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concerti












































DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014
LIVE 
ore 17.30
INGRESSO GRATUITO (come e per SEMPRE)
dopo i live cena Vegan per tutti

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SI NON SEDES IS
SNSI is a musical project from Rome, 
Italy started in late 2006 by Matteo Luciani (drums), Gregorio Luciani (voice), Cristiano Fini (guitar), Matteo Fadighenti (guitar) and Diego Gualino (bass) as a continuation of their previous collaborations dating back to the early 90’s in bands like CONCRETE, COMRADES, LOS VATICANOS, NOTORIUS and many more

http://www.thenewnoise.it/si-non-sedes-is/
http://snsi.bandcamp.com/

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GERDA 
Local Heros
Export Discomfort
presentano il Nuovo ALBUM

https://www.facebook.com/Gerdanoise?fref=ts
https://gerda1.bandcamp.com/

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liberi libri

Gruppo libera la lettura

A cura di Sara Di Meco e Rosella Simonari, in collaborazione con il Centro Studi Libertari Luigi Fabbri

Il Centro Studi Libertari Luigi Fabbri è un centro autogestito attivo già dagli anni Ottanta nella città di Jesi (Ancona) e una delle sue più importanti peculiarità è la fornitissima biblioteca che consta di centinaia di volumi e documenti sulla storia sociale e politica jesina, regionale e italiana.

Il Gruppo Libera La Lettura ha lo scopo di esplorare il materiale della biblioteca attraverso la lettura e la condivisione dei saperi. L’idea è di incontrarsi una volta ogni due mesi per discutere di un libro (o graphic novel o altro) precedentemente scelto insieme e di metterlo in relazione con i documenti della biblioteca.

PRIMO INCONTRO: 15 novembre 2014, ore 17, in occasione di Liberi Libri, l’editoria libertaria e antagonista in mostra presso il Palazzo dei Convegni, 14-15-16 ottobre 2014.

TESTO SCELTO: Una settimana rossa di L. Balsamini, P. Galassi, M. Mattioli, V. Sergi, F. Mattioli, M. Paladini (graphic novel).

DOVE: Palazzo dei Convegni, Corso Matteotti (17-18) Biblioteca Centro Studi Libertari Luigi Fabbri, Via Pastrengo 2 (18-19).

Nella biblioteca metteremo a confronto il testo con alcuni documenti storici, come La settimana rossa di Luigi Lotti (1972) e il settimanale satirico L’Asino illustrato da Gabriele Galantara (1902-1920).

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presentazione libro

La Rivoluzione Mancata 8-19 novembre 2014

La Rivoluzione mancata: Jesi e la Settimana Rossa.
8 – 19 novembre 2014, Palazzo dei Convegni Jesi
Mostra storiografica aperta tutti i giorni dalle 17 alle 20.
Programma:
Sabato 8, ore 17,30: saluto di apertura dei rappresentanti delle associazioni proponenti e di Luca Butini, assessore alla cultura di Jesi. Intervengono: Nino Lucantoni, curatore della mostra e direttore Istituo Gramsci Marche, Luigi Lotti, autore del volume: La settimana Rossa,
Lunedì 10, ore 17.30: Barbara Montesi e Giordano Cotichelli presentano il volume di Massimo Papini: Ancona e il mito della settimana Rossa.
Mercoledì 12, ore 17.30: Marco Severini, Lidia Pupilli e Silvia Serini presentano il libro: Giovani ribelli. L’altro giugno 1914. La settimana Rossa.
Venerdì 14, Sabato 15, Domenica 16 annuale edizione di Liberi Libri l’editoria libertaria ed alternativa in mostra.
Mercoledì 19, ore 17.30: chiusura con Massimo Raffaeli, critico letterario, presenta il libro: Inni a Satana, poesie sovversive 1860 – 1914.
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volantino

Vergogna?

Sabato 25 ottobre a Roma la CGIL porta un corteo di un milione di persone contro le politiche del governo. Mercoledì 29, sempre a Roma, gli operai della AST di Terni (più di 500 lettere di licenziamento pronte) manifestano a difesa del lavoro che rischiano di perdere. La polizia carica e alleggerisce a suon di manganellate i presenti, segretario FIOM, Landini, compreso. Insomma quattro manganellate e la contestazione di un milione di persone in piazza è presto cancellata.
La CGIL vede finalmente in volto il paese che anche lei ha contribuito a destrutturare, ma i suoi burocrati non ne pagheranno il prezzo. I suoi tesserati, la classe lavoratrice, già lo sta pagando. Il coraggio dell’ultima ora, la rabbia mediatica probabilmente arrivano troppo tardi. Nulla possono contro un governo che risponde per slogan, pizzini televisivi e arroganza da teleimbonitori. Un governo di tecnocrati e berlusconidi (Renzi compreso) scelto dagli accordi di segreteria, poltrona, ma soprattutto ossequiente in maniera totale con i padroni, i mercati e le banche.
Contro gli operai di Terni forse si è consumato l’ultimo atto dell’utopia di uno stato democratico, della rappresentatività elettorale, degli accordi sindacali e di uno stato sociale. E, mercoledì scorso, forse, è stato il primo atto della democratura antioperaia del bonapartista Renzi I.
Chiediamo diritti e lavoro, ci danno manganellate e menzogne, è ora di dire basta!

Solo la lotta paga!

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volantino

JOB ACT atto infame

JOBS ACT: atto infame

poco lavoro, precario e malpagato!

Da anni stiamo assistendo più o meno passivamente alla distruzione sistematica dei diritti fuori e
dentro i luoghi di lavoro con un sostanziale peggioramento della qualità della vita. Previdenza,
sanità, istruzione e potere d’acquisto dei salari sacrificati sull’altare del pareggio di bilancio in
nome di una crisi che continua ad arricchire i soliti noti e schiacciare nella disperazione e nella
miseria milioni di donne e uomini. In questo contesto, la proposta del governo Renzi, detta Job Act,
suona come la resa dei conti finale verso una classe operaia distrutta, incapace di reagire alla guerra
di classe che i padroni e le banche, spalleggiate da governi compiacenti, stanno portando avanti da tempo.
La riforma in questione viene spacciata come un atto di giustizia dovuto verso i lavoratori che non
sono tutelati. Di fatto non si realizza un allargamento dei diritti, ma un restringimento ulteriore
verso il basso che rende tutti “ugualmente” precari. Con un sol colpo vengono recisi gli ultimi
“lacci e lacciuoli” che sembravano la causa di tutti i mali che affliggono la nostra economia e che
rendono non competitive le nostre aziende. Si realizza il completo smantellamento dell’articolo 18
già fortemente penalizzato dalla Fornero. I neo assunti anche a tempo indeterminato potranno
essere licenziati con un indennizzo legato all’anzianità di servizio. Smantellata anche la
contrattazione nazionale a beneficio di quella territoriale (gabbie salariali), con contratti che
potranno variare, nello stesso comparto, da azienda ad azienda, da reparto a reparto, se non da
individuo a individuo.
Un quadro che potrà generare proteste, malumori, rivalità, competizioni ed allora le scelte di Renzi
prevedono anche la possibilità per i padroni di controllare a distanza (telecamere) i lavoratori.
Ammortizzatori sociali di vario tipo ridotti all’osso (tanto è passata l’abitudine di fare la carità –
inutile poi – di quando in quando, con oboli da 80 euro). Alla fine il padrone potrà fare quello che
vuole. Assumere, licenziare, pagare poco, pagare niente il lavoratore, demansionarlo con lo spettro
della disoccupazione e farlo vivere in uno stato continuo di angoscia per una crisi del lavoro infinità
che premia burattini politici, sciacalli finanziari, e sfruttatori capitalisti. E i lavoratori? Il Jobs Act è
quello che sembra a tutti: la sentenza di morte di qualsiasi dignità del lavoratore e la legalizzazione
della schiavitù del terzo millennio.

Ribellarsi a tutto ciò è giusto e doveroso. La manifestazione di sabato prossimo però si
presenta non meno insidiosa delle politiche renziane. Se fallisce da il via libera ad una
ubriacatura ulteriore dello sciacallaggio capitalista. Se riesce a mobilitare la piazza potrà
essere la moneta sindacale per gettare con decisione sul tavolo delle contrattazioni una
riconquista dei diritti perduti negli ultimi venti anni? Ne dubitiamo. O servirà ancora una
volta a dare unicamente legittimità ai burocrati sindacali?


Lavoro, diritti, dignità. Solo la lotta paga!


FEDERAZIONE ANARCHICA ITALIANA
M.Bakunin – Jesi
F.Ferrer – Chiaravalle