Aspettando San Remo
Operai ancora in piazza. A Genova e a Parma e in tante altre piazze troppo anonime per i media di regime. Qualche poliziotto si toglie il casco. Magari lo facessero anche in Val Susa.
Intanto sfila l’Italia degli umori e degli odori di incenso e roghi medievali. Come far capire a qualcuno che i diritti sono tali se sono di tutti? E che l’amore è più forte di qualsiasi morale ipocrita. Tutto fa spettacolo, a destra e a sinistra.
Si portano in piazza centinaia di migliaia di persone che non si accorgono che l’Italia è in guerra, che la previdenza, la sanità e l’istruzione pubblica non esistono più. Un padroncino lassù da qualche parte fa lo spiritoso verso gli operai assenteisti per malattia, poi ci ripensa, poi chissà.
Do un passaggio a Maria. E’ senza auto e senza mezzi pubblici per andare al lavoro. Ha fatto il turno lungo, 12 ore, ed è sfinita. Pensa solo a perdersi in un sonno che non fa recuperare niente. 12 ore, di cui glie ne pagano solo 10, forse, e fra tre mesi. Ed è sempre stato così.
Chissà se per Maria ci sarà qualche sentinella in piedi a vegliare sul suo sonno. E poi c’è Marta che dice che il figlio è razzista perché non gli hanno rinnovato l’incarico a 5 euro per darlo a 3 euro ad uno straniero. Marta, che ha speso una vita in lotte sindacali e sociali.
Ormai anche il presenzialismo da boyscout fallito del premier fa meno notizia del festival tanto atteso, anche se basta ascoltare sempre le canzonette del potere. E’ ora di cominciare a cantargliene quattro e sonargliene anche di più.
Intanto sfila l’Italia degli umori e degli odori di incenso e roghi medievali. Come far capire a qualcuno che i diritti sono tali se sono di tutti? E che l’amore è più forte di qualsiasi morale ipocrita. Tutto fa spettacolo, a destra e a sinistra.
Si portano in piazza centinaia di migliaia di persone che non si accorgono che l’Italia è in guerra, che la previdenza, la sanità e l’istruzione pubblica non esistono più. Un padroncino lassù da qualche parte fa lo spiritoso verso gli operai assenteisti per malattia, poi ci ripensa, poi chissà.
Do un passaggio a Maria. E’ senza auto e senza mezzi pubblici per andare al lavoro. Ha fatto il turno lungo, 12 ore, ed è sfinita. Pensa solo a perdersi in un sonno che non fa recuperare niente. 12 ore, di cui glie ne pagano solo 10, forse, e fra tre mesi. Ed è sempre stato così.
Chissà se per Maria ci sarà qualche sentinella in piedi a vegliare sul suo sonno. E poi c’è Marta che dice che il figlio è razzista perché non gli hanno rinnovato l’incarico a 5 euro per darlo a 3 euro ad uno straniero. Marta, che ha speso una vita in lotte sindacali e sociali.
Ormai anche il presenzialismo da boyscout fallito del premier fa meno notizia del festival tanto atteso, anche se basta ascoltare sempre le canzonette del potere. E’ ora di cominciare a cantargliene quattro e sonargliene anche di più.