Sulla stampa locale è uscita, di recente, una lettera di Volpini in
difesa del Primario di Medicina Interna dell’Ospedale di Senigallia, dove sottolineava il fatto della carenza di disponibilità di letti come conseguente alle scelte aziendali e non imputabili a quelle di un dirigente medico. Vero, ma c’è un piccolo particolare che Volpini dimentica: quelle scelte aziendali si sono realizzate nell’arco di oltre un ventennio di continuativa destrutturazione della sanità pubblica nelle Marche. Arco di tempo in cui al governo c’era Volpini con il suo partito, e quindi, se vuole veramente essere solidale con
la Primaria di Medicina ed ancor più con il j’accuse della paziente, poteva letteralmente prendersela … con sé stesso. E con tutta la classe politica e dirigenziale che ha portato, in tutta Italia, da destra a sinistra, alla destrutturazione del welfare pubblico.
Se vuole essere solidale deve esserlo con chi aspetta ore ed ore nei Pronto Soccorso perché non ha risposte dalla carenza di medici di medicina generale.
Se vuole essere solidale dia uno sguardo all’assenza di una reale
continuità delle cure sul territorio, mai efficacemente realizzata,
che lascia i pazienti più fragili in balia del mercato e delle liste
di attesa. Quella espressa da Volpini è una solidarietà di classe –
quella potente – che esprime tutta la distanza fra chi sta nelle
stanze del palazzo, e provoca disastri sociali in nome del profitto, e chi questi disastri li subisce. Dal canto nostro siamo solidali sia
con la paziente e la sua famiglia sia con tutti i lavoratori che in
questi anni hanno lottato per la difesa della sanità pubblica.
Circolo di Studi Sociali “Ottorino Manni” di Senigallia
FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle