l’osservatorio continua a raccogliere dati, anche a distanza di parecchi mesi. Non cambia purtroppo il contesto di insicurezza ogni giorno affrontato dai lavoratori Marchigiani, come quelli di altre regioni d’italia. si può parlare di strage? strage di stato si potrebbe indicare secondo alcuni, visto che lo stato italiano che dice di fondarsi sul lavoro, non riesce o non vuole intervenire duramene sulle dinamiche del lavoro, favorendo l’imprenditoria a centinaia di suoi cittadini che lasciano la vita in operazioni svolte non in sicurezza. la rappresentanza dei lavoratori non è neppure nei pensieri dei legislatori e nel corpo politico che continua a legiferare senza, colpevolmente, stringere su controlli e sanzioni nei confronti di chi per profitto non si esime di causare morti e mutilati. nelle marche in questi 7 mesi sono stati rilevati da noi 14 morti e 34 feriti, coscienti che il dato inal è molto più alto e da molti anni si attesta a livelli inaccettabili. spesso gli sfruttati non riescono oramai neppure a farsi pagare gli stipendi, come quei 150 davanti ai cancelli di mondial suole a porto recanati. la forza dei lavoratori delegata a sindacati è svanita, facendo si che sempre meno si creda nella proprie possibilità o in rivendicazioni al minimo di dignità. alcuni padroni che si sentono benefattori ultimamente in regione elargiscono briciole ai propri sottoposti come buoni carburante o per aiutare nelle bollette, senza neppure immaginare che basterebbe alzare loro gli stipendi mensili, senza aspettare contratti collettivi, ma poi il margine di profitto si ridurrebbe, sia mai. i nostri imprenditori illuminati evitano parecchie volte di fare investimenti, meglio aspettare lo stato che con incentivi, buoni, sconti di tasse li aiuta a mantenere stipendi fermi da decenni, una classe lavoratrice schiava di un mercato del lavoro di sfruttamento. che sia questa idea di impresa che abbia fermato la natalità nella nostra regione? credevano forse si crescano figli con l’ elemosina? o lavori stagionali turistici, ormai una tipicità del turismo made in marche. giustamente i tempi di vita e i redditi incidono negativamente sulla natalità, tant’è che anche l’ingresso di lavoratori con ancora meno diritti di quelli residenti è rallentato a favore di altre zone del paese o alte zone geografiche. un calo demografico che si rispecchierà nei prossimi anni in calo di entrate per gli enti pubblici e peggiorerà il già evidente taglio di servizi. spingendo sempre più il coltello nella piaga della diseguaglianza sociale. i dati che vengono raccolti continuano ad essere peggiorativi nelle marche. l’inail riporta nel rapporto annuale delle attività di tutela e vigilanza per il 2021 un tasso di irregolarità dell’83,40% (il più alto in assoluto rispetto a tutte le regioni italiane) con percentuali ancora più alte in settori specifici 90,86% nelle costruzioni e 92,68% nei servizi di supporto alle imprese. nelle cooperative di lavoro si evidenzia un tasso di irregolarità del 83% con una percentuale di lavoratori in nero o irregolari del 10,74%. ma quasi comici sono i numeri dei controlli effettuati nelle marche, solo 702, le violazioni accertate si riferiscono a 4528 lavoratori, 665 dei quali completamente in nero, e 223 soggetti a sfruttamento o caporalato. ben 1490 lavoratori coinvolti in fenomeni di interposizione illecita di manodopera. sono talmente pochi i controlli svolti che sono solo 999 le violazioni sull’orario di lavoro e 1172 le violazioni in materia di salute e sicurezza.
8 agosto – pergola – operaio agricolo schiacciato tra la rotopressa e un cumulo di balle,
elisoccorso per un importante trauma toracico
9 agosto – Ripatransone – frontale tra un autobotte e un furgone muore un operaio di 39 anni
alla guida del furgone
23 agosto – ascoli piceno – operaio alla guida di una pala meccanica si ribalta nella discarica
rimanendo ferito.
24 agosto – ascoli piceno – agricoltore di 50 anni si ribalta con il mezzo rimanendo con una
gamba sotto la pala escavatrice elisoccorso con l’arto straziato.
25 agosto – montefalcone – agricoltore muore schiacciato dal trattore che si ribalta
5 settembre – san benedetto – autista di autobus urbano aggredito a pugni in faccia rimedia 7
giorni di prognosi
– civitanova marche – tre infermieri aggrediti a calci e pugni, due rimangono
feriti con prognosi di 20 giorni
7 settembre – ascoli piceno -A14 incidente tra tir in galleria feriti due camionisti
9 settembre agugliano – operaio di 36 anni si ferisce ad una gamba con il frullino soccorso
con una grave emorragia
16 settembre – ancona – fincantieri – operaio di 62 anni cade in una botola e fa un volo di
diversi metri rimanendo ferito.
22 settembre -tolentino – operaio di 26 anni al lavoro per una ditta di infissi muore schiacciato
da un carico caduto da un carrello elevatore
27 settembre – senigallia – muratore precipita da un impalcatura battendo la testa elisoccorso
28 settembre – fabriano – agricoltore 65enne muore folgorato nella sua azienda agricola
coltivatrice di luppolo mentre svolge manutenzioni in una cabina elettrica
Ancona – fincantieri operaio di 51 anni rimane schiacciato sotto una lastra di
di acciaio 3 tonnellate, grave con fratture multiple e schiacciamento. tutti i
lavoratori anche delle ditte in appalto entrano in sciopero e lasciano il lavoro.
3 ottobre – servigliano – autocisterna esce di strada muore l’autista di 55 anni
11 ottobre – serra san quirico – auto di operai elica al rientro dal turno di lavoro esce di strada
e finisce in un canale, morte due operaie e ferita una terza
12 ottobre – colle d’arquata – due operai travolti da una rete metallica e un palo che stavano
montando su un costone uno di 32 anni muore schiacciato mentre l’altro rimane
ferito
14 ottobre – senigallia – muratore precipita da un impalcatura, nessun testimone, elisoccorso
22 ottobre – cerreto d’esi – trattore si ribalta muore agricoltore ferita la moglie che lavorava
con lui
24 ottobre – jesi – frontale tra pulmino scolastico e suv feriti assistente e conducente del bus
25 ottobre – senigallia – A14 operaio di 31 anni investito da un furgone condotto dal collega
entrambi impiegati nella manutenzione del verde, riporta gravi traumi da
schiacciamento elisoccorso
31 ottobre – senigallia – autista 55enne sviene per le esalazioni e cade dentro l’autocisterna
vuota, estratto da i vigili del fuoco in gravi condizioni
8 novembre – fabriano – tre operai faber feriti di cui uno in modo grave ed elisoccorso, in un
frontale con un altra auto sulla strada del rientro alla fine del turno serale
21 novembre – genga – capotreno aggredito a pugni riporta la frattura del setto nasale
24 novembre – jesi operaio cade a terra con il cestello elevatore montando luminarie comunali
29 novembre – falconara – svincolo ss76 dipendente della croce rossa di 27 anni muore
schiacciato all’interno dell’ambulanza rimasta sotto un tir che si ribalta sulla
rampa ferito anche il barelliere sul retro con trauma cranico costole rotte e
schiacciamento delle vertebre, morto il paziente trasportato
16 dicembre – ascoli piceno – A14 tamponamento tra camion, muore autista 61enne il giorno
seguente muore l’autista 51enne del tir coinvolto nell’ incidente principale pochi
km più a nord causa del successivo tamponamento.
25 dicembre – jesi – 57enne al poto soccorso dopo un incidente sul lavoro di lieve entità, da in
escandescenze per l’attesa e schiaffeggia l’infermiere del triage
11 gennaio – tortoreto – dipendente di una multiservizi muore in un incidente con l’auto aziendale
16 gennaio – san benedetto – mercato ittico 60enne cade dalla cella frigorifera da 4 metri batte
la testa riporta un forte trauma cranico e diverse fratture elisoccorso
20 gennaio – ascoli piceno – operaio edile di 60anni cade dal tetto riportando diverse fratture
22gennaio – cagli – camion frigo impatta con un guardarail di un viadotto, autista di 22 anni viene
sbalzato fuori dall’abitacolo nell’impatto e muore cadendo nel dirupo sottostante
26 gennaio – san severino – operaio edile cade da un impalcatura, elisoccorso in gravi condizioni
comunanza – vigile del fuoco colpito da un tronco rimanendo ferito
2 febbraio – ascoli piceno – operaio di 38 anni cade da un impalcatura, elisoccorso
10 febbraio – polverigi – trattore si ribalta più volte, ferito due agricoltori elisoccorso
A cura del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi
È tornata a far parlare di sé, sui media locali, la vicenda dei lavori sospesi presso le ex-Carceri di Jesi. Ed è stato ricordato come questi dovevano finire quasi dieci anni fa. Non è la prima volta che progetti simili rimangono in stallo. Come anarchici richiamammo l’attenzione sull’incompiuta di Palazzo Santoni, circa una ventina di anni fa, e ci siamo associati in seguito poi, alle proteste del comitato No-Torre Erap per la discutibile scelta progettuale fatta in merito. Questa volta non c’è molto da aggiungere, a quanto già detto, tranne un piccolo particolare. Nei lavori fatti di ristrutturazione dell’edificio delle ex-Carceri, sul muro che si affaccia sui giardini, non è stata riposizionata la lapide dedicata a Sacco e Vanzetti, nel 2006, dall’Amministrazione Comunale, a sottolineare poi la titolazione dei giardini ai due anarchici italiani. La lapide recitava: “A Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, uccisi innocenti sulla sedia elettrica perché anarchici, immigrati, e lavoratori. Il valore delle loro vite vissute in nome di ideali di libertà, giustizia sociale e solidarietà umana sia monito ed esempio contro ogni forma di intolleranza razziale, persecuzione politica e repressione delle libertà. 1° maggio 2006.”. La lapide è mancante ormai da anni. Abbiamo segnalato il problema già nel luglio scorso chiedendoci se il mancato ripristino sia legato ad una scelta volontaria o meno, a causa della distrazione di un capo-cantiere, o della rimozione malandrina di qualche trafficone, o per un ordine preciso. Ed oggi? Bisogna aspettare il riavvio dei lavori per verificare se una lapide può essere ripristinata o meno? Vabbè, a pensar male non fa bene, anche se, di questi tempi la caccia all’anarchico è di moda, specie a livello politico, istituzionale e mediatico. Ma la rimozione della coscienza storica e della memoria di classe non ha fatto mai del bene a nessuno, specie alla collettività degli sfruttati.
Gruppi anarchici “M. Bakunin” di Jesi e “F. Ferrer” di Chiaravalle
Il mondo anarchico è tornato al centro dell’attenzione dei media.
Fatto raro, ma quasi costante in relazione alla presenza della destra al governo nell’Italia repubblicana. Il caso Cospito ne è il veicolo
mediatico, trascinando con sé stereotipi, pregiudizi, montature e strumentalizzazioni che aiutano a capire come mai questo paese si trovi al 58° posto per la libertà di stampa nella classifica mondiale.
Gli anarchici fanno parte da secoli della societa` italiana, e sulla base di questa non possono che evidenziare le mille sfaccettature che solo la pluralita` di idee e pensieri riescono meglio a ritrarre. La diversità, del resto, in ogni cultura e storia umana è stata sempre segno di arricchimento, specie se tenuta assieme da idee di
uguaglianza e libertà, da pratiche partecipative, aperte a tutti. Il movimento anarchico si muove alla luce del sole: la presenza di libertari e anarchici si registra all’interno dell’associazionismo e del volontariato, del mondo sindacale, in ogni sua espressione, e nei tanti luoghi della socialità autogestita. Definire tutto questo come
“la galassia anarchica” è errato oltre che offensivo: siamo operai, infermieri, studenti, insegnanti, disoccupati, uomini e donne come tutti voi. Chi ci conosce sa che non ci sottraiamo alle disavventure
quotidiane, alla paura di un domani sempre piu` incerto, al freddo patito di fronte ai cancelli di una fabbrica che vuole lasciarci a casa senza piu` un lavoro, o di un ospedale ridotto all’inoperativita` in favore della concorrenza privata.
Chi ci conosce sa che non abbiamo bisogno di congiure e attentati per affermare le nostre idee, eppure la presa di distanza s’impone, viene chiesta e ricercata, quasi suggerita, che e` poi lo stesso atteggiamento che si ha nei confronti, ad esempio, di chi è musulmano quando avviene un attentato da parte di qualche integralista. Dividere in buoni e cattivi, un modus facendi che legittima condanne e
persecuzioni fatte a furor di popolo e, che nella smentita, rafforza lo stigma. Questo e` l’obietttivo di chi fa la voce grossa oggi contro Cospito e contro gli anarchici tutti a lui equiparati, mostrando apertamente il suo spessore politico funzionale a strumentalizzazioni,
bagarre parlamentari e a far dimenticare le molte promesse elettorali già disattese ed il preannunciato peggioramento delle condizioni di vita per tanti italiani.
In relazione allo sciopero della fame di Alfredo Cospito è indispensabile inquadrare le questioni principali su cui porre l’attenzione nella drammaticità della vicenda e nel sovrapporsi di notizie di ogni tipo. Tre sono gli aspetti da considerare: umano, giuridico e politico. Nel primo caso debbono essere ricercate tutte le soluzioni utili a salvare una vita umana. Chi ha il potere di farlo lo faccia, punto e basta. Nessuna causa, nessuna, vale la vita di una persona. E questo viene detto anche con il cuore greve per le persone che stanno morendo in Ucraina e nel mondo a causa di una guerra, di un posto di lavoro poco sicuro, di razzismo e piu` in generale dell’ignoranza che la poverta` genera.
C’è poi un livello giuridico che riguarda Alfredo Cospito in relazione alle sue azioni, al suo pensiero e alle sue relazioni. In tal senso va auspicato un lavoro di inchiesta giornalistica o storica, di quelle
che andavano di moda un tempo, che denunciavano persecuzioni e strategie della tensione giustizialismo sfrenato verso qualcuno e garantismo verso altri. Senza negare i fatti occorsi, ma nella consapevolezza di vivere nello stesso paese in cui le pessime condizioni di vita e detenzione nelle sovraffollate carceri italiane (nove mila detenuti in piu` rispetto ai posti a disposizione) vengono purtroppo sottolineate ad esempio dal numero di suicidi annuali (84 nel 2022), e questo è l’aspetto di denuncia politica che risalta in queste giornate drammatiche, svelando come il paese sia tornato indietro nel tempo di secoli.
Ridurre l’anarchismo alla vicenda Cospito, è disonesto ancor prima che sbagliato. E questo non deve esimere dall’imperativo, già detto, di fare di tutto per salvare una vita umana in grave pericolo. Di tutto per ripensare questo paese a partire dall’identità cattiva che vuole darsi nell’accanirsi di fronte a chi sta in galera, o verso chi è povero, malato, straniero. Ogni azione esperita contro gli anarchici è un ottimo indicatore di ciò che si realizza o può arrivare a chiunque, singolo o collettività, nell’esercizio più becero e schietto del
dominio dell’uomo sull’uomo.
Gruppo Anarchico “Kronstadt” – Ancona
FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
Valcesano Anarchica
Alternativa Libertaria / FdCA
sez. “S. Francolini” – Fano / Pesaro