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11 dic. Il potere di generare mostri

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Aspectratio @ CSL “Fabbri”

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comunicato stampa General

L’Italia in una regione

Le Marche come laboratorio della destra regionale, pronta al governo nazionale. La notizia, dopo il comizio di apertura della campagna elettorale, fatto ad Ancona da Giorgia Meloni, rimbalzata sui media segue la stessa scia melmosa e nera dei fattacci razzisti, con l’omicidio di Civitanova e quello passato di Fermo e a molti altri episodi simili (Traini a Macerata nel 2018). Come se non bastasse c’è un diritto all’aborto, sempre meno garantito, come in altre regioni amministrate dalla destra (Umbria, Abruzzo). Come sempre, si riafferma l’adagio: “Marche, l’Italia in una regione”.

Al di là delle sparate preoccupanti della destra sub-fascista (perché sotto, sotto … ma manco più di tanto) nulla di nuovo sotto il sole e se davvero le Marche sono il modello da cui trarre ispirazione per il governo del paese, la situazione è preoccupante. Nel lunghissimo tempo passato sotto l’ala democristiana, la regione era l’esempio portante del modello del lavoro (metalmezzadro) con l’immedesimazione totale dell’operaio con l’azienda in un contesto di piccola e media impresa che contava fortemente sul sostegno del territorio. Un modello che ha creato profitto, qualche beneficio, e sfruttamento a piene mani lungo un sentiero di sviluppo destinato ad arrestarsi, e, dopo almeno tre sofferti decenni, arrivato ora al capolinea.

Le Marche attualmente vivono una fase di recessione produttiva forse irreversibile. Tutti i suoi principali settori industriali di punta sono in crisi: calzaturiero, manifatturiero, mobilifici, etc. Il turismo? Pia illusione di amministratori buoni solo ad elargire soldi pubblici per profitti privati. Sul piano dei servizi la sanità è stata progressivamente tagliata, e l’istruzione pubblica da tempo è solo un momentaneo parcheggio o per la disoccupazione o per l’emigrazione. Tutto questo è stato fatto dal centro sinistra, o meglio dal centro e dalla sinistra che hanno governato per anni e il centro-destra potrà solo peggiorare la situazione. La sanità verrà riformata seguendo l’esempio della Lombardia (si, proprio la regione che è crollata sotto l’onda del covid). La crisi economica e il taglio dei servizi verranno addolciti da una contrazione dei diritti per i più deboli, come per le case popolari tolte agli immigrati e da qualche sparata populista.

Se la destra grida parole d’ordine brutte, vuote e false lo fa per accaparrarsi voti seguendo la scia del prodotto elettorale meglio offerto da tutti: la paura, per il deviante, l’immigrato, il povero (FdI, Lega e FI), la sinistra la segue sullo stesso terreno, agitando lo spettro del fascismo montante (PD e cespugli a seguire). L’italianissma Giorgia parla ad una generazione di frustrati che ha bisogno di un capro espiatorio su cui sfogarsi per autoassolversi: non c’è lavoro, meglio prendersela con gli immigrati piuttosto che con i padroni o con un sindacalismo concertativo. Ho mio figlio o mia figlia con qualche chilo in meno o in più, come influisce in questo caso la famiglia? C’è bisogno forse di un reddito che permetta di mangiare meglio ed avere più tempo per sé? L’ignoranza porta invece a sperare nel santone psichiatrico, con le catene, o nel centro sportivo, privato e sovvenzionato da soldi pubblici, o della comunità di recupero o …

Dietro ogni slogan fascistoide della destra c’è solo la necessita` di mascherare una realtà che potrà solo che peggiorare ed un futuro in cui i profitti di pochi aumenteranno. I diseredati, i dimenticati dalla sinistra, che voteranno a destra ovviamente, non vedranno alcun cambiamento in meglio. Ma del resto ci sono abituati, la stessa cosa è accaduto per anni votando a sinistra.

La storia insegna: quando la sinistra insegue i padroni, si fa liberale e istituzionale, poltronara e chiacchierona, apre le porte alla destra, sperando, ingenuamente che questa venga schiacciata dalla relatà che non sa gestire perché stupida, arrogante e profittatrice. Illudendosi. Già è successo una volta in questo paese, ed è stata una tragedia. La storia quando si ripete assume i toni della farsa, ma a noi costerà sicuramente cara ugualmente.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

Comunicato stampa del 02.08.2022

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Violenza de-genere

La giornalista palestinese Shireen Abu Akleh è stata uccisa durante un raid israeliano, mentre faceva un reportage. Nel corso dei suoi funerali, i partecipanti sono stati duramenti repressi dai militari israeliani.
Una studentessa nigeriana, Deborah Samuel, accusata di blasfemia per un commento offensivo su Maometto, pubblicato su Whatsapp, è stata lapidata dai suoi stessi compagni di scuola.
Centinaia di donne sono state molestate durante il raduno nazionale degli alpini a Rimini. Molti i commenti di politici maschi tesi a minimizzare l’accaduto, in un’ottica machista, simile a quella dell’assessore alla sanità della regione Marche il quale ha affermato che l’intelligenza dipende dall’organo genitale femminile.
Una imprenditrice si vanta di assumere per la sua nota impresa solo donne che non creano problemi e possono dare tutto per l’azienda. Alcuni l’hanno giustificata dicendo che chi offre lavoro detta le regole del lavoro. Molte donne dipendenti si sono altresì lamentate di essere costrette a lavorare continuamente sotto pressione.
Donne ucraine, russe e bielorusse piangono le vittime di una guerra fra oligarchi.
Una sola donna al potere ha provato a sollevare ragioni “economiche” per un cessate il fuoco. Inascoltata. In passato un’altra donna, Anna Politkovskaja aveva sollevato con più forza le ragioni della pace contro l’autocrazia al governo. E’ stata assassinata. Anche la sua morte ha permesso una continuazione della politica guerrafondaia che dalla Cecenia si è estesa all’Ossezia, alla Georgia fino all’Ucraina.
Una donna nera di 77 anni, Pearl Young, è stata uccisa assieme ad altre 9 persone da un suprematista bianco di 18 anni in una strage razzista eseguita a Buffalo (USA). In questo caso l’etnia è stato il principale oggetto della violenza, Il suprematista bianco fra le tante citazioni deliranti ha ricordato il neofascista Traini che a Macerata sparò in girò per la città, su tutte le persone di origine africana che
incontrava. Accadeva in un paese in cui la parità salariale e sociale, sindacale e politica, ma ancor più culturale, deve essere raggiunta. In un paese dove per nascondere le discriminazioni di cui le donne sono vittime ogni giorno, ci si inventa teorie di gender inesistenti. Un paese che ha più a cuore i suoi fratelli, citati nell’inno nazionale, dove non c’è posto per nessun riferimento femminile. E forse è un bene.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

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General manifesto

Resistere. Alla miseria che tutte le guerre portano.