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25 Aprile 2016

A Jesi: corteo, pranzo sociale e concerto con i Brancoro

Il fascismo genera guerre, miserie, rifugiati, lutti, sfruttamento, e menzogne.
Nona basta averlo sconfitto una volta.
Esso vive nel razzismo, nella paura, nell’abbandono. Fuori dai miti, nell’attualità della lotta quotidiana contro gerarchie economiche, culturali e politiche,

ora e sempre  resistenza.

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Infopoint 02/04/2016

REFERENDUM

Il prossimo 17 aprile ci sarà il referendum sulle trivelle, circa una cinquantina, che hanno la concessione di estrazione entro le dodici miglia dalla costa, con scadenza di autorizzazione attorno il 2020. Il governo nella legge di stabilità prevede un rinnovo fino ad esaurimento del giacimento. Il fronte del SI si oppone a questo e quello del NO parla della crisi, dell’energia e dei posti di lavoro. Il rischio di un mancato quorum è alto, visto anche l’atteggiamento del partito di governo, non potrebbe essere altrimenti, che prima si schiera a difesa dell’ambiente, poi … a difesa del governo e invita all’astensione.

Qualunque sia l’esito il rischio di un ulteriore avanzamento della disaffezione della politica è alto. E non a torto, anche perché da questa politica, istituzionale, e da questi politici (tutti), più lontani si sta, meglio è. Vista la fine democratica con cui è stata rispettata la scelta popolare contro la privatizzazione dell’acqua è alto il timore che “… tanto alla fine fanno come pare a loro!”. Le uniche certezze a questo punto sono quelle di sempre: sperare che basti solo una scheda per ottenere democrazia, rischia di creare nei fatti diritti, libertà, sicurezze … di carta. La partecipazione popolare, le scelte condivise, le lotte collettive (vedere gli esempi contro la TAV, Dal Molin, Muos, etc.), la politica fatta dal basso forse qualche certezza di libertà in più la danno.

Il resto sono chiacchiere e viscere, strumentalizzazioni di segreteria ed elettorali. Le questioni ambientali o del lavoro possono avere bisogno del sostegno della scelta referendaria, di quando in quando, ma la certezza delle libertà può essere data solo dall’esercizio delle stesse.

L’unica cosa certa è che l’esito di questo referendum, qualsiasi esso sia, non inciderà sulle condizioni di vita dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati o sullo sfruttamento dei territori. Fino a quando non cambieremo radicalmente l’attuale sistema di produzione, che ha come fine arricchire le multinazionali, in barba alla qualità della vita della salute sia degli uomini che dei territori, le nostre condizioni di vita non potranno che peggiorare. Per non rassegnarsi ad essere carne da macello in guerre o attentati, miserie economiche o dittature mediatiche e di mercato, la società si cambia dal basso, si fa più giusta fra sfruttati, si sogna e si difende lottando.

F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
Sez. “M. Bakunin” Jesi        
Sez. “F. Ferrer” Chiaravalle
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Senza coscienza

Il New York Times critica l’Italia sull’alto numero di obiettori di coscienza presenti, additandola a paese ancora attraversato da un oscurantismo religioso che ne condiziona politiche e diritti. Beh! detto da chi vive negli States dove fuori dai consultori c’è chi spara in faccia ai medici abortisti, suona un po’ strano, anche se è vero che in tema di diritti delle donne nel nostro paese si sta ritornando indietro a grandi balzi. E l’obiezione di coscienza all’IVG ne è un esempio chiaro.

Probabilmente non esiste legge al mondo che, nella sua applicazione, possa permettere di … disattenderla. L’obiezione di coscienza nel sistema sanitario italiano (ancora pubblico) più che atto individuale è diventata strategia corporativa e meschina di negazione di un diritto alla salute e alla dignità di genere, di donna. L’alto numero di medici, anestesisti, e infermieri obiettori rendono di fatto inapplicabile la legge e aprono la strada all’aborto clandestino che, il Ministero della Salute “stima” in 12 – 15.000 casi, e vara una norma per contrastarlo aumentando le sanzioni pecuniarie verso … la donna. Fino a 10.000 euro di ammenda. Il quadro è abbastanza chiaro, trasformare un diritto in un affare pecuniario, per chi garantirà il servizio a pagamento, per lo stato che punisce … le vittime.

L’obiezione di coscienza è diffusa come una piaga, i numeri superano in tutte le regioni il 60% del personale, con punte del 90 o del 100%. A farne le spese, come sempre, è chi è diverso: in primo luogo le donne, in una società in cui dietro la “coscienza” si cela l’affermazione, tutta maschile e religiosa, di controllare il corpo femminile. Ci rimette chi ha meno soldi, istruzione, reti sociali, l’immigrato e la minorenne, la donna abusata e quella che … non ce la fa più. Probabilmente si dovrà cambiare la definizione in futuro e più che parlare di obiezione di coscienza, sarà meglio “rinuncia di coscienza”, sul piano etico, professionale, umano, civile e … per chi si considera cattolico progressista, anche religioso.

Quanto scritto proviene da chi vive in una città che, oltre il primato sportivo, è risaltata sulle cronache nazionali anche per l’interruzione, un paio di anni fa, del servizio pubblico di IVG di cui ieri, come oggi, non sono chiare le ragioni, non tanto sul piano della “coscienza”, quanto su quello dell’organizzazione, dei dati, dei costi, del servizio garantito in una Regione, le Marche, sempre solerte a dare numeri e giustificazioni per chiudere, ospedali, reparti, punti nascita, tagliare diritti pubblici e sostenere interessi privati.
F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana
Gruppo – M.Bakunin – Jesi
Gruppo – F.Ferrer – Chiaravalle
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2016……non è un buon inizio

2016

… non è un buon inizio


A Fidenza i facchini in sciopero per un lavoro dignitoso vengono caricati da polizia e carabinieri, fermati e portati in questura. Il diritto al lavoro diventa reato e non a caso mentre i lavoratori facevano resistenza non violenta in sit-in, gridavano “Libertà, libertà!” e “Sciopero, sciopero!”. I media dicono però che va tutto bene e che c’è la ripresa, che la disoccupazione scende, e i soldi tornano a girare. Forse, non certo in un paese dove falliscono le banche e svaniscono nell’aria i risparmi di una vita, mentre si caricano sulla collettività gli sbagli di una imprenditoria, di una finanza e di una politica che serve solo gli amici degli amici. 

Sui media nazionali Jesi torna a far parlare di se per Banca Marche. Come dire, siamo una città importante non solo per lo sport, ma anche per il diritto all’interruzione di gravidanza negato, per i soldi “sfumati”, per il lavoro che scompare e resta solo un terziario avanzato (nel senso andato a male) come maggiore attività. I parcheggi che un tempo si riempivano la mattina per operai e impiegati, oggi sono vuoti e si riempiono la sera per i fantasmi della movida cittadina. I numeri in Vallesina parlano di una disoccupazione in crescita del 2,5%, con 10.243 disoccupati di cui 3.554 solo per Jesi. Alla New Holland nel 2015 ci sono stati 70 giorni di cassa integrazione che probabilmente verranno ripetuti quest’anno assieme alla minaccia di esuberi. 
Posti di lavoro che diventano così dei fantasmi, assieme ai diritti stessi di chi lavora, cancellati dal Job’s Act. E fantasmi sono i servizi sanitari pubblici. Punti nascita al centro di campagne e polemiche, in regione come in Italia. La stampa martella sulla malasanità e i servizi sanitari chiudono interi reparti di ostetricia nel paese. Si taglia, con la scusa del risparmio.
Risparmiare, razionalizzare, far fronte alla crisi. Il risultato è sempre lo stesso: si fa sperperare chi comanda e si fa tirare la cinghia a chi lavora e produce guadagno e non spreca.
Qualcuno una volta ha detto che la democrazia parlamentare può essere più rigida di una dittatura. Sembra un assurdo, ma di fatto quello in carica è un governo che non è stato eletto e non ammette repliche, non ha fatto nulla per i più deboli e mostra segni di “rinnovamento” uguali a quelli del … passato. Non è un caso quindi che fascisti, militaristi, razzisti, omofobi e sentinelle varie trovano spazio fra la disperazione sociale, la stupidità politica e l’arroganza capitalista. 
Anche questo 2016 di conseguenza sarà un anno lungo, molto lungo e pesante maggiore sarà l’assenza dalla politica attiva da parte degli sfruttati, dei lavoratori. In tutto l’arco politico presente non c’è una idea valida che possa sollevarsi a criticare la guerra di classe in atto, il furto di salari, i favoritismi ai ricchi e ai padroni. Questo sistema non funziona. Non ha mai funzionato e più va avanti più produce guerre, miserie, distruzioni, rapine legalizzate. Protestare, contestare, organizzarsi e lottare, affermare diritti e libertà è, oggi più che mai, un atto politico di cambiamento giusto ed irrinunciabile.
F.A.I.  – Federazione Anarchica Italiana

gruppo – M.Bakunin – Jesi
gruppo – F.Ferrer – Chiaravalle
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ripresa mortale

Ripresa Mortale

Dati Istat parlano di un aumento della mortalità di 11,7% in Italia, pari a 67.000 unità. Cifre che i media riconducono in paragone solo al 1943 o al 1915-18, periodi di guerra.

Del resto c’è poco da stupirsi dato che da anni in Italia è in atto una guerra di classe, da parte dei padroni, che miete diritti e vite senza incontrare ostacoli di sorta, se non quelli di cambiare, volta per volta, il presidente del consiglio di turno per andare avanti più speditamente nella strutturazione di uno dominio assoluto da parte delle classi ricche.

Il Governo Renzi dice che il paese è fuori dalle secche e che la ripresa c’è e intanto salva banche e interessi degli amici degli amici. Tutto ciò però non parla direttamente dell’aumento della mortalità, e non basta dare solo al boyscout fiorentino la colpa di tutto. C’è anche un ministro della sanità che assiste impassibile a tagli progressivi di finanziamenti e servizi, per perdersi in disquisizioni filosofiche sulla prevenzione e gli stili di vita salutari.

Alla fine l’aumento della mortalità denuncia il degrado del paese che rischia di prestarsi a diverse letture populiste, come quella data dall’editorialista Mario Giordano di Libero – quello che fa prime pagine razziste – dove si preoccupa per la mortalità in aumento. Anche i deputati dell’unica opposizione presente e onesta se ne preoccupano. E pure gli italiani de noantri salgono in cattedra a gridare aiuto per la salute pubblica e per i Marò! Il rischio è che un dato importante venga affogato nella melma mediatica e politica al fine di generare reazioni pulsionali e fataliste.

L’aumento di mortalità, la diminuzione di cure, ricoveri, prestazioni, etc. deve essere letto in una chiave semplice: l’accesso ai servizi è negato ai più. Lo stesso universalismo della sanità pubblica è ormai ridotto in fin di vita di fronte alla sanità della prestazione privata del luminare (neanche tanto) di turno. Il coro di lamenti dovrebbe porre l’attenzione su quanto costa una visita a pagamento, un elettrocardiogramma, una ecografia, anche un semplice esame del sangue (viste le ultime scelte del governo) e di conseguenza su chi paga, chi ci rimette e chi si arricchisce. Difficile immaginare assalti popolari a centri ambulatoriali privati per avere visite mediche gratuite.

La realtà è più semplice nella sua complessità: meno lavoro, meno lavoro garantito (chi è che parlava di finirla con il posto fisso?), meno previdenza e copertura sanitaria, città e territori invivibili, trasporti pubblici inesistenti e traffico privato in continua espansione.

Ed ancora: territori saccheggiati, trivelle, turbogas, tav, gasdotti e terre dei fuochi. Nel paese dell’expo alimentare sempre più italiani comprano e mangiano alimenti di dubbia qualità, solo perché … non ci sono i soldi. Facile prendersela con chi fuma, con la crisi, le banche, e gli stranieri (lo sciacallo di turno non manca mai), ma intanto il professionista che ti fa la visita a 100, 200, 300 euro in nero nessuno lo tocca.

E’ aumentata la mortalità degli italiani? Numeri da guerra? Vero, una guerra di classe contro cui, è tempo di reagire, organizzarsi, a partire dalla difesa individuale e collettiva della salute dei più deboli, di chi non ha accesso ai servizi, di chi non ha altra possibilità che vivere, mangiare e lavorare in pessime condizioni.

La solidarietà di classe, la diffusione di notizie e aiuto sono medicine più potenti di qualsiasi anatema del politico di turno e, garantiscono l’accesso ad una vita migliore, da subito. Basta solo organizzarsi fra sfruttati e non cedere al ricatto dei baroni della salute, dei guappi della disinformazione (vaccinarsi è un diritto ed uno strumento valido!), dei ladri di servizi pubblici.




FAI – Federazione Anarchica Italiana 
Gruppo – M.Bakunin – Jesi
Gruppo – F.Ferrer – Chiaravalle