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8 settembre, Biblio Circolante + cena sociale – riapertura invernale

Sabato prossimo, 8 settembre, ci sarà la notte azzurra a Jesi.

Un buon modo per festeggiare la sportività dei cittadini che nei giorni scorsi si sono distinti nel salto dei fiumi d’acqua, nella corsa ad ostacoli fra vie trasformate in torrenti, nello spalare in tempi olimpionici stanze allagate, e molte altre specialità. Vincitori? Nessuno. Mentre, ad essere sconfitta, è stata una città, che merita qualcosa di più di belle parole e kermesse per pochi eletti.

Qualcuno ha detto che è venuta meno la manutenzione delle caditoie. Altri hanno ricordato la presenza (allarme) delle tante buche presenti, che segnalano un drenaggio non più funzionale. Re piccione se n’è volato via da un pezzo (ricordate! quello che voleva sistemare tutte le buche in giro). Resta una città in cui è stato ricordato che sicurezza vuol dire fognature, trasporti, sanità, strade e non soldi buttati via per le ennesime telecamere populiste (ed inutili).

Per tutto questo, sabato prossimo, durante la notte azzurra il Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”, sarà aperto, come luogo di socialità ed accoglienza, cultura e dibattito, diversità ed aiuto, e per non rimanere soli ad imprecare di fronte ai molti stati di calamità dei tanti, troppi malgoverni. Cena sociale, biblioteca circolante e archivio delle memorie, perché la solidarietà si coltiva giorno per giorno. Naturalmente in Via Pastrengo 2 a Jesi.

Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi

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17, 24, 31 maggio – Ken Loach, Cineforum libertario

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cineforum General

05,12,19 aprile – CineDistopia #1 at CSL Fabbri

Ritorna il cineforum libertario al CSL “Fabbri”, questa volta vi proponiamo una rassegna composta da tre titoli in tema “distopia fantascientifica”.


Apertura del circolo alle 20:30,

inizio proiezioni alle 21:00.

Via Pastrengo 2, Jesi


Giovedì 05 aprile, “The zero theorem” [2013] di T. Gilliam, 107 min. – Vai al trailer

Giovedì 12 aprile, “Arès” [2016] di J.P. Benes, 90. min. – Vai al trailer

Giovedì 19 aprile, “A scanner darkly” [2006] – R. Linklater, 105 min. – Vai al trailer

 

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concerti General

4 febbraio – Dead Like Me (Fra) + Ludmilla Spleen at Csl Fabbri

Ore 17.30 – Ingresso Gratuito
A Seguire – CENA VEGAN

Centro Studi Libertari “L.Fabbri”
Jesi – via pastrengo 2
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Domenica 4 Febbraio pomeriggio in compagnia di sonorità forti e taglienti. Ci verrano infatti a trovare come tappa del loro tour i francesi Dead Like Me, a picchiare con il loro Post-Hardcore, accompagnati dagli ormai di casa Ludmilla Spleen che, dopo la sfortunata assenza per malattia dal “NoisemoJesi vol.2”, ci verranno a trovare con il loro affilato Noise Post-Punk al fulmicotone! Seratona da non perdere!
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Ore 17.30 – Apertura
Ore 18.00 – Inizio Concerti

– DEAD LIKE ME (Post-Harcore / Noise)
Formati a Pau (Fra) nel 2010 i Dead Like Me combinano il retaggio hardcore e noise di stampo caotico degli anni ’90 con influenze sludge e post-hardcore. Collaborando nel tempo con diverse etichette italiane come Wallace Records, Shove e Vollmer Industries, in zona si sono fatti conoscere nel 2012 per uno split coi nostrani Gerda dal titolo “Me and Gerda are both Dead like you”. Attualmente in tour per l’europa passeranno anche da noi!

https://deadlikeme.bandcamp.com/

– LUDMILLA SPLEEN (Noise / Post-Punk)
Bordate hardcore, tinte acide e deliri post-punk per il duo bolognese devastante che risponde al nome Ludmilla Spleen. Una batteria sghemba e pestata, una chitarra astiosa e tagliente, lamenti e grida di follia, il tutto rigorosamente rumoroso. Super noise band che con la sua nascita datata 1996 rappresenta il duo più longevo della penisola.

https://ludmillaspleen1.bandcamp.com/

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General volantino

27 ottobre 2017: SCIOPERO GENERALE

Ai sindacati ci pensiamo noi, una volta al governo”, non sono proprio le parole testuali, ma il concetto è lo stesso, quello espresso da Di Maio, il ragazzo prodigio pentastellato. Dopo essere andato ad omaggiare i padroni ad Abano Terme, baciare il sangue di San Gennaro, ha ripreso il luogo comune che i sindacati non vanno bene. La caccia ai voti nel sottopancia italiano, tra i disoccupati e i non tutelati che leggono la loro precarietà come unico prodotto di una società fondata sui diritti sociali che però “privilegerebbero” alcuni e discriminerebbero tanti altri. Una logica che genera guerre fra poveri, caccia all’immigrato, cancellazione di qualsiasi lotta sociale e sindacale per sostituirla con una guerra fra poveri continua. Una guerra fra chi subisce la ferocia del liberismo, i tagli alla spesa pubblica, l’imbarbarimento delle coscienze, lasciando impuniti chi ne trae profitto e potere da una situazione di insicurezza continua.

I sindacati confederali – CGIL, CISL e UIL – hanno le loro responsabilità nella precarietà sociale ed economica presente, segni del fallimento della concertazione dei diktat padronali e del mercato. I funzionari sindacali e le organizzazioni non hanno brillato come strumenti di lotta ed emancipazione dei lavoratori, ma al tempo stesso all’interno dei sindacati ci sono lavoratori ed idee di riscatto e mediazione sociale che vengono ogni giorno negate sia dai padroni sia dai figli di papà sorridenti che brillano nel baciare ampolline di vetro. In tutto ciò però c’è chi non si arrende alla perdita di diritti, c’è chi vuole l’allargamento dei diritti per tutti.

C’è chi fa sindacalismo dal basso, senza poltrone, per il miglioramento della vita di tutti e la conquista di garanzie sociali e lavorative, per una piattaforma di lotta che prevede: forti aumenti salariali, riduzione generalizzata dell’orario di lavoro (30 ore settimanali), investimenti pubblici per ambiente e territorio, pensione a 60 anni, con 30 anni di contributi, garantire il diritto alla salute, all’istruzione, all’abitazione, e molto altro in quella che si annuncia come la prima scadenza nazionale di lotta sindacale per lo sciopero generale del 27 ottobre.

In questi giorni si consuma l’ennesimo atto di arroganza padronale e del governo. Da una parte all’Ilva di Taranto, Genova e nelle altre sedi, viene cancellato il futuro di chi non avrà più un lavoro e si chiamerà “esubero (un po’ come gli esodati della Fornero), dall’altra, grazie alla truffa del Jobs Act, verranno cancellati garanzie e diritti per i lavoratori che dovranno cedere al ricatto occupazionale fatto dall’azienda. Il governo, dal canto suo, non dice nulla al modo arrogante di fare di una imprenditoria italiana, anzi, quasi la premia visto che, per l’ennesima volta, vara una finanziaria che trova soldi per i padroni e le avventure militari, a scapito di scuola e sanità pubblica.

Lo sciopero generale del 27 ottobre, indetto da un’ampia area di sigle sindacali, non è lo sciopero fatto in Catalogna, non passa per l’identità nazionale, seppur socialmente impegnata, ma alza la voce di chi lavora in questo paese che sta arricchendo i pochi che stanno al potere (politico ed economico), mettendo le mani nelle tasche dei molti che sopravvivono della quotidianità della precarietà. Il 27 ottobre sciopero generale di tutte le categorie per la secessione dagli interessi del profitto, e l’affermazione dei diritti dei più deboli.

F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana

Sez. “M. Bakunin” – Jesi       

Sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle