Hanno aderito finora: Arci Jesi – Fabriano, Anpi – Jesi, Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”, Spazio Rosso “Umberto Terracini”, Prof. Gabriele Fava, Jesi in Comune, Laboratorio Sinistra, Sinistra Italiana – Federazione di Ancona e Circolo Jesi e Vallesina, Partito della Rifondazione Comunista di Jesi, Federazione Anarchica Italiana – sezioni di Jesi e Chiaravalle, Gruppo Anarchico “Kronstadt” – Senza fissa dimora – Ancona, Federazione Giovani Socialisti – Marche.
Categoria: comunicato stampa
Arrestati anarchici a Trento e dintorni. Sbandierate conferenze stampa dell’allerta del Viminale sul pericolo terrorismo di anarchici e centri sociali. Difficile star dietro alla campagna mediatica del governo giallo-verde, e del suo protagonista assoluto: il Ministro dell’Interno.
Eppure sembra un film già visto. Iniziato con lo sgombero di una casetta abusiva di una famiglia di Rom (italianissimi), proseguito con il sequestro (di fatto) in mare di 177 poveracci, continuato con la demonizzazione di mendicanti, grande pericolo per il decoro delle città, e dei richiedenti asilo per motivi umanitari. A latere tocca anche alle donne, con il disegno di legge di Pillon, ai minori, con la richiesta di abbassare a 12 anni l’imputabilità, mentre malaffare, bombe mafiose, sparatorie camorriste, caporalato e nuova schiavitù disegnano sempre più il quadro socio-economico di questo paese.
Al welfare state si sta sostituendo un war-fare state, utile a far crescere l’angoscia sociale, a reprimere il dissenso, a monetizzare il disagio. Un quadro brutto, fosco, che spinge sempre più verso un autoritarismo classista, cancellando lo stato di diritto. Un quadro in cui non bisogna cedere né alle provocazioni dell’arroganza del potere, né a quelle dello squadrismo fascista (che può occupare edifici e imperversare), e men che meno allo sconforto di chi vuol rubare il futuro riportando l’Italia al passato.
Come anarchiche e anarchici, come lavoratrici e lavoratori, donne e uomini liberi alziamo un grido di denuncia contro la violenza e il terrorismo mediatico che colpisce gli ultimi, impoverisce questa società, e nasconde l’incapacità (e la volontà) delle classi al potere di poter affrontare concretamente e democraticamente i problemi di questo paese. Quello in atto è un film già visto, e sappiamo quando già in passato fu alto il prezzo del biglietto pagato dal popolo. E sappiamo anche come andò a finire.
FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
Alternativa Libertaria / FdCA
sez. “S. Francolini” – Fano/Pesaro
Gruppo Anarchico “Kronstadt” – (senza fissa dimora) Ancona
Comunicato Stampa del 20 febbraio 2019
Torna la questione delle modifiche allo Statuto comunale. Sembra che se ne potrà discutere, come già avvenuto lo scorso autunno in una iniziativa dell’ANPI, anche a livello pubblico, il prossimo 26 febbraio. Conferme ed indicazioni in merito però ancora non ci sono. Il gruppo di Jesi in Comune si è espresso in maniera chiara sulle modalità e le finalità legate alle modifiche apportate.
Dal canto nostro possiamo sottolineare alcuni elementi. L’adeguamento ai cambiamenti normativi, che poteva essere fatto quasi meccanicamente rispettato le indicazioni di legge, è diventato occasione per riscrivere i principi fondanti dello statuto, la cui lettura, nella versione proposta dall’Amministrazione, fra aggettivi, ripetizioni, avverbi vari e passaggi ridondanti, fa pensare più ad un qualcosa che rappresenta una via di mezzo fra la propaganda elettorale, il revisionismo e la riscrittura di parte dell’identità di una città. In pratica non si capisce perché i principi presenti nello statuto precedente siano stati modificati. Eppure rappresentavano il comune sentire di un pluralismo di cui l’Amministrazione e la città si erano fatti portatori; mentre la versione proposta, su cui molto c’è da ridire, probabilmente verrà adottata a colpi di maggioranza. Fatto metodologicamente poco rappresentativo, democratico e partecipato, ma soprattutto che segna ulteriormente la distanza fra il Palazzo e la collettività, fra paese legale e paese reale.
Per intenderci, non ci entusiasma parlare dello statuto comunale. Una comunità è quello che riesce ad esprimere nella quotidianità, nella solidarietà, nell’inclusione di chi ha bisogno, e non quello che viene astrattamente scritto di essa. E crediamo invece che i momenti di discussione pubblica dovrebbero molto di più caratterizzare le scelte politiche ed economiche di questa città legate all’ambiente, al lavoro, alle differenze e al sostegno degli ultimi.
La riscrittura dello statuto poteva essere una di queste occasioni, ma non tanto per i principi da cambiare, quanto per capire gli strumenti offerti per un allargamento della partecipazione collettiva alla “cosa pubblica”, a quella Respublica Aesina, che si riscopre falsamente regia. Miracoli del sovranismo e del populismo dominanti.
F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
Comunicato Stampa – 26/10/2018
Alcuni giorni fa un’amara sorpresa ha accolto gli aderenti e i frequentatori dei locali del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi, in Via Pastrengo 2. Lo striscione che da qualche tempo campeggiava sull’entrata non c’era più. I cordini che lo tenevano fermo apparivano recisi di netto in più punti. Il testo recitava: “Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi, sul lavoro, a scuola, in strada, davanti a un porto. Qui 12.000 libri per essere normali antieroi!”.
Il testo aveva la finalità duplice di far sentire meno soli chi in questi tempi viene facilmente abbandonato e dimenticato, e di sottolineare come le diversità di pensieri e culture, che ad esempio 12.000 libri – quelli contenuti nell’archivio del “Fabbri” e nella Biblioteca Circolante – rappresentassero uno strumento di crescita, solidarietà, ed emancipazione.
Come è noto, i libri hanno dato sempre fastidio a chi vuole e si accontenta di idee semplici e uomini forti. Il fascismo in Italia ne censurava la pubblicazione, il nazismo in Germania, li metteva al rogo. Riferimenti passati che purtroppo appaiono di tremenda attualità, in un paese dove, nel 2016, appena 4 italiani su dieci hanno letto un libro. Un paese che è fra i primi per analfabetismo funzionale della sua popolazione. E i risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti.
Poi, per carità a fare gli eroi con uno striscione degli anarchisti, sono bravi tutti! Al pari di quelli che fanno le ronde in dieci per intimidire un ambulante, o di quei vendicatori che si fanno giustizia da se, sparando in giro per la città (o anche dentro casa, con la nuova legge sulla legittima difesa). Presto metteremo un nuovo striscione, magari per sottolineare che quello di Riace è un modello da diffondere più che da perseguire. Ma in fondo uno striscione è poca cosa, è il messaggio che trasmette chi lo mette, e di chi lo toglie.
Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi
La.B.C. – La Biblioteca Circolante – Jesi