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sui muri volantino

Aborto: le proteste polacche e la sconfitta italiana





Nel mese di ottobre le piazze polacche sono tornate a riempirsi di manifestanti. Oltre 100.000 persone si sono mobilitate per protestare contro una proposta di legge ad iniziativa popolare presentata con 450.000 firme e passata alla prima camera. Se la legge vigente permette l’aborto solo in caso di grave pericolo per la salute della donna incinta, di gravi malformazioni al feto, o se la gravidanza è dovuta a stupro o incesto, il nuovo testo avrebbe consentito l’aborto solo nei casi di pericolo diretto per la vita della madre. La proposta di legge approvata in prima battuta è stata poi respinta, in seguito alle manifestazioni di massa, ma probabilmente lo scenario di conflitto sociale si riproporrà presto, basti considerare che in Polonia secondo i dati ufficiali (sistema sanitario polacco)nel 2014 ci sarebbero stati 1.812 aborti legali (circa 500 in più rispetto al 2013) mentre secondo le organizzazioni femministe,sarebbero tra le 100 e le 200mila, e donne polacche costrette a all’aborto clandestino o ad abortire all’estero. In un paese a maggioranza cattolica, molti sono i medici obiettori di coscienza, del resto così come in Italia, in cui l’obiezione è divenuta una pratica talmente frequente che nei fatti in alcune zone è impossibile abortire, e molte donne per portare avanti la propria decisione devono abortire fuori provincia, cosa ancora più difficile se si è minorenni e si vuole mantenere segreta la scelta a famigliari ed amici. Come sempre, diritti conquistati con le lotte di piazza, una volta scritti sulla carta, non sono garanti delle proprie libertà.
F.A.I Federazione Anarchica Italiana
Sez. “M. Bakunin” Jesi 

Sez. “F. Ferrer” Chiaravalle

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volantino

Ucciso per profitto

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Non è la prima volta nel settore della logistica che un lavoratore viene istigato dai propri dirigenti a lanciarsi contro un picchetto col proprio camion. Qualche mese fa, sempre davanti ad un magazzino Gls, è successo un fatto analogo; solo per fortuna non ci sono stati morti o feriti.

Invece questa volta è morto un operaio.
Abd Elsalam Eldamt è stato assassinato mentre lottava insieme agli altri suoi compagni per migliorare le condizioni in cui sono costretti a vivere i lavoratori del logistico, tra soffitti che perdono acqua e paghe da fame, perchè si ha ancora bisogno degli operai (precari e malpagati) per trasportare le merci ormai prodotte lontane dal mondo in cui viviamo.
I soprusi alla classe operaia esistono ancora, anche se nascosti bene agli occhi dei consumatori, e le lotte, la solidarietà legate ad essa vengono constantemente screditate, fagocitate dall’apparato mediatico e dalle istituzioni, oppure represse nel più profondo silenzio stampa.
In questo caso, come tante volte è accaduto, Stato e Capitale si danno man forte per ricostruire a proprio piacimento la vicenda, affermando che in quel momento non era in atto nessun presidio o blocco disposto dagli operai Seam (appaltata Gls), quando invece erano presenti anche agenti di pubblica sicurezza sul luogo tanto che inizialmente avevano affermato di aver tentato di fermare il camionista. Un accaduto che ora viene negato.
Mentre vengono organizzate iniziative di solidarietà e scioperi di protesta, numerose e sterili espressioni di cordoglio vengono twittate da CGIL e alte cariche dello Stato, ritrasmesse fino all’ossessione dalla televisione. E’ successo così anche per Amatrice, succederà lo stesso per i prossimi omicidi di Stato e Padronato, forse perché si sta attraversando un periodo di grande disinteresse e disunità fra gli sfruttati e di conseguenza le risposte alle provocazioni di chi sfrutta non possono che essere isolate, disgregate. Ricostruire reti di solidarià dal basso e riconquistare i propri diritti rimangono le lotte di oggi.
F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
Sez. “M. Bakunin” – Jesi                    
Sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle            
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osservatorio infortuni

Osservatorio infortuni Luglio – Agosto 2016

Neanche la pausa dal lavoro di molti nel mese di agosto riesce a frenare la “mattanza” degli infortuni sul lavoro, anche questo bimestre morti e menomazioni permanenti cadono su chi giornalmente sfida quasi la sorte, 3 sono i morti, molte le cadute da altezze. Ormai è certezza che le norme scritte
su carta, li rimangono. Il risparmio nelle aziende porta a molti rischi per chi lavora, non sono solo i dispositivi di protezione che salvano vite, ma anche le procedure, la diminuzione dei carichi di lavoro, le giornate di riposo. Se tutta l’organizzazione fosse tesa anziché al massimo profitto sulla
sicurezza i morti ammazzati non sarebbero certo a questi livelli, ma si sa che è la concorrenza in questo sistema economico che manda avanti lo sviluppo per la ricchezza di pochi e le peggiori condizioni di vita e lavoro di molti. Alcuni danno la colpa alla crisi, se i lavoratori si espongono a rischi pur di  mantenere un lavoro anche pericoloso, ma se questa è una costanza è chiaro che il sistema di sicurezze è visto come un peso dalle imprese che considerano il proprio “capitale umano” carne da macello. La situazione italiana sembra stazionaria secondo i dati istat, ma gli stessi dati dichiarano che 1 minore su 10 in Italia è in povertà assoluta (che comprende carenze nell’alimentazione). Il sistema del Welfare è considerato “uno dei meno efficaci” a livello europeo e nonostante questi dati i nostri ministri propongono i Fertility-day per paura di non avere più una classe povera da spremere. La povertà in aumento è una conseguenza dell’abbassamento dei diritti del lavoro e del sistema di precarietà che è l’attuale sistema del lavoro in Italia.  Nelle Marche il distretto calzaturiero del Fermano annuncia incrementi di cassaintegrazione oltre quelli già fatti registrare dicendo chiaramente che il  “costo del lavoro è insostenibile” per le aziende del settore colpite dagli embarghi a i vari mercati di riferimento (russo). Intanto continua la pioggia di
milioni per sostenere i distretti operosi marchigiani dalla Regione con il fondo europeo Por Fesr 5,8 mil. nel piceno , 5,6 mil per il pesarese , 5,5mil. per il  fabrianese. In tutto i dati riportano stanziamenti nelle Marche per 71 milioni di euro tra riduzioni di tasse, fondi statali e europei compresi quelli per  l’utilizzo di voucher per la digitalizzazione delle imprese. Questi miliardi reggono un capitalismo che non sta in piedi con i propri ricavi, costantemente in  perdita senza fondi e finanziamenti per investimenti. Solo un cambiamento di sistema economico fermerebbe le guerre e lo sfruttamento umano e di  risorse causa di migrazioni. Un sistema economico non basato sullo sfruttamento, quello che ci ostiniamo a promuovere idealmente.

03 luglio  -San benedetto – Marittimo di 56 anni a largo della costa imbarcato su un 
                   peschereccio riporta il distacco di due falangi , 
04 luglio  -Fano – operaio di 44 anni cade da una gru precipitando per 24 metri muore sul colpo
10 luglio  -Maiolati spontini  – dipendente Sogenus di 52 anni cade dal camion dei rifiuti in 
                   discarica, batte violentemente la testa riporta trauma cranico importante, fratture
                   multiple al volto e testa e una profonda ferita a scalpo del cuoio capelluto.
13 luglio  -Pesaro – un operaio cade da un impalcatura procurandosi diversi traumi
15 luglio – Fermo – scontro tra furgone e una autocisterna, ferito gravemente il conducente 
                   del  furgone
16 luglio  -Castelfidardo – uno dei soci della imaf di 54 anni viene travolto da lastre di 
                   alluminio riportando diverse fratture
28 luglio  – Arquata – camion per trasporto pesce si ribalta ferito l’autista
30 luglio  – Appignano  – elettricista di 70 anni cade dal carrello da 3 metri elisoccorso
                  – Pesaro – un operaio di 54 anni cade da un impalcatura battendo testa e schiena, 
                   ricoverato in prognosi riservata
8 agosto –   Pesaro – muratore di 22 anni cade da una altezza di oltre 3 metri battendo la testa 
                   dopo che il solaio dove stava lavorando ha ceduto, elisoccorso è in prognosi riservat
15 agosto – Numana – operatore ecologico cade nel cassone dell’immondizia a metà turno, si 
                   frattura il bacino e due costole
                   Macerata – agricoltore di 38 anni cade dal trattore elitrasportato in gravi condizioni
19 agosto – Ancona – motorista di una vongolara di 59 anni rimane ustionato al volto e braccia 
                   da una fiammata scaturita dal motore che stava pulendo, si spegne gettandosi in 
                   mare. morirà nei giorni seguenti l’incidente
25 agosto – Ancona  – due marittimi leggermente ustionati dalla fuoriuscita di olio combustibile
                   mentre rifornivano una motonave al porto
28 agosto – Arcevia – agricoltore si ribalta con il trattore perdendovi la vita
29 agosto – Grottammare – dipendente di 50 anni della ciip si ribalta con il furgoncino e batte 
                   la testa elisoccorso
30 agosto – Camerano – operaio di 54 anni nelle acciaierie valbruna e’ stato colpito alla nuca 
                    e viso  da lamine taglienti  che stava caricando, riporta ferite di media entità 
                    nonostante il casco protettivo
31 agosto – Loreto – autista di autocarro perde la vita schiacciato dal proprio camion che si 
                   sfrena
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controinfo volantino

Je ne suis plus Charlie?

Un viso, una tragedia l’immagine di un bambino di una città distrutta dal terremoto, o dai bombardamenti di una guerra o dall’orrore di vedere i suoi cari affogare in mare.
Quanto pesano le morti per essere Charlie quando si tratta di dire male dei musulmani e quanto è inopportuno Charlie che ci ricorda che siamo un paese governato dal malaffare, nel migliore dei casi.
L’ipocrisia regna nel culto tutto religioso del dolore e dà la precedenza a chi è italiano e si dimentica di chi è umano. Grida di orrore per una calamità e silenzio assordante per gli omicidi bianchi del profitto liberista.
E poi ci si dimentica tutto per essere pronti a lanciarsi contro l’ennesima campagna di qualche politico o ministro degno solo di una televendita di bassa categoria. Per difendere e conquistare i diritti, lottare per la giustizia, organizzare una società migliore c’è ancora molto da fare.
Non c’è bisogno di aspettare referendum vari, basta alzarsi e spegnere media che vomitano menzogne e violentano umanità, e per ogni parola scritta sui social ne corrispondano dieci urlate in piazza, nelle scuole, nelle città.

F.A.I – Federazione Anarchica Italiana
M.Bakunin – Jesi
F.Ferrer – Chiaravalle


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antifascismo volantino

scritte razziste

E’ stata imbrattata di scritte razziste la bacheca del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi in Vicolo Angeloni. Il testo recita: “Musulm… a casa Vostra”. Ce ne siamo accorti qualche giorno fa dopo aver affisso un volantino che commentava i fatti tragici di Fermo. E’ una ulteriore testimonianza del clima razzista presente nella sottocultura popolare di questo paese, di questa Europa.

Una sottocultura che genera follia, tragedie, lutti e perdita delle ultime briciole di umanità. Qualche tragicomica comparsa politica continuerà a soffiare sulla cultura dell’odio, della caccia alle streghe, del rifiuto del diverso, del capro espiatorio su cui sfogare le proprie frustrazioni. Lo farà in nome delle vittime di Nizza, Istanbul, Parigi, Dacca, Bagdad, etc. anche quasi giustificando violenze e assassini, come quello di Fermo, fatto da un personaggio che mostra di essere il prodotto, vittima anch’egli, ma non innocente, di questa società della cultura dell’odio.

Non è la prima volta che qualcuno se la prende con le bacheche anarchiche. Sono gesti intimidatori,con contenuti razzisti e propri di pratiche fasciste, che non serviranno a toglierci la parola.

Jesi, 18 luglio 2016

Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” Jesi

FAI – Federazione Anarchica Italiana

Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi
Gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle