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aperitivo volantino

volantino distribuito il 28 luglio 2010

Spazi di libertà e diritto di parola


Spazi di libertà e diritto di parola

Di fronte all’uso politico e strumentale della crisi economica e alle sue ricadute sociali negative, dovrebbero aumentare gli strumenti e gli spazi di partecipazione, informazione, socialità a disposizione della collettività. Questo almeno dovrebbe essere in una società che si dice democratica, specie se governata da forze di centro-sinistra, almeno a livello locale.
Purtroppo così non è.
L’amministrazione comunale, troppo impegnata nelle sue diatribe interne, da tempo non fa altro che mettere in vendita spazi di socialità (Via Politi e San Martino), bloccarli in una ristrutturazione infinita (Ex-carceri e Giardini Sacco e Vanzetti), o addirittura toglierli (bacheche pubbliche dell’Arco del Magistrato e in Piazza Federico II).

Il Palazzo dei Convegni è sempre meno accessibile per iniziative pubbliche che non siano prenotate con mesi di anticipo, e la stessa Piazza della Repubblica non prevede l’uso dell’elettricità a chi voglia far sentire la sua voce. La possibilità di affiggere un manifesto, distribuire un volantino, organizzare un dibattito o valorizzare i luoghi di socialità presenti da tempo in città sono necessità che devono essere mantenute e potenziate, e l’Amministrazione Comunale deve dare delle risposte su quanto descritto.

In merito consideriamo importante e necessario riprendere un percorso ampio ed aperto avviato anni fa in tema di spazi di aggregazione e di controinformazione, per costruire un percorso reale di partecipazione dal basso ai bisogni della città, aperto all’associazionismo e ai gruppi politici, contro qualsiasi scelta istituzionale che limiti o condizioni le libertà di espressione collettiva ed individuale.
Vogliamo che si possa continuare a dare parola ai diritti e spazi alle libertà, come tutto un mondo di individui e gruppi, spesso diversi fra loro, da anni fa in città, fuori dagli intrighi, dagli interessi o dalle negligenze del palazzo.

Jesi, Federazione Anarchica italiana, Sez. “Michele Bakunin” – Jesi,Partito della Rifondazione Comunista, Circolo “Karl Marx” – Associazione Brigate di Solidarietà Attiva – Marche, Comitato Diritti e Lavoro, Centro Studi Libertari Luigi Fabbri, Partito dei Carc – Jesi, Qui Jesi Libera, Associazione musicale Valvolare


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antifascismo volantino

volantino distribuito al presidio antifascista di Fabriano del 2 Luglio

LO RIBADIAMO : ORA E SEMPRE ANTIFASCISMO!
Antifascismo e violenza fascista sono oggi etichettati dai più come roba vecchia, anacronistica, anni ’70: cose da scontri di piazza, da fotografie in bianco e nero di un mondo che fu. Ma molti, oggi più che mai, sentono il peso della violenza di stampo fascista all’interno di questa nostra Italia nauseabonda. Lo sentono, lo percepiscono ogni giorno sul posto di lavoro e fuori: si passa dalla semplice intimidazione fino alla forma più becera dell’aggressione fisica. Va ormai quasi alla moda attaccare chi non ci sta, chi non accetta le regole di questo capitalismo globalizzato sempre più ributtante. Lo “sfigato”, ovvero chi non fa o segue le tendenze (un comunista, un anarchico, un migrante, ad esempio) viene insultato, emarginato, umiliato, a cominciare dalla scuola, così tristemente appiattita sui diktat gelminiani.
La notte tra il 23 e il 24 giugno, un ragazzo fabrianese è stato aggredito e picchiato da suoi coetanei (i soliti noti? I modaioli squadristi dei bar del centro storico?) perché indossava una maglietta con il ritratto di Che Guevara e perché aveva intonato le note di “Bella ciao”. Un episodio gravissimo che si va ad aggiungere ad una lunga lista di altri analoghi successi negli ultimi anni in varie parti d’Italia, molte volte camuffati dalla stampa locale come semplici scazzottate tra attaccabrighe, magari stranieri.
Con questo recente atto di violenza ci rendiamo conto ancor di più della deriva reazionaria che sta prendendo l’Italia, grazie alle varie leggi liberticide e repressive approvate a destra e a sinistra, che ormai da anni cercano di alimentare e diffondere un clima di tensione sociale volto ad innescare una patetica, devastante “guerra tra poveri. Noi anarchici e libertari ci opponiamo e lotteremo strenuamente fino a quando ogni forma di violenza, ogni forma di fascismo, ogni forma di capitalismo, ogni forma di sfruttamento dell’uomo sull’uomo sarà estirpata.

F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana (Sez.”Michele Bakunin” Jesi, Sez.”Francisco Ferrer”- Chiaravalle),

Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” Jesi,
Circolo Libertario “Atillio Franca” Fabriano,
Circolo culturale “Ottorino Manni” Senigallia
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volantino
venerdi 25 giugno 2010 – distribuito allo sciopero generale di Ancona

CONTRO L’ATTACCO PADRONALE E DEL GOVERNO AI DIRITTI DEI LAVORATORI E DELLE CLASSI PIU’ DEBOLI

con la scusa della crisi globale il governo e i padroni stanno introducendo una serie di mutamenti strutturali destinati,nel breve termine, a modificare in peggio, le condizioni di vita e la stessa esistenza delle classi subalterne.
Nel pubblico assistiamo allo smantellamento del welfare,sanità,previdenza,scuola con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Nel privato grazie alle delocalizzazioni e all’aumento dello sfruttamento stiamo assistendo oramai da anni ad un continuo aumento della cassa integrazione e della disoccupazione.
Di fronte a questa situazione, l’attuale governo, sta portando a termine l’opera distruttrice, iniziata dai governi di vario colore che lo hanno preceduto e spinge l’acceleratore sul piano dello stravolgimento dei rapporti di lavoro, mirando direttamente alla totale cancellazione di diritti dei lavoratori
Sergio Marchionne, amministratore della più grossa fabbrica italiana, si offre per fare da apripista e da esempio per tutte le altre imprese, utilizzando lo strumento del ricatto occupazionale , per imporre una svolta alle relazioni industriali. Pomigliano, lo stabilimento simbolo della resistenza operaia al Sud, è il luogo dove si combatte in questi giorni un braccio di ferro che segnerà come non mai il destino del mondo del lavoro in Italia.
Il pezzo forte del piano Marchionne è di fatto l’assenza di regole, la rottura definitiva dei lacci e laccioli che da anni il capitalismo nostrano cercava di rompere;18 turni settimanali alla catena di montaggio e la possibilità di utilizzare 120 ore di straordinario obbligatorio significano di fatto disporre della vita dei propri dipendenti in maniera totale. Si arriva al delirio di onnipotenza, all’antioperaismo protofascista con le limitazioni del diritto di sciopero e la facoltà di non applicare le norme del contratto nazionale che prevedono il pagamento della malattia a carico dell’impresa o la possibilità di spostare i lavoratori in altre aziende fino a 50km senza rimborso.
Bene hanno fatto la FIOM ed il sindacalismo di base a non cedere al ricatto e a rispedire al mittente,un accordo irricevibile. La vittoria del referendum della Fiat non è stato quel risultato plebiscitario auspicato dai padroni. Tutto ciò non basta per vincere la partita.
Bisogna lottare per maggiori diritti e garanzie,per un lavoro degno,per una società che produca benessere collettivo e non per il profitto di pochi,che genera solo ricatti,miserie,sfruttamento e guerre tra poveri.
PER LA SOLIDARIETA’ DI CLASSE E LA GIUSTIZIA SOCIALE!
F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana
Sez. “Michele Bakunin ” – Jesi
Sez. “Francisco Ferrer ” – Chiaravalle
Circolo Libertario ” Attilio Franca ” – Fabriano
Circolo Culturale ” Ottorino Manni ” – Senigallia
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volantino

Lottare si può, Lottare si deve!

Il padronato e il governo, complice la crisi internazionale e parte del sindacalismo confederale, stanno provocando uno tsunami devastante in tutto il mondo del lavoro e non solo, cancellando diritti, posti, regole e potere d’acquisto dei magri salari.

Il nostro territorio sta pagando un prezzo elevato in termini di perdite occupazionali, dalla Merloni di Fabriano al Cantiere di Ancona si evidenzia una scia continua di fallimenti, delocalizzazioni, mobilità, cassa integrazione in provincia e in regione.

In tutto il paese si delinea all’orizzonte una “macelleria sociale” provocata dallo scadere degli ammortizzatori sociali, totalmente inadeguati alla portata della crisi, e all’aumento della disoccupazione, innescando lotte tra poveri, razzismo e aumento della precarietà, dell’insicurezza, dello sfruttamento.

Abbiamo gridato che non avremmo pagato una crisi voluta e cresciuta all’ombra delle speculazioni finanziarie e del capitalismo internazionale, ma attualmente gli unici ad aver pagato siamo proprio noi, lavoratori, disoccupati, studenti mentre banchieri e industriali continuano ad arricchirsi grazie anche agli aiuti statali.

Nella politica, l’opposizione, sta reagendo come un pugile suonato, incapace di infliggere colpi incisivi, barcollante, privo di quella lucidità che a dire il vero non ha mai avuto, in quanto da sempre è a caccia di poltrone e frequenta le piazze soltanto per strumentalizzare per fini elettorali le lotte operaie.

Riteniamo questo sciopero generale di 4 ore utile soltanto come punto di partenza per un reale cambio di rotta, è necessario cambiare marcia, noi non ci stiamo ad essere fatti a pezzi, riprendiamoci le piazze, riprendiamoci la vita.

Solo la lotta paga!

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volantino

A D I F E S A della salute, dell’ambiente e del lavoro, CONTRO L’INQUINAMENTO delle nostre vite prodotto dalla politica e dal mercato.

“Le Marche, l’Italia in una regione”, mai slogan fu più appropriato. La nostra regione assomiglia sempre più all’Italia devastata dai profitti industriali, dalle speculazioni degli sciacalli di turno, dai facili guadagni che una classe imprenditoriale senza scrupoli fa a spese dei cittadini grazie alle complicità del palazzo. La centralizzazione della produzione di energia elettrica in provincia d’Ancona, zona ad alto rischio ambientale, vede la Sadam e l’Api farla da padroni con la costruzione della centrale a biomasse e la pipeline per il bio-diesel. La Sadam di Maccaferri non si fa scrupoli e cerca di massimizzare i suoi profitti su tutto il territorio regionale, ma la volontà e la determinazione dei cittadini si fa sempre più sentire da Fermo, al Pesarese, alla Vallesina e in tutta la regione.
Non basta! Si paventano progetti devastanti un po’ in tutta la regione: rigassificatori, centrali turbogas, elettrodotti e perfino una centrale nucleare. E, se si vuole, viste le cronache del passato, non è detto che le devastazioni edilizie non favoriscano, come in varie parti del paese, anche da noi frane e smottamenti di vario ordine. Insomma un quadro preoccupante sintomo di una classe politica ed industriale buona solo a leggere il territorio in termini di saccheggio, di potere e di profitti per pochi a danno di molti.
In questi giorni si sta rendendo più difficile la lotta contro la TAV in Val Susa. Una lotta fatta dal basso, dai cittadini, fuori da giochi di partito e di potere. Una lotta che dà fastidio a molti e che vede una reazione feroce contro la libertà di protesta, con feriti ed arresti indiscriminati e menzogne mediatiche. Nelle Marche ancora non si è arrivati a tanto, di certo la volontà dei cittadini che dal basso hanno costituito e reso attivi comitati a difesa della salute, non sempre è ben accetta. Ciò nonostante in alcuni casi si sono smascherati i giochi torbidi della politica, fermati progetti pericolosi, ed evidenziato quanto siano piccoli gli spazi di libertà e di democrazia a disposizione della collettività per difendersi dai soprusi del potere.
Dal canto nostro la lotta continua contro la Sadam di Jesi, contro chi vuole lo scontro fra le ragioni dell’ambiente e quelle del lavoro, a difesa della libertà di parola, della salute pubblica e di un futuro occupazionale certo, produttivo, e non fatto solo per ingannevoli speculazioni finanziarie.
Continueremo a far sentire le ragioni della collettività, saremo a fianco dei cittadini e dei lavoratori ogni volta che dal basso si difende la dignità umana e si costruisce la giustizia sociale.
Solo la lotta paga!


Federazione Anarchica Italiana

sez. M.Bakunin Jesi

sez. F.Ferrer Chiaravalle

Centro Studi Libertari “L.Fabbri” Jesi