Neanche la pausa dal lavoro di molti nel mese di agosto riesce a frenare la “mattanza” degli infortuni sul lavoro, anche questo bimestre morti e menomazioni permanenti cadono su chi giornalmente sfida quasi la sorte, 3 sono i morti, molte le cadute da altezze. Ormai è certezza che le norme scritte
su carta, li rimangono. Il risparmio nelle aziende porta a molti rischi per chi lavora, non sono solo i dispositivi di protezione che salvano vite, ma anche le procedure, la diminuzione dei carichi di lavoro, le giornate di riposo. Se tutta l’organizzazione fosse tesa anziché al massimo profitto sulla
sicurezza i morti ammazzati non sarebbero certo a questi livelli, ma si sa che è la concorrenza in questo sistema economico che manda avanti lo sviluppo per la ricchezza di pochi e le peggiori condizioni di vita e lavoro di molti. Alcuni danno la colpa alla crisi, se i lavoratori si espongono a rischi pur di mantenere un lavoro anche pericoloso, ma se questa è una costanza è chiaro che il sistema di sicurezze è visto come un peso dalle imprese che considerano il proprio “capitale umano” carne da macello. La situazione italiana sembra stazionaria secondo i dati istat, ma gli stessi dati dichiarano che 1 minore su 10 in Italia è in povertà assoluta (che comprende carenze nell’alimentazione). Il sistema del Welfare è considerato “uno dei meno efficaci” a livello europeo e nonostante questi dati i nostri ministri propongono i Fertility-day per paura di non avere più una classe povera da spremere. La povertà in aumento è una conseguenza dell’abbassamento dei diritti del lavoro e del sistema di precarietà che è l’attuale sistema del lavoro in Italia. Nelle Marche il distretto calzaturiero del Fermano annuncia incrementi di cassaintegrazione oltre quelli già fatti registrare dicendo chiaramente che il “costo del lavoro è insostenibile” per le aziende del settore colpite dagli embarghi a i vari mercati di riferimento (russo). Intanto continua la pioggia di
milioni per sostenere i distretti operosi marchigiani dalla Regione con il fondo europeo Por Fesr 5,8 mil. nel piceno , 5,6 mil per il pesarese , 5,5mil. per il fabrianese. In tutto i dati riportano stanziamenti nelle Marche per 71 milioni di euro tra riduzioni di tasse, fondi statali e europei compresi quelli per l’utilizzo di voucher per la digitalizzazione delle imprese. Questi miliardi reggono un capitalismo che non sta in piedi con i propri ricavi, costantemente in perdita senza fondi e finanziamenti per investimenti. Solo un cambiamento di sistema economico fermerebbe le guerre e lo sfruttamento umano e di risorse causa di migrazioni. Un sistema economico non basato sullo sfruttamento, quello che ci ostiniamo a promuovere idealmente.
Categoria: osservatorio infortuni
Aggiornamento del nostro macabro conteggio di morti e amputazioni, alle ferie come si dice bisogna arrivarci vivi, tra temperature nelle fabbriche da girone dantesco e ritmi asfissianti, l’estate che arriverà sarà caratterizzata dai soliti problemi di lavoro nero, sfruttamento e illegalità a vantaggio dei soli proprietari. Mentre perdono le ultime certezze gli operai che si impegnano in tutti i modi per salvare quell’ ultimo pericoloso lavoro che hanno in questo mare di disoccupazione,mobilità,e
cassaintegrazione.. Come i 65 lavoratori della MecItalia del settore abbigliamento messi in mobilità nonostante abbiano continuato a lavorare per 3 mesi senza stipendio.Non sembra facile trovare il numero di lavoratori che hanno stipendi arretrati nelle aziende marchigiane, dal passaparola tra lavoratori sembrano tanti quanti quelli in cassa-integrazione nella non più molto ridente Vallesina, Chissà se qualche statistico di professione si metterà mai a cercare questo dato, oppure fa troppo male alle aziende dimostrare che non c’è realtà che non vada avanti con sacrifici economici da lavoratori ricattati dalla paura di perdere il lavoro continuando a farlo con arretrati anche pesanti. Chi amministra acquisisce premi su premi, un pò come chi amministra il sociale in regione, che a fronte di premi di centinaia di migliaia di euro per dirigente continua a promettere migliorie, ma nei fatti sono solo i tagli per mancanza di fondi e i ritardi quelli che si evidenziano, come il fondo per i malati di SLA delle Marche.
trimestre 2016 sono 4487 gli infortuni di cui 12 morti in tre mesi (in aumento dall’anno scorso), aumentano del 75% le denunce di malattie professionali con 1515 casi tra osteo-muscolari,del sistema nervoso e respiratorie, di cui 33 per amianto.
Saronne che negano a due operai morti e riconosciuti dall’inail per asbestosi il collegamento tra luogo di lavoro e malattia
Una primavera che non porta nulla di nuovo per la sicurezza sul lavoro nelle Marche. A livello nazionale la chiusura dei processi più “famosi” sugli infortuni del lavoro, ci rende ben chiaro che, anche dopo decenni di processi, i padroni se colpevoli di volontarie negligenze, omessi controlli e nei
fatti assassini dei propri dipendenti, non vedono con timore la giustizia.
In pratica tra attenuanti, sconti e regali, non li vedranno mai pagare per gli infortuni causati dalla ricerca di profitto nelle loro aziende che li retribuiscono a suon di milioni. Noi e molti lavoratori lo denunciamo da tempo; l’insicurezza è la norma nei luoghi di lavoro e purtroppo le morti e gli infortuni che registriamo mese dopo mese, ne sono la prova tangibile. Le favole dei corsi, leggi e leggine facilmente aggirabili e derogabili, convincono solo chi non entra quotidianamente nei luoghi di lavoro. Tante sono le favole ormai non solo elettorali, che ci propinano e a cui pochi credono , come il miracolo turistico della Regione Marche , che dovrebbe nei fatti coprire la de-industrializzazione in atto, ma è sotto gli occhi di tutti che anche questo nuovo assetto economico, è basato su sfruttamento, voucher e lavoro sottopagato. I dati che vengono rilasciati da molti istituti di statistica sono lampanti, difficilmente fuorvianti; c’è nelle Marche un calo del 10% del PIL derivante dal manifatturiero, con un saldo negativo del primo trimestre 2016 di 110 imprese. Poco sopra i dati dell’anno precedente, non viene poi riportato che spesso le aziende che chiudono sono più strutturate in quanto a forza lavoro di quelle che aprono. Le morti in questo bel quadro continuano a salire, ( +16% nel 2015 rispetto al 2014, con 1172 morti in Italia) in forza anche del calo dell’aspettativa di vita, dei prospetti pensionistici e dell’emigrazioni di forza lavoro qualificata e giovane. E’ un precipizio quello che attende il sistema paese dovuto all’incapacità/volontà sia politica che capitalistico/economica della classe che si definisce dirigente, buona solo a dirigere il proprio conto in banca in paradisi fiscali e a tagliare salari e diritti a lavoratori che non vedono futuro. Purtroppo anziché alzare la testa e decidere per proprio conto che strada intraprendere, ci si accontenta delle briciole che ognuno riesce a sottrarre al vicino, gonfiando le vele di populismi vari ai danni di profughi,rifugiati e immigrati, che dopo aver vissuto il capitalismo nella sua natura, tra guerre e privazioni, cercano ora di venire nella ormai poco sfavillante Europa. Questa situazione può essere invertita solo da una presa di coscienza degli sfruttati, se sapranno indirizzare la disperazione della loro condizione in solidarietà e comuni interessi , per uscire da questo sistema economico e sperimentare altro.
riporta politraumi
09 Marzo –Sant’elpidio a mare – donna di 36 anni rimane ustionata chimicamente mentre usava
solventi per tomaie
16 Marzo –Montecassiano – operaio colpito alla testa da un cestello grave, elitrasportato
Filotrano – dipendente della Rieco cade dal camion di rifiuti battendo la testa,
soccorso in gravi condizioni
26 Marzo –Fano – agricoltore rimane agganciato con i pantaloni al motocoltivatore che
gli passa sopra uccidendolo
30 Marzo –Macerata – tassista di 65 anni muore in un incidente stradale con il taxi
Castel di Lama – un vigile del fuoco riporta un trauma cranico dopo lo svenimento
per intossicazione nello spegnimento dell’incendio alla italpannelli,
31 Marzo – Montefortino – carrozziere di 55 anni rimane sotto la motozappa nel
terreno di proprietà, riporta ferite gravi e profonde rischia di perdere la gamba
1 Aprile – Cingoli – agricoltore finisce con la gamba sotto la motozappa, ferito gravemente
morirà nei giorni seguenti
2 Aprile – Osimo – un operaio di 52 anni dell’adriatica service rimane schiacciato al torace
e bacino dalle pale del carrello elevatore che stava riparando, era fine turno
le urla si sentono dalle aziende vicine elitrasportato in gravi condizioni
7 – Aprile – Monte san Giusto – schianto frontale per un furgone ferito il conducente di 31 anni
11 Aprile – Montecosaro – incidente in superstrada tra furgone e camion, autisti
estratti dalle lamiere, uno grave ed elitrasportato altri due feriti lievi
15 Aprile – San benedetto – Agricoltore di 56 anni cade da un olivo riportando traumi e
fratture alle gambe, elisoccorso
Tre Castelli – operaio cade da una scaletta battendo la schiena elisoccorso
20 Aprile – Palmiano – agricoltore si ribalta finendo sotto il trattore, riporta gravi fratture,
21 Aprile – Montecarotto – Agricoltore si ribalta finendo sotto il trattore cingolato,
gravemente ferito, elisoccorso
22 Aprile – Ancona – Operaio di 29 anni cade da una scala nei magazzini di trenitalia riporta
fratture multiple, un serio trauma addominale e rischia di perdere un orecchio
25 Aprile – A14 porto san giorgio – camion si ribalta, due autisti feriti lievi
Il nuovo anno non si discosta molto dal passato, siamo di nuovo qui a contare morti e feriti. I morti urlano
La realtà è che i lavoratori non riescono più ad avere voce in capitolo sulla finanza e vedono schiacciati diritti, sicurezza e stabilità lavorativa. I sindacati non riescono neppure ad ottenere il pagamento degli stipendi, come alla Sepa di Jesi che ha ben 11 mensilità arretrate, c’è addirittura chi in agricoltura festeggia
L’autunno caldo, lungi da essere la stagione delle lotte tese a cercare di frenare lo schiacciante potere dei datori di lavoro, ha visto ancora questi
approfittare della debolezza dei lavoratori stessi, spingendo in tutti i modi al taglio dei diritti e delle sicurezze.
C’è pertanto la possibilità – tutta legalizzata – di regolarizzare i lavoratori in nero solo all’occorrenza e vanificare ogni controllo (Voucher),
ricattare chi lavora con la delocalizzazione e il demansionamento con la scusa della crisi. Siamo qui ancora una volta a contare morti e feriti
mese dopo mese, siamo a d ascoltare belle parole su corsi di sicurezza e formazione quando è evidente che se alle parole seguissero fatti
concreti la conta dei morti sarebbe di molto limitata. Anche in questo trimestre ci sono state aziende nel senigalliese con lavoratoti in nero e
nessun rispetto di norme antincendio e di vie di fuga e un azienda di Camerano che, non avendo un intero reparto verniciatura a norma è stata
costretta a fermare la produzione lasciando tutti i dipendenti a casa fino ad adeguamento delle strutture.
Niente di più probabile che fino a quel momento la salute dei lavoratori sia stata sorvolata in cerca del solito profitto.
Escono in questo periodo numeri della “ripresa” che stando al governo ci sta travolgendo; aumentano gli occupati, cresce il pil, insomma ce n’è
per tutti. Il punto di vista di chi lavora sembra però un pò diverso, in considerazione che per gennaio è previsto un aumento della cassa
integrazione, e una diminuzione di produzione nei stabilimenti italiani.
La percentuale di disoccupazione cala all’11,5 %, ma se si vanno a scorporare i dati si vede che la crescita degli occupati è sì del 13% ma tra gli
over50 per causa delle varie leggi pensionistiche che allungano sia il periodo relativo che un fine vita fatto di stenti, abbassando la pensione
percepita…… Tra i 15-24 anni poi la disoccupazione rimane del 40% ed è un dato ben poco realistico se si considera”occupato” anche chi nelle
rivelazioni ha un contratto settimanale precario. Alla luce di quanto sopra Il nuovo anno non potrà che essere peggiorativo per i lavoratori.
“La ripresa “…….dei padroni, senza le lotte dei lavoratori, per una giustizia sociale, coinciderà con l’arretramento dei diritti!