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cineforum liberi libri

Libri da mettere al rogo.
Questa è la dodicesima edizione dell’appuntamento annuale di “Liberi libri”. Un appuntamento che ha come obiettivo quello di far conoscere il panorama dell’editorialistica politica e culturale poco noto e diffuso nei canali della grande distribuzione e dell’editoria di mercato. Non solo, ad ogni edizione di questa rassegna, abbiamo sempre cercato di abbinarvi momenti di coinvolgimento pubblico e di denuncia politica su temi sociali rilevanti: dalle problematiche del lavoro, a quelle delle libertà politiche e dell’antifascismo, alla tragedia della guerra a quelle dell’anticlericalismo.
I titoli, i libri, gli argomenti e le case editrici che mettiamo in mostra difficilmente vengono recensite e pubblicizzate sul territorio nazionale nonostante molto spesso, fra questi, vi si trovi una ricca varietà di scritti non meno importanti a livello culturale e politico dei vari best-seller conosciuti.
Quelli che proponiamo sono testi che rappre-sentano un pugno nello stomaco, un dito nell’occhio, uno sberleffo o una denuncia di tipo sociale e che, fino a qualche decennio fa potevano essere benissimo fra quelli che venivano messi al bando, oscurati dalla censura, se non addirittura bruciati nei roghi di regime.
Se la verità non ha prezzo purtroppo, in una società dove tutto si regge sulle dannate leggi del mercato, il prezzo che paga chi vuole fare cultura e politica, e dire le troppe verità taciute fuori dai canali ufficiali, è sempre troppo alto. Liberi libri vuol servire anche a sostenere questo sforzo, per dare un po’ di fiato alle voci che escono dal coro, ed anche per crearne di nuove.


Sabato
28, si terrà la tavola rotonda, aperta al pubblico, cui parteciperanno
varie associazioni jesine dal titolo: “Associazionismo e cultura, le
risorse del territorio “, a partire dalle ore 17. Domenica, cineforum
con il video “Il nuovo secolo americano”, sulle guerre al terrorismo
made in USA, del regista italiano Massimo Mazzucco.

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FUORI LA GUERRA DALLE NOSTRE VITE


Viviamo in tempi grami: tempi di crisi e di guerra.

Guerra che sta segnando negativamente le nostre vite e si sta stagliando

sul nostro futuro con contorni sempre più cupi.

In questi ultimi decenni l’Italia si è impegnata militarmente su diversi

fronti: Kosovo, Iraq, Libano, Afghanistan. Sotto la falsa copertura di

missioni di pace”, l’Italia ha mandato i suoi soldati a combattere e

uccidere

in nome e per conto degli interessi di industriali e petrolieri.

Ma è proprio in Afghanistan che le contraddizioni e le falsità della

propaganda

di guerra stanno venendo inesorabilmente alla luce: i militari italiani

stanno

tornando a casa dentro le bare, la produzione e l’esportazione di droga hanno

raggiunto livelli record, le forze alleate hanno stretto rapporti con i capi

talebani.

Inoltre i costi sempre maggiori che le missioni militari comportano, vengono

pagati attraverso i prelievi fiscali sui nostri già miseri stipendi a scapito

di

SERVIZI ESSENZIALI QUALI SANITA’,ISTRUZIONE,ASSISTENZA

AI BAMBINI E AGLI ANZIANI.

MA TUTTO CIO’ NON INTERESSA AI POLITICI, ALLE LORO MAFIE!

AI LORO INTRIGHI!!!

Stanno già investendo i nostri soldi nei famigerati F-35, aerei da

combattimento

che costeranno milioni di euro e che serviranno a portare morte e distruzione

ovunque occorra “esportare democrazia” e “pacificare la regione”.

Aerei che verranno costruiti ed assemblati a

Cameri vicino Novara e che andranno ad allungare la già troppo lunga lista

di

ditte italiane produttrici ed esportatrici di armi.

Guerra esterna ma anche interna, con i militari nelle strade delle nostre

città che,

con la scusa della sicurezza, controllano le nostre vite e si preparano a

reprimere

con la forza eventuali scenari di conflitto sociale.

Guerra su tutti i fronti quindi, dietro la quale si celano interessi economici

enormi:

petrolio, materie prime, armi e droga; ed i cui profitti grondano del sangue

di uomini,

donne, bambini e che vengono suddivisi dagli sciacalli di sempre (banchieri,

industriali

e mafiosi).

Come Anarchici, nostro dovere è contrastare la cultura fascista e

guerrafondaia che

sta alla base di una società sempre più militarizzata in cui guerra e

sfruttamento

vengono imposti e propagandati.

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volantino

OGGI STUDENTI, DOMANI DISOCCUPATI

Il sistema economico italiano è allo sfacelo e il governo allora ha pensato bene di compiere qualche taglietto nei settori più inutili che ci possano essere in un paese: la sanità e la scuola.

Siamo arrivati al punto che uno studente appena uscito dalle superiori è demotivato dallo scegliere un’università in quanto cosciente che questa, quasi sicuramente, lo condannerà lo stesso ad una vita da disoccupato o quantomeno ad un lavoro per il quale PIU’ DI DIECI ANNI di scuola sono stati completamente inutili, esempio eclatante di “demotivazione universitaria” lo possiamo riscontrare nei recenti fatti di cronaca che informano che il giorno 14 settembre 2010 un dottorando della facoltà di Lettere di Palermo dell’età di 27 anni ha preferito optare per il suicidio dopo aver appreso che per lui non ci sarebbe stato un futuro nel mondo del lavoro nonostante tutto il suo lungo percorso di studi, a causa della carenza di posti di lavoro.

A questo portano i tagli alla scuola: a recidere anche le speranze e le vite di molti giovani che si sentono abbandonati e non valorizzati da questo sistema sempre più autoritario.

Ma le lame del governo hanno straziato finanziariamente l’istituzione scolastica, anche a scapito di chi vi lavora; infatti la riforma ha diviso per la penisola i tagli ai professori in questo modo: il 27% è concentrato al Nord (-6.902 posti), il 24% al Centro (-6.129 posti) e, guarda un po’, chissà come mai, il 49% al Sud (-12.530 posti).

Ma in fin dei conti c’è la crisi, no? Già, la crisi. Una crisi che però non ha intaccato le spese militari, gli stipendi dei politici e dei padroni o i finanziamenti alla chiesa. E questa crisi dovrebbe giustificare l’indebolimento della scuola e della sanità? Dovrebbe giustificare le migliaia di disoccupati che andando all’agenzia di collocamento trovano l’unico appiglio per un lavoro futuro in un manifesto di arruolamento dell’esercito? A noi che stiamo manifestando questa situazione non va bene, ma bisogna ricordarsi che il dissenso non deve essere coltivato solo dentro un corteo, ma durante ogni minuto della giornata.

PRETENDI I TUOI DIRITTI, NON ACCETTARE

SERVILMENTE QUESTO SCEMPIO.

FEDERAZIONE ANARCHICA ITALIANA F.A.I

sez. “M.Bakunin” – Jesi

sez. “F.Ferrer” – Chiaravalle

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concerti

Concerto in solidarietà dei lavoratori Fiat

la lotta dei metalmeccanici della Fiat è la lotta di tutti, poiche la distruzione dei diritti del lavoro è la distruzione dei diritti di tutti NO al ricatto del Padronato!!

dalle 17:00 puntuali,
concerto con :

Bologna Violenta (one man grind) www.myspace.com/nicolamanzan
The Blues Against Youth (one man blues) www.myspace.com/thebluesagainstyouth
DjSmegma & Band (live electropunk)

ingresso libero
a seguire cena vegan

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cena sociale


Cena di sottoscrizione per il settimanale Umanità Nova (fondato nel 1920 da Errico Malatesta)
la grande abbuffata inizierà alle ore 20:00 con menu Vegan e non …
accennateci la presenza su csl@aesinet.it
per chi vuole esprime un opinione non sempre di accordo con chi finanzia i giornali i problemi di sopravvivenza economica sono sotto gli occhi di tutti.
Umanità nova si presenta settimanalmente in edizione cartacea come luogo di comunic/azione, di incontro, interventi e riflessioni su fatti e vicende dell’anarchismo sociale, dei movimenti libertari, antiautoritari, anticlericali, di mondo del lavoro e sindacalismo di base, azione diretta, lotte sul territorio, spazi sociali e percorsi autogestionari. Sebbene durante il corso della sua esistenza abbia dovuto continuamente scontrarsi con innumerevoli tentativi di soffocarne la voce, continua dalla caduta del fascismo (1945) ad uscire ininterrottamente, in maniera completamente autofinanziata e grazie al sostegno politico di quanti vi hanno trovato un mezzo coerente con gli obiettivi e le pratiche antistatali ed anticapitalistiche di emancipazione e di trasformazione rivoluzionaria che via via si sono prodotti nella società e nei momenti di lotta che ancora oggi, in epoca di globalizzazione e di restaurazione autoritaria, li perseguono.