ostetricia nel paese. Si taglia, con la scusa del risparmio.
Risparmiare, razionalizzare, far fronte alla crisi. Il risultato è sempre lo stesso: si fa sperperare chi comanda e si fa tirare la cinghia a chi lavora e produce guadagno e non spreca.
Qualcuno una volta ha detto che la democrazia parlamentare può essere più rigida di una dittatura. Sembra un assurdo, ma di fatto quello in carica è un governo che non è stato eletto e non ammette repliche, non ha fatto nulla per i più deboli e mostra segni di “rinnovamento” uguali a quelli del … passato. Non è un caso quindi che fascisti, militaristi, razzisti, omofobi e sentinelle varie trovano spazio fra la disperazione sociale, la stupidità politica e l’arroganza capitalista. 
Anche questo 2016 di conseguenza sarà un anno lungo, molto lungo e pesante maggiore sarà l’assenza dalla politica attiva da parte degli sfruttati, dei lavoratori. In tutto l’arco politico presente non c’è una idea valida che possa sollevarsi a criticare la guerra di classe in atto, il furto di salari, i favoritismi ai ricchi e ai padroni. Questo sistema non funziona. Non ha mai funzionato e più va avanti più produce guerre, miserie, distruzioni, rapine legalizzate. Protestare, contestare, organizzarsi e lottare, affermare diritti e libertà è, oggi più che mai, un atto politico di cambiamento giusto ed irrinunciabile.
F.A.I.  – Federazione Anarchica Italiana

gruppo – M.Bakunin – Jesi
gruppo – F.Ferrer – Chiaravalle