A prima vista inizia bene per chi si spacca la schiena sul lavoro l’anno del cambio di governo. pochi infortuni riportati dalle cronache in questi due mesi nelle marche, portano con se però un morto. L’anno che si è concluso invece segna un aumento dello 0,8% di infortuni denunciati, arrivando alla cifra di 18706 per la nostra regione dove la provincia con più infortuni rimane Ancona seguita da Pesaro Urbino. Sono stati 33 invece i morti sul lavoro, quasi 10 lavoratori al mese partono per lavoro e non fanno ritorno a casa . Come era ovvio a chi lavora, il fattore d’età è considerato fattore critico ora anche da ricercatori che si accorgono come gli infortuni sugli addetti over 55 anni sono aumentati di oltre il 40% dal 2016.mentre i para sindacati ormai fornitori di servizi chiedono alla Regione Marche degli “Stati generali della prevenzione” con un nuovo impulso alla salute e sicurezza del lavoro,il dato evidente di interesse della regione è il taglio di personale dei servizi di vigilanza SPSAL che fa parte della riorganizzazione della sanità marchigiana, dove magari poter infilare qualche contratto dei lavoratori con assicurazioni sanitarie aziendali, aprendo cosi il percorso di una sanità non più universalista, come i lavoratori avevano ottenuto 40 anni fa. Alla tornata elettorale la classe lavoratrice sempre più sfruttata risponde purtroppo con la paura verso chi ha meno, invece che con l’organizzazione dal basso delle lotte e la solidarietà tra sfruttati contro i padroni. alcuni sperando nelle ormai inutili urne,che in un sistema finanziario e capitalistico ormai sovra nazionale possono spartire le briciole a sacche varie di elettorato che consenta loro di rimanere a dirigere. Altri decidono di aumentare il più grande partito d’Italia, l’astensione, che sale al 33%. Noi crediamo che la sola astensione non basti, bisogna inceppare i motori del capitalismo con le nostre vite. troppo spesso schiacciate da ritmi e condizioni di lavoro, o da una disoccupazione. i dati portano a numeri mai visti nel dopoguerra di famiglie operaie alle soglie della povertà assoluta , con aumenti del 178% dal 2008 al 2016, raggiungendo la quota di 600.000. La fine della crisi nelle operose marche tarda a manifestarsi dopo la fine del metal-mezzadro merloniano, la ripresa evidentemente è per chi guadagna non per chi produce, ma di questo non ci meravigliamo, se i padroni ci allentano la pressione sulle nostre vite è solo per proprio tornaconto. Sono 47 le lettere di licenziamento arrivate alla orchidea di Ascoli, una ditta di confezioni con passivo di 270 mila euro. C’è sempre qualcuno che sfacciatamente sfrutta alla luce del sole come a Pesaro un imprenditore sfruttatore aveva il 100% della forza lavoro in nero.
8 gennaio – Monsano – due operai, di 55 e 60 anni rimangono sotto lastre di alluminio che gli cadono addosso, soccorsi in codice giallo riportano lievi traumi.
9 gennaio – provincia Ascoli al confine con marche e Abruzzo un agricoltore di 55 anni muore schiacciato da balle di fieno mentre le movimentava per portarle in stalla
10 gennaio – Camerino – lavoratore rimane schiacciato sotto l’albero che stava tagliando elisoccorso in gravi condizioni
18 gennaio – Acquaviva Picena – agricoltore rimane schiacciato dal trattore nella rimessa
29 gennaio – Corinaldo – operaio cade da una scaffalatura elisoccorso
12 febbraio – Civitanova – un 48 enne imbarcato su un peschereccio rischia di perdere una mano dopo che un cavo di acciaio rischia di staccarla di netto durante un operazione di pesca, elisoccorso
23 febbraio – Piediripa – titolare di un deposito di latticini rimane ustionato a viso e lievemente intossicato mentre cerca di spegnere un incendio divampato nel suo deposito
26 febbraio – Jesi – operaio scivola mentre libera dalla neve un tendone, batte la testa ricoverato in prognosi riservata per trauma cranico
A cura de Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi