Categoria: volantino
A Maggio partirà l’Expò 2015. Un’altra kermesse del mondo ricco utile solo per far soldi: prima, durante e dopo l’iniziativa. La scusa è l’alimentazione e già si parla di Carta dei diritti alimentari, di lotta alla contraffazione, di educazione alimentare. Il via lo ha dato l’Expò delle idee nei giorni scorsi e sembra quasi banale dire che di tutte le belle parole che trova il capitale per far soldi ne siamo ormai … sazi. Il concetto è chiaro: se c’è un’industria agroalimentare, c’è qualcuno che viene sfruttato, depredato, sottoalimentato. Altrimenti i paesi ricchi non potrebbero essere i Master-chef dell’alimentazione opulenta ed obesa, delle carenze nutrizionali e della negazione per milioni di persone dell’accesso all’acqua quando ogni giorno milioni di litri di acqua libera viene privatizzata ed imbottigliata in milioni di contenitori di plastica. Mangiamo diossina, come nella terra dei fuochi che, in un certo senso riassume il senso del tutto: vivere male, mangiare peggio, lavorare … gratis. A tutto questo però c’è chi non si rassegna, c’è chi si organizza, chi lotta e costruisce una società più giusta.
Visita alle Fosse Ardeatine e Messa domenicale. Il Presidente della Repubblica Italiana è prima di tutto un simbolo. Lo sa chiunque ha ricoperto questa carica. Lo sa anche il neoeletto che ha già iniziato a mandare messaggi agli italiani e al potere gattopardesco di questo paese.
Continuerà a farlo nei prossimi sette anni, le occasioni non mancheranno. Magari al prossimo intervento militare italiano in difesa della pace e della civiltà. Oppure alla prossima legge elettorale “democratica” di un paese che si riempie di telecamere di controllo e si svuota di diritti e libertà.
Anche le occasioni morali non mancheranno, in questa società dove valori e dignità, per poche centinaia di euro al mese e per la maggioranza degli sfruttati in Italia, hanno solo il sapore amaro della beffa.
Qualsiasi giudizio si possa dare sul 12° Presidente repubblicano, sulle sue elezioni e l’enfant prodige che le ha dirette, può solo ricordare il bisogno profondo di ridare voce e forza alle istanze di liberazione ed emancipazione degli sfruttati.
Sabato 25 ottobre a Roma la CGIL porta un corteo di un milione di persone contro le politiche del governo. Mercoledì 29, sempre a Roma, gli operai della AST di Terni (più di 500 lettere di licenziamento pronte) manifestano a difesa del lavoro che rischiano di perdere. La polizia carica e alleggerisce a suon di manganellate i presenti, segretario FIOM, Landini, compreso. Insomma quattro manganellate e la contestazione di un milione di persone in piazza è presto cancellata.
La CGIL vede finalmente in volto il paese che anche lei ha contribuito a destrutturare, ma i suoi burocrati non ne pagheranno il prezzo. I suoi tesserati, la classe lavoratrice, già lo sta pagando. Il coraggio dell’ultima ora, la rabbia mediatica probabilmente arrivano troppo tardi. Nulla possono contro un governo che risponde per slogan, pizzini televisivi e arroganza da teleimbonitori. Un governo di tecnocrati e berlusconidi (Renzi compreso) scelto dagli accordi di segreteria, poltrona, ma soprattutto ossequiente in maniera totale con i padroni, i mercati e le banche.
Contro gli operai di Terni forse si è consumato l’ultimo atto dell’utopia di uno stato democratico, della rappresentatività elettorale, degli accordi sindacali e di uno stato sociale. E, mercoledì scorso, forse, è stato il primo atto della democratura antioperaia del bonapartista Renzi I.
Chiediamo diritti e lavoro, ci danno manganellate e menzogne, è ora di dire basta!
Solo la lotta paga!