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1°MAGGIO volantino

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Comunicato stampa

Sono apparsi nei giorni scorsi, a mezzo stampa, alcuni articoli sulla presenza degli anarchici nelle Marche, prendendo spunto dalla nuova ondata repressiva a carico dei soliti “insurrezionalisti” che in questi giorni, a Bologna, ha visto una vera e propria caccia all’uomo. Le notizie che sono apparse a livello locale non riescono però a dare un reale quadro della presenza anarchica sul territorio marchigiano. Per intenderci, non si tiene conto dell’attività alla luce del sole, aperta, radicata e coinvolgente che da decenni circoli e gruppi anarchici marchigiani portano avanti. Dagli anarco-sindacalisti dell’USI regionale, alla FAI (Federazione Anarchica Italiana – da non confondere con quella informale), alla Federazione dei Comunisti Anarchici, alle biblioteche ed agli archivi presenti in varia misura e rappresentanti un patrimonio storico e documentario, fino ad un paio di esperimenti di comunità autogestite. Attività, livelli di impegno e di coinvolgimento diversificati ma con la comune caratteristica di una presenza ben definita, conosciuta e fuori da una qualsivoglia “informalità”. Una informalità che molto spesso viene agitata ad arte da chi anarchico non è, funzionale a creare ambiti di incertezza, amalgami politici non ben definiti, in cui far sguazzare strategie elettoralistiche e della tensione, armi di “distrazione” di massa, che purtroppo segnano sempre puntualmente i momenti di crisi politica ed economica, quando diventa necessario, nel nostro paese, creare paura e angoscia sociale per ridare credibilità a malgoverni e mal governanti. Dal canto nostro le diffamazioni, le menzogne e le intimidazioni non ci hanno fatto mai recedere dall’impegno nella costruzione di una società migliore, nella conquista di diritti civili e sindacali, nella denuncia delle storture del sistema.

Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi

FAI – Federazione Anarchica Italiana

Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi

Zona Ex-Carceri – Jesi

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Jesi, 28 marzo 2011 – COMUNICATO STAMPA

La FAI- Federazione Anarchica Italiana, sez. “Michele Bakunin” di Jesi e sez. “Francisco Ferrer” di Chiaravalle, assieme al Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi esprime la piena solidarietà al pacifista Maiolatesi Gilberto e agli altri quattro compagni colpiti da una sentenza che la cui lievità non toglie nulla al portato repressivo. Ad una azione di disobbedienza civile, dal portato in effettuale (senza alcun effetto) tesa solo a ribadire le ragioni del pacifismo e della condanna dell’industria bellica si risponde con una sentenza giudiziaria che mette in dubbio la stessa libertà di espressione e di dissenso. E’ una condanna che politicamente assume una valenza ancora più vessatoria in un momento particolare in cui l’Italia festeggia il suo 150esimo anniversario continuando ad essere impegnata militarmente in varie parti del mondo e registrando la morte di militari propri e di civili altrui il cui sacrificio, in nessun caso per gli anarchici giustificabile, risulta oggi più che mai senza ragioni, se non quelle legate ad una cattiva politica estera ed economica espressa solo dalla forza delle armi e non dalla diplomazia e dallo sviluppo economico pacifico. Tutto ciò oggi assume un portato ancora più importante, in un momento in cui si ritorna, armi alla mano, sul suolo della Libia, dopo cento anni esatti dal macello colonialista che fu la guerra Italo-Turca. In tutto questo rinnoviamo la nostra solidarietà a tutti coloro che esprimono il proprio pacifismo e antimilitarismo contestando la dittatura della violenza dei media e delle armi che continuamente sostengono cosiddette guerre giuste, civili ed umanitarie. Vicini da sempre a chi lotta per la propria ed altrui libertà, come stanno facendo i popoli del Nord Africa e del Medio Oriente.

FAI – Federazione Anarchica Italiana

Sez. “Michele Bakunin” di jesi

Sez. “Francisco ferrer” – Chiaravalle

Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi

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concerti volantino

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antimilitarista antinucleare volantino

che tempi!

Nelle ultime settimane sono accaduti fatti che la storia ricorderà per la loro vicinanza e gravità. La rivolta dei popoli nordafricani e del M.O. (Egitto,Libia,Tunisia, Yemen, Marocco…),stanchi della fame,della miseria e della disoccupazione cui erano sottoposti dai loro regimi dittatoriali sostenuti dall’Occidente. Il terremoto (e lo tsunami) che ha colpito il Giappone: uno dei paesi più industrializzati e avanzati tecnologicamente ,ora in ginocchio e a rischio di un ecatombe nucleare per le scorie radioattive riversate nell’aria, in aria e nel suolo. Ed infine la guerra contro la Libia, sempre per motivi umanitari (come cento anni fa), ed anche per il petrolio, per la concorrenza finanziaria di Gheddafi, per il mercato, etc. Di fronte a tutti questi fatti i governanti del bel paese non stanno certo a guardare.


La sicurezza nucleare. Il governo Berlusconi (sostenuto anche da alcuni “intellettuali” molto in vista),afferma con vigore che l’Italia (paese ad alto rischio sismico) continuerà il suo programma che prevede l’apertura di centrali nucleari nei prossimi anni senza aver ancora risolto i problemi di stoccaggio delle scorie radioattive tuttora “vaganti” nel territorio, e con una classe politica ed imprenditoriale incapace di gestire un nubifragio, un terremoto, una frana. Del resto a loro parlare di sicurezza significa: “Non può succedere da noi, e poi abbiamo tante centrali nei paesi confinanti…”. Una buona impostazione per giustificare il ritorno al nucleare senza dire le speculazioni che si celano dietro. Buon gioco in una memoria troppo corta che non ricorda i disastri di Chernobyl di 25 anni fa, che ancora oggi pesano sulla salute. E poi alla fine bisogna fidarsi di questo nucleare se i politicanti berlusconiani (e non solo) ci dicono che è sicuro. Loro di sicurezza se ne intendono: per prendere i voti quando c’è da sbandierare la sicurezza contro i rom o gli stranieri, o per voltare la faccia quando la sicurezza mancata ammazza quotidianamente sul posto di lavoro.


Guerra e rivolte. Dopo essere stati sostenuti dall’Occidente per decenni, i dittatori arabi e mediorientali cominciano a dare fastidio. Forse perché hanno accumulato troppi soldi a danno dei loro popoli e finanziariamente cominciano ad essere dei concorrenti scomodi per le corporation occidentali. O forse sempre per il solito petrolio, per il mercato… o un po’ per tutto questo. No di certo per la pace, la giustizia sociale, la libertà e la democrazia che non si possono esportare con bombardamenti (Iraq ed Afghanistan fanno testo). Ciò nonostante un altro fronte di guerra si è aperto per l’Occidente e per l’Italia riaffermando la logica della diplomazia fatta con i bombardamenti (chirurgici e che ammazzano solo un pochino e mai i civili), traffici d’armi, distruzioni, tagli allo stato sociale: sanità, scuola, servizi, trasporti, etc. La dignità degli uomini e delle donne che hanno manifestato in queste settimane in Nord-Africa e nel Medio-Oriente dimostra come i popoli riescano ad essere più pacifici di chi li governa, riescono ad organizzarsi meglio quando non c’è l’autorità, e soprattutto urlano la loro voglia di dignità e libertà che noi in Occidente dovremmo riprendere, allargare, sostenere, diffondere per cacciare i nostri dittatorelli locali.


Prendiamo esempio dalle lotte pacifiche che hanno cacciato Ben Alì e Mubarak per cacciare Berlusconi, per ridare legittimità ad una politica fatta dal basso e non dalle segreterie di partito o opposizioni in cerca di poltrone. Prendiamo esempio da chi lotta per dire no alla guerra e alle spese militari, no al nucleare e all’affarismo fatto sulla salute dei cittadini. In piazza, ora!

NO ALLA GUERRA, AL NUCLEARE, E AI POLITICI CORROTTI!

FAI – Federazione Anarchica Italiana. sez. “M. Bakunin” – Jesi, sez. “F. Ferrer » – Chiaravalle