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volantino

Per una sanità pubblica, equa ed onesta!

Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la notizia dell’arresto di quattro primari, un direttore sanitario ed un impresario in Lombardia, per reati di corruzione. Non è la prima volta che accade, punta di un iceberg che mostra un volto del sistema sanitario italiano troppo spesso dimenticato: quello di un mercato aperto a profitti di ogni genere, fatti non sempre in maniera onesta, a danno sicuramente della collettività, della salute pubblica, ma soprattutto di un sistema universalista che continuamente viene attaccato perché “costa” troppo, mentre corruzione, affarismo, tangenti, gerarchie e pressioni di ogni tipo prosperano creando una società altra sempre più lontana dai cittadini.

Lungo questa prospettiva qualcuno potrebbe affermare di non fidarsi più di una sanità venduta e controllata dal mercato, di non volere in alcuna maniera che i privati entrino nella gestione della salute pubblica; specie dopo l’abboffata di servizi e posti letto che hanno avuto in questi ultimi venticinque anni di tagli scriteriati. Eppure, in nome sempre del risparmio, dell’economicità, della razionalizzazione, a livello dei governi locali, continua l’attacco alla sanità pubblica. Nelle Marche l’ultimo esempio è quello della PDL 145/17 che apre a sperimentazioni gestionali, nonostante siano già previste da una legge nazionale, e che prolunga le eventuali sperimentazioni dai tre anni previsti, fino a cinque con proroga di un anno ulteriore. Il rischio di una invasione nella sanità pubblica da parte di soggetti privati di qualsiasi tipo è forte, lungo un percorso di discrezionalità dove l’interesse della salute sembra sfumare rispetto a quelli del profitto.

Il quadro che si prospetta a livello regionale non è bello. Nel tempo si sono chiusi i piccoli ospedali (13), nonostante sostenessero una risposta funzionale e vicina ai bisogni dei cittadini. Poi si sono accorpate le ASL nell’ASUR, per poi ridividere in Aree Vaste, con un proliferare degli incarichi da dirigente, che andava di pari passo con la diminuzione dei servizi e l’allungamento delle liste di attesa. In questo l’idea del CUP regionale ha mostrato il suo vero volto: quello di razionalizzare la destrutturazione della sanità per aprire ai privati. Può capitare di andare a decine di chilometri di distanza per un’ecografia o un semplice ECG, e per questo ridurre distanze e tempi facendo semplicemente ricorso alle prestazioni a pagamento: ambulatori privati e attività intramoenia hanno diviso i cittadini in chi può e in chi non può. E poi si viene sbattuti a chilometri di distanza mano a mano che si diventa malati acuti, cronici, lungodegenti, terminali, etc; magari dopo aver atteso molte ore in un Pronto Soccorso.

In tutto ciò, combattere la scellerata PDL 145/17 della Giunta Ceriscioli (che ha visto il governatore molto abilmente tenersi un assessorato chiave come quello alla sanità accampando ogni sorta di pretesto) diventa il punto di partenza per riprendere con forza un discorso di difesa della sanità pubblica, di controllo collettivo dei percorsi decisionali, di trasparenza delle scelte, di dire basta a qualsiasi taglio del welfare e ripartire dai bisogni dei singoli, delle famiglie e dei territori; e non ultimo di difesa anche dei diritti dei lavoratori. La salute, come l’istruzione, e il welfare in generale, non sono costi da tagliare, ma sono un investimento per il capitale umano di una società solidale e giusta, specie quando ogni apertura al mercato significa una riduzione dei diritti e delle libertà conquistate. E questo, va ricordato, accade alle porte del 25 aprile.

No alla privatizzazione della salute. No alla legge 145!

Assemblea per la Salute Pubblica – Jesi e Vallesina

fip. Via Pastrengo 2 – Jesi

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comunicato stampa

Nasce l’Assemblea per la salute pubblica Jesi e Vallesina

Lunedì 16 aprile si sono riunite a Jesi una trentina di persone provenienti da varie esperienze, attivisti di associazioni e movimenti politici, operatori sanitari e comuni cittadini, per discutere insieme dei danni causati dai continui tagli al welfare, in particolar modo dalla privatizzazione della salute e, in ultimo, dai rischi rappresentati in questo senso dalla PDL 145/17 che verrà trattata in Consiglio Regionale martedì 24 aprile.

Il gruppo ha deciso di costituirsi in “Assemblea per la salute pubblica di Jesi e Vallesina”, inserendosi così nella Rete dei Forum per la Sanità Pubblica, che si sta sviluppando in molte realtà della nostra Provincia e della Regione Marche.

Questo nuovo coordinamento intende realizzare fin da subito una campagna informativa a favore di una sanità pubblica, equa ed onesta, a partire dal volantinaggio previsto sabato prossimo a Jesi.

L’Assemblea per la salute pubblica di Jesi e Vallesina invita coloro che ne hanno la possibilità a partecipare al presidio che si terrà il 24 aprile presso la sede del Consiglio Regionale in Ancona, contro la scellerata PDL 145/17 della Giunta Ceriscioli e rivolge un forte richiamo alle organizzazioni dei lavoratori della sanità, ai Sindaci e ai Consigli Comunali di Jesi e della Vallesina, affinché esprimano pubblicamente la loro contrarietà all’approvazione della PDL 145, mettendo in atto ogni azione di loro competenza.

16/04/2018 Assemblea per la Salute Pubblica – Jesi e Vallesina

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comunicato stampa

Comunicato stampa sanità – 12 aprile 2018

La proposta di legge 145 sulle “sperimentazioni gestionali” in sanità, della Regione Marche, è uno dei primi atti avanzati per l’accelerazione della privatizzazione della sanità pubblica. Un percorso che non è iniziato oggi, che non è solo opera del PD a livello regionale, ma che vede coinvolte istituzioni, sindacati, partiti e associazionismo professionale in varia misura da almeno un quarto di secolo a questa parte. Il modello pubblico, universale, e gratuito della SSN è ormai scomparso da tempo nella chiusura dei piccoli ospedali, nella contrazione delle assunzioni di personale, nel super-ticket e nelle lunghe attese nei Pronto soccorso, nell’Intramoenia e nelle lunghe liste di attesa per la diagnostica, e … molto altro ancora. Purtroppo.

La Regione Lombardia, a guida leghista, ha fatto un passo avanti, riformando la sanità locale e chiamando in causa un gestore “altro” che possa prendere in carico un terzo della popolazione, quella affetta da patologie croniche. Multinazionali con sede a Dubai già hanno iniziato a candidarsi. Le Marche in questo si allineano ad una politica nazionale e le varie levate di scudi in atto, in molti casi assumono la valenza della strumentalità, specie da quelle forze politiche che hanno sempre aperto la porta al mercato privato -.

Nei fatti una buona parte dei posti letto pubblici del passato è stata trasformata in posti letto della sanità privata, letta in termini di cronicità, seguita dalla residenzialità privata. Infine poi ci sono quelle corporazioni che urlano da una parte a difesa del pubblico, mentre aprono la porta al welfare aziendale in altre occasioni.

La Proposta di legge della Regione Marche è scellerata, ma qualsiasi battaglia di opposizione che venga chiamata a raccolta deve avere tra i punti di rivendicazione: 1) la garanzia del mantenimento e del potenziamento dell’universalismo sanitario, dell’equità sociale e del diritto all’accesso ai servizi senza dover rincorrere un posto letto in giro per la regione, o pagare un esame arricchendo ulteriormente i soliti baroni; 2) la tutela sindacale dei lavoratori, contro ogni precarizzazione occupazionale o taglio salariale; 3) le garanzie ambientali, dato che ogni volta che c’è il mercato e la voglia di profitto, le scelte liberiste e private vanno sistematicamente in direzione di uno sfruttamento e di una devastazione territoriale senza rimedio; 4) se il rapporto pubblico-privato è inattaccabile (nulla è per sempre), non si deve in alcun modo aprire alla voracità di mutue, enti inutili, assicurazioni di vario tipo (il cosiddetto secondo pilastro) che sarebbe devastante per l’universalismo della sanità italiana.

Lungo la declinazione chiara e irrinunciabile dei punti elencati si potrà dispiegare una campagna di lotta partecipata a difesa della sanità pubblica, per non lasciare da soli lavoratori, malati, famiglie, persone che hanno bisogni sociali e sanitari disattesi sistematicamente dalle istituzioni.

Federazione Anarchica Italiana – Sez. “Bakunin” Jesi; Sez. “Ferrer” Chiaravalle

Alternativa Libertaria/FdCA sez. “Silvia Francolini” Fano/Pesaro

Gruppo Anarchico “Kronstadt” (senza fissa dimora) di Ancona

Fip. Via Pastrengo 2, Jesi

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comunicato stampa

Appello per la salute pubblica

Lunedì 16 aprile, alle ore 21,15 ci sarà un incontro sia sulla sanità
marchigiana in relazione al prossimo avvio della PDL 145/17 sulle
sperimentazioni gestionali che rappresenta una sorta di porta aperta
ad una accelerazione delle privatizzazioni della salute, e sia più in
generale sulle problematiche quotidiane dei cittadini colpiti dal
taglio dei servizi sanitari.

L’incontro è visto in prospettiva per la costituzione a livello locale
di un comitato per la salute pubblica che sappia rendere visibili le
istanze della collettività in tema della salute e sappia raccordarsi
con le altre realtà presenti sul territorio regionale. Un primo
appuntamento è dato dalla scadenza del prossimo 24 aprile in regione,
contro il PDL 145/17.

L’incontro è aperto a tutte le forze politiche e sindacali,
associazioni e singoli cittadini che condividono la necessità di una
costruzione dal basso di una piattaforma condivisa, in difesa della
salute pubblica, e si si terrà presso i locali del Centro Studi
Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi, in Via Pastrengo 2.

11 aprile 2018

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osservatorio infortuni

Osservatorio incidenti sul lavoro, gennaio – febbraio 2018

A prima vista inizia bene per chi si spacca la schiena sul lavoro l’anno del cambio di governo. pochi infortuni riportati dalle cronache  in questi due mesi nelle marche, portano con se però un morto. L’anno che si è concluso invece segna un aumento dello 0,8% di infortuni denunciati, arrivando alla cifra di 18706 per la nostra regione dove la provincia con più infortuni rimane Ancona seguita da Pesaro Urbino. Sono stati 33 invece i morti sul lavoro, quasi 10 lavoratori al mese partono per lavoro e non fanno ritorno a casa . Come era ovvio a chi lavora, il fattore d’età è considerato fattore critico ora anche da ricercatori che si accorgono come gli infortuni sugli addetti over 55 anni sono aumentati di oltre il 40% dal 2016.mentre i para sindacati ormai fornitori di servizi chiedono alla Regione Marche degli “Stati generali della prevenzione” con un nuovo impulso alla salute e sicurezza del lavoro,il dato evidente di interesse della regione è il taglio di personale dei servizi di vigilanza SPSAL che fa parte della riorganizzazione della sanità marchigiana, dove magari poter infilare qualche contratto dei  lavoratori con assicurazioni sanitarie aziendali, aprendo cosi il percorso di una sanità non più  universalista, come i lavoratori avevano ottenuto 40 anni fa. Alla tornata elettorale  la classe lavoratrice sempre più sfruttata risponde purtroppo con la paura verso chi ha meno, invece che con l’organizzazione dal basso delle lotte e la  solidarietà tra sfruttati contro i padroni. alcuni sperando nelle ormai inutili urne,che in un sistema finanziario e capitalistico ormai sovra nazionale possono spartire le briciole a sacche varie di elettorato che consenta loro di rimanere a dirigere. Altri decidono di  aumentare il più grande partito  d’Italia,  l’astensione, che sale al 33%. Noi crediamo che la sola astensione non basti, bisogna inceppare i motori del capitalismo con le nostre vite. troppo spesso schiacciate  da ritmi e condizioni di lavoro, o da una disoccupazione. i dati portano a  numeri mai visti nel dopoguerra di famiglie operaie alle soglie della povertà assoluta , con aumenti del 178% dal 2008 al 2016, raggiungendo  la quota di 600.000. La fine della crisi nelle operose marche tarda a manifestarsi dopo la fine del metal-mezzadro merloniano, la ripresa evidentemente è per chi guadagna non per chi produce, ma di questo non ci meravigliamo, se i padroni ci allentano la pressione sulle nostre vite è solo per proprio tornaconto. Sono 47 le lettere di licenziamento arrivate alla orchidea di Ascoli, una ditta di confezioni con passivo di 270 mila euro. C’è sempre qualcuno che sfacciatamente sfrutta alla luce del sole come a  Pesaro un imprenditore sfruttatore aveva il 100% della forza lavoro in nero.

8 gennaio –   Monsano –  due operai, di 55 e 60 anni rimangono sotto lastre di alluminio che gli cadono addosso, soccorsi in codice giallo riportano lievi traumi.

9 gennaio –   provincia Ascoli al confine con marche e Abruzzo un agricoltore di 55 anni muore schiacciato da  balle di fieno mentre le movimentava per portarle in stalla

10 gennaio – Camerino – lavoratore rimane schiacciato sotto l’albero che stava tagliando elisoccorso in gravi condizioni

18 gennaio  – Acquaviva Picena  – agricoltore rimane schiacciato dal trattore nella rimessa

29 gennaio  – Corinaldo  – operaio cade da una scaffalatura elisoccorso

12 febbraio –  Civitanova  – un 48 enne imbarcato su un peschereccio rischia di perdere una mano dopo che un cavo di acciaio rischia di staccarla di netto durante un operazione di pesca, elisoccorso

23 febbraio –  Piediripa  – titolare di un deposito di latticini rimane ustionato a viso e lievemente intossicato mentre cerca di spegnere un incendio divampato nel suo deposito

26 febbraio  – Jesi –  operaio scivola mentre libera dalla neve un tendone, batte la testa ricoverato in prognosi riservata per trauma cranico

A cura de Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi