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volantino distribuito a Jesi il 15-ottobre 2011

In piazza contro la crisi, oggi e sempre!
Ci parlano di debito pubblico e i profitti dei padroni conoscono solo crediti. Ci parlano di sacrifici e di crisi grave da affrontare e i soldi della collettività servono a salvare banche fallimentari, faccendieri e parassiti imprenditoriali. E non sono soddisfatti. Continuano a chiedere soldi per un sistema economico che crea tragedie, miserie, guerre. Vogliono i nostri soldi e se li prendono rubandoci la previdenza, l’età pensionabile, la sanità e la scuola pubblica. Vogliono i nostri soldi per mantenere in vita una economia capitalista che genera guerre, razzismo, egoismi e disperazione.
E’ in atto una vera e propria guerra di classe conto lavoratori, pensionati, studenti, disoccupati, precari, malati, anziani. Una guerra che distrugge diritti e garanzie sociali, taglia i salari e i posti di lavoro, e sostiene invece le rendite, i traffici mafiosi, le speculazioni, gli squali da poltrona o da segreteria.
Essere in piazza oggi, a Roma, come nelle tante città italiane è una ulteriore dimostrazione di volontà di difesa della dignità di vita e di lavoro, dei bisogni dei più deboli, contro i dominatori della politica e del mercato. Molte le parole d’ordine di oggi, che debbono realizzarsi in una unità di azione e di opposizione anche le prossime settimane, i mesi a venire. Anche quando il fallimentare governo Berlusconi sarà caduto, anche di fronte agli imminenti sacrifici che ci chiederanno governi di unità nazionale o di centro-sinistra.
La caduta di un nano politico o l’avvento di amici sul trono non sono gli obiettivi che gli sfruttati devono darsi oggi, bensì l’unità dal basso nelle lotte per la riconquista di dignità e forza sindacale, sociale e politica. Non ci sono scorciatoie, liste o leader che ci possono garantire in tutto ciò, ma solo la determinazione di donne e uomini nella costruzione di una società più giusta.
Qualcuno vuole andare in piazza per fare i soliti giochi di potere politico o sindacale, utile idiota di berlusconismi di destra come di sinistra. Noi vogliamo essere in piazza per difendere il lavoro e i diritti sociali, a Roma come nelle marche, contro la chiusura del cantiere, la ristrutturazione dei poli produttivi, i ricatti di Marchionne e Della Valle.
Noi la crisi non la paghiamo!
Per una società organizzata ed autogestita dal basso!
Federazione Anarchica Italiana
sez.”M.Bakunin” – Jesi
sez.”F.Ferrer” – Chiaravalle
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La dismissione degli immobili è una strategia carente e che non tiene conto dell’associazionismo

Le recenti notizie apparse sulla stampa nei giorni scorsi riportano all’attenzione il problema dell’immobile del San Martino.
Da parte nostra non possiamo che sottolineare alcune questioni importanti. Primo: la necessità di fare cassa da parte del Comune di Jesi e di alienare per questo immobili di proprietà dell’intera collettività è la dimostrazione di una capacità di governo dal respiro molto corto, che non dipende solo dai tagli fatti da Roma o dalla crisi economica, ma da una visione strategica globale carente è affatto funzionale ai bisogni dei cittadini.

Secondo: non vorremmo che dietro paventate permute di immobili, in cui il San Martino risulta essere un “oggetto” molto interessante, si celino scelte speculative poco chiare.

Terzo: come da altri ricordato il complesso attualmente ospita varie associazioni e per questo rappresenta un luogo di socialità e di cultura, fuori da logiche di mercato, irrinunciabile per la città. In merito quali “nuovi” inquilini, fatte salve le discutibili scelte che ogni volta vedono il San Martino al centro dell’attenzione dell’Amministrazione, chiediamo quali prospettive future ha previsto l’Amministrazione per dare risposta all’associazionismo ospitato dal complesso e alla stessa città che in varia misura vi partecipa, se ne serve e vi si riconosce.

Dal canto nostro, come anarchici, siamo pronti al confronto, alla mediazione, a percorrere qualsiasi strada che valorizzi l’interesse collettivo e l’associazionismo, e non il profitto privato. Ricordiamo che durante i giorni delle fiere di San Settimio, il Centro Studi Libertari ha tenuto per tre giorni aperta la nuova sede al pubblico, con iniziative articolate: presentazione di libri, cineforum, cena sociale, musica e consultazione dei materiali dell’archivio in dotazione. Inutile dirlo, buono è stato il riscontro di pubblico.

Centro Studi Libertari Luigi Fabbri – Jesi
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cena sociale cineforum concerti LiberMente

LIBERAMENTE 
 BIBLIOTECA ANARCHICA APERTA 
 cambiano le mura,non la fucina di idee

Venerdi 23 settembre 011

ore 17:30 apertura Biblioteca etc…
ore 19:00 aperitivo con N.U.D.O. (blues solo)

Sabato 24 settembre 011

ore 10:30 apertura Biblioteca etc..
ore 17:30 dibattito Autoproduzione con |Nooz|
ore 19:00 aperitivo cena sociale (se arrivi tardi mangi quel che rimane dei lupi)

Domenica 24 settembre 011

ore 17:30 apertura Biblioteca etc..
ore 21:00 FILM : è stato morto un ragazzo di Filippo Vendemmiati

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volantino distribuito in Ancona allo sciopero del 6 settembre 2011

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dal presidio in piazza della repubblica Jesi

LA LOTTA NO TAV

E’ LA NOSTRA LOTTA

Uno spiegamento da guerra: migliaia di uomini e mezzi hanno represso la democrazia e la libertà di del popolo della Val di Susa di decidere della propria salute, del proprio futuro, della propria vita, contro gli inquinamenti ambientali, politici ed economici che sono legati al progetto dell’alta velocità sulla tratta Lione-Torino. Lunedì 27 giugno il blocco dei valsusini all’inizio dei lavori per la TAV è stato forzato violentemente. La democrazia blindata italiana festeggia così in modo egregio, anche l’anniversario della mattanza fatta a Genova dieci anni fa.

Di fronte ai finanziamenti europei, alle speculazioni, agli affaristi che milioni di euro fanno nascere non esiste dissenso, libertà, sicurezza della collettività. Un progetto nato vecchio, inquinante, inutile come quello della TAV, ma che promette lucrosi guadagni per pochi a danno di molti, non può essere messo in discussione. La democrazia rappresentativa, in nome del profitto, cede il passo al manganello e al lacrimogeno.

La Libera Repubblica della Maddalena di Chiomone è stata soffocata dalle ruspe e dalle menzogne di media e partiti di governo, nazionali e regionali. Ciò nonostante il popolo della Val di Susa, che lotta da più di dieci anni per il proprio territorio non si lascerà intimidire. Se la battaglia contro l’inizio dello scempio in Val Susa per il momento è persa, la lotta prosegue con la determinazione di resistere, a livello locale e in tutto il paese: scioperi, occupazioni, controinformazione stanno coinvolgendo tutti coloro che, in vario modo, sono stanchi della peggiore classe politica ed imprenditoriale della storia d’Italia. Stanchi di miserie e bugie, furti sulla pelle dei lavoratori e profitti privati. Stanchi di leggi che difendono ogni sorta di profitto capitalista.

La lotta NO TAV è la nostra lotta. Anche a livello locale, contro la stessa logica imprenditoriale distruttiva che genera Turbogas e Centrali a biomasse, rigasificatori ed elettrodotti, disoccupazione e guerre fra poveri. E’ la gerarchia del potere politico ed economico contro cui lotteremo sempre: in fabbrica nella difesa dei diritti della classe operaia, sul territorio a difesa dei servizi pubblici, ovunque contro gli inquinamenti del profitto e le tragedie del capitalismo.

SOLIDARIETA’ AL POPOLO NO TAV: ESEMPIO DI LIBERTA’ E AUTOGESTIONE

FAI – Federazione Anarchica Italiana PRC – Partito della Rifondazione Comunista

Sez. “Michele Bakunin” – Jesi Sez. « Carlo Marx » – Jesi

Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi Brigate di Solidarietà Attiva – Jesi

fip. Via Pastrengo 2 – Jesi