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PRIMO MAGGIO
PRIMO MAGGIO DI LOTTA PER DIRITTI E LAVORO
Ora più che mai i valori del primo maggio vengono sottolineati dai lavoratori. Gli attacchi ai diritti ed al futuro del lavoro in questo paese sono inequivocabili (articolo 18, salari, occupazione) e con la scusa di una crisi creata ad arte si cerca di mettere fuori dalle fabbriche il poco dissenso rimasto mentre i profitti del padronato spalleggiato dalle banche e dai tecnici di turno continuano ad aumentare.Oggi, come molti anni fa, l’unico modo di difendere la vita e la dignità del lavoro è la lotta solidale dei lavoratori. L’unità degli sfruttati impedisce le guerre fra poveri e favorisce la conquista di nuovi garanzie sociali. Come hanno dimostrato nei mesi scorsi i lavoratori del cantiere di Ancona, scendere in piazza paga. Le varie manifestazioni, i blocchi autostradali e la solidarietà che trovano i lavoratori rendono il primo maggio non una ricorrenza ma una giornata viva di lotte e di diritti da rivendicare, non solo per difendere ma per ottenere un futuro di lavoro e di dignità.
Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”FAI – Federazione Anarchica ItalianaGruppo “Michele Bakunin” di JesiGruppo “Francisco Ferrer” di Chiaravalle
PROGRAMMA DELLA GIORNATA:ore 10.00 Dibattito publicoore 13.00 Pranzo socialeore 18.00 Concerto BOOGIE BOY GUESCIO
live-report 8/04/2012
http://www.thenewnoise.it/the-orange-man-theory-semenzara-the-horrible-network-842012/ (grazie a Michele Giorgi)
THE ORANGE MAN THEORY + SEMENZARA + THE HORRIBLE NETWORK, 8/4/2012
di MICHELE GIORGI • 16/04/2012 • 23:59Nessun commento
Jesi, C.S.L. “L. Fabbri”.
Mia nonna ripeteva sempre: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. Fedele a questo motto, ho deciso di lasciare il pranzo con i parenti per raggiungere Jesi e unirmi a una compagnia ben assortita, per un crescendo di estremismo sonoro che ha visto tre approcci differenti a uno stesso modo di sentire la musica, rappresentato dalla passione e dalla capacità di re-interpretare stili pre-esistenti in maniera decisamente personale. Classica ciliegina sulla torta è stata quello spirito rilassato delle matinée al circolo, con banchetti, chiacchiere, bevute in compagnia e qualche postumo del sabato sera e del pranzo domenicale ancora sulle spalle.
Aprono i The Horrible Network, con un mix tra spirito DC e seconda ondata emocore, senza lasciare fuori una linea diretta con gli eroi locali Eversor. La miscela risulta ben bilanciata e appare perfetta per aprire le ostilità, con un continuo alternarsi di energia hardcore e linee melodiche orecchiabili, scariche di adrenalina e pathos, con il piglio tipico della vecchia scuola e un piede già pronto a varcare il confine con l’indie. È proprio la capacità di reggere il tutto senza sbilanciarsi troppo la carta vincente e il maggior pregio di questa band: approfondiremo in sede di recensione.
A seguire, sale la potenza di fuoco con i Semenzara, vecchie conoscenze del circuito (non solo) hardcore marchigiano e paladini di un old-school niente affatto scontato, ricco di piccole digressioni/infiltrazioni che non ne alterano il flusso diretto, ma ne aumentano la presa sul pubblico presente. Nessun fronzolo, poche parole per introdurre i brani e una carica da fare invidia ai più, quella dei Semenzara è musica capace di centrare il bersaglio senza cadere nelle opposte trappole dell’eccessiva semplificazione e della prolissità auto-referenziale. Anche per loro varrà la pena spingersi in una più attenta analisi quando a giugno uscirà il debutto su vinile (un one-sided 12” serigrafato), ma si capisce sin d’ora come il nome non sia l’unica cosa capace di attirare l’attenzione su questa nuova entità della scena hardcore più autentica e sincera.
Chiudono in bellezza i romani The Orange Man Theory, impegnati nella produzione di un nuovo album, quindi desiderosi di presentare le nuove composizioni. Al solito, colpiscono per impatto e precisione, violenza e tecnica, grazie all’incredibile maelstrom di grind, hardcore, death, noise e retrogusto southern che da sempre ne caratterizza il percorso. I brani in uscita appaiono ancor più violenti e letali, in due parole estremi e ricchi di groove, tanto da far presa sul pubblico sin dal primo ascolto. Se queste sono le premesse, ci sarà presto di che leccarsi i baffi. Il set non fa che riconfermare il valore di una band che non ha paura di mettersi in discussione o sperimentare con ingredienti a prima vista eterogenei, senza per questo apparire discontinua o priva di una propria personalità ben definita. Il pubblico ovviamente gradisce e applaude soddisfatto.
Chiusura a ora decente – una vera rarità di questi tempi- e solito plauso per i ragazzi del Fabbri, con nuova sede e ancora più determinazione nel proseguire un discorso ormai ben radicato nel tessuto cittadino. Grazie a loro, la domenica passa da giorno dedicato al coma sul divano a perfetta occasione per socializzare in mezzo alla buona musica, in pratica la quadratura del cerchio.