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volantino

volantino distribuito allo sciopero studentesco del 17 novembre  a  Jesi

Mario Monti vs 99%
Nel nostro Parlamento abbiamo quasi mille tra deputati e senatori, ed il nostro caro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell’encomiabile tentativo di portare l’Italia fuori dalla crisi, ne istituisce un altro. Tra un appello e l’altro al sacrificio richiesto ai cittadini in onore del futuro comune, ecco che un nuovo stipendio da parlamentare viene caricato sulle nostre spalle. È così che vediamo entrare nel palcoscenico politico italiano una nuova (vecchia) figura: Mario Monti. Molti tessono le lodi di questo personaggio che dovrebbe traghettarci verso tempi meno bui.

Ma conosciamo davvero uesto individuo? Chi è Mario Monti? Economista, ha lavorato, assieme a Draghi, alla Goldman Sachs, banca famosa per aver portato gli Usa sull’orlo del fallimento, incrementando ed accelerando il processo di crisi globale. Successivamente rettore e preside dell’Università Bocconi di Milano. Dal 9/11/2011 senatore a vita, e dal 16/11/2011 presidente del Consiglio dei Ministri. Quindi ci troviamo in un caso in cui i rappresentanti delle banche vanno a governare quegli Stati che sono falliti per salvare dal fallimento stesso le loro banche. Da una delle poche dichiarazioni rilasciate sui provvedimenti da prendere, risulta che, a suo avviso, gli esempi da seguire nel governare il Paese sono (attenzione, attenzione!) siano Marchionne e la Gelmini (Corriere della Sera 2 gennaio 2011) e le discusse riforme da loro attuate. Per lui seguire un linea simile aiuterebbe l’Italia a formare meglio i suoi studenti, fare più ricerca, e riavviare l’industria. Peccato che siano state proprio queste riforme ad affossare il Paese smantellando il diritto allo studio e i diritti sul lavoro, provocando “l’espulsione coatta” degli studenti dalle università, licenziamenti di massa, aumento delle tasse universitarie e una diminuzione dei salari. La crisi non l’abbiamo causata noi, la risolvano quei porci che l’hanno inventata e che ci si stanno arricchendo sopra.
Dagli indignados in Spagna a Occupy Wall Street a New York, alle piazze italiane e greche e a quelle della primavera araba si alza la voce di protesta contro un sistema fallimentare che genera guerre, miserie e schiavitù. A difesa dei più deboli e contro ogni privilegio di casta: CHE PAGHINO I RICCHI, CHE PAGHI L’1%
Organizzata dal Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi: venerdì 18 novembre, ore 16, apertura mostra; sabato 19, ore 18 dibattito: “L’Italia fatta dai rivoluzionari, la figura di Carlo Pisacane” con G. Galzerano; domenica 20: ore 18 video “Debtocracy”, il racconto della crisi in Grecia.” Il tema di quest’anno vuole coniugare l’attualità della crisi economica in corso con i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia che, proprio ad opera dei mercati, in nome di un emergenzialismo finanziario, mostra come qualsivoglia identità politica nazionale si riveli fragile di fronte a governi tecnici, riforme distruttive, assenza del protagonismo della politica vera, quella fatta dal basso, dai movimenti.


Federazione Anarchica Italiana 
Sez – M.Bakunin – Jesi
Sez – F Ferrer – Chiaravalle
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liberi libri

LIBERI LIBRI 13° edizione
Il prossimo fine settimana si terrà a Jesi, presso il Palazzo dei Convegni, il consueto appuntamento annuale di “Liberi libri, l’editoria alternativa e libertaria in mostra”, giunto alla sua tredicesima edizione. Il programma dell’iniziativa organizzata dal Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi, è il seguente:  venerdì 17 novembre, ore 16, apertura mostra; sabato 18, ore 18 dibattito: “L’Italia fatta dai rivoluzionari, la figura di Carlo Pisacane” con Il prof. Giuseppe Galzerano; domenica 20: ore 18 video “Debtocracy”, il racconto della crisi in Grecia.” Il tema di quest’anno vuole coniugare l’attualità della crisi economica in corso con i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia che, proprio ad opera dei mercati, in nome di un emergenzialismo finanziario, mostra come qualsivoglia identità politica nazionale si riveli fragile di fronte a governi tecnici, riforme distruttive, assenza del protagonismo della politica vera, quella fatta dal basso, dai movimenti, da coloro che pagheranno in prima persona il “risanamento” della crisi.


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ADESSO TOCCA A NOI
……contro le tossine della disinformazione

Domenica 13 Novembre,ore 17,
in via pastrengo n.2 a Jesi

DIBATTITO PUBBLICO 
L’argomento del dibattito viene suggerito dal titolo e riguarda l’uso sistematico di bugie, stereotipi e le vere e proprie campagne di disinformazione a livello mediatico e governativo. I reportage della manifestazione del 15 ottobre ( e le notizie della repressione successiva) sono
solo una piccola espressione di un politica della menzogna che si rende attiva dalle guerre umanitarie e mediatiche (ultima quella della Libia), alle scelte economiche e alle lotte operaie, fino alla visibilità negata ai movimenti e alle proteste delle collettività e dei migranti. Consideriamo importante che su queste tematiche più voci e diversità di percorsi possano incontrarsi ed esprimersi, stimolando la libera circolazione e diffusione delle idee e della verità.

Promuovono l’iniziativa le seguenti realtà di Jesi: 


Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”, ANPI, Libera contro le mafie, CSA – TNT, Ass. Brigate di Solidarietà Attiva – Marche, ARCI, FAI – Federazione Anarchica Italiana, PRC – Partito della Rifondazione Comunista, Jesi Attiva.

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volantino

FESTEGGERETE IL 4 NOVEMBRE RICORDANDO QUELLO CHE GLI ESERCITI FANNO IN GIRO PER IL MONDO?
Il 4 novembre si dovrebbe ricordare la fine di una guerra che causò 500.000 morti e non osannare chi continua a farle chiamandole per di più umanitarie, tutte quelle forze armate a cui è stata assegnata l’ultima delle tante guerre, che continuano in giro per il mondo per accaparrarci quelle risorse energetiche che ci occorrono per tutelare i nostri capitali,senza dimenticare il dispiego di uomini con armamenti pesanti nelle nostre città a difesa di chi? Non certo di chi perde lavoro,salute e sicurezza nel futuro.
Corpi militari che spendono sempre più soldi per armamenti,uomini e risorse.
Solo per quanto riguarda gli investimenti militari previsti per il 2011, il Ministero della Difesa ha previsto un totale di 3.454 milioni di euro (+266 milioni rispetto al 2010)in cui sono compresi i progetti NATO; 121 aerei Eurofighter e 131 F-35 . Nei prossimi anni altri investimenti verranno utilizzati per l’acquisto di 100 elicotteri Nh90, aerei Tornado e sommergibili U-212 e 249 blindati VBM 8×8; Il tutto per un totale di 46 miliardi 950 milioni nei prossimi 15 annidobbiamo muovere guerra contro qualcuno? Dobbiamo difenderci dal Vaticano che ci conquista? O dobbiamo solo sfamare le industrie belliche che non conoscono crisi?Aggiungiamo le spese di mantenimento delle truppe e qualche esempio del denaro che serve far muovere la macchina da guerra italica : tra i 30 e i 65.000 euro per ogni ora di volo dei cacciabombardieri; 11.500 euro per un’ora di volo dei cargo C-130; 100.000 euro di carburante per ogni ora di navigazione della portaerei “Garibaldi” e del cacciatorpediniere “Andrea Doria”. Senza dimenticare che ogni missile o bomba lanciata costa decine e decine di migliaia di euro
ALLORAi soldi per le scuole,per le università,per gli ospedali,CI SONOma per scelta non vi vengono destinati, anzi si continua a tagliare.Parliamo pure di crisi allora, ma del sistema sociale a vantaggio di un sistema politico/finanziario che mostra la sua vera faccia
Noi NO !
rimanendo al fianco delle popolazioni che difendo il proprio territorio,di chi subisce inquinamenti radioattivi da poligoni di tiro, chi si vede portato via il lavoro in nome di una crisi .continueremo a considerarlo un giorno di lutto,portando avantil’antimilitarismo che ci ha sempre contraddistinto, contro tutte le guerre con chi le ha sempre subite,per smascherare che il vostro modo di vivere si basa su la morte e lo sfruttamento di altre persone. Non nascondendo la nostra rabbia contro le guerre, le armi, i militarismi e le militarizzazioni del territori.
Federazione Anarchica Italiana
sez.Michele Bakunin – Jesi
sez.Francisco Ferrer – Chiaravalle
Centro Studi Libertari Luigi Fabbri – Jesi
f.i.p. Via Pastrengo 2 Jesi                                                                     Circolo Culturale Ottorino Manni – Senigallia
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comunicato stampa del 18 ottobre
Una caccia alle streghe in grande stile, questa  è l’unica definizione che si può dare alla grande campagna mediatica avviata dopo i fatti di Roma. Se le stesse energie fossero state spese per ridurre il disagio sociale  montante, forse non ci sarebbe stata l’esplosione di rabbia giovanile; o forse no. Il beneficio del dubbio è d’obbligo, ma non per tutti. Sembra che si sia aperta ufficialmente la caccia all’anarchico, anche se poi è un tifoso o un Black block o un comunista o un autonomo: di tutto un pò insomma, l’importante è criminalizzare chi dissente. Basta poco: una felpa, un casco, avere 20 anni. C’è una sproporzione enorme fra i fatti accaduti e la reazione, prima a Roma e poi nel resto del paese. Per quello che ci riguarda come FAI – Federazione Anarchica Italiana, la maggioranza del movimento aveva fatto due scelte precise: partecipare a Roma al corteo in modo visibile, pacifico, ordinato dietro lo striscione “accerchiamoli” o organizzare iniziative locali di controinformazione (così è stato a Jesi, come in molte altre città italiane), per essere presenti nei territori dove più acuta si fa sentire la crisi in termini di disoccupazione, povertà e tagli occupazionali. Sappiamo che fare titoloni con il termine “anarchico” è un buon incentivo alle vendite.Sappiamo inoltre che, in questo paese, prendersela con gli anarchici ha sempre anticipato tempi molto bui, da Piazza fontana in poi. Grave è lo sbraitare di leggi speciali, di riduzione dei diritti, di terminologie care allo squadrismo che ben poco hanno a che fare con la democrazia. Se queste sono le risposte ai gravi problemi sociali, far montare rabbia e alienazione, magari pilotarla, con qualche infiltrato o qualche utile idiota, per poi far dimenticare tutto con repressione pesante, c’è di che preoccuparsi. Per noi come anarchici la risposta è una sola: costruire sicurezza sociale, non con i manganelli e la violenza, ma con una istruzione pubblica garantita, con l?assistenza ai più deboli, con la dignità del lavoro e della comunità, con un futuro in cui vivere senza doversi vendere come schiavi o prostitute.

FAI – Federazione anarchica italiana
Gruppo  – Michele Bakunin, Jesi
Gruppo – Francisco Ferrer, Chiaravalle
Gruppo – Pietro Gori, Fabriano
Circolo Culturale – Ottorino Manni, Senigallia