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comunicato stampa 22/02/2014

comunicato stampa del 22/02/2014
Pari opportunità. Renzi ha fatto un governo dicendo di rispettare questo principio, ed ha nominato otto ministri uomini e altrettante donne. Probabilmente così non è in merito al servizio di IVG che non prevede “pari opportunità”, almeno sul piano dell’offerta, fra obiettori e non obiettori presenti in un dato territorio.

I ritardi, la disorganizzazione, le scuse di vario genere non rendono merito né degli alti stipendi di chi, manager, deve provvedere alla governance della sanità territoriale, né di chi deve vedere tutelato un diritto universale, quello ad essere individuo e non semplice contenitore per fare figli che, in caso contrario, deve aspettare, angosciarsi, girarsi mezza provincia (se non mezza regione) per poter scegliere liberamente di essere o meno madre. Pari opportunità si diceva, specie nei confronti di quelle donne più fragili: minori, povere, ignoranti (nel senso della bassa istruzione) straniere.

Un sistema universalista come quello italiano, continua insomma a fare di tutto per perpetuare disuguaglianze nella salute, nei diritti, nell’offerta e nell’accesso ai servizi. Chissà se Jesi, al pari dello sport, sarà d’esempio anche nell’antiabortismo che sta dilagando in Italia e in Europa.

In questo caso però c’è ben poco da vantarsi, ma solo da mobilitarsi tutte e tutti per impedire che un diritto di libertà venga cancellato, portando le donne italiane indietro di anni. Mobilitarsi tutti e tutte, dal basso, in attesa che le tre parlamentari elette in Vallesina, in quanto donne che fanno politica, facciano sentire la loro voce a difesa di un diritto vergognosamente attaccato.

FAI – Federazione Anarchica Italiana

Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi

Gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle

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cena sociale presidio volantino

alle ore 18:00 presidio di solidarietà di fronte alla sede del Centro Studi Libertari in Via Pastrengo 2
alle ore 20:30 sempre presso i locali del CSL (entra-ta di fianco alla scuola di musica Pergolesi) si terrà una cena di sottoscrizione a favore del movimento No-Tav e dei compagni arrestati.

passate al presidio per segnarvi alla cena oppure
contattateci via mail al cslfabbri@gmail.com ..entro
sabato pomeriggio …. per darci una contata !

un volantinaggio ed un presidio in solidarietà con chi lotta contro la TAV in Val Susa, per difendere il proprio ambiente di vita dalle devastazioni, il proprio territorio dalle speculazioni, la società civile stessa da ogni asservimento alla logica del profitto. E’ un’iniziativa che prende il via in molte città del paese contemporaneamente, per toccare in primo luogo la sensibilità delle persone contro la militarizzazione di un territorio, finanziata con soldi pubblici per interessi privati, e che persegue come terrorista chiunque sostenga la lotta della comunità valsusina. La storia recente ci dice come in Italia molte sono le “Val Susa” da difendere: dal No Muos in Sicilia alle basi militari potenziate (Dal Molin a Vicenza), al gasdotto trans-adriatico (Umbria e non solo) agli scempi territoriali di ogni genere che, anche a livello locale (biomasse, interporto, quadrilatero, etc.), minacciano la pace delle comunità, inquinano la politica. Quella di sabato è una iniziativa per non far sentire soli chi lotta da venti e più anni.



Un 22 febbraio “NO TAV”

Oggi 22 febbraio il movimento “No-Tav” ha lanciato una giornata di mobilitazione e di lotta contro il Tav e la sua repressione da parte dello Stato. Sono decenni ormai che i comitati, animano una protesta sponta- nea e di massa, di una valle che si oppone allo scempio inutile di un’ennesima grande opera, di cui sono noti gli impatti negativi, ignoti i rischi, ma pericolosamente vaghi e indefiniti i benefici per la collettività.
Per non parlare dei costi,l’alta velocità co- sterà in tutto 40 miliardi di euro (circa 5000 euro al cm) di soldi pubblici più tutti i costi della militarizzazione costante del cantiere e del territorio intorno..
La Val di Susa si oppone ad essere tra- sformata in un corridoio desertificato da decenni di cantiere, si oppone a vedere le sue montagne sventrate e pretende di po- ter avere voce in capitolo sullo sviluppo del proprio territorio. “Hanno scelto di difende- re la vita di un territorio,non di terrorizzar- ne la popolazione”. Comincia così la lette- re dei familiari di Claudio,Mattia,Chiara e Niccolò arrestati il 9 dicembre con l’accusa di terrorismo per aver partecipato ad un azione di sabotaggio nel cantiere della Maddalena il 13 Maggio scorso. Sono sta- ti accusati di “attentato con finalità terrori- stiche e e di eversione” e di aver attentato alla vita degli operai del cantiere e dei mili- tari di guardia. Ovviamente nessuno è sta- to ferito quella notte perché l’obiettivo non era colpire le persone ma fermare o al- meno rallentare lo scempio della valle.
Siamo arrivati a questo. Chi si permette di contrastare in modo pratico le decisioni dello stato e dell’unione europea viene ac- cusato di terrorizzare la popolazione e pu- nito con il carcere di massima sicurezza. Sappiamo tutti che la Torino-Lione è stata iniziata e va avanti per arricchire la solita casta industriale italiana, col beneplacito e l’appoggio(ovviamente interessato) del- l’apparato legislativo ed esecutivo dello Stato italiano e dell’UE.
Allora perché spendere ancora miliardi di soldi pubblici per un’opera che permetterà di andare da Torino a Lione in tre ore in- vece che in cinque come avviene oggi? Noi come anarchici vogliamo continuare ad essere solidali con chi da decenni vive sulla propria pelle la lotta per l’autodeterminazione e la libertà e che non accetta passivamente un opera così inutile e dannosa per ambiente ed esseri umani. Solidarietà agli abitanti della Val di Susa, che lottano insieme per riprendere nelle lo- romani il loro territorio, le loro vite e il loro futuro. Non vogliamo le grandi opere per pochi ma servizi per tutti, treni decenti per i pendolari,salari adeguati e sicurezza per i lavoratori, opere che servano allo sviluppo di tutti e tutte e non a far tagliare nastri di inizio lavori a generazioni di politici.
SI ALL’AUTOGESTIONE e ALLA RESISTENZA! 


F.A.I. – Federazione anarchica italiana: 
Sez. “ M.Bakunin” Jesi, 
Sez. “F.Ferrer” Chiaravalle
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General

Sulla 194 non abbassiamo la VOCE

La sanità nella nostra regione sta conoscendo un arretramento dei servizi, dovuto alla riorganizzazione sanitaria calata dall’alto delle dirigenze sanitarie. Con la scusa della economicità dei servizi ed il loro miglioramento vengono depotenziate le strutture e soppressi i servizi socio/assistenziali. Nel territorio di riferimento della città di Jesi dove si continua a sospendere a causa di GRAVI,a questo punto, volute inadempienze dirigenziali ;, oppure un territorio dove si passa da uno dei due ospedali in regione,riconosciuto dal progetto OspedaleDonna promosso dall’osservatorio nazionale sulla salute della donna ad ESSERE ESCLUSO da questo riconoscimento per i servizi dati nel 2013 . Solo dopo una sollevazione di persone e associazioni che riuniti hanno fatto pressioni su chi dovrebbe, in teoria, sapere che servizi e che prestazioni da sul territorio di riferimento il sevizio pubblico sanitario; si è arrivati ad una soluzione tampone (già ad oggi disattesa..e) di un medico non Obbiettore che raggiunge l’ospedale Jesino da Fabriano. Non può essere la soluzione in una regione unica in Italia a non acquistare la RU486 da 3 anni impedendo di fatto questa scelta di IGV meno invasiva e meno impattante psicologicamente alle donne. Alla luce dei peggioramenti in corso, come la Soppressionedel servizio di Mediazione Culturale (che comprende la traduzione) al Consultorio Pubblico di Jesi da Gennaio. Ricordando, al nostro caro dirigente sanitario Mezzolani (che nemmeno si degna di riceve le 4000 firme raccolte dal collettivo VIA LIBERA 194) che le fasce di rischio, o se vogliamo le persone a cui sono più utili i servizi pubblici cioè quelle che non si possono permettere i servizi privati ( che in quanto interruzione di gravidanza non mancano), sono in aumento. La Costante emorragia di posti di lavoro nella vallesina (2000 in meno in un anno) e non solo, genera il dissanguamento della richiesta di servizi sanitari (meno 11% dati ISTAT) dovuti gran parte alle liste di attesa nel pubblico e agli alti costi del conseguente privato che fiorisce, con la politica imposta dalla gestione sanitaria regionale.SI INTENDE INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE ? COME?
prima che una partoriente in fin di vita si presenti ad un pronto soccorso di per se intasato, ricordando che un interruzione id gravidanza clandestina con internet o peggio può costare sui 50 euro, MA PUO COSTARE 2 VITE.
­Ci chiediamo come una donna con problemi di lavoro, e quindi di denaro, magari in famiglia e con già altri figli possa avvicinarsi ai servizi, che siano essi di interruzione di gravidanza, servizi contro la violenza o ad un qualsiasi altro che possa essere utile come fascia a rischio se consideriamo anche le difficoltà culturali e linguistiche. In questo scenario di sanità, che pensa al dispiegamento di potere nei territori, a chiudere ospedali funzionati o a farli diventare non si sa ancora con quale utilità “case della salute”. Noi ricordiamo che non si può rimanere in silenzio, bisogna alzare la voce, muovere un dibattito e scendere nelle piazze, incontrarsi perché la rete che si è creata dopo lo scempio sulla 194 nel nostro ospedale ha portato i suoi frutti, che non sono ancora maturi, la forza di una rete di solidarietà è data da quanti più nodi riesce a legare, legare vite, esperienze e difficoltà. Per evitare che solo la voce di chi decide dall’alto possa essere sentita. Perché dal basso oltre alla protesta può e deve nascere progettualità, frutto delle crescenti difficoltà sociali che si riscontrano nella vita di tutti noi e non nelle carte di riordino economico delle nostre vite di pochi burocrati sanitari .

Centro Studi Libertari Luigi Fabbri – Jesi
FAI – Federazione Anarchica Italiana
gruppo “Michele Bakunin” – Jesi 
gruppo “Francisco Ferrer! – Chiaravalle
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volantino
ITALIA 2014
I numeri della crisi pagata dagli sfruttati.


L’Italia è un paese con crisi, alluvioni e disoccupazione, governi e governanti imperiosi. Insomma le cose vanno male, ma non per tutti,  solo per i soliti (lavoratori, disoccupati,immigrati,pensionati…), i padroni vedono come sempre aumentare i loro profitti. eE le scuse per reclamare un governo che governi (che significa?) sono sempre le stesse, viscerali e brutali. Le stesse, che hanno portato il matto di Predappio ad essere l’uomo della provvidenza , mentre quello unto dal signore non si rassegna e agita forconi e amici di loggia vari . con un 2014 ricco di anniversari (troppi, pure per quello della nascita della tivvù italiana) speriamo che il nuovo anno porti un pò più diritti e garanzie per i più deboli. Una speranza che solo le lotte e la solidarietà fra sfruttati, ovviamente, può alimentare. Sindaci prodigio e comici fallimentari, vecchi e nuovi imbonitori potranno solo far peggiorare i numeri da “primato” che il paese si porta dietro e che chi vi abita si porta sulle spalle. I numeri di The Economist pongono in merito qualche interrogativo:
L’Italia non è un paese fra i primi :
10 – per efficienza energetica
15 – per la spesa più alta per l’istruzione
20 – per numero di furti e omicidi; come paese democratico
23 – paesi più pacifici
24 – per le migliori università; per vivibilità nell’area metropolitana
30 – per numero di quotidiano e per la libertà di stampa
L’Italia si trova al (posto)
3° per consumo di vino (41 lt. /pro capite)
4° per età media più alta (43,2 anni)
5° per mortalità per cancro (277/1000 ab.)
7° per numero di auto (610/1000 ab); per esportazione di armi (1046 mln $)
8° per speranza di vita (82 anni ); per crescita dei servizi più debole (0,9)
9° per esportazioni (2,77%)
10° per economia più forte per potere d’acquisto (1984 mld.$ PIL PPP)
13° per numero di abbonamenti cellurari (157,9/100 ab)
14° per bilancio difesa (23,6 mld $)
15° per emissione di CO2 (400,8 mld. tonnellate)
19° per fonti di energia rinnovabile (8,7% del totale); tasso di disoccupazione giovanile (29,1%)
22° per costo della vita (22 su 100)
23° per numero popolazione (60,8 mln.)
25° computer (59,3/100 ab.); indice di sviluppo umano (88,1)
26° spesa sanitaria (9,5 % del Pil)
35° per banda larga (22,1/100 ab.)
36° più alto PIL (36,130 $ pro capite)
38° per potere d’acquisto più alto (67,9/100)

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antimilitarista volantino
IL MILITARE SENZA CRISI
Nel 2014 ,le spese programmate dal governo italiano in quelli che sono considerati “nuovi armamenti” (navi da guerra, blindati, elicotteri da combattimento, cacciabombardieri, siluri, cannoni, satelliti spia e droni)saranno all’incirca di 5 miliardi di euro.
Una cifra di per sé significativa ,visto che parliamo di 13 milioni di euro al giorno,tolti dalle tasche della collettività.
Già nel 2013 il budget totale per le forze armate era cresciuto:14,4 miliardi di euro contro i 13,6 miliardi del 2012. In controtendenza anche rispetto agli USA dove la spesa militare corrisponde al 4% del pil e dove nel 2013 erano state decurtate le spese per la difesa di oltre 50 miliardi di dollari.
A cosa serve allocare 5 miliardi su programmi di riarmo? La risposta ce la da l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli (Capo di Stato Maggiore Della Difesa) e disponibili anche sul sito del ministero della Difesa:
“Le nostre forze armate dispongono di materiali, sistemi d’arma e mezzi
adeguati all’impegno attuale e il cui standard possiamo considerare, dal
punto di vista qualitativo, paritetico a quello di molti nostri alleati; sussiste
tuttavia l’esigenza di ammodernare e rinnovare costantemente le dotazioni
delle nostre unità per l’impiego continuato in operazioni lontane dal supporto
logistico in patria, che ne ha fortemente accresciuto l’usura“.
I 5 miliardi per il riarmo servono per fare la guerra,in poche parole.