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comunicato stampa

Elezioni in cattiva salute

(comunicato stampa)

Fra meno di un mese ci sarà il primo turno delle comunali a Jesi, in cui si affronteranno sei candidati. Avremmo voluto dire qualcosa di specifico in merito ma l’involuzione democratica data dalle ultime riforme, impedisce, a chi non è in lista di esprimere, tramite quella che una volta si chiamava propaganda indiretta, un’opinione politica. Ciò nonostante qualcosa va messo in luce, in particolare rispetto alla cattiva salute di cui gode questa città in crisi per i posti di lavoro e i diritti dei lavoratori, ma non per i profitti dei padroni.

Una città in cui si spaccia come alternativa occupazionale la prospettiva del turismo o della movida, mentre sempre più Jesi sta scivolando in un immenso quartiere dormitorio, egoista, conflittuale, povero e malato. La questione della salute a Jesi vede letti e personale tagliato e lunghe attese al Pronto Soccorso. Crediamo che in questo chi si candida a primo cittadino, ad autorità della salute pubblica, debba essere in grado di porsi in maniera rivendicativa e garantista di fronte ai bisogni di salute della popolazione, in particolare quella più fragile, in relazione alle istituzioni sanitarie e alla Regione, prese dal vortice irresistibile della destrutturazione della sanità pubblica.

Inoltre, la salute non è solo una questione di medici, ospedali, posti letto e farmaci, ma riguarda l’inquinamento del territorio, le sacche di povertà, la mancanza di reddito e di istruzione, la solitudine e la rottura delle reti sociali, i lavori usuranti e non protetti. Chi si candida al governo cittadino saprà tenere conto di tutto questo? Jesi è una città malata? Ancora no, ma i suoi abitanti lo sono. Non tutti. Qualcuno (pochi) non ha problemi; molti invece non riescono ad andare avanti. Il sostegno e la prossimità, la sicurezza sociale (non quella disciplinare) possono essere risposte solidali e comunitarie.

Anche se la salute è una problema comune, essa lascia poco spazio all’iniziativa del Comune, stretto fra l’interclassismo istituzionale, le compatibilità del mercato e scelte centrali che tendono sempre a lasciare indietro i più fragili, aumentando il divario fra paese reale e paese legale. Al di là di speranze e promesse elettorali di ogni genere, di fronte ai fallimenti statalisti e capitalisti, ci si organizza dal basso, nella solidarietà e nella prossimità, nel sostegno alle diversità e nella giustizia sociale: in Grecia o in Spagna, nelle periferie metropolitane o negli sperduti centri del post-terremoto, per non restare ancora una volta soli di fronte alla malattia, alla calamità, alla voracità di chi promette tutto e non ha mai fatto neanche mezz’ora di attesa in un Pronto soccorso!

F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana

Gruppo Anarchico “M. Bakunin” – Jesi

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controinfo vignetta

Dal Fondo ..del barile – controinformazione

  1. “La piccola Torino”

Jesi…

come spaccato di un paese che vive un limbo economico in cui il ceto medio cerca di puntellare i propri averi scendendo in politica e a volte in piazza, animato più dalla paura e e dalla xenofobia che da altro, è ben lontano dall’essere capace di equità e sensibilità verso gli oppressi, i diversi, sempre più verso la concorrenza sul lavoro, l’esclusivismo e l’indifferenza verso chi vive le medesime condizioni. Un potente anestetico che paralizza la lotta di classe e incanala le insofferenze verso un nemico astratto e lontano facendo perdere di vista i problemi reali della vita quotidiana:

niente lavoro,

neanche con il pacchetto Jesi in progress, già avviato e utilizzato da JesiAmo come programma politico per la prossima tornata elettorale, il quale non si fermerebbe di certo con la dipartita dell’attuale giunta perché il gruppo Maccaferri ha voluto investire sul progetto e di certo aspetterà guadagni. Il programma prevede il risanamento dell’economia Jesina creando poli attrattivi (l’ex-Sadam ad esempio) per i nuovi capitali distribuiti, ovvero giovani creativi che decidono di investire su se stessi avviando start-ups che, se trovano il mercato giusto , poi devono appaltare la produzione seriale a fabbriche fuori zona, dove il costo della manodopera è minimo. Una farsa di neo-industrializzazione che richiede pochi lavoratori, e altamente specializzati in … precarietà totale. E’ la stessa visione economica che esalta il mercato del turismo, soluzione spesso proposta per risolvere i problemi del Bel Paese, ma che alle ultime ruote del carro non porta altro che lavoro sottopagato e stagionale. E’ il risultato di una politica al servizio dei potenti che non vuole né diritti

né servizi

minimi, a causa della progressiva destrutturazione di tutti i settori assistenziali in favore del profitto delle aziende private, a discapito di chi fa la fila al Pronto Soccorso, o chi lavora il doppio per mancanza di assunzioni – a metà stipendio si intende – con un continuo scarica barile fra città, regione e governo centrale su chi è responsabile di tagli di ogni tipo. Di fronte a questo la sinistra istituzionale, cerca di opporsi, ma in realtà non è in grado di mettere in discussione la struttura sfruttatrice, e alla fine ogni campagna si risolve con il rito dell’ennesima richiesta di consenso elettorale, noncurante dell’inesistenza del tessuto sociale a cui si rivolge, anche perché Noi sfruttati, delle urne elettorali, non sappiamo che farcene. Solo con la solidarietà quotidiana tra chi è ultimo, possiamo rimanere a galla tutti, dare voce a speranze e rivendicazioni, ricostruire e sperare in una società più giusta. Una società organizzata dal basso, aperta, che ai potenti in cerca di poltrone sbatte in faccia la realtà di fronte ai progetti fasulli che non servono a

nessuna città.

2. “No alla guerra permanente”

Non serve a nessuno un conflitto mondiale. Gli effetti suscitati già bastano e avanzano a chi avrebbe interesse a farlo scoppiare.


Sui media e sui social non si fa altro che parlare di attentati terroristi e tensioni internazionali. In Italia l’attuale governo cerca di intercettare paura e angoscia per strappare consensi a destra con Minniti ed il suo decreto che di fatto mina la libertà di chi è “colpevole” di far parte di ceti meno abbietti, dimostrando ancora una volta che la guerra fra e verso gli ultimi è sempre conveniente per chi finanzia populismi, nazionalismi, integralismi e paure di massa: ottimi mercati per chi vende armi e ricava profitti dalla limitazione delle libertà.


I grandi capitali si spostano meglio degli uomini e dei diritti. I primi arrivano e chiudono le frontiere ai profughi e spostano l’occupazione dove ci sono stipendi più bassi, sovvenzioni statali, detassazione e assenza di tutele e impunità a devastare territori e comunità.


Il connubio tra Stato e Capitale beatifica guerre civilizzatrici e aumenti di spese militari (23,3 mld. di euro per il 2017), mentre istruzione, welfare, sanità, previdenza scompaiono sotto continui e pesanti tagli che ormai non destano più proteste efficaci.

Più facile prendersela con gli stranieri o chi rovista nei cassonetti, con gli europei o con i britannici, ma intanto la Brexit la pagheranno i proletari sia della UE sia dell’UK. Quello che dovrebbe essere il primo strumento di democrazia partecipativa, il referendum, ha appena legittimato il montare della dittatura in Turchia. Del resto non che in Italia fra referendum per l’acqua pubblica e contro le trivelle, le cose siano andate proprio bene.
Alla fine quello che si presenta in prossimità della festa del 25 Aprile è un quadro nazionale e internazionale fortemente sbilanciato verso un orizzonte privo di libertà, diritti, speranze … futuro. Un quadro fatto di menzogne e presidenti come maschere tragiche del potere, di venditori di fumo della rete e di angosce complottiste, di guerre fra bande parlamentari e disillusioni di ogni genere. Un brutto quadro che forse è meno forte di quanto si creda, dove il potere teme comunque una qualsiasi forma di organizzazione politica o sindacale dal basso, ogni singola o collettiva protesta e denuncia, fino al più minimo anelito di libertà.

Ed allora, per non cedere al ricatto della paura e alla disperazione della miseria, è ora di alzare la voce e di alzarsi a difesa dei diritti degli sfruttati.

F.A.I. Federazione Anarchica Italiana

Sez. “M. Bakunin” – Jesi                  

Sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle           

link al pdf: DalFondoAprile2017

 

 

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osservatorio infortuni

Osservatorio infortuni sul lavoro Febbraio – Marzo 2017

Questo bimestre nelle marche si riesce mediaticamente ad attirare l’attenzione nazionale sulla tragedia degli infortuni sul lavoro che si susseguono mese dopo mese. Con l’eclatante crollo del ponte sopra l’autostrada A14 con transito aperto. Riportando così sotto i riflettori le  condizioni di lavoro nel paese che sembra avanzato, ma in realtà è volutamente tenuto in abitudini di precarietà per ottenere il massimo guadagno con la minima spesa a volte anche per pura negligenza. la classe lavoratrice costantemente in pericolo, non riesce, viste le sue  sempre più pesanti condizioni di sfruttamento a rivendicare neppure la salute sul lavoro. la fine dei voucher, che arriverà sotto questa primavera, è stata presentata sotto una vittoria sindacale, ma ad alcuni sembra più una concessione pre-elettorale per evitare il dissanguamento di voti già in atto nella fu-sinistra italiana. Non ci vorrà molto che i padroni costantemente al governo sotto ogni bandiera, sia essa nazionale o europea troveranno altri modi di abbassare il costo del lavoro e non garantire i diritti ai lavoratori che dispersi come dopo un big.bang  non riescono a far fronte comune per ottenere quello che gli spetterebbe dalla fetta del capitale che, anche se ormai in maggioranza finanziario, non accenna a crisi per le posizioni apicali. Nelle Marche in una anno sono stati persi 5021 posti di lavoro, aumentati del 6,5 % i disoccupati rispetto al 2015, in questi dati sono compresi come lavoratori i 64mila percettori di voucher marchigiani, che andranno ora a disperdersi nella giungla dei contratti
intermittenti. SU 619mila occupati in una regione come la nostra con un età media lavorativa tenuta  alta dal blocco dei pensionamenti un giovane su tre non riesce a trovare lavoro. Nonostante i discussi voucher fossero stati presentati come la risoluzione del lavoro nero occasionale, i dati parlano un’altra lingua  quella del lavoro nero voluto dai padroni, nel 2016 scoperti 496 lavoratori in nero e
346 evasori totali

3 FebbraioOsimo – una dipendente di metro di 29 anni rimane schiacciata da un bancale di sedie che le cade addosso, elisoccorsa dopo la perdita di conoscenza, riporta traumi da schiacciamento è in prognosi riservata

8 FebbraioMonteroberto – alla OMR un operaio 50enne rimane con l’avambraccio incastrato in una troncatrice per lamiere, i colleghi riescono a liberarlo vista la ferita molto profonda viene elisoccorso

11 FebbraioAncona – fincantieri operaio ferito da un martinetto al volto, riporta un trauma cranico

Ancona – FIncantieri viene condannata al risarcimento per due operai morti a causa della dolosa esposizione all’amianto in azienda

Pesaro – rogo alla FIAM, (azienda di componenti di arredo in vetro) sei dipendenti precauzionalmente in ospedale per controlli da inalazione di fumi da incendio

14 FebbraioAscoli piceno – operaio precipita da parecchi metri mentre monta una rete anti frana su una parete, elisoccorso è in gravi condizioni, nei giorni scorsi un altro operaio che lavorava da solo su un costone appena franato è rotolato con il trattore nel dirupo uscendone fortunosamente illeso

9 MarzoFano – muore 41enne precipitato dal tetto della profilglass da un altezza di 12 metri, nella caduta batte violentemente la testa su un macchinario sottostante Camerano -A14 crolla un ponte di attraversamento autostradale in manutenzione, sopra l’autostrada con traffico in corso, 3 operai di una delle ditte al lavoro volano dall’impalcatura in mezzo alle auto riportando ferite e stato di amnesia dovuto allo shock, un auto di passaggio viene schiacciata dal ponte facendo perdere la vita ad una due coniugi in transito sull’ A14

18 MarzoPesaro – operaio di 52 anni alla EUROLPREM viene risucchiato con un braccio in una sega elettrica, rischia l‘amputazione dell’avambraccio destro

20 MarzoPoggio san vicino – Agricoltore rimane infilzato sulle forche del trattore per lo spostamento del fieno, elisoccorso

A14 – tir che trasporta scooter si ribalta, rimane ferito il conducente

27 Marzo Serra dei conti – operaio di 26 anni alla scatolificio FIVE rimane incastrato con un braccio in un macchinario, elisoccorso

29 Marzo Sassoferrato – Agricoltore rimane schiacciato dalla botte piena di diserbante elisoccorso

30 Marzo – Osimo Stazione operaio di 32 anni ritrovato riverso a terra dai colleghi, caduto da 2 metri di altezza, soccorso è in gravi condizioni

A cura del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi

 

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comunicato stampa

Solidarietà a chi è vittima della repressione e dei fascisti

Nei giorni scorsi è arrivato a sentenza il processo per i fatti di Casa di Nialtri ad Ancona con il risultato di produrre condanne che hanno il sapore della vendetta e della repressione nei confronti di chi ha voluto manifestare per il diritto alla casa, la solidarietà ai migranti e contro politiche che privilegiano lo scontro al dialogo. In questo sono stati colpiti militanti anarchici e dei centri sociali con chiaro intento persecutorio. Contemporaneamente presso la sede dell’ USI-AIT Marche e del gruppo anarchico Malatesta di Ancona è stata recapitata una lettera di insulti e minacce di chiara natura fascista. In tutto ciò consideriamo grave il quadro politico che nel capoluogo dorico, e nelle Marche, si va delineando, dove faccendieri e uomini di palazzo agiscono indisturbati lottizzando beni comuni, rubando spazi, diritti e futuro della collettività, mentre le provocazioni fasciste, la repressione istituzionale e la repressione politica montano e colpiscono ogni forma di dissenso. Da parte nostra non si può che esprimere la massima solidarietà ai colpiti e il rifiuto ancora una volta delle provocazioni fasciste, singole od organizzate, e qualsiasi negazione della libera manifestazione al dissenso politico e all’autorganizzazione sociale.

 

I firmatari

Gruppo Anarchico Kronstadt  di Ancona

Federazione Anarchica Italiana sez. “M. Bakunin” di Jesi

Alternativa Libertaria / FdCA – sezione “Silvia Francolini” di Fano – Pesaro

Archivio – Biblioteca “Enrico Travaglini” / Circolo Culturale “Napoleone Papini” di Fano

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osservatorio infortuni

Osservatorio Infortuni sul lavoro dicembre 2016 – gennaio 2017

Un inizio di 2017 che sul piano infortuni riscontra un fortunoso rallentamento in numeri, ma non in gravità. Come sempre i mesi di festività, caratterizzati dal freddo con precipitazioni e nevicate intense come  in questo anno, rallentano di molto i lavoratori solitamente più a rischio. Ancora una schiacciante prova per le  province più a sud della  regione, che si trovano a fronteggiare un terremoto continuo e un clima non amichevole, causa anche la disorganizzazione, e che hanno subito danni gravissimi sopratutto al comparto agricolo appenninico. Quello che teniamo a sottolineare è la vacua soluzione alla de-industrializzazione avvenuta o futura in tutti i  comparti  marchigiani e  il turismo, crollato già di 15 milioni di euro non fa prevedere nulla di buono per la stagione futura. Inoltre i lavoratori impiegati in questo settore sono i più esposti alla violenza dei voucher e lo schiavismo da permesso di lavoro; sono  loro infatti il numero maggiore di nuovi contratti dovuta alla stagionalità delle aziende. Solo nel senigalliese  i voucher già cresciuti del 50% nel 2015, nel 2016 segnano un +106%. Finite le briciole lasciate dal jobs act, ora le aziende non ci pensano due volte a licenziare i lavoratori assunti solo in base a regali fiscali.  Popolazione attiva che cala del 1,6%  nelle Marche,  già una delle regioni  con il più basso incremento demografico in Italia e di conseguenza con questi dati le persone in cerca di lavoro in  regione,  si attestano a  69mila quando erano solo 32mila  nel 2008.Se da un lato l’industria dichiara che nel  2015 cresce sia il fatturato, che la produzione, con un utilizzo degli impianti al 65% di media, dall’altro cala l’occupazione del 2% rispetto all’anno precedente; chiaro indizio che per far soldi ai padroni serve sempre meno la  manodopera. Infatti la disoccupazione di lungo periodo,  attualmente è  la metà dei senza lavoro che lo sono da oltre un anno; tutto questo in un quadro di di unioncamere, regione e istat che è a dir poco allarmante. Ancora una volta quindi le marche operose, sono solo parole scritte su carta straccia con gli imprenditori che decidono di non investire in regione i loro guadagni.

 

10 dicembre – Montefano – donna di 69 anni finisce con il braccio nella seminatrice riportando gravi lesioni elisoccorsa
                     – Corridonia – muore imprenditore rimasto ferito in un incidente da caduta con  trauma cranico dopo 1 anno di calvario
12 dicemrbe – Polverigi  -agricoltore muore schiacciato dal trattore che si ribalta
22 dicembre – Porto santelpidio  – operaio manutentore rimane ferito nell’esplosione di un estintore che lo investe come una bomba
27 dicembre – Loreto  – agricoltore rimane con la gamba sotto la motozzappa che la stacca di netto l’arto
10 gennaio  –  Monteroberto – autista di scuolabus viene investito di fronte alla rimessa mentre si appresta ad iniziare il turno, sbalzato in un fosso riporta ferite alle  gambe
26 gennaio  –  Osimo – operatore ecologico rimane schiacciato con una gamba dal mezzo che si sfrena, ferito non grave
                    –  Gallo di Petriano – muore cadendo da una scala e battendo la testa all’interno di  un mobilificio un pensionato di 66 anni, indagini sono in corso sul fatto che lavorasse .
30 gennaio –   Villa potenza  – operaio di 56 anni rimane ferito alla testa da un tubo che gli cade addosso
                   –   San benedetto – un operaio di 40 anni rimane gravemente ferito in un incidente rischia di perdere una mano
A cura del Centro Studi Libertari “L. Fabbri” – Jesi