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comunicato stampa

Il teppismo politico a Jesi

Durante la mattinata di Natale, mentre eravamo andati come compagni anarchici a portare la nostra solidarietà ai lavoratori della Caterpillar, e a condividere un Natale di lotta, dopo la riuscita manifestazione dello scorso 23 dicembre, alcuni compagni ci hanno comunicato che lo striscione, posto all’entrata della sede del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”, era stato strappato parzialmente. Sullo striscione c’era scritto: “Reddito e futuro. Ieri la SIMA, oggi la Caterpillar”. Parole utili ad indicare gli obiettivi necessari per i lavoratori della fabbrica di cui è stata annunciata la chiusura. Un testo in cui, oltre la rivendicazione sindacale, c’è racchiusa la memoria storica di questa città con il chiaro riferimento alle lotte della SIMA di quaranta anni fa. Non c’era neanche la solita A cerchiata a firmare lo striscione.
E’ l’ennesimo atto di violenza ed intimidazione che periodicamente viene fatto nei confronti degli anarchici di Jesi: striscioni strappati, bacheche danneggiate o imbrattate, bandiere rubate. Abbiamo perso il conto degli episodi. Questa volta il fatto è più grave in quanto colpisce direttamente le lotte degli operai, con un’azione intimidatoria e squadrista, resa evidente dai segni lasciati sullo striscione per poterlo strappare via. Il fatto probabilmente è avvenuto durante la notte di Natale, forse frutto di un rancore da parte di qualcuno nei nostri confronti, o dal vandalismo prodotto dai fumi alcolici della movida, o peggio dallo squadrismo organizzato, non è dato sapere.
L’episodio è ad ogni modo di una gravità preoccupante in quanto non colpisce gli anarchici, ma la lotta e la memoria operaia di questa città, e ne denuncia la matrice in maniera chiara più di quanto mestieranti blateranti della politica vogliano evitare, in stretta correlazione con l’attentato incendiario alla sede della CGIL di qualche settimana fa. Dal canto nostro non ci lasceremo intimidire. Continueremo a stare dalla parte di chi lotta per i propri ed altrui diritti, e ad agire alla luce del sole contro i vigliacchi che vandalizzano una città, strappando uno striscione, o peggio, annunciando la chiusura di una fabbrica in prossimità delle feste natalizie.
FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “Michele Bakunin” – Jesi;
sez. “Francisco Ferrer” – Chiaravalle
Comunicato stampa del 25.12.2021
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osservatorio infortuni

Osservatorio Infortuni sul lavoro – sett. ott. nov. 2021

Ritorniamo trimestrali dopo un paio di uscite, mai stanchi di riempire i muri cittadini con le giornaliere disgrazie dei lavoratori Marchigiani, cosi che neppure un ferito passi inosservato a chi magari per superficialità dimentichi per un momento la violenza che il mondo del lavoro con i suoi ritmi e le sue regole di profitto usa verso chi fa si che la merce che comprate o di cui usufruite arrivi sul mercato. lasciatoci alle spalle il grande aumento di lavoratori stagionali sfruttati da gran parte dei padroni del turismo, ritornano a coprire di sangue le vie i lavoratori dei cantieri che in regione sono sempre di più, pur non aumentando in proporzione il numero di addetti al controllo della loro messa a norma di sicurezza. nei primi otto mesi del 2021 nelle marche gli infortuni sono aumentati del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contando 22 morti e 10598 incidenti; le malattie professionali riconosciute sono aumentate del 47,1% in particolare nell’industria, dove sono passate da 2746 (2020) a 3720 (2021) . Anche quest’anno ci sembra chiaro che le tante parole spese sulla sicurezza sul lavoro da sindacati e padroni siano chiacchiere al vento, come potrebbe essere altrimenti se non conoscono altro all’infuori del proprio ufficio? Di certo non si preoccupano ad esempio della leggerezza con la quale, i medici del lavoro e gli RSSPP, effettuano le visite annuali di controllo negli ambienti lavorativi, cosi` come del resto spesso non si preoccupano nemmeno di aggiornare il documento di valutazione dei rischi; I rischi che come lavoratori corriamo sul posto di lavoro quotidianamente dovrebbero essere elementi sui quali gli organi competenti dovrebbero lavorare per aggiornare ed adeguare la propria organizzazione aziendale, ma evidentemente l’efficienza ed il rendimento sono requisiti necessari solo per gli operai. La multa non è un deterrente per la messa a norma dei locali? chissà, forse la perdita di proprietà funzionerebbe, come ha sempre funzionato per spaventare i padroni. La provincia di ancona miete le sue vittime pur essendo “una delle provincie italiane che ha perso più posti di lavoro nel biennio 2018 – 2020” a detta del patron della Cablo. un esempio lampante è il caso della Enedo, azienda di Osimo di proprietà ora svedese che annuncia 35 licenziamenti su gli 85 dipendenti rimasti dopo anni di delocalizzazione in tunisia (nel 2002 erano 350 i lavoratori in quest’azienda). ma sembra che il capitalismo straccione marchigiano non sia rimasto altro che vendere a proprietà estere o delocalizzare, visto che qua hanno già spremuto i lavoratori locali ormai spesso in età avanzata e un lungo percorso all’interno di aziende per lo più famigliari. Eppure lo sfruttamento è ben lungi dal fermarsi perché è la base della società che ci fanno subire, che andrebbe perlomeno ribaltata. su 9 aziende controllate nel maceratese in questi mesi 3 su 5 non erano a norma con i propri dipendenti, su 61 lavoratori complessivi 24 risultavano in nero. a corridonia una ditta che lavora tomaie con 10 operai in nero e completamente assente di documenti di valutazione del rischio, nessuna sorveglianza sanitaria sui lavoratori esposti a sostanze tossiche, nessuna conformità degli impianti elettrici e di antincendio per non parlare dei DPI per i dipendenti. ecco se questa è l’economia del territorio, che silente appalta a queste realtà le lavorazioni è evidente che è il sistema non regge, perché è impossibile rimanere sul mercato con qualsiasi prodotto se dall’altra parte del mondo c’è una sorta di schiavismo. anche la legge sul caporalato non sembra sorbire grossi deterrenti agli sfruttatori, nella zona di Fermo l’azienda agricola valli di marca, viene accusata da decine di operai finalmente riusciti nella denuncia delle reiterate ingiustizie e veri e propri ricatti: 12 ore lavorative a 5 euro l’ora, richiesta di soldi per la fornitura di DPI obbligatori (tute,stivali) con conseguenti minacce di licenziamento o non chiamata al lavoro se stagionali agricoli.
 
1 settembre montelabbate – operaio 62enne alla metal plex rimane ferito gravemente alle gambe elisoccorso
 
3 settembre – ascoli – autista muore scontrandosi con suo camion contro un capannone industriale, rimane dilaniato tra le lamiere del mezzo
 
4 settembre – ancona – ad un macellaio di un supermarket cade un coltello di mano, si infilza alla caviglia perdendo molto sangue subito soccorso
– ancona – banchina 23 del porto, operaio di 43 anni rimane con un piede schiacciato da una barra di acciaio di 10 tonnellate, il dpi pur indossato non gli evita una lesione al piede
 
5 settembre – camerano – in un maneggio 69enne si ferisce con la motosega procurandosi una profonda ferita causa di un copioso dissanguamento elisoccorso
 
21 settembre – macerata – muratore 52enne colpito alla testa da un saccone di ghiaia che si sgancia dal sollevatore elisoccorso per trauma cranico
 
23 settemrbe – offida – 63 enne muore ustionato dallo scoppio del serbatoio e seguente incendio del decespugliatore che stava utilizzando da solo in un area isolata
 
25 settembre – montefortino – 56enne in un cantiere cade da 3 metri di altezza e muore senza riprendere conoscenza dopo il vano tentativo dei soccorritori di rianimarlo sul posto
 
16 ottobre – macerata – operaio ferito in un incidete ad una rotatoria, si ribalta con il furgone colpito da una panda 25 ottobre
– ascoli – incendio nella cucina di un ristorante del centro, un ricoverato con principio di intossicazione altri sono riusciti a mettersi in salvo
 
20 novembre – jesi – contagiati due operatori nella locale casa di riposo
 
23 novembre – acqualagna – operatore di 53 anni si amputa un dito con una sega circolare, subito operato nel tentativo di ricongiungere il moncone all’arto
 
A cura del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi
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comunicato stampa

Caterpillar, organizzare le risorse!

La lotta alla Caterpillar non sarà né breve né semplice, e non riguarda solo le quasi 300 famiglie dei lavoratori della fabbrica: riguarda tutta Jesi e la Vallesina. Perdere una fabbrica per la zona significa impoverire ulteriormente il quadro economico generale. Arrendersi alla chiusura della Caterpillar oggi significa innescare una reazione a catena che riguarderà ogni settore produttivo: industriale, agroalimentare o dei servizi che sia.

La fabbrica di Jesi rappresentava la punta avanzata della SIMA di quaranta anni fa, non solo sul piano industriale, ma anche su quello politico e sindacale. Se in questi decenni la Caterpillar è andata avanti lo si deve all’impegno dei lavoratori della SIMA, delle forze politiche e sindacali di allora (tutte) e delle istituzioni.

E di tutta una città. Tutto questo nella consapevolezza che l’unità e la solidarietà nella lotta a difesa del lavoro, del reddito e del futuro, sono condizioni irrinunciabili. Consideriamo importante organizzare un comitato di tutti coloro che vogliono esprimere attivamente sostegno, vicinanza, e solidarietà alla lotta dei lavoratori della Caterpillar. In passato, durante le lotte della SIMA nessuno fu lasciato solo! La strada da percorrere è lunga, e le passerelle politiche e televisive durano troppo poco per poter garantire risultati certi. Non si possono disperdere risorse, ma si devono raggiungere risultati che possano garantire dignità e sicurezza a tutte le famiglie che oggi vengono messe in mezzo ad una strada. Lottare oggi per la Caterpillar, significa lottare per un futuro migliore per tutte e per tutti.

Insieme si vince, come le lotte di quaranta anni fa hanno dimostrato, dove anche l’azione risoluta e organizzatrice del nostro compagno anarchico e delegato CGIL Cesare Tittarelli riuscì a non far restare indietro nessuno.

Reddito e futuro per i lavoratori della Caterpillar!

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

 

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comunicato stampa

La visibilità della provocazione per mascherare la politica del nulla.

Le uscite improprie dell’assessora di Senigallia, che paragona i non vaccinati alle vittime delle persecuzioni razziali, sono un repertorio tipico di comportamenti tesi a provocare o ad ammiccare per poi regalare fuffa sul piano pratico, politico ed istituzionale. E’ sbagliato pensare che gli amministratori di destra non conoscano o neghino la storia patria. In realtà si divertono a negare o a ridisegnare la storia a proprio piacimento, tipico non solo della destra, ma di chi sta al potere. Utile per distrarre, parlare di altro, innescare dibattiti politici fini a se’ stessi che deviano l’attenzione su materie che non c’entrano nulla con l’amministrare la cosa pubblica. Dal canto nostro rileviamo che certi personaggi, pur di far parlare di se, per nascondere il loro amministrativo che li caratterizza, sono disposti a dire di tutto. A Jesi fanno addirittura finta di sventolarsi con un tappetino del computer con su sopra disegnata la bandiera della repubblichetta.

L’assessora di Senigallia percepisce un clima d’odio nel paese? Dica chiaramente in che termini, di chi e verso chi, e soprattutto, come amministratrice pubblica, cosa intende fare per combattere il presunto clima d’odio in atto. Sempre ammesso che questo sia congruente con l’azione di figura istituzionale sostenuta e con le scelte amministrative operate. Insomma, a noi di parlare di storia con chi non solo non la sa, ma la interpreta a piacere, interessa poco. Ognuno ha la pagella culturale, e politica, che lo contraddistingue. Quello che ci interessa, è capire come i soldi pubblici vengono amministrati da chi si diletta in corbellerie storiche e ammiccamenti discutibili, perché, parlare di libertà vaccinale, in piena pandemia, significa sposare le tesi no-vax. Liberissima di farlo, sul piano prettamente strumentale per raccattare qualche voto, ma come figura istituzionale e quale amministratore pubblico, come si pone nei confronti dei cittadini che hanno scelto di vaccinarsi, e al tempo stesso cosa vuol fare per tutelare la libertà dei confinati? Magari fare qualche tampone gratuito? Pagato con i soldi pubblici e le tasse anche dei si-vax? OE chi sarebbe alla fine che alimenterebbe l’odio?

A chiacchiere stiamo a zero, ed i primi ad essere ingannati da certe uscite sono proprio i no-vax, che da capro espiatorio diventano bacino elettorale cui strizzare l’occhiolino e … basta. Ecco più della non conoscenza della storia, ci preoccupa questo cianciare a vuoto che genera, come direbbe una battagliera mamma italiana: una politica divisiva. L’unica certezza è che questa destra si sta impegnando in tutti i modi a far peggio delle precedenti amministrazioni. Sarà difficile che vi riesca, e, di certo, deve ricordarsi sempre di essere loro riconoscenti che li hanno fatti arrivare al potere. Più che studiare la storia, l’assessora e tutti i suoi sodali, si preoccupino di ringraziare le precedenti amministrazioni.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
Gruppo Anarchico “Kronstadt” (senza fissa dimora) – Ancona

Comunicato stampa del 01.12.2021

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comunicato stampa

La violenza squadrista di Roma contro la CGIL ha fallito.

La violenza squadrista di Roma contro la CGIL ha fallito, perché se
voleva colpire le lavoratrici e i lavoratori e le lotte sindacali che
essi rappresentano, queste saranno in piazza sabato prossimo. Sono
state in piazza nello sciopero della galassia del sindacalismo di base
lo scorso lunedì. Le sigle cambiano, le metodologie anche, ma la lotta
della classe operaia per la propria emancipazione è una sola. L’eco
del fallimento di questa azione si è ingrandito inoltre nella grande
partecipazione alla marcia della pace di domenica scorsa e nelle sedi
sindacali presidiate. Va ricordato che lo squadrismo corteggiato dai
partiti di destra non è solo un’operazione elettoralistica, piuttosto
e` l’espressione della violenza e della gerarchia del potere,
l’esaltazione del capo, la fede nel capo – uomo della provvidenza –
mentre la miseria avanza, dandone la colpa al capro espiatorio di
turno. Non basta certo una condanna di maniera contro la violenza tout
court, se non si è disposti anche a condannare la violenza del
profitto liberista, della gerarchia del sistema, della negazione del
welfare. Un appello all’antifascismo questa volta è più sentito che
mai, ma fatto da parte di istituzioni e forze politiche che hanno
assistito – e sostenuto – la distruzione dei diritti sociali in questo
paese, ha scarso valore. La canaglia fascista cresce nella miseria e
nell’ignoranza, pronta ad offrirsi ad un padrone di turno per
alimentare disordine e paura a vantaggio di pochi e a detrimento di
tanti. La parola libertà, così tanto abusata a difesa del proprio
piccolo mondo, va difesa nella solidarietà verso i più deboli, nella
conquista di diritti sociali, nell’affermazione della forza della
ragione e non della ragione della forza.

FAI – Federazione Anarchica Italiana:
Sez. “M. Bakunin” – Jesi
Sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
Circolo Studi Sociali “O. Manni” – Senigallia
Gruppo Anarchico “Kronstadt” (senza fissa dimora) – Ancona

Comunicato stampa del 11 ottobre 2021