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antifascismo cena sociale

Polenta Antifascista


Polentata antifascista!
cena di sottoscrizione a favore delle lotte contro vecchie e nuove ideologie della violenza e della sopraffazione e a sostegno di chi è stato colpito dalla repressione. 
E’ un momento collettivo, aperto a tutti, per stare insieme e costruire una rete di relazioni e condivisioni ideali e politiche nelle diversità, nel conoscere e riconoscere l’altro, nell’essere società altra, solidale, facente parte della realtà quotidiana. Canti e cori della più schietta tradizione partigiana non potranno mancare nell’allietare la serata.

Aderiscono all’iniziativa i circoli di Jesi di:

 ANPI,
 Libera,
 Spazio Ostello,
 Laboratorio Politico “Spazio Rosso”,
 l’Arci di Fabriano e Jesi,
 l’associazione Italia Cuba di Senigallia,
 e il Gruppo Anarchico “Kronstadt” di Ancona.
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sui muri

Aspettando San Remo

Aspettando San Remo
Operai ancora in piazza. A Genova e a Parma e in tante altre piazze troppo anonime per i media di regime. Qualche poliziotto si toglie il casco. Magari lo facessero anche in Val Susa.
 Intanto sfila l’Italia degli umori e degli odori di incenso e roghi medievali. Come far capire a qualcuno che i diritti sono tali se sono di tutti? E che l’amore è più forte di qualsiasi morale ipocrita. Tutto fa spettacolo, a destra e a sinistra.
 Si portano in piazza centinaia di migliaia di persone che non si accorgono che l’Italia è in guerra, che la previdenza, la sanità e l’istruzione pubblica non esistono più. Un padroncino lassù da qualche parte fa lo spiritoso verso gli operai assenteisti per malattia, poi ci ripensa, poi chissà.
Do un passaggio a Maria. E’ senza auto e senza mezzi pubblici per andare al lavoro. Ha fatto il turno lungo, 12 ore, ed è sfinita. Pensa solo a perdersi in un sonno che non fa recuperare niente. 12 ore, di cui glie ne pagano solo 10, forse, e fra tre mesi. Ed è sempre stato così.
 Chissà se per Maria ci sarà qualche sentinella in piedi a vegliare sul suo sonno. E poi c’è Marta che dice che il figlio è razzista perché non gli hanno rinnovato l’incarico a 5 euro per darlo a 3 euro ad uno straniero. Marta, che ha speso una vita in lotte sindacali e sociali.
 Ormai anche il presenzialismo da boyscout fallito del premier fa meno notizia del festival tanto atteso, anche se basta ascoltare sempre le canzonette del potere. E’ ora di cominciare a cantargliene quattro e sonargliene anche di più.

San Remo può aspettare, la giustizia sociale non più! 



F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana
Gruppo – M.Bakunin – Jesi
Gruppo – F.Ferrer – Chiaravalle

  

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concerti mostra

domenica 24 gennaio


Spazio socialità e Libreria Aperta 

Domenica 24 Gennaio
dalle 17.30
di domenica
a seguire CENA VEGAN

I V Y
– Ambient, Electronics, Trip Hop (Macerata)

TACET TACET TACET
– Ambient, Drone, Audiovisual, Post Rock (Jesi-Bologna)

SILKSCREEN DEPARTMENT
– Mostra di poster art

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volantino

Senza coscienza

Il New York Times critica l’Italia sull’alto numero di obiettori di coscienza presenti, additandola a paese ancora attraversato da un oscurantismo religioso che ne condiziona politiche e diritti. Beh! detto da chi vive negli States dove fuori dai consultori c’è chi spara in faccia ai medici abortisti, suona un po’ strano, anche se è vero che in tema di diritti delle donne nel nostro paese si sta ritornando indietro a grandi balzi. E l’obiezione di coscienza all’IVG ne è un esempio chiaro.

Probabilmente non esiste legge al mondo che, nella sua applicazione, possa permettere di … disattenderla. L’obiezione di coscienza nel sistema sanitario italiano (ancora pubblico) più che atto individuale è diventata strategia corporativa e meschina di negazione di un diritto alla salute e alla dignità di genere, di donna. L’alto numero di medici, anestesisti, e infermieri obiettori rendono di fatto inapplicabile la legge e aprono la strada all’aborto clandestino che, il Ministero della Salute “stima” in 12 – 15.000 casi, e vara una norma per contrastarlo aumentando le sanzioni pecuniarie verso … la donna. Fino a 10.000 euro di ammenda. Il quadro è abbastanza chiaro, trasformare un diritto in un affare pecuniario, per chi garantirà il servizio a pagamento, per lo stato che punisce … le vittime.

L’obiezione di coscienza è diffusa come una piaga, i numeri superano in tutte le regioni il 60% del personale, con punte del 90 o del 100%. A farne le spese, come sempre, è chi è diverso: in primo luogo le donne, in una società in cui dietro la “coscienza” si cela l’affermazione, tutta maschile e religiosa, di controllare il corpo femminile. Ci rimette chi ha meno soldi, istruzione, reti sociali, l’immigrato e la minorenne, la donna abusata e quella che … non ce la fa più. Probabilmente si dovrà cambiare la definizione in futuro e più che parlare di obiezione di coscienza, sarà meglio “rinuncia di coscienza”, sul piano etico, professionale, umano, civile e … per chi si considera cattolico progressista, anche religioso.

Quanto scritto proviene da chi vive in una città che, oltre il primato sportivo, è risaltata sulle cronache nazionali anche per l’interruzione, un paio di anni fa, del servizio pubblico di IVG di cui ieri, come oggi, non sono chiare le ragioni, non tanto sul piano della “coscienza”, quanto su quello dell’organizzazione, dei dati, dei costi, del servizio garantito in una Regione, le Marche, sempre solerte a dare numeri e giustificazioni per chiudere, ospedali, reparti, punti nascita, tagliare diritti pubblici e sostenere interessi privati.
F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana
Gruppo – M.Bakunin – Jesi
Gruppo – F.Ferrer – Chiaravalle
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infopoint volantino

2016……non è un buon inizio

2016

… non è un buon inizio


A Fidenza i facchini in sciopero per un lavoro dignitoso vengono caricati da polizia e carabinieri, fermati e portati in questura. Il diritto al lavoro diventa reato e non a caso mentre i lavoratori facevano resistenza non violenta in sit-in, gridavano “Libertà, libertà!” e “Sciopero, sciopero!”. I media dicono però che va tutto bene e che c’è la ripresa, che la disoccupazione scende, e i soldi tornano a girare. Forse, non certo in un paese dove falliscono le banche e svaniscono nell’aria i risparmi di una vita, mentre si caricano sulla collettività gli sbagli di una imprenditoria, di una finanza e di una politica che serve solo gli amici degli amici. 

Sui media nazionali Jesi torna a far parlare di se per Banca Marche. Come dire, siamo una città importante non solo per lo sport, ma anche per il diritto all’interruzione di gravidanza negato, per i soldi “sfumati”, per il lavoro che scompare e resta solo un terziario avanzato (nel senso andato a male) come maggiore attività. I parcheggi che un tempo si riempivano la mattina per operai e impiegati, oggi sono vuoti e si riempiono la sera per i fantasmi della movida cittadina. I numeri in Vallesina parlano di una disoccupazione in crescita del 2,5%, con 10.243 disoccupati di cui 3.554 solo per Jesi. Alla New Holland nel 2015 ci sono stati 70 giorni di cassa integrazione che probabilmente verranno ripetuti quest’anno assieme alla minaccia di esuberi. 
Posti di lavoro che diventano così dei fantasmi, assieme ai diritti stessi di chi lavora, cancellati dal Job’s Act. E fantasmi sono i servizi sanitari pubblici. Punti nascita al centro di campagne e polemiche, in regione come in Italia. La stampa martella sulla malasanità e i servizi sanitari chiudono interi reparti di ostetricia nel paese. Si taglia, con la scusa del risparmio.
Risparmiare, razionalizzare, far fronte alla crisi. Il risultato è sempre lo stesso: si fa sperperare chi comanda e si fa tirare la cinghia a chi lavora e produce guadagno e non spreca.
Qualcuno una volta ha detto che la democrazia parlamentare può essere più rigida di una dittatura. Sembra un assurdo, ma di fatto quello in carica è un governo che non è stato eletto e non ammette repliche, non ha fatto nulla per i più deboli e mostra segni di “rinnovamento” uguali a quelli del … passato. Non è un caso quindi che fascisti, militaristi, razzisti, omofobi e sentinelle varie trovano spazio fra la disperazione sociale, la stupidità politica e l’arroganza capitalista. 
Anche questo 2016 di conseguenza sarà un anno lungo, molto lungo e pesante maggiore sarà l’assenza dalla politica attiva da parte degli sfruttati, dei lavoratori. In tutto l’arco politico presente non c’è una idea valida che possa sollevarsi a criticare la guerra di classe in atto, il furto di salari, i favoritismi ai ricchi e ai padroni. Questo sistema non funziona. Non ha mai funzionato e più va avanti più produce guerre, miserie, distruzioni, rapine legalizzate. Protestare, contestare, organizzarsi e lottare, affermare diritti e libertà è, oggi più che mai, un atto politico di cambiamento giusto ed irrinunciabile.
F.A.I.  – Federazione Anarchica Italiana

gruppo – M.Bakunin – Jesi
gruppo – F.Ferrer – Chiaravalle