1° MAGGIO – Comunicato Stampa
Il Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi organizza anche quest’anno delle iniziative pubbliche per il 1° maggio. Alle ore 10,30 presso i giardini Sacco e Vanzetti (ex-carceri) comizio pubblico sulle tematiche del lavoro, seguirà pranzo sociale presso la sede di Via Posterma 8, e nel pomeriggio alle ore 16, proiezione del film-documentario inedito: “Lucio Urtubia, rapinatore, anarchico, ma soprattutto muratore del regista spagnolo Josè Goenaga. L’iniziativa è come sempre un momento collettivo per sottolineare le problematiche del lavoro, a livello nazionale e locale. L’attuale crisi economica ormai ha scatenato da tempo una vera e propria guerra di classe unilaterale che vede farne le spese la collettività, gli sfruttati, i lavoratori, con aumento della disoccupazione e della precarietà. In zona le fabbriche chiudono, o delocalizzano o chiedono incentivi, e comunque licenziano in continuazione. Siamo condannati ad un futuro di precarietà, insicurezza, miserie e guerre fra poveri o la dignità e la volontà della classe operaia che ha contribuito a costruire i diritti sociali e civili può (e deve) far sentire ancora la sua voce?Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi29 aprile 2010
1° MAGGIO 2010
Lottare si può, Lottare si deve!
Il padronato e il governo, complice la crisi internazionale e parte del sindacalismo confederale, stanno provocando uno tsunami devastante in tutto il mondo del lavoro e non solo, cancellando diritti, posti, regole e potere d’acquisto dei magri salari.
Il nostro territorio sta pagando un prezzo elevato in termini di perdite occupazionali, dalla Merloni di Fabriano al Cantiere di Ancona si evidenzia una scia continua di fallimenti, delocalizzazioni, mobilità, cassa integrazione in provincia e in regione.
In tutto il paese si delinea all’orizzonte una “macelleria sociale” provocata dallo scadere degli ammortizzatori sociali, totalmente inadeguati alla portata della crisi, e all’aumento della disoccupazione, innescando lotte tra poveri, razzismo e aumento della precarietà, dell’insicurezza, dello sfruttamento.
Abbiamo gridato che non avremmo pagato una crisi voluta e cresciuta all’ombra delle speculazioni finanziarie e del capitalismo internazionale, ma attualmente gli unici ad aver pagato siamo proprio noi, lavoratori, disoccupati, studenti mentre banchieri e industriali continuano ad arricchirsi grazie anche agli aiuti statali.
Nella politica, l’opposizione, sta reagendo come un pugile suonato, incapace di infliggere colpi incisivi, barcollante, privo di quella lucidità che a dire il vero non ha mai avuto, in quanto da sempre è a caccia di poltrone e frequenta le piazze soltanto per strumentalizzare per fini elettorali le lotte operaie.
Riteniamo questo sciopero generale di 4 ore utile soltanto come punto di partenza per un reale cambio di rotta, è necessario cambiare marcia, noi non ci stiamo ad essere fatti a pezzi, riprendiamoci le piazze, riprendiamoci la vita.
Solo la lotta paga!