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info-point 18 aprile













In-sicurezza generale …
Due notizie. Ad Ostuni crolla il soffitto di una scuola elementare, alcuni bambini sono rimasti feriti. Un po’ in giro per tutto il paese dietro le spinte dello sciacallaggio elettorale, decine di campi Rom vengono smantellati, deportando di fatto centinaia di persone colpevoli solo di appartenere ad un’altra cultura, vittime della caccia al voto facile. Chissà se il modello di una scuola del futuro, votata al mercato e con il preside padre-padrone riuscirà a salvaguardare la sicurezza dei suoi scolari.
In termini diversi entrambe le notizie si legano alla parola sicurezza che però può avere vari aspetti. Infatti c’è chi maschera politiche comunali inesistenti e di vendita del patrimonio pubblico con la “sicurezza” delle telecamere, e chi riempie di niente il vuoto dei pensieri contro le coppie gay, i clandestini, l’Europa etc. Ma c’è una sicurezza reale, importante, irrinunciabile che giorno dopo giorno viene a mancare sotto i colpi del profitto.
Sicurezza è avere un posto letto in ospedale o l’assistenza a domicilio se si è malati specie se vecchi, poveri e soli. C’è chi muore dimenticato dentro casa e chi salta in aria vittima del degrado e dell’abbandono (madre e figlia a Torino). Sicurezza è abitare in un comune che non vede franare case, strade e palazzi ogni volta che piove. Sei anni sono passati dal terremoto de L’Aquila e la “sicurezza” garantita da privati, istituzioni e politici nel dopo terremoto è sotto gli occhi di tutti.
Sicurezza è avere un posto di lavoro e un reddito dignitosi. Invece le politiche di Governo, della Confindustria e delle svendite sindacali, impongono una legge infame – Jobs Act – che cancella qualsiasi diritto, qualsiasi garanzia, ogni speranza di essere soggetto sociale come classe lavoratrice. Qualcuno ha detto che il Jobs Act ha creato ben … 13 posti di lavoro. Quanti posti di lavoro ha cancellato, forse non lo sapremo mai.
Sicurezza è andare al lavoro e poter tornare a casa sano e vivo. Nel solo mese di gennaio di quest’anno 50 sono stati i morti sul lavoro, appena uno in meno rispetto allo scorso anno. Chissà come sarà quando fra qualche anno si sarà costretti a lavorare fino a settant’anni per una pensione che non si avrà mai e che sarà servita solo agli sciacalli del sistema del profitto, cioè al capitale protetto dalla violenza dello stato. Si potrebbe continuare all’infinito, ma per sicurezza noi consideriamo quella relativa a lavoro, stipendi, salute, scuola, diritti sociali.
Il resto è solo propaganda elettorale di partiti asserviti alle esigenze dei padroni, dipinti del colore del fascismo squadrista e guerrafondaio, rappresentati da individui privi di qualsiasi utilità sociale, che non hanno mai lavorato, assistito un anziano, risparmiato … sofferto. Un’Italia più sicura qualcuno la vorrebbe con vicesceriffi che prendono e ammazzano neri per strada, indifferenti all’accusa di essere un paese dove si tortura e deporta. Per noi anarchici rendere un paese sicuro significa semplicemente sviluppare la solidarietà, la libertà, le garanzie sociali e sindacali.
… finché c’è un governo, finché c’è un padrone!
FAI – Federazione Anarchica Italia:
– gruppo “Michele Bakunin” – Jesi;
– gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle
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1° Maggio 1°MAGGIO antifascismo aperitivo cena sociale infopoint manifestazione

prossime iniziative

18 Aprile Info-point su lavoro e sicurezza
25 Aprile partecipazione corteo anniversario con i nostri contenuti
1 Maggio comizio e giornata conviviale per chi non va all’appuntamento No-Expo 2015

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A sostegno della sanità pubblica, equa e garantita




















Nei giorni scorso gli operatori del Pronto Soccorso di Jesi hanno scritto una seconda lettera. 
Comunicato stampa

A sostegno della sanità pubblica, equa e garantita


Parafrasando gli antichi: hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato … riforma sanitaria. Questo è il commento che si può fare a sostegno della seconda lettera fatta dal Pronto Soccorso di Jesi, ancor più condivisibile della precedente e che chiama in ballo le istituzioni locali. Forse qualcuno si ricorderà il vecchio ospedale di Jesi, i suoi reparti, i suoi vecchi primari. Uno di questi, vantandosi, un giorno ebbe a dire: “Nel mio reparto non trovate barelle occupate per il corridoio”. Una frase che suggerisce tutto il senso del profondo arretramento che l’assistenza sanitaria ha subito in questi anni, nonostante i progressi della medicina, la preparazione dei suoi operatori, una salute migliore e più diffusa. Ed allora cerchiamo di far chiarezza. Perché accade tutto ciò? Qual è l’obiettivo? Banale a dirlo, ma è sempre lo stesso: il profitto. Si sta affogando nei suoi problemi irrisolti la sanità pubblica per dare il via a quella privata. Con la scusa della cronicità si chiudono posti letto e servizi pubblici e si apre alle prestazioni private, non necessariamente meno costose o più efficienti. Ed è giusto chiedersi perché un cittadino ha solo come ultimo strumento quello di recarsi al Pronto soccorso. Perché la sanità territoriale non è stata ulteriormente potenziata e preventivamente attivata a fronte di una riduzione della sanità ospedaliera? Che cosa rimane al cittadino? Il farmaco da banco e fare finta di stare bene? La visita costosa per evitare un’attesa di mesi? Che cosa rimane alla fine all’operatore? Alla fine chi privatizza ci guadagna, chi vende ci guadagna, chi cerca voti e vende fumo ci guadagna. Vergognosa la propaganda elettorale di Marche 2020 dal titolo: “Obiettivo salute”. Sono gli stessi che hanno dato il via alla destrutturazione sanitaria regionale. A perderci restano i cittadini più deboli e i lavoratori della sanità (non tutti si intende, i baroni di sempre continueranno nei loro profitti e nelle loro posizioni di potere). Questa è la sanità del terzo millennio, che si prepara ad assistere (come?) precari ed infortunati di una società in cui il lavoro e la vita saranno sempre più incerti, e a rischio. Nonostante le scelte scellerate della Giunta Regionale uscente, tutto ciò può essere cambiato. In primo luogo dall’unione degli interessi e dei bisogni di operatori e cittadini (baroni esclusi) e poi dalla consapevolezza che la scelta, da subito, è una sola: o la salute pubblica, o il mercato dei profitti privati. Ogni altra cosa è pura e semplice menzogna.

Federazione Anarchica Italiana:
Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi
Gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle
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concerti

5 aprile 2015






















Domenica 05 Aprile 

INIZIO ORE 17:30

Ingresso Gratuito
…e a seguire CENA VEGAN!

SELVA (Post Black / Post-Core da Lodi)

– ATOJ (Post-Core Math-Core da Lodi)

NEGRO (Hardcore Punk da Fano)

Centro Studi Libertari Luigi Fabbri
via Pastrengo 2, Jesi (AN)