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CONTRO CORRENTE D’ESTATE


L’11 giugno scorso Fabrizio Filippi, detto “Er Pelliccia”è stato condannato per i fatti di Piazza San Giovanni del 15 ottobre 2011. Il 22 giugno i quattro poliziotti che hanno ammazzato Aldovrandi una mattina di settembre del 2005 sono stati condannati a 3 anni (condonati) e sei mesi di reclusione dalla Cassazione. La vita di un uomo vale sei mesi di più di un lancio di un estintore, che però viene preso in considerazione più celermente: appena 8 mesi di tempo per la sentenza dai fatti di Roma, quasi sette anni da quelli di Ferrara.
In fondo è la giustizia italiana che dopo una campagna martellante per tutto il mese di maggio contro il pericolo anarchico, si è attivata con arresti, perquisizioni e denunce in tutta Italia, raccogliendo su un po’ di tutto pur di far vedere che i famigerati anarchici informali venivano assicurati alla giustizia. Nessun cedimento di fronte all’eversione, anche quando questa pare prendere la forma di accuse fatte per qualche striscione, qualche scritta sul muro o il possesso di pericolosi strumenti atti a costruire oscuri ordigni. Strumenti quali: fili elettrici, lampadine, graffette fermafogli, etc. A capo dell’operazione un generale dell’arma pluri-condannato per traffico di stupefacenti e armi (14 anni).
Brutte storie in questa estate della crisi economica, del resto di condanne e indagini in Italia non ci si fa mancare nulla fra tesorieri della Margherita, governatori lombardi e ex-assessori alla sanità di CL indagati. Con la sanità non si scherza del resto perché i soldi si sono finiti e bisogna fare i sacrifici. Non come ricorda quella santa persona della Santanché che in tivù elargisce consigli su come affrontare la crisi: fare attenzione alla spesa, comperare agli hard-discount, stare in casa e non andare in giro a spendere soldi inutilmente. Per fortuna che c’è una persona così, eletta al parlamento, ispiratrice di democrazia e sostegno ai più bisognosi. Forse dovrebbero farla assessore alla Sanità, visto che si deve risparmiare, sulle spese, sulla salute, sui costi del welfare.
Già la sanità. Nelle Marche con il Patto per la Salute è partita la fase due della riconversione dei piccoli ospedali e dei tagli dei posti letto. Cosa significherà in termini di servizi è facile da immaginare: allungamento delle liste di attesa, aumento delle prestazioni a pagamento, riduzione dell’accesso alle cure per i più bisognosi. E già qualcuno propone di adottare una sanità integrativa, con le assicurazioni private che “aiuterebbero i più poveri”. E’ come dire che il precariato, la possibilità di licenziare, la destrutturazione del mercato del lavoro (come Marchionne insegna) è utile a garantire il lavoro.
Insomma l’Italia dell’estate del 2012 è il regno della menzogna e dell’inganno. O meglio di una guerra di classe portata avanti dal padronato, grazie al governo dei suoi tecnici che riduce libertà, garanzie, occupazione, salari … speranze future. La risposta a tutto questo a livello di massa è forse più preoccupante delle scelte governative. Populismo e leaderismo avanzano incontrastati: Grillo e Di Pietro sono i difensori ultimi delle speranze degli italiani, mentre la sinistra istituzionale, scomparsa dal tanto beneamato parlamento, non riesce a trovare la strada della lotta dal basso, della conflittualità di massa, dell’organizzazione degli sfruttati per una società migliore.
Bah! Forse ci rimane la speranza della Camuso per opporci alla Fornero. Ma anche qui, tra FIOM esclusa dalle fabbriche e in lite con la CGIL e i sindacati di base che riescono a malapena a fare uno sciopericchiodi fine stagione, c’è il rischio che fra le centinaia di migliaia di esodati ci siano anche le idee e le organizzazioni storiche della sinistra di classe in Italia. Un quadro funesto cui non possiamo certo rassegnarci, dalla repressione all’ingiustizia, dallo sfruttamento alla rapina legalizzata, da un futuro cancellato ad una dignità che viene venduta in nome del mercato. Non possiamo rassegnarci alla dittatura dei media e dell’euro, e neanche a facile scorciatoie di ogni tipo, ma dobbiamo ricostruire una rete solidarista e di classe per rivendicare diritti perduti, difendere il presente e il futuro, cambiare la società dal basso.
E’ ora di mettere le ragioni dei lavoratori, degli sfruttati, degli immigrati e dei disoccupati. Dei malati e degli studenti, al primo posto. Banchieri, faccendieri, tecnici e politicanti vecchi e nuovi se ne possono anche andare via. Costruiamo dal basso una società più giusta, dove le gerarchie politiche, economiche e culturali vengano abolite. Non abbiamo che da perdere che le nostre catene!
FAI – Federazione Anarchica Italiana:
Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi
Gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle
Fip. Via Pastrengo 2 – Jesi
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testo del Volantino distribuito nel volantinaggio del 9 giugno

No allo smantellamento dell’articolo 18
Si allo sciopero generale
Il primo giugno la terra in Emilia tremava e i lavoratori erano costretti in alcune situazioni a presidiare i propri stabilimenti per evitare pericolose delocalizzazioni, mentre al Senato veniva approvato con ampia maggioranza il Ddl Fornero, ovvero la cosiddetta “riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali”, che aumenta i licenziamenti, non interviene sufficientemente nel contrasto alla precarietà, riduce le tutele per chi si ritrova disoccupato e … vallo a sapere come possa servire allo sviluppo. Mentre c’è chi chiacchiera della violenza anarchica, con carte bollate e tecnici, lo stato legittima ancora una volta un atto di violenza contro i diritti dei lavoratori .
Questo decreto sul lavoro segue la tristemente famosa riforma della previdenza, che di fatto oltre ad aver generato trecentocinquantamila esodati, smantella la previdenza pubblica, toglie la pensione di anzianità e alza l’età fino alla soglia dei 70 anni.
La cura Monti sta uccidendo il Paese: quasi 3 milioni di persone sono in cerca di occupazione, i salari dei lavoratori italiani sono tra i più bassi d’Europa (dati Eurostat), l’Italia è il paese dell’OCSE dove si lavorano più ore l’anno, il 35% dei giovani è disoccupato, e l’80% delle poche nuove assunzioni sono precarie. In questi dati è racchiuso il segno del fallimento delle politiche neoliberiste del lavoro incentrate su diminuzione delle tutele e riduzione della regolazione, che producono incidenti e morti sul lavoro, anche nei casi in cui la colpa sembra essere della fatalità del terremoto.
C’e’ tolleranza zero per gli onesti e i poveri cristi, mentre tutto e’ tollerato per i furbi, i delinquenti, gli evasori, i banchieri e i finanzieri. Monti si è rivelato continuatore di Berlusconi con altro stile, e quello che sta attuando verso il mondo del lavoro non era riuscito a farlo neanche il sultano di Arcore, perché peggio di un governo di destra, c’è solo un governo di destra senza opposizione.
E’ necessario che tutti noi colpiti dalle politiche neoliberiste del governo Monti, dai giovani disoccupati ai pensionati passando per i lavoratori pubblici e privati facciamo sentire la nostra voce e la nostra rabbia. Contro le vuote chiacchiere sulla crescita, contro il dogma dell’austerità e del pareggio di bilancio; per contrastare le controriforme del lavoro e della previdenza. Peggio sarà, già pronte nel cassetto le privatizzazioni della sanità e nuove leggi repressive aspettano solo il momento opportuno per essere tirate fuori.
IN TUTTO IL PAESE UN GROSSO MOTO DI PARTECIPAZIONE È GIÀ INIZIATO DA TEMPO CON FERMATE, SCIOPERI, PICCHETTAGGI, BLOCCHI STRADALI E MANIFESTAZIONI, MA DEVE CONTINUARE ANCORA CON PIÙ FORZA COMPRENDENDO LA PROCLAMAZIONE DELLO SCIOPERO GENERALE, PER RIAFFERMARE DIRITTI, RICONQUISTARE GARANZIE, RAFFORZARE LA SOLIDARIETA’ FRA SFRUTTATI.

Federazione Anarchica Italiana 
sez. M. Bakunin – Jesi
sez. F. Ferrer – Chiaravalle
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Domenica 20 Maggio

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T.S.O. volantino
Sabato 19 Maggio

dibattito pubblico con il prof. Giuseppe Galzerano sul caso Mastrogiovanni

Mastrogiovanni muore nel 2009, vittima di un TSO, brutale, prolungato, assurdo.
Una pratica barbara che qualcuno vorrebbe allargare, privatizzare, erigere a metodo scientifico come i manicomi fascisti, nei lager nazisti, nei gulag sovietici.
Una storia di violenza e di terrore, quelli che albergano sempre nelle pieghe di ogni potere annullando la volontà umana, uccidono la persona umana in nome della salute, della cura, dell’ordine, della sicurezza, del mercato e del profitto.

sabato 19 maggio 2012

ore 17 via Pastrengo 2

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Un 25 aprile tecnico
Chissà se il prossimo anni ci sarà più il 25 aprile. Fu rispolverato all’inizio degli anni ’90, dopo il dimenticatoio del decennio precedente, per rispondere all’entrata in scena di Berlusconi. Ora, il cattivo Berlusconi è stato mandato via dal palazzo. Anche Bossi sembra se la passi male. Ora ci sono i “tecnici” che si interessano di fatti, sono pragmatici, rispondono con i numeri e non con le nostalgie del passato. I tecnici che stanno facendo ciò che i mercati vogliono, ciò che le servitù politiche non sono riusciti a fare. Qualcuno parla di fine della politica, ma i politici sono sempre lì, specie l’asse ABC – Alfano, Bersani, Casini – che sostieni le scelte difficili da fare contro la crisi.
Già c’è la crisi. Ma non c’è per tutti. L’1% dei ricchi italiani sarà ancora più ricco, gli altri affonderanno lentamente in un futuro di disoccupazione, liberalizzazione selvaggia del mercato del lavoro (in democrazia la parola schiavitù è brutta, meglio flessibilità). Le piazze vuote non si riempiono di studenti destinati ad una cronica disoccupazione, di lavoratori esodati, di pensionati che non avranno più garantiti sanità ed assistenza.
Come leggere tutto questo. Con la memoria antifascista e democratica che il 25 aprile celebra? Ma la lotta partigiana, l’opposizione al fascismo, la ricostruzione del paese non passò attraverso la negazione della dignità e del futuro. E non fu data in mano a chi dalle sue scuole economiche sentenzia di un mercato capitalista capace sol odi creare lutti e miserie.
Si può parlare oggi di fascismo delle banche, che bruciano speranze ed averi e vengono sostenute da leggi e leggine, anche meschine in qualche caso, pur di garantire loro sempre più denaro, quello degli altri, non di certo dei padroni o dei capi.
Non si può parlare invece oggi di democrazia se un gruppo di parolai nega il futuro alla maggioranza degli italiani, li mette uno contro l’altro, li esclude da qualsiasi scelta. E’ la fine della politica? L’avanzare dell’antipolitica, di quella che fa spettacolo, figlia di un talk show televisivo, di un comico fallito, di un magistrato rampante o dei trafficoni di sempre?
I partigiani sui monti, i gappisti nelle città, ma soprattutto il popolo che diede loro sostegno, stanco di menzogne, di miserie, di morti, di sfruttamento, furono questi che costruirono una politica ed una partecipazione dal basso certi che il fascismo del mercato capitalista sarebbe stato sempre pronto a riprendersi poltrone, seggi, appalti, libertà, vite.
Per noi il 25 aprile è memoria e identità, partecipazione e lotta, costruzione di una società migliore e futuro da condividere, per la difesa dell’articolo 18, di ogni diritto rubato, di ogni garanzia salariale e previdenziale, di ogni pezzo di terra dove vogliano costruire una TAV mangiasoldi e mangia-vite.
La resistenza è oggi nelle lotte degli sfruttati, nel rifiuto delle logiche di morte delle guerre e dei mercati, contro la dittatura dei media e dei tecnici. Noi la crisi non la paghiamo!
FAI – Federazione Anarchica Italiana
Gruppo “M. Bakunin” – Jesi
Gruppo “F. Ferrer” – Chiaravalle
Fip. Via pastrengo 2 – Jesi