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astensionista volantino

Risparmiare

RISPARMIARE 

C’è la crisi, e in nome suo si può fare di tutto. Si deve risparmiare. Si risparmia sulla sicurezza e i morti ed gli infortuni sul lavoro continuano. Si risparmia nei servizi e il welfare italiano non riescono a garantire sanità e pensioni degne.
Si risparmia sui salari, e precarietà e miseria dilagano. Come se non bastasse si risparmia anche sugli spazi di comunicazione e partecipazione politica: dallo scorso dicembre il governo Letta ha tolto la propaganda indiretta elettorale per far risparmiare i comuni nelle spese per l’allestimento degli spazi appositi. Via chi non fa parte delle liste.
Via anche la possibilità per gli anarchici di poter dire il loro pensiero politico durante le elezioni. Insomma c’è la crisi e si deve risparmiare su tutto, anche sulla democrazia costituzionalmente garantita.
Nei vuoti spazi elettorali, dove manifesti di ogni tipo, ma che sembrano tutti uguali e cercano l’attenzione dell’elettore, da quest’anno i manifesti anarchici non ci saranno.
Peccato, uno spazio in meno, per chi non ha radio, quotidiani, televisioni per divulgare libertà e controinformazione. E’ l’ennesimo esempio che questo paese sta scivolando verso una democratura di fatto, dove dissenso e libertà, diritti e garanzie, prospettive e cambiamenti saranno sempre più vuoti concetti di periodiche dichiarazioni ad effetto mediatico.
In un paese dove si diffonde maggiormente lo slogan di un tifoso su una maglietta o l’esternazione della velina di turno, piuttosto della voce delle vittime delle tante e quotidiane politiche di risparmio. Ma, forse, non sarà così per sempre, le bugie, si sa, hanno le gambe corte.


F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana:
– gruppo “Michele Bakunin” – Jesi;
– gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle.

Gruppo Anarchico “Kronstadt” – Ancona

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controinfo volantino

vite infangate

Vite infangate

Quello che è accaduto nei giorni scorsi, in particolar modo a Chiaravalle e a Senigallia, meriterebbe di essere commentato in molti modi: tragedia annunciata, calamità innaturale, maltempo e malgoverno. Di fatto si ripete uno scenario già visto in passato e  in tanti altri comuni d’Italia, di cui il quadro della situazione è stato reso benissimo da un servizio del TG3 nazionale del 6 maggio in cui tecnici ed esperti vari, più imbarazzati che convinti, passeggiando fra qualche cespuglio in riva al fiume, cercavano di propinare una verità tutta costruita, e il cui senso era più o meno che l’esondazione del Misa, a Senigallia, è stata dovuta ad una serie di cause e concause e che se gli argini non avrebbero ceduto a monte, la marea di fango avrebbe fatto danni ancora maggiori raggiungendo il centro città. Una verità difficile da dire a chi ha passato la domenica a spalare fango e a buttare via centinaia di migliaia di euro di mobilio, di cose, di vita quotidiana, di lavoro. Viene da chiedersi dove era la protezione civile. Prima. Quali i protocolli di intervento previsti e se realmente potevano essere risparmiati quartieri, abitazioni, negozi, magazzini, vite. Chi spalava domenica pomeriggio a Senigallia, a Chiaravalle e negli altri posti colpiti ha visto la protezione “civile” reale, quella che parte dal basso, dalla solidarietà immediata, dal tam tam fra le persone. Chi spalava ha sentito, a Senigallia, il rumore di un elicottero che sorvolava la città per portare una solidarietà tutta istituzionale più utile alle istituzioni che dovrebbero garantire la sicurezza del territorio che non a chi spalava via il fango. Come dire, le bugie delle logiche di potere e del profitto hanno le gambe corte, e prima ancora di dare la colpa sempre alla fatalità del tempo, esse sono destinate ad affogare in un fango di cui questo paese deve da tempo liberarsi.

F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana
M. Bakunin – Jesi
F. Ferrer – Chiaravalle
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lavoro volantino

Osservatorio INCIDENTI SUL LAVORO – Marche – Mese di Marzo 2014

Continuano inesorabili gli incidenti sul lavoro, nonostante la spaventosa perdita di posti e le ore di cassa integrazione (persi nelle Marche  in tre mesi  20MILA  posti circa)  il 75% di aziende controllate non sono in regola (967 aziende su 42MILa imprese, una goccia nel mare!) i lavoratori che perdono tutele e rischiano la vita pur di mantenere un occupazione sono gli unici che pagano le conseguenze di una rete di profitti che anche con la crisi  per alcuni, non da cenno di rallentare.. Dopo l’ incidente alla  Fiat trattori abbiamo deciso di  tenere sotto osservazione le notizie  che sempre di più passano inosservate  di lavoratori che si trovano protagonisti  di incidenti nella nostra  Regione,  dargli il risalto che spesso   viene relegato ad un trafiletto di giornale, o  al massimo, ai numeri di fine anno dei sindacati. Sappiamo sin da ora che non potrà mai essere che la punta di  un iceberg, visto che solo gli interventi di ambulanze  vengono riportati dai giornali,  gli ancora troppi lavoratori in nero e senza tutele si sognano di denunciare
 un incidente o un insicurezza nello svolgere la propria mansione. Considerando  che ci sono posti in  Regione dove si  lavora per più di 10 ore al giorno e si dorme negli stessi ambienti lavorativi, insalubri e oppressivi spesso con le proprie famiglie.

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Job Act – La rottamazione dei lavoratori

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volantino

Alla Salute Dell’8 Marzo

ALLA SALUTE DELL’ 8 MARZO
L’interruzione del servizio IVG (la seconda volta) a Jesi, sembrerebbe destinata a cessare a
partire dal prossimo 17 marzo. Una buona notizia, ma sarà difficile dimenticare come Jesi
sia salita alla ribalta nazionale causa la cattiva organizzazione sanitaria a tutela di un
diritto di libertà. Resta il fatto che proprio sulla salute delle donne si evidenzia ancora una
volta l’erosione del diritto alla salute. I consultori familiari sempre più con meno personale
e risorse, i mediatori culturali che vengono a mancare, servizi e prestazioni ridotti al
lumicino. Le donne, come i più fragili, come gli stranieri, gli anziani, i minori, anelli
deboli di una società che nega garanzie, lavoro, futuro.
Le iniziative in questi giorni sulle donne quasi vanno a ruba (come i loro diritti).
L’assessorato che si preoccupa dei diritti delle donne nello sport. Tutti pronti a dire o fare
qualcosa. Poi, passata la festa … Si ritorna alla dura realtà della crisi italiana con una
disoccupazione femminile superiore a quella europea e a quella maschile (9,7% vs. 7,6%),
ed un tasso di inattività di quasi il 50%. Le donne cacciate dal lavoro (per cedere il posto
ai maschi) ritornano dentro casa a fare le bravi mogli, amanti e madri, per prendersi
magari qualche cazzotto in più, ma tanto l’istituto della famiglia è così sacro che val pur la
pena di qualche sacrificio.
Donne a far da badanti agli anziani che non trovano un posto letto per i tagli della sanità.
A far da maestre d’asilo perché i Comuni hanno finito i soldi (o li sprecano in abbellimenti
dei centri storici tutti fini a se stessi). Donne che campano più a lungo degli uomini, ma
sicuramente peggio, e con una sanità futura sempre più negata e privatizzata. E proprio la
dimensione gerarchica della sanità sembra ritornare a governare il rapporto fra generi: il
dirigente maschio (medico, direttore, assessore) e la sottoposta donna (infermiera,
ausiliaria, colf).
Ed ancora Donne a fare la fila in Ambulatorio, al Pronto Soccorso, in Farmacia, e a
Scuola, al Comune, dovunque per ore ed ore, giorni, settimane, anni di vita spesi di fronte
ad una società classista e sessista che le vuole funzionali alla riproduzione delle
disuguaglianze di genere, di reddito, di vita. Ancora alle soglie del terzo millennio, la
liberazione della donna deve farsi, per rendere la donna individuo e non macchina di
riproduzione genetica, in balia di disservizi pubblici, profitti privati e moralismo ipocrita.
8 marzo 2014: la salute della donna, della libertà della donna, come di tutti gli sfruttati, i
miseri, i fragili, i lavoratori, i migranti, i malati e i vecchi, interessa solo chi si riempie la
poltrona di belle parole e il portafoglio di lucrosi guadagni. Per il resto l’unione e la lotta
fra disuguali senza pari opportunità potrà restituire dignità di vita, identità di genere,

coscienza di classe, e solidarietà sociale.

F.A.I. – FEDERAZIONE ANARCHICA ITALIANA
Sez. M. Bakunin – Jesi
Sez. F. Ferrer – Chiaravalle