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comunicato stampa

Comunicato stampa del 14 Gennaio 2017

Tempo di comunali a Jesi, segreterie politiche e apparati vari sono al lavoro per selezionare candidati e programmi presentabili. Peccato però che nei fatti poco o nulla cambierà nel governo cittadino per i sogni ed i bisogni di una comunità che vive un impoverimento progressivo. Le scuse sono sempre le stesse: non ci sono i soldi, il pareggio di bilancio, sostenere l’impresa, etc.

Qualche ragazzotto allegro tirerà fuori magari che è colpa degli stranieri (la xenofobia e il razzismo stanno andando forte), alimentando una devastante guerra fra poveri. Jesi insomma come specchio del paese e dei problemi delle anime politiche più prossime alle questioni sociali, del lavoro, della solidarietà, degli ultimi.
Le schermaglie fra piccoli e grandi schieramenti per dare candidati e programmi validi la dicono lunga, perchè prima ancora delle persone e dei programmi scritti, vengono i fatti. E su questo piano poco o nulla si è mosso nella lotta politica in città.

La sanità pubblica sta sempre più precipitando nell’emergenza cronica causata da organici ridotti criminosamente all’osso, tant’è che Jesi recentemente è stata sulle cronache nazionali per la negazione del diritto all’IVG. Il dramma quotidiano di utenti e operatori al Pronto Soccorso è solo la punta di un iceberg. Il centro storico all’abbandono lavorativo e abitativo ha risposto trasformandosi in un luogo della movida fine a se stessa. Lavoro e servizi scompaiono progressivamente. Al tutto si cerca di mettere soltanto qualche pezza qua è là subappaltando e cercando di vendere locali pubblici, che ormai da anni sono all’asta.

Su tutto questo, negli ultimi tempi purtroppo, non si sono registrate prese di posizione, battaglie, mobilitazioni, attività che portassero al centro i bisogni e le soggettività per un protagonismo sociale a difesa dei diritti. Su tutto questo domina dunque un’assenza, come a livello nazionale, di una qualche forma di politica dell’impegno, della partecipazione, del coinvolgimento dal basso della collettività, specie di coloro che subiscono le decisioni del Palazzo e dei mercati.

A questo punto come pretendere che qualche incontro, qualche bella parola e l’impegno di brave persone possano diventare una proposta per la città ci lascia perplessi. Crediamo che senza protesta non ci sia proposta e si passi direttamente dalle stanze di partito a quelle di Palazzo.
La politica, quella solidale, fatta dal basso, è altro. Se si aspetta solo il giorno delle urne, qualsiasi sarà la scelta, sarà comunque perdente per i più deboli.

F.A.I. Federazione Anarchica Italiana

Sez. “M. Bakunin” – Jesi

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aperitivo Eventi General lavoro manifesto mostra fotografica

28 Gennaio, “Oro rosso”

voci e frammenti sul caporalato contemporaneo

“Non sapevano dove sarebbero andati , ma dovevano partire”

…e sarebbero sbarcati in un’ europa ben diversa da quella che si aspettavano, fatta di deportazioni o schiavismo nei campi, CIE e ghetti clandestini. Ma quelle che due ex-braccianti racconteranno sabato 28 Gennaio saranno storie di lavoratori, non soltanto di migranti.

Programma dell’iniziativa:

Dalle 17:30
– esperienze e testimonianze di due ex-braccianti che hanno lavorato e vissuto nel gran ghetto di Rignano (Foggia),

– “Oro rosso” mostra fotografica proiettata tratta dall’omoniomo progetto – documentario di Michela Frontino

– apericena a sottoscrizione per raccogliere qualche soldo in solidarietà ai braccianti che nell’ultimo incendio al ghetto hanno perso anche quell’unico riparo dove riposare dopo il lavoro nei campi

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osservatorio infortuni

Osservatorio infortuni Settembre – Ottobre – Novembre

osservatorio_settembre_ottobre_novembre_2016_

Il bilancio di questo trimestre è un morto e diciannove feriti; potrebbe sembrare una tregua degli infortuni in regione, ma ricordiamo che i dati da noi raccolti sono solo parziali e non vediamo certo il miglioramento sbandierato dai sindacati che nel contempo auspicano maggiori corsi di formazione.

Tutto questo come se la colpa degli infortuni sia la mancanza di professionalità o esperienza degli addetti, che anzi il più delle volte hanno alle spalle quasi sempre molti anni di esperienza; basterebbe solamente andare a ricercare e denunciare in che condizioni sono al lavoro gli operai spesso di ditte esterne su interventi aggiudicato al massimo ribasso. In questo contesto la valanga di voucher risponde con una risata dei padroni alla formazione tanto reclamata, tenendo presente che a settembre le Marche hanno visto il più alto tasso di voucher per occupati del centro Italia. Abbiamo scelto di ritardare l’uscita dell’osservatorio per raccogliere con calma i dati del disastroso terremoto che ha colpito anche le Marche in ottobre; la situazione dei lavoratori come di tutti gli abitanti dele zone colpite e limitrofe può solo essere sottolineata dai numeri con intere città completamente svuotate. Quasi l’8% della popoazione della provincia di Macerata è stata sfollata e sono stati ben 108 i comuni coinvolti sui 236 della regione con un’ intera economia turistico – enogastronomica quasi spazzata via. Sul fronte agricolo sono oltre 1000 le aziende che hanno subito danni a stalle e/o annessi agricoli, compromettendo intere annate nonché il futuro delle aziende stesse. A Tolentino che conta quasi 1000 edifici inagibili o parzialmente inagibili si è constatato un aumento del consumo del 30% di ansiolitici e antidepressivi. Tre sono le strutture ospedaliere regionali danneggiate, 62 le scuole inagibili e molti servizi socio assistenziali sospesi. Migliaia i posti di lavoro a rischio e in proposito due esempi simbolo sono la distilleria Varnelli ancora chiusa, ed il crollo del tetto della cartiera Miliani di Pioraco che non ha coinvolto operai, solo per il preciso momento del cambio turno; solo in questo stabilimento i danni si stimano sopra i 10 milioni di euro. Il rischio spopolamento delle aree montane è più alto della fantomatica ripresa economica ricercata da ogni governo. Molti sono gli interventi fuori dalle istituzioni che sostengono chi è privo di tutto come gli allevatori dei sibillini, perché la solidarietà va oltre le istituzioni, ribadendo ancora la stessa se sa farsi pratica diffusa e spontanea può fare molto di più.

10 settembre – San Benedetto – scultore 60enne rimane con la mano schiacciata da un pezzo di marmo elisoccorso,

23 settembre – Senigalia – 70enne si ribalta con il motocoltivatore riporta gravi ferite alle gambe elisoccorso

27 settembre – A14 – scontro tra camion e furgone tre feriti non in pericolo di vita

29 settembre – Falconara – operaio di una ditta esterna di 32 anni cade da un muretto all’API

30 settembre – Acquaviva – agricoltore di 74 anni finisce tra i cingoli del trattore ferito grave

1 ottobre – Grottammare – operaio di 51 anni batte la testa contro il palo di sollevamento del cassone del camion, riporta una profonda ferita

3 ottobre – Monteporzio – operaio agricolo di 55 anni va fuori strada con il trattore carico d’uva riportando gravi fratture ad una gamba e una profonda ferita

7 ottobre – Senigallia – operaio di 35 anni cade da una scala, battendo la testa all’indietro riporta un trauma cranico

8 ottobre – Santelpidio a mare – agricoltore di 85 anni muore nel ribaltamento del trattore

21 ottobre – Fermo – operaio agricolo di 65 anni rimane schiacciato con la testa nel sollevatore del trattore elitrasportato riporta gravi ferite

25 ottobre – Matelica – operaio di 50enne cade da 5 metri per il cedimento del lucernario mentre rimuoveva lastre di eternit elisoccorso

8 novembre – Chiaravalle – ex elettricista di Fincantieri di 58 anni muore per amianto, come suo padre anni prima saldatore ai cantieri anconetani e la sorella che non ha mai lavorato in cantieristica.

10 novembre – Monsano – operaio di 40 anni rimane ferito ad una spalla da un cestello di lamiera che urtato con il moletto gli cade addosso.

11 novembre – Chiaravalle – operaio addetto alla manutenzione del fotovoltaico per una ditta esterna cade dal tetto all’interno dell’ipersimply da un altezza di 7 metri per un cedimento in gravi condizioni elitrasportato è in prognosi riservata.

12 novembre – Osimo stazione – operaio di 55 anni cade da un’ altezza di 4 metri battendo testa e schiena, riporta un trauma cranico elisoccorso.

13 novembre – Fabriano – alla tecnowind un operaio di 33 anni rimane incastrato ad una punzonatrice, riporta fratture al bacino.

17 novembre – Ancona – aperto altro caso di un ex-operaio morto per mesotelioma che lavorava in una fabbrica di grandi elettrodomestici.

21 novembre – Pioraco – operaio i 39 anni precipita dal tetto di un capannone elisoccorso in prognosi riservata.

23 novembre – Tolentino – camion di rifiuti si ribalta, estratto ferito l’autista di 54 ani.

29 novembre – Osimo – 68enne cade da una scala alla Mait elisoccorso è in prognosi riservata

A cura del CSL “Fabbri”

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volantino

Post-Referendum

Passato il teatrino referendario…
I risultati del referendum parlano chiaro. In controtendenza con la disaffezione elettorale registrata un po’ ovunque, l’affluenza alle urne risulta – in Italia – essere quasi un 70%. Inoltre un terzo degli italiani boccia il governismo arrogante di Renzi, che però trova un appoggio blindato alle sue riforme di quasi 13,5 milioni di voti. Un capitale politico che il PD cercherà di investire da subito. A differenza di quello che potranno fare i “vincitori del No” i quali, oltre il richiamo alle elezioni anticipate, altro non producono sul piano delle garanzie sociali, senza far leva sui facili temi del razzismo e della guerra fra poveri.
Per quello che riguarda la costituzione più bella del mondo, già svenduta da guitti televisivi e disattesa da sempre dal padronato, ha rimandato solo di qualche anno un suo ridimensionamento autoritario. Alla fine restano gli sfruttati, i proletari, i lavoratori, i vecchi, i malati, i disoccupati, i giovani, le donne, i migranti etc. etc, insomma tutti coloro che rappresentano le fasce più deboli di questa società iper-liberista e per niente garantista.
Con o senza Renzi rimarrà il Job act che destruttura il lavoro e non ha permesso alcun aumento dell’occupazione, mentre dilagano i voucher, titoli di pagamento dello schiavismo  versione terzo millennio. La sinistra di classe e istituzionale, festeggia la vittoria dei No e spera, al pari di Lega, Forza Italia e M5S di aver una moneta politica da spendere, dimenticandosi che è da troppo tempo assente dalle piazze e dai cuori della conflittualità politica e sindacale. E la ggente che oggi ha bocciato l’arroganza renzista e teme per i propri diritti sindacali e previdenziali, per la salute e l’istruzione pubblica, riesce a farsi movimento se non per… cacciare immigrati e poveri.
Chiara è la consapevolezza che le forze politiche in Italia – tutte –  si giocheranno il risultato referendario come biglietto di presentazione per ottenere dai poteri economici la delega alle poltrone del potere. Lo schiaffo referendario a Renzi non deve distogliere, chi vuole una società più giusta, dal mobilitarsi per bloccare l’erosione dei diritti sociali, combattere i privilegi di classe, conquistare spazi di garanzie e di tutele civili e politiche. A Grillo e Salvini, Meloni e Alfano, Verdini, Renzi, D’Alema e tutti gli altri che si propongono come garanti del sistema, vanno contrapposti gli interessi della classe operaia, dei più deboli, fuori dai teatrini della politica istituzionale, dentro la solidarietà e l’autorganizzazione degli sfruttati. Contro i profitti capitalisti e l’arroganza gerarchica del potere …
… riprendiamoci i diritti con le lotte


F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
Sez. “M. Bakunin” – Jesi                   
Sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle            

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controinfo volantino

Referendum 2016

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Barricate di carta (costituzionale)…

Nelle prossime settimane si intensificherà ulteriormente la campagna referendaria di una riforma che interessa la carta costituzionale, ma nella sostanza assume molti altri significati. La vittoria del SI non rappresenterà nell’immediato la fine della democrazia italiana, ma darà il via libera ad un sistema di regole ancora più complicato ed elitario che peggiorerà la trasparenza governativa e politica, senza porre alcun freno a sprechi di palazzo e auto blu. La vittoria del Si sicuramente farà sentire il Governo Renzi ancor più legittimato a proseguire nella destrutturazione del sistema Italia a favore delle classi privilegiate.

L’inesistente opposizione (che di fatto non riesce a produrre alcun contrasto alla politica governativa, manco il più piccolo compromesso di sorta) spera in una vittoria del No che la legittimi a gridare al voto anticipato sperando di arrivare a sostituire Renzi. Favoriti in questo i pentastellati e i trasfughi forzitalioti con vecchi e nuovi fascisti (Meloni e Salvini). A tutti questi della carta costituzionale non glie ne po’ fregà di meno. Sullo sfondo volano gli stracci della guerra fra bande all’interno del PD e di una sinistra che oggi più che mai è un fantasma in Europa.

Resta il referendum che, se serve, può essere uno strumento politico di pressione e cambiamento. Può, ma gli esiti del referendum sull’acqua in Italia, contro i migranti in Ungheria, o per le Farc in Colombia, ed anche la Brexit inglese, la dicono lunga sull’istituto “democratico” di una consultazione sempre più manovrata e sempre mena partecipata.

Un quadro abbastanza perdente, per la classe operaia, per gli sfruttati, per gli ultimi e per i migranti di ogni sorta, sia con la vittoria del Si sia con quella del No. Se potessero votare, gli sfruttati di ogni tipo, voterebbero per un referendum che garantisca lavoro, diritti, reddito, salute, istruzione, trasporti pubblici etc. Voterebbero per un sistema di welfare che non c’è più e contro un liberismo che avanza incontrastato. Ma se ciò fosse possibile con il semplice voto, allora le elezioni sarebbero proibite e i referendum truccati. O viceversa.

Ci piacerebbe poter dare indicazione di astenersi, ma non avrebbe alcun significato politico se non quello di una semplice denuncia di un sistema corrotto e gerarchico che è noto a tutti, mentre la realtà che domina un quadro politico impoverito, vede comunque l’arroganza fatta potere che aspetta con il Si una ulteriore legittimazione ai suoi job act e ai suoi fertility day. Per gli altri, per chi vuole ritrovare e ricomporre, ricostruire e ripartire è necessario che al di là di proclami catastrofisti si inizi a vedere percorsi di lotta sociale e politica che restituiscano il mal tolto, la dignità gli anni di vita e di lavoro, di pensione e di salute rubati. Un No urlato unicamente nelle urne rischia di creare un silenzio assordante della conflittualità sociale che invece ha bisogno di far sentire la sua voce.

… oppure difendere la carta con le barricate?

E’ chiaro che l’approvazione (tramite la vittoria del “Sì” al referendum del 4 dicembre) da parte dell’opinione pubblica dell’operato del governo legittimerebbe e velocizzerebbe quest’ultimo nel processo di adattamento dell’economia nazionale – e del mondo del lavoro – alle attuali dinamiche del Mercato internazionale.

E’ utile ricordare che “flessibilità”, “adattamento”, “adeguamento”, per i lavoratori significa dover essere sempre alla ricerca di un posto di lavoro, entrando in concorrenza con gli altri. Per i ragazzi vuol dire competere con chi ha molta più esperienza nel settore, viceversa per i meno giovani vuol dire perdere il lavoro e non poter più inserirsi a causa dell’età. Insomma una guerra fra poveri che sta già dando i suoi frutti: lo scoramento totale della classe lavoratrice, che non ha saputo rispondere efficacemente all’annientamento dei propri diritti sindacali, e la persistenza di insicurezza e paura che favoriscono ulteriormente confusione, individualismo e razzismo.

Per Renzi ed il suo governo significa invece l’apertura dell’Italia agli imprenditori esteri, e alla facile inaugurazione di nuove attività imprenditoriali per i giovani: tutti noi possiamo quotidianamente constatare come nuovi negozi, fantasmagoriche Startup vengono lanciate, spesso con l’investimento dei risparmi di famigliari e amici, e dopo pochi mesi scompaiono lasciando spazio a vetrine vuote in attesa che qualcun altro tenti la fortuna. Come offrire carne fresca agli avvoltoi sull’altare del libero mercato.

Ma d’altronde quante volte la Costituzione non ci ha difeso laddove invece me avevamo bisogno? Quante volte la giustizia tanto decantata sulla carta non è stata rispettata, ma bensì corrotta, rimaneggiata da chi può permettersi avvocati migliori, senza nemmeno il bisogno di cambiare una virgola di quanto c’era scritto?

Di sicuro non è il fatto che si sono schierati insieme alla sinistra anche Lega Nord, partiti di destra, neofascisti (l’ironia della sorte!), e Movimento Cinque Stelle che possa far desistere dal votare per il “NO”, ma bensì perché se la carta non ci ha protetto finora, di certo proteggerla comporterebbe un grande spreco di risorse che invece possiamo impiegare scendendo nelle piazze, uniti, per riottenere i diritti persi, per la libertà, il lavoro e la giustizia sociale.

Anche questo Referendum alla fine ci cade addosso, e in un modo o nell’altro, produrrà gli stessi risultati negativi delle politiche di governo fatte in questi ultimi anni a scapito degli sfruttati. Almeno finché gli stessi sfruttati non riusciranno a giocare contro e non più con le regole del potere.
 


F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi                    
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle