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osservatorio infortuni

osservatorio Marzo – Aprile 2015

Nel mese di Marzo la fortuna è venuta incontro ai lavoratori marchigiani, nessun morto e solo un incidente.
Parliamo di fortuna visto che il mese seguente è stato uno dei più luttuosi, con una delle 
più grandi tragedie degli ultimi anni per la marineria di Civitanova. Ci sembra chiaro che non sia la 
sicurezza sul lavoro, gli investimenti in formazione o l’abitudine a abbassare i livelli di rischio nelle aziende il primo pensiero di chi si riempe la bocca in queste imminenti elezioni regionali con posti di lavoro.
Lavoro che a parole tutti hanno in mente per la regione chissà se permetterà chi lo svolge di tornare a casa sano e salvo, con un reddito degno e senza la paura di entrare nel girone dantesco in cui è stata 
trasformata la sanità marchigiana, che a forza di aree vaste si è dimenticata la vastità dei lavoratori che vengono presi per i fondelli dalle dirigenze con promesse mai mantenute e ritmi lavorativi portati al massimo.
Non si arresta lo schiavismo in regione, nel Senigalliese a Marzo ancora un volta viene scoperto un laboratorio per capi di abbigliamento dal fatturato di 1 milione di euro, senza assumere nessuno. I 20 lavoratori che vengono trovati al lavoro di notte, di giorno Vivono/dormono nel capannone attiguo (concesso in affitto ) ricavando letti anche nei bagni una volta tolti i sanitari, persino nei solai delle scale. Chi ancora si ostina a vedere una ripresa, forse solo dei loro conti in banca, non può negare l’ecatombe che si sta abbattendo in regione: siamo al primo posto in italia per l’aumento di disoccupazione giovanile dal 2007 al 2014 + 300% , in un crollo nazionale della produzione industriale del 24%. Sono centinaia gli annunci di messa in mobilità dei dipendenti tra Whirpool,Eridania,Auchan…solo per citare le più note.
I numeri ci dicono che sono arrivati a 11472 i disoccupati in vallesina di cui 6259 donne e 3302 over50.
Le controparti istituzionali che si sgomitano per difendere il lavoro nelle marche sanno benissimo che con il nuovo corso del “partito unico” tutto sarà lasciato fare alle aziende e come prima cosa non rispetteranno gli accordi di piani aziendali che avevano firmato.
-17 marzo –  Apiro – autista viene travolto da un cancello sfondato dal mezzo che si 
                    sfrena ferito riporta traumi facciali e al torace; 
– 03 aprile – Civitanova – affonda un peschereccio 4 morti e un ferito grave, si pensa 
                     che fosse sovraccarico di cozze e imbarcasse 2 ragazzi in più del 
                     consentito 
– 04 aprile – Civitanova – ferito alla testa con perdita di coscienza uno degli 
                     elicotteristi a causa dell’ esplosione di un oblò del velivolo coinvolto
                     nelle operazioni di ricerca dei marinai dispersi nell’affondamento del 
                     peschereccio
– 07 aprile – Torrette di Ancona – tir si ribalta, l’autista rimane ferito
– 11 aprile – Camerano – un uomo di 55 anni rimane con la gamba sotto la motozzappa
                     riporta gravi ferite, elitrasportato a torrette
– 16 aprile – Pesaro – un operaia di 36 anni si amputa la mano in un macchinario per il
                     taglio della lana alla lanaflex, verrà operata nel tentativo di non 
                     perderla
                   – Paterno – incidente nella galleria dell’A14 tra mezzi pesanti e auto
                     alcuni feriti
                  – Ostra – ristoratore di 47 anni muore schiacciato dal ribaltamento del 
                    trattore
21- aprile – Cartoceto – operaio anas rimane ferito nel tamponamento da parte di un 
                    camion del suo mezzo che segnalava un cantiere mobile 
                  – Montecassiano – autista di mezzo pesante che trasportava legname rimane
                    ferito nel ribaltamento del mezzo
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astensionista infopoint volantino

votare chi e per cosa?


Votare chi e per cosa?

Il prossimo 31 maggio si voterà in sette regioni italiane, fra cui le Marche. Elezioni importanti per i governi locali che decideranno ancor più sulla sanità futura, sul territorio, probabilmente a livello nazionale (via il senato entrano i rappresentanti delle regioni) e, senza sorpresa, su tasse e sussidi a livello locale.
La posta in gioco è alta, il territorio da conquistare attraverso una poltrona è potenzialmente ricco di offerte, affari, interessi, e clientele ed altro. Gli scandali avvenuti in questi anni, e in questi mesi non fanno sperare niente di buono, anzi. Non c’è stata regione dove non si sono avute spese pazze, a carico dei cittadini, corruzione di consiglieri, collusione con la criminalità e il continuo taglio di servizi, sicurezze, prestazioni sanitarie.
In quasi mezzo secolo di vita il risultato politico ed economico, ma soprattutto sociale dell’esistenza delle regioni in Italia è negativo, rivelandosi funzionale alla crescita delle disuguaglianze sociali, alla protezione dei profitti privati, alla devastazione del territorio.
Nelle Marche poi si assiste ad una tragicommedia politica e istituzionale dove il presidente Spacca, due mandati a maggioranza PD, adesso corre per il centrodestra. Giochi di potere che potrebbero anche non interessarci, ma le loro conseguenze, le cattive ricadute di una democrazia stracciona e di un capitalismo rampante e arrogante, saranno unicamente a carico dei più deboli, degli sfruttati, dei lavoratori, di vecchi, malati, stranieri e disoccupati.
Qualcuno dice che il sistema Marche tiene. Forse, ma diminuiscono i posti di lavoro, chiudono le fabbriche, scompaiono garanzie e tutele di ogni tipo. La sanità, nonostante la regione sia fra le più virtuose, subisce contrazione dei servizi e dell’accesso, per essere data in gestione a primari tuttofare al governo di interi settori medici su tutto il territorio di una provincia. Alla faccia della democrazia (loro)! E mentre si vendono balle che parlano di futura occupazione con lo sviluppo del turismo, quando piove un po’ più del solito, si allagano strade, case e quartieri.
Le Marche come territorio devastato dalla politica istituzionale e dai profitti di mercato, dove chi governa e chi sta all’opposizione ha sempre una scusa pronta per dare la colpa a qualcun altro … ma allora che ci stanno a fare? Al contrario gli esempi sono molteplici di lavoratori e cittadini che si mobilitano dal basso per difendere il lavoro (Cantieri ad Ancona e l’Indesit a Fabriano), la salute (Fossombrone e Chiaravalle contro la chiusura dei piccoli ospedali, o il grido degli operatori sanitari che non ce la fanno più), il territorio (contro rigasificatori, turbogas, ecc.).
Le Marche: l’Italia in una regione. Vecchio slogan di qualche anno fa ma verissimo e valido, e dunque come nel resto d’Italia, la difesa del lavoro, del territorio, della salute, e dei diritti, parte dal basso, dalle lotte, dalla solidarietà, e non dall’illusione di cinque minuti di democrazia, più sperata che rilasciata. Se tutti i soldi che vengono spesi in campagne elettorali fossero investiti nella risposta ai bisogni collettivi, molti problemi sarebbero risolti.
La scelta resta quella dell’autogoverno, delle risorse redistribuite, dei bisogni sociali soddisfatti, della cacciata di una classe politica al servizio unicamente dei padroni di sempre.


No grazie, meglio l’autogestione sociale!

F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana 
M.Bakunin – Jesi
F.Ferrer – Chiaravalle



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antifascismo volantino

contro la Fascista Italia – 25 aprile


Contro la Fascista Italia
L’Italia è stata condannata per tortura dalla corte europea dei diritti dell’uomo per i fatti di Genova nel 2001. Un bel riconoscimento per un paese che festeggia i suoi settant’anni dalla liberazione nazi-fascista. C’è poco da meravigliarsi. Dopo quel 25 aprile, tutto ciò che è stato conquistato in termini di diritti è stato frutto di lotte che si sono susseguite negli anni. Lotte dure, sempre represse dal potere. Se la dittatura fascista era stata cacciata a furor di popolo e sotto il peso dei suoi delitti e del suo fallimento, le idee fasciste non hanno mai smesso di trovare spazio nelle gerarchie istituzionali, imprenditoriali e culturali di questo paese. Ed oggi portano avanti una battaglia di conquista assoluta del potere che non ha precedenti nella storia dell’Italia repubblicana.

La scuola pubblica scompare sotto il peso di una riforma che la vuole sempre più privatizzata, di classe e in mano a presidi-padroni. La sanità pubblica cede sempre più terreno a quella privata, integrativa, lasciando intanto il potere dei baroni, delle case farmaceutiche, delle clientele di ogni tipo, mentre aumentano le iniquità sociali e nella salute. Per non parlare del lavoro, che si può sintetizzare in poche parole: Jobs Act del Governo Renzi.

Chissà come festeggeranno il 25 Aprile i 1350 operai messi come esubero dal Gruppo Merloni. O le famiglie di quelli che sono affogati davanti alle coste italiane, o di quelli che muoiono sul lavoro e di lavoro. Il fascismo ottanta anni fa inaugurava l’autarchia. Oggi in nome della crisi ci sono ministri che esaltano il lavoro non retribuito chiamandolo falsamente come volontariato, mentre c’è chi guadagna in un mese paghe e pensioni da fame tali che ci hanno fatto tornare indietro di decenni.

Il fascismo aveva il Ministero della Cultura Popolare, che aveva abbreviato nel significativo Min.Cul.Pop., oggi i media forse non sono così asserviti, ma il risultato nella libertà di informazione cambia poco dalla sigla mussoliniana. Oggi il culto del capo, del leader è tale e indiscusso che non esistono manco più i partiti e le idee, ma liste politiche con i nomi di autorevoli personaggi, che scompaiono spesso nell’arco di una legislatura. Oppure vengono riciclati di continuo nel gioco delle elezioni democratiche e libere. Chiamarle plebisciti è un eufemismo se si pensa allo spessore politico della ricandidatura, tanto per citare, dell’indigeno Spacca.

L’Italia è il paese dei “Santo subito” e dell’assolutamente si! Della riscrittura della storia e dei saluti romani allo stadio – e non solo. L’Italia è il paese dove è più facile che la politica produca malaffare che non investimenti per il futuro. In un paese libero la sicurezza si legge in termini di reddito, salute, lavoro, cultura. Altrimenti spuntano telecamere e pestaggi.

Noi consideriamo che al fascismo non ci si possa e non ci si debba mai arrendere. La forza della ragione e dei sentimenti, della solidarietà e della libertà è riuscita a costruire una società migliore dopo quel 25 aprile, e non ce la faremo scippare da quattro frustrati in camicia nera o in doppio petto. Oggi come sempre, la resistenza continua nella solidarietà di classe, nelle lotte degli sfruttati.



Saremo sempre partigiani!



F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
M.Bakunin – Jesi
F.Ferrer – Chiaravalle
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infopoint

info-point 18 aprile













In-sicurezza generale …
Due notizie. Ad Ostuni crolla il soffitto di una scuola elementare, alcuni bambini sono rimasti feriti. Un po’ in giro per tutto il paese dietro le spinte dello sciacallaggio elettorale, decine di campi Rom vengono smantellati, deportando di fatto centinaia di persone colpevoli solo di appartenere ad un’altra cultura, vittime della caccia al voto facile. Chissà se il modello di una scuola del futuro, votata al mercato e con il preside padre-padrone riuscirà a salvaguardare la sicurezza dei suoi scolari.
In termini diversi entrambe le notizie si legano alla parola sicurezza che però può avere vari aspetti. Infatti c’è chi maschera politiche comunali inesistenti e di vendita del patrimonio pubblico con la “sicurezza” delle telecamere, e chi riempie di niente il vuoto dei pensieri contro le coppie gay, i clandestini, l’Europa etc. Ma c’è una sicurezza reale, importante, irrinunciabile che giorno dopo giorno viene a mancare sotto i colpi del profitto.
Sicurezza è avere un posto letto in ospedale o l’assistenza a domicilio se si è malati specie se vecchi, poveri e soli. C’è chi muore dimenticato dentro casa e chi salta in aria vittima del degrado e dell’abbandono (madre e figlia a Torino). Sicurezza è abitare in un comune che non vede franare case, strade e palazzi ogni volta che piove. Sei anni sono passati dal terremoto de L’Aquila e la “sicurezza” garantita da privati, istituzioni e politici nel dopo terremoto è sotto gli occhi di tutti.
Sicurezza è avere un posto di lavoro e un reddito dignitosi. Invece le politiche di Governo, della Confindustria e delle svendite sindacali, impongono una legge infame – Jobs Act – che cancella qualsiasi diritto, qualsiasi garanzia, ogni speranza di essere soggetto sociale come classe lavoratrice. Qualcuno ha detto che il Jobs Act ha creato ben … 13 posti di lavoro. Quanti posti di lavoro ha cancellato, forse non lo sapremo mai.
Sicurezza è andare al lavoro e poter tornare a casa sano e vivo. Nel solo mese di gennaio di quest’anno 50 sono stati i morti sul lavoro, appena uno in meno rispetto allo scorso anno. Chissà come sarà quando fra qualche anno si sarà costretti a lavorare fino a settant’anni per una pensione che non si avrà mai e che sarà servita solo agli sciacalli del sistema del profitto, cioè al capitale protetto dalla violenza dello stato. Si potrebbe continuare all’infinito, ma per sicurezza noi consideriamo quella relativa a lavoro, stipendi, salute, scuola, diritti sociali.
Il resto è solo propaganda elettorale di partiti asserviti alle esigenze dei padroni, dipinti del colore del fascismo squadrista e guerrafondaio, rappresentati da individui privi di qualsiasi utilità sociale, che non hanno mai lavorato, assistito un anziano, risparmiato … sofferto. Un’Italia più sicura qualcuno la vorrebbe con vicesceriffi che prendono e ammazzano neri per strada, indifferenti all’accusa di essere un paese dove si tortura e deporta. Per noi anarchici rendere un paese sicuro significa semplicemente sviluppare la solidarietà, la libertà, le garanzie sociali e sindacali.
… finché c’è un governo, finché c’è un padrone!
FAI – Federazione Anarchica Italia:
– gruppo “Michele Bakunin” – Jesi;
– gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle
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Coriandoli