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cineforum

RIPARTE IL CINEFORUM LIBERTARIO 
per tutto il mese di Aprile
ogni Mercoledì ore 21:30
ingresso Free
retrospettiva su Werner Herzog

MERCOLEDì 3 APRILE
PAESE DEL SILENZIO E DELL’ OSCURITA ‘ (85′, 1971)
IL film è un documentario incentrato sula vita ei sordo-ciechi, girato prevalentemente in Baviera, vede come figura centrale una donna matura, diventata sordo-cieca a seguito di un grave trauma infantile.

MERCOLEDì  10 APRILE
LA SOUFRIERE + APOCALISSE NEL DESERTO ( 30′ 1977 / 52′ 1992)
(la soufriere ) nel 1976, nell’imminenza di un eruzione annunciata, l’isola di Guadalupa venne evacuata. Alla notizia che un contadino si rifiutava di lasciare l’isola nonostante il pericolo, Herzog partì con la sua troupe per comprendere meglio questa posizione e documentarla su pellicola. Si tratta forse del film più rischioso del regista tedesco, che va letteralmente incontro alla potenza primordiale della natura e ad un pericolo imminente che costringe a riflessioni esistenziali e spinge ad osservare la condizione di povertà materiale e dignità spirituale dell’uomo.
(apocalisse nel deserto ) Appena terminata la Guerra del Golfo, con la liberazione del kuwait ad opera dell’esercito americano, Herzog riprese lo scenario apocalittico lasciato dalle truppe che nel ritirarsi dai territori occupati incendiarono centinaia di pozzi di petrolio.

MERCOLEDì 17 APRILE
LA BALLATA DI STROSZEK (116′ , 1977)
Si narra la parabola di un uomo “diverso” che la società a più riprese rifiuta, fino a determinare l’annientamento, Premio della critica tedesca per il 1978

MERCOLEDì 24 APRILE
BOKASSA (ECHI DA UN REGNO OSCURO) (91′ 1990)
E’ un documentario incentrato sulla figura di Jean-Bédel Bokassa, ex-dittatore della Repubblica Centro Africana

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      Cattiva salute, pessima politica, peggior democrazia.
Torna a far parlare di sé la riorganizzazione del sistema sanitario marchigiano. Ospedali, posti letto, servizi, la sforbiciata è profonda e segue il parallelo che sta avvenendo in tutto il paese. Viene da chiedersi: in un momento di crisi come quello attuale la ristrutturazione sanitaria che si opera servirà a ridurre costi o taglierà solo posti di lavoro e copertura sanitaria a favore del mercato e a sfavore dei più deboli? Molte le ipotesi, ma di certo c’è il peggioramento delle condizioni di vita, di lavoro, e di salute, della collettività. La risposta dal palazzo regionale (e da Roma) è quella di sempre: decisioni pesanti prese sulla pelle dei cittadini, senza alcuna consultazione con le comunità e le istituzioni locali. E’ la stessa politica regionale che oggi taglia in nome della salute e ieri voleva le centrali a biomasse. La stessa che parla di rinnovamento della politica ma la classe al potere è sempre più lontana dal grido di disperazione della collettività. Nei fatti il sistema sanitario pubblico sta esalando il suo ultimo respiro ed è assordante il silenzio di partiti, vecchi e nuovi, sindacati e intellettuali vari pronti a mobilitarsi per uno spot di un miliardario attore americano, ma consenzienti alle decisioni dei poteri forti. Chiamare alla mobilitazione i cittadini, anzi gli utenti del servizio sanitario pubblico, è doveroso in difesa della salute pubblica, dei più deboli, della equità nella salute minacciata dalla tirannide della privatizzazione.
F.A.I. – Federazione Anarchica italiana
Gruppo “M. Bakunin” – Jesi
Gruppo “F. Ferrer” – Chiaravalle
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Alcune bacheche del sottopasso dell’anagrafe di Jesi sono state danneggiate. Sono quelle del Comune di Jesi, della Croce Rossa e del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”. L’amara scoperta è stata fatta la mattina del 13 marzo. Non è la prima volta che la bacheca degli anarchici jesini subisce danni, ma questa volta il fatto coinvolge anche altre organizzazioni. Difficile sapere chi possa essere stato, ma l’azione parla da sé. Sia essa di natura vandalica o squadrista (come in passato) è comunque un grave segnale per la città. Atto intimidatorio, tra il mafioso e il fascista, che vuole mettere a tacere con la violenza l’informazione che la bacheca divulga. Un grave segnale di imbarbarimento della politica dove toni alti, insulti, personalismi e violenza (anche verbale), servono solo a coprire il vuoto di contenuti. Invece chi rompe una bacheca solo perché non sa cosa fare di meglio, è il grave prodotto di un contesto sociale e culturale che si sta sempre più impoverendo, che non trova risposte al vuoto di una prospettiva di vita futura – lavorativa o famigliare – se non nella rabbia fine a se stessa, nell’atto distruggitore, più ormonale che razionale. Teppisti o squadristi, coloro (o colui/lei) che hanno distrutto le tre bacheche sono gli utili idioti al servizio involontario (forse) di chi preferisce una telecamera in più piuttosto che un posto di lavoro in più, di chi è più bravo con gli slogan elettorali che con le garanzie sociali. Inutile dire che, come anarchici, non ci faremo intimidire, e continueremo nell’opera di controinformazione, lotta e costruzione dal basso di una società migliore.
Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” 
FAI – Federazione Anarchica Italiana
 Gruppo “Michele Bakunin” di Jesi 
Gruppo “Francisco Ferrer” di Chiaravalle
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controinfo

   

RAGION DI STATO

Il 3 gennaio 1998 un aereo militare statunitense tranciava i cavi della funivia del Cermis in Val di Fiemme. Dissero che era un volo di addestramento, che fu una tragica fatalità. In realtà l’equipaggio stava “giocando” sui cieli italiani. Morirono 20 persone. I militari non furono processati né da un tribunale italiano, né da alcuno dei 5 paesi europei cui appartenevano le vittime. Nei fatti restarono impuniti.
Come fu per molti militari tedeschi che, durante la 2^ Guerra mondiale, seminarono morte e distruzione per mezza Europa per poi nascondersi in patria. I pochi che non riuscirono ad evitare le galere in qualche caso, tornarono a casa grazie a spericolate evasioni, o come fu per il colonnello Kappler, il responsabile della strage delle Fosse Ardeatine (335 vittime civili), fuggì grazie, qualcuno disse, al governo italiano.
Del resto anche i militari italiani che si resero responsabili di massacri in Africa o nei Balcani, rimasero impuniti, mentre lungo tutta la storia del ‘900 chi si è opposto alla guerra, ha disertato, ha rifiutato di uccidere in nome della patria, quando non veniva fucilato sul posto, era messo in galera o in manicomio, dimenticato per decenni. Non c’è nulla di strano in tutto ciò. Esistono due pesi e … molte misure. La ragion di stato, la salvezza della patria, l’onore, la gloria, gli interessi di mercato, del commercio, della finanza e delle banche passano sopra a tutti.
C’è una ragion di stato che domina, usa la retorica patriottarda per riempire pance e teste vuote, specie quando l’economia va male. Si trasformano assassini in eroi. Tutto pur di dimenticare i morti delle guerre armate e delle guerre economiche che mietono vittime fra i proletari.
In guerra, come in pace, c’è chi può permettersi di fare di tutto e chi invece può solo piangere i propri morti. Come le 81 vittime della strage di Ustica, ammazzate da un atto di guerra in tempo di pace e dalle menzogne dei militari. O come per i 12 morti e gli 88 feriti della strage della scuola di Casalecchio di Reno, sventrata da un aereo militare in avaria, privo del pilota messosi in salvo.
Ma è facile la retorica contro la guerra e i militari. Meno facile rendersi conto che sono l’espressione di una società altra, che non conosce regole se non quelle che si dà, e spazza tutto ciò che incontra nel suo cammino. Non c’è diritto che tenga, giustizia, pacifismo o democrazia. La ragione del più forte domina e giustifica ogni cosa: una strage, un incidente, le radiazioni di una costa turistica per ospitare una base di sottomarini nucleari o buttare bombe un po’ in giro per liberarsi di un carico pericoloso.
Come fu in Adriatico durante la guerra contro la Serbia, ad opera degli aerei della Nato. Molte le bombe a grappolo recuperate dai pescatori. In un caso quattro rimasero feriti, ma almeno non furono uccisi, perché è pericoloso il mestiere di pescatore, e si può morire. Non basta il mare, il lavoro, i rischi, può accadere anche di essere scambiato per un pirata ed essere ammazzato come un cane. Da uno sconosciuto. Da due sconosciuti, lontani, e che per questo molti diranno che hanno fatto solo il loro dovere. E’ la ragion di stato, che non coincide mai con quella dell’umana società.

F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
Gruppo – M.Bakunin – Jesi
Gruppo – F.Ferrer – Chiaravalle
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controinfo volantino

8 Marzo nelle Piazze


In questa giornata si dovrebbero ricordare le morti e i soprusi subiti dal genere femminile in ogni contesto del nostro sistema sia sociale che lavorativo ma, invece di dare ascolto alle lotte con atti concreti, si spettacolarizza, si svuota di significati politici questa data. Le piazze si riempiono di “scarpe rosse”, fiori, flash-mob e balletti che poco hanno a che fare con le strade piene di manifestanti che pretendono libertà, sicurezze sociali e lavorative come asili e assistenza sanitaria. Scendere in strada ballando non cambierà le attuali condizioni di vita di milioni di donne, non rovescerà governi sessisti e dittatoriali come non lo farà l’espressione della protesta imprigionata nelle urne elettorali; la speranza che le nuove facce scese in politica a dirigere la vita altrui mantengano le solite promesse elettorali è vana. Da che mondo e mondo è il potere che distorce e corrompe ogni cosa e tutto quello che si è ottenuto è solo e soltanto il frutto del radicamento di lotte decise e coraggiose. Un particolare esempio ci viene dal nostro territorio dove la “vittoria” sul ripristino dell’interruzione volontaria di gravidanza all’ospedale cittadino, ha evidenziato che solo la spinta dal basso delle
gente, stanca della sufficienza con cui vengono affrontati i problemi, ha fatto scomodare chi, sicuramente a conoscenza della situazione, era rimasto sordo alle esigenze femminili. Chi più ha bisogno non viene mai rappresentato ed è evidente che se si auto-organizza senza guru o portavoce, portando avanti un pensiero collettivo, può e deve far valere le sue richieste a chi nelle poltrone al potere gli concede solo poche briciole. Ancora insieme uomini e DONNE per una lotta a cui partecipino tutti con le proprie capacità, senza che nessuno indichi una indiscutibile quanto improbabile verità da inseguire.

F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana 
Gruppo – M. Bakunin – Jesi 
Gruppo – F. Ferrer – Chiaravalle 
Centro Studi Libertari L.Fabbri