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antifascismo volantino

Volantino 25 aprile

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Se fascista
è un paese,
La politica italiana, prima delle idee, dei programmi o dei progetti, si preoccupa di far vedere che ha un capo. Un leader che ci mette la faccia, anche se nasconde una testa vuota. C’è chi vuole un direttorioe chi si fa chiamare giovani turchi, chi pensa al segretario che fu e chi sopra a tutti all’infallibilità del pontefice. Questo non è fascismo, ma è la cultura del paese in cui è nato il fascismo.
L’economia italiana vede dominare l’assenza di reddito, diritti, lavoro, in una guerra fra poveri che si contendono stipendi da fame. Il lavoro senza remunerazione per i giovani (e non solo) è diventato metodo e pratica diffusa nascosta sotto il nome di stage. Interi mesi o settimane se ne vanno via senza neanche il becco di un quattrino riconosciuto. Il ricatto di chiudere la porta in faccia, spostare la fabbrica in un altro paese, o accusare l’eterna crisi o le tasse esose, sono le argomentazioni di buona parte della classe dirigente italiana. Una classe brava a creare umiliazioni e sfruttamento. Questo non è fascismo. Questo è capitalismo, il sistema economico in cui si è sviluppato il fascismo italiano (e non solo).
La possibilità di opporsi o partecipare, proporre o essere informati, rappresentare insomma il paese reale in una qualche utopiadi libertà democratica, si scontra con il potere mediatico del paese legale, che decide come sfruttare l’ambiente (trivelle e TAV), ostacolare l’istruzione pubblica, la sanità universalista o rubare il diritto alla pensione. Le ragioni che valgono sono quelle di chi urla più forte e non spiega ragioni. La paura dell’altro soffoca la solidarietà umana. Il più debole è colpevole di essere tale. Il più forte vince ed è applaudito. Questo è fascismo, quello italiano, tipico, con e senza camicia nera, lo stesso che ha continuato a prosperare dopo il ’45, si è alimentato delle gerarchie sociali, delle differenze di classe, delle disuguaglianze fra uomini e donne, fra Nord e Sud. E’ il fascismo delle stragi di Portella della Ginestra e di Piazza Fontana, del terrorismo di Piazza della Loggia e dei morti ammazzati come Pinelli e Mastrogiovanni, Aldovrandi, Cucchi e Uva, e troppi altri ancora. Questo è il fascismo italiano, quello del potere. Perché è il potere ad essere fascista non il popolo. Il popolo può essere vittima o complice, seguace o partigiano, ma in un modo o nell’altro pagherà sempre il prezzo di un sistema di gerarchia che si nutre dell’umanità ferita e umiliata.
Il fascismo non è per sempre, non è invincibile. Ha bisogno della vigliaccheria squadrista di Casa Pound o dell’omofobia delle sentinelle, del razzismo della Lega o della violenza di Forza Nuova. Il fascismo è però qualcosa che è già stata sconfitta dalla storia e dai popoli che, quando non sono vittime o complici, diventano antifascisti, combattono contro un sistema di sfruttamento e oppressione, violenza e menzogne che nelle stanze del potere si generano continuamente.
Forse ancora non c’è bisogno di tornare in montagnaper difendersi da governi che cancellano diritti e diffondono menzogne. Di certo c’è bisogno di tornare ad essere protagonisti di una società più giusta, eguale e solidale, di conquistare diritti per i più deboli, diffondere una cultura che nega qualsiasi spazio a oppressioni ed oppressori. I motivi per essere antifascista sono tanti, metterli assieme, organizzarli, e dare loro voce e dignità politica significa dare forza all’antifascismo ogni giorno in un paese che ha bisogno di tutto, meno che del fascismo.
antifascista è un popolo in lotta
F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
Sez. “M. Bakunin” Jesi        
Sez. “F. Ferrer” Chiaravalle
 
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antifascismo concerti manifestazione manifesto pranzo sociale volantino

25 aprile 2016 – PranzoSociale – concerto Brancoro

LA RESISTENZA VIVE NELLE LOTTE DEGLI SFRUTTATI E DI CHI VIENE RESPINTO

25 APRILE 2016

– ORE 11:00 CORTEO
– ORE 12:30 CIRCA PRANZO SOCIALE
– ORE 18:00 CONCERTO CON BRANCORO da Roma

Cantiamo la storia, il lavoro, le lotte e le rivendicazioni di ieri e di oggi

BRANCORO è un Branco di voci sciolte un  laboratorio di sedicenti coriste/i uniti dalla
convinzione che i canti politici aiutino a  tenere accesa la fiamma della libertà

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concerti pranzo sociale volantino

25 Aprile 2016

A Jesi: corteo, pranzo sociale e concerto con i Brancoro

Il fascismo genera guerre, miserie, rifugiati, lutti, sfruttamento, e menzogne.
Nona basta averlo sconfitto una volta.
Esso vive nel razzismo, nella paura, nell’abbandono. Fuori dai miti, nell’attualità della lotta quotidiana contro gerarchie economiche, culturali e politiche,

ora e sempre  resistenza.

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infopoint volantino

Infopoint 02/04/2016

REFERENDUM

Il prossimo 17 aprile ci sarà il referendum sulle trivelle, circa una cinquantina, che hanno la concessione di estrazione entro le dodici miglia dalla costa, con scadenza di autorizzazione attorno il 2020. Il governo nella legge di stabilità prevede un rinnovo fino ad esaurimento del giacimento. Il fronte del SI si oppone a questo e quello del NO parla della crisi, dell’energia e dei posti di lavoro. Il rischio di un mancato quorum è alto, visto anche l’atteggiamento del partito di governo, non potrebbe essere altrimenti, che prima si schiera a difesa dell’ambiente, poi … a difesa del governo e invita all’astensione.

Qualunque sia l’esito il rischio di un ulteriore avanzamento della disaffezione della politica è alto. E non a torto, anche perché da questa politica, istituzionale, e da questi politici (tutti), più lontani si sta, meglio è. Vista la fine democratica con cui è stata rispettata la scelta popolare contro la privatizzazione dell’acqua è alto il timore che “… tanto alla fine fanno come pare a loro!”. Le uniche certezze a questo punto sono quelle di sempre: sperare che basti solo una scheda per ottenere democrazia, rischia di creare nei fatti diritti, libertà, sicurezze … di carta. La partecipazione popolare, le scelte condivise, le lotte collettive (vedere gli esempi contro la TAV, Dal Molin, Muos, etc.), la politica fatta dal basso forse qualche certezza di libertà in più la danno.

Il resto sono chiacchiere e viscere, strumentalizzazioni di segreteria ed elettorali. Le questioni ambientali o del lavoro possono avere bisogno del sostegno della scelta referendaria, di quando in quando, ma la certezza delle libertà può essere data solo dall’esercizio delle stesse.

L’unica cosa certa è che l’esito di questo referendum, qualsiasi esso sia, non inciderà sulle condizioni di vita dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati o sullo sfruttamento dei territori. Fino a quando non cambieremo radicalmente l’attuale sistema di produzione, che ha come fine arricchire le multinazionali, in barba alla qualità della vita della salute sia degli uomini che dei territori, le nostre condizioni di vita non potranno che peggiorare. Per non rassegnarsi ad essere carne da macello in guerre o attentati, miserie economiche o dittature mediatiche e di mercato, la società si cambia dal basso, si fa più giusta fra sfruttati, si sogna e si difende lottando.

F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
Sez. “M. Bakunin” Jesi        
Sez. “F. Ferrer” Chiaravalle
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osservatorio infortuni

Osservatorio infortuni sul lavoro Gennaio – Febbraio 2016

Gennaio – Febbraio 2016

Il nuovo anno non si discosta molto dal passato, siamo di nuovo qui a contare morti e feriti. I morti urlano

nelle stesse maniere, sempre schiacciati da carichi, finiti sotto una pressa, caduti da altezze. Nulla cambia, così come le storie che ci raccontano su sicurezza e luoghi di lavoro, ma la realtà di tutti i giorni, di chi è costretto a subire il ricatto lavoro/sicurezza, lavoro/salute è sempre la stessa, una partita persa in partenza. 
In due mesi già 2 morti e 3 feriti gravissimi. Storie che si susseguono, vite che finiscono o che intraprendono la via silenziosa del dopo infortunio con tutte le conseguenze che porta. In regione 

continua la moria di posti di lavoro, in sette anni ne sono andati persi 15 mila. Il crollo del sistema Marche spaventa / è spaventoso, dal 2008 al 2015 il distretto tessile ha perso il 50% delle aziende, il distretto del legno il 23%, la meccanica il 22%, il calzaturiero il 17% le lavorazioni in metallo il 23% nonostante la regione, con il Fondo di Garanzia Marche, abbia garantito quasi 1 miliardo di aiuto alle imprese. Sembra evidente che è uso comune raccontare favole per chi è al governo di regione e stato, tutto va per il meglio 

addirittura si racconta di aumento dei posti indeterminati, quando ormai la parola ha cambiato significato.
La realtà è che i lavoratori non riescono più ad avere voce in capitolo sulla finanza e vedono schiacciati diritti, sicurezza e stabilità lavorativa. I sindacati non riescono neppure ad ottenere il pagamento degli stipendi, come alla Sepa di Jesi che ha ben 11 mensilità arretrate, c’è addirittura chi in agricoltura festeggia

un calo degli infortuni del 3% su l’anno precedente quando il dato spaventoso  è che nel 2015 il 10% dei lavoratori in agricoltura nelle Marche ha subito un infortunio, alla faccia della sicurezza. La regione più manifatturiera d’Italia sta modificando radicalmente  il suo sistema produttivo a discapito dei lavoratori. Questo nuovo anno se non darà una spinta in consapevolezza a chi affronta i problemi di vita e di lavoro in solitudine per una nuova socialità fatta di solidarietà e voglia di mettersi in gioco in prima persona per cercare di ottenere un mondo più equo, sarà solo un’ altro  anno di lacrime e sangue sia sul lato lavorativo che, come registriamo costantemente, su  quello degli infortuni

10 Gennaio – Falconara – macchinista del frecciarossa cade battendo il volto e a terra perde i sensi, trasportato in ospedale.
14 Gennaio – Senigallia – operaio di 37 anni rimane schiacciato in una pressa, soccorso in elicottero in gravissime condizioni per schiacciamento toracico

15 Gennaio – Ripatransone – falegname di 45 anni si trancia due dita della mano

21 Gennaio – Ascoli – in una falgnameria un operaio di 44 anni si amputa due dita con una sega circolare trasportato in elicottero in ospedale

26 Gennaio – Ascoli – stabilimento ceci siderurgica, un operaio  di 61 anni muore schiacciato sotto travi di acciaio che stava caricando con una gru
4 Febbraio –  Esanatoia – agricoltore di 65 anni muore schiacciato da una rotoballa

                   – Montegranaro – uomo di 47 anni cade mentre esegue      lavori di potatura traumi alla testa e in diverse parti del corpo

                  –  Senigallia – agricoltore di 79 anni muore colpito dalla motozappa all’addome

8 Febbraio – Acquaviva – operaio rimane schiacciato sotto il carico di una gru elisoccorso, in gravissime condizioni

12 Febbraio – San giorgio di Pesaro  – operaio di 39 anni della tecnoluce rimane gravemente ferito al volto e agli arti superiori per l’esplosione a distanza ravvicinata del quadro elettrico su cui stava lavorando elisoccorso

16 Febbraio – Fano – incendio alla vibb verniciature ferito uno  dei cotitolari con ustioni al volto e alle braccia

29 Febbraio – a14 – tamponamento tra mezzi pesanti nel tratto marchigiano, alcuni feriti

A cura del C.S.L “L. Fabbri”