volantinaggio e comunicato stampa del 15 Febbraio 2013
Categoria: Comunicati
ALLE BUGIE ELETTORALI RISPONDE LA REALTAì DELLE LOTTE SOCIALI
C’è chi chiama democrazia la scelta fra una gladiatrice piena di medaglie o un comico miliardario o un miliardario comico. Qualcuno promette che dopo le elezioni scompariranno i rifiuti della camorra, o che non si dovrà più scegliere fra salute e lavoro, fra istruzione e sanità pubblica e spread.
Qualcuno chiama economia la possibilità di licenziare, di rubare il lavoro; chiama giustizia l’atto di cancellare garanzie sindacali. Chiama investimento e competitività rendere la vita più precaria e aumentare i privilegi dei padroni. Costoro sono gli stessi che si sono arricchiti sul lavoro e le miserie della collettività e che si preparano a fare di peggio. E’ la classe imprenditoriale, politica e intellettuale d’italia che, ancora una volta, tramite la scheda vogliono il consenso elettorale.
Negare loro questo consenso è la prima cosa da fare, per mettere in forse tutte le strategie ladronesche in progetto. Ma no basta. L’ astensionismo vive nelle lotte, nella solidarietà, nella costruzione dal basso di strumenti e metodi, relazioni e saperi che spezzano le gerarchie del mercato e dello stato.
Non basta certo una scheda elettorale rifiutata. E’ illusorio, come pensare che dare fiducia agli stessi che devastano questa società, migliori le cose.
F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana – Gruppo “Bakunin” di Jesi, Gruppo “Ferrer” di Chiaravalle, FdCA – Federazione dei Comunisti Anarchici sez. di Fano e Pesaro, gruppo Anarchico “Kronstadt” – Ancona, Circolo Anarchico Umbro “Sana Utopia” – Perugia, Circolo Culturale “N.Papini” – Fano, Circolo Studi Sociali “O.Manni” Senigallia, Anarchiche e Anarchici Valcesano.
La Crisi, Fra le lotte e referendum
Volantino distribuito sabato 10 novembre
La macelleria sociale in atto nel nostro paese e in gran parte d’Europa, figlia della crisi e pertanto del sistema di produzione, sta inghiottendo in un sol colpo tutti i diritti, le certezze e la possibilità di una vita dignitosa di milioni di persone, mentre la globalizzazione permette lo spostamento di intere produzioni in zone del mondo a loro convenienti lasciando il deserto alle loro spalle.
Di fronte a questa situazione devastante, in Italia, a differenza della Spagna e della Grecia dove abbiamo assistito al sollevamento generalizzato delle piazze, dove milioni di persone sono scese in strada a difendere i propri diritti a gridare no ai provvedimenti imposti dai banchieri europei, stiamo assistendo, tranne sporadici episodi (legati a situazioni occupazionali drammatiche: Alcoa,Ilva, etc), ad una assenza di movimento, una sorta di rassegnazione o di stordimento.
Al governo del nostro paese abbiamo un tecnico che rappresenta la nostra controparte, le banche, eppure milioni di persone sono silenti mentre in nome dell’Europa ci vengono tolte le pensioni, la sanità e la scuola pubblica, tutto immolato al pareggio di bilancio e alla riduzione del debito pubblico.
Un debito che sicuramente non è stato generato da chi oggi è chiamato a pagare,ma secondo noi è stato generato e continua ad essere incrementato dalle spese militari e dai loro costosi giocattoli (caccia bombardieri F35, porterei ecc.), dalle spese per le grandi opere inutili e dannose per il territorio vedi la TAV o i soldi buttati e di nuovo stanziati dal governo monti per il ponte sullo stretto di Messina, senza contare il costo della “casta” e i milioni di euro versati al clero, alle banche e ai padroni.
In Italia stiamo assistendo ad un proliferare di raccolta firme per indire referendum, sull’articolo 18, l’articolo 30, pensioni ecc. In merito pensiamo che questo strumento per ovvi motivi può risultare pericoloso o peggio inefficace e rischia in questo momento di diventare parte della campagna elettorale che di fatto è già iniziata. Il coinvolgimento dei cittadini non può passare attraverso una firma o un voto, dobbiamo riuscire a costruire dal basso momenti di dibattito e di lotta capaci di coinvolgere il maggior numero di donne e uomini.