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manifestazione volantino

12 dicembre 2013


12 dicembre

Il giorno delle stragi



Il 12 dicembre del 1969, alle ore 16,37 scoppiava una bomba presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana a Milano: 16 i morti, 87 i feriti. Altre tre bombe esplodevano a Roma, ed una veniva disinnescata a Milano. E’ l’inizio della strategia della tensione che ha visto in un anno 145 attentati funzionali a creare un clima di paura, repressione, sospetto, e persecuzione di ogni forma di dissenso: politico, civile e sindacale. Tre giorni dopo, la diciassettesimavittima innocente di Piazza Fontana, in un clima da caccia alle streghe, sarà il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli che volerà fuori da una finestra al 4° piano della Questura di Milano durante un interrogatorio. Il disegno è chiaro: fermare nel sangue una feconda stagione di lotte e di cambiamento civile. Altre stragi seguiranno in altre piazze (Brescia), nelle stazioni e sui treni (Italicus, Bologna, San Benedetto Val di Sambro). Stragi di stato le chiameranno, prodotto di una visione terrorista, fascista e mafiosa della società, che aveva dato il suo saluto alla neonata Repubblica Italiana a partire dalla strage di contadini a Portella della Ginestra, in Sicilia, nel 1947.

Il 12 dicembre, una data che sembra così lontana, ma che rimane di attualità tremenda in una società dove nuovi problemi, e vecchi pericoli si riaffacciano. Se lo stragismo politico e mafioso sembranoappartenere al passato, non per questo non si continua a morire innocenti a causa di una società gerarchica, corrotta e avida solo di profitto e potere. Si muore in fabbrica per un lavoro precario, pericoloso, sottopagato … negato. Si muore davanti alle coste italiane in cerca di un futuro migliore, in fuga da guerre e miserie. In fuga da guerre che si chiamano missioni di pace. Si muore a casa, ammazzati dal coniuge, o in galera, vittime di un sistema penitenziario che lascia ben poco spazio alla “redenzione”. Si muore per una pioggia torrenziale o una calamità in un territorio saccheggiato dagli sciacalli della politica e dell’economia. Muore di freddo nelle strade chi non ha più casa e lavoro. Si muore di razzismo per squadracce e imbonitori televisivi che prosperano in un mondo dove violenza e profitto si fanno legge.

Il 12 dicembre parla di una società che fa dell’ingiustizia il suo orizzonte stragistico quotidiano, in cui si rubano futuro e speranze, si tolgono dignità e lavoro, si fa della menzogna una verità ufficiale e dell’oblio il filo della memoria spezzato per il mantenimento del sistema di potere.

Il 12 dicembre 2013, alle 18,30 presso l’atrio del Comune di Jesi

per mettere fiori alla lapide delle vittime dello stragismo, per dire parole in loro onore. Ci ritroveremo per riaffermare e denunciare quanto detto, per non rassegnarci alla violenza, riannodare i fili della memoria, rafforzare reti sociali e solidali e continuare a costruire dal basso una società più giusta per chi non ha un lavoro, una casa, una libertà. Aderiscono: Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”, Jesi; ANPI, Jesi; Arci Jesi e Fabriano, Associazione Spazio Ostello, Jesi; Associazione Italia Cuba, Senigallia;Associazione Antigone Marche; Casa delle Donne, Jesi; Casa delle Culture, Jesi; Libera contro le Mafie, Jesi.


Fip. Via Pastrengo 2 – Jesi


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concerti
inizio concerti ore 17:30 con
RABID DOGS grind’n’roll da Chieti
DIORREHEA grindcore da Fano
ingresso libero
a seguire cena Vegan
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liberi libri

liberi libri 2013

inizierà con venerdì prossimo 22 novembre la 15ma edizione di “Liberi libri, l’editoria libertaria ed antagonista in mostra”, presso il Palazzo dei Convegni di Jesi, con apertura al pubblico: ore 10 e ore 16.

Ogni giorno ospiterà un dibattito ed una presentazione di un libro. Il programma è il seguente:

22 novembre, ore 18: “Joyce Lussu, un’eretica del nostro tempo”, l’impegno politico e sociale nella dimensione intellettuale di una donna del ‘900, edizioni Gwynplaine; presentano Balsamini, Orlando e Sora;

23 novembre, ore 18: “Libertaria”, una voce controcorrente nella riproposizione di una rivista storica che torna alle stampe sotto forma di annuario, a cura di Luciano Lanza;

24 novembre, ore 18: “Neo-metraggi” Quando l’immagine esce dallo schermo e diventa interpretazione e denuncia della realtà, cortometraggi della cinematografia emergente italiana e locale presentati dai vari autori.

La figura di una donna, la rinascita di una rivista e le sperimentazioni cinematografiche, ognuno un soggetto per poter costruire percorsi di critica e resistenza alle devastazioni che una crisi cronicizzata procura alla società attuale. A fronte di stagli alla spesa pubblica, di disoccupazione in aumento e diffusione della precarietà, un libro non può certo cancellare ingiustizie e disuguaglianze, però aiuta a combatterle.
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presentazione libro

letture per lottare

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volantino

LICENZIARE, DELOCALIZZARE e SFRUTTARE
I festeggiamenti per il 50° anno della fondazione “Aristide Merloni” saranno presenziati dal presidente del consiglio Letta, dall’ex presidente del consiglio Prodi e dal presidente della regione Marche, Spacca.
In un quadro drammatico come quello “socio-economico” fabrianese, tre membri del Partito Democratico (coalizione di maggioranza dell’attuale governo) arrivano a incensare chi per scelta e non per costrizione, ha delocalizzato, sfruttato e reso invisibile il “lavoro” a Fabriano.
Un festeggiamento ci doveva essere, ma all’insegna dei lavoratori, di chi per anni ha fatto sì che il Gruppo Merloni avesse abbondanti utili e divenisse un polo industriale all’avanguardia per la produzione di elettrodomestici e non solo. Invece, con somma modestia (come solo chi dovrebbe ammettere di essere riuscito a far sprofondare un gruppo come quello della famiglia Merloni), si auto-proclamano “podestà” della loro citta per l’ennesima volta.
Ed intanto?
Intanto una città muore.
Intanto le famiglie di chi ha perso il lavoro e non riesce a trovarne un altro neanche spostandosi fino al territorio di Osimo, o fino a Perugia, o addirittura abbandonando la loro città in cerca di lavoro, intanto quelle famiglie non sanno come arrivare a fine mese.
Intanto a Fabriano tutto si è fermato. Sogni, progetti e programmi per la vita affievoliscono di fronte alla ostentata inefficacia dell’azione politica-sindacale che non regala più neanche una speranza.
Fabriano come Torino.
Come il gruppo FIAT, il gruppo Merloni ha ricattatoe ricatta le istituzioni (di cui fanno parte anche i componenti della famiglia Merloni essendo parlamentari) ed i lavoratori, costringendo tutti ad accettare le proprie regole. Proprio le regole che annullano qualsiasi tutela per il lavoratore. Neanche Marchionne propone più scenari felici in cambio della soppressioni dei diritti del lavoratore. Ora si limita a sventolare la bandiera del Brasile (oggi) e di chissà quale altra Nazione estera nell’indomani, dove le condizioni di lavoro e soprattutto i costi del lavoro sono molto inferiori al nostro. Questa è la nuova politica industriale Italiota.
Il gruppo Merloni non si è tirato indietro ed ha affrontato il mercato nell’unico modo che sanno adoperare oggi le aziende: LICENZIARE, DELOCALIZZARE e SFRUTTARE. Chiaramente fino a quando non arrivi un altro paese “emergente” dove il costo del lavoro si abbassi ulteriormente…ed ecco che il ciclo capitalistico-distruttivo sarà al suo nuovo inizio.
A tutti coloro che si trovano in questo momento così difficile della loro vita, dedichiamo una citazione che speriamo possa far eco nelle orecchie “multinazionali” dei padronati:
Come schiavi lavorarono gli animali per tutto quell’intero anno. Ma nel loro lavoro erano felici: non si lamentavano né di sforzi né di sacrifici, ben sapendo che quanto facevano era fatto a loro beneficio e a beneficio di quelli della loro specie che sarebbero venuti dopo di loro, e non per l’uomo infingardo e ladro.(George Orwell)



F.A.I. federazione Anarchica Italiana
Sez. M. Bakunin – Jesi
        F. Ferrer – Chiaravallle