
Autore: cslfabbri
Un inizio di 2017 che sul piano infortuni riscontra un fortunoso rallentamento in numeri, ma non in gravità. Come sempre i mesi di festività, caratterizzati dal freddo con precipitazioni e nevicate intense come in questo anno, rallentano di molto i lavoratori solitamente più a rischio. Ancora una schiacciante prova per le province più a sud della regione, che si trovano a fronteggiare un terremoto continuo e un clima non amichevole, causa anche la disorganizzazione, e che hanno subito danni gravissimi sopratutto al comparto agricolo appenninico. Quello che teniamo a sottolineare è la vacua soluzione alla de-industrializzazione avvenuta o futura in tutti i comparti marchigiani e il turismo, crollato già di 15 milioni di euro non fa prevedere nulla di buono per la stagione futura. Inoltre i lavoratori impiegati in questo settore sono i più esposti alla violenza dei voucher e lo schiavismo da permesso di lavoro; sono loro infatti il numero maggiore di nuovi contratti dovuta alla stagionalità delle aziende. Solo nel senigalliese i voucher già cresciuti del 50% nel 2015, nel 2016 segnano un +106%. Finite le briciole lasciate dal jobs act, ora le aziende non ci pensano due volte a licenziare i lavoratori assunti solo in base a regali fiscali. Popolazione attiva che cala del 1,6% nelle Marche, già una delle regioni con il più basso incremento demografico in Italia e di conseguenza con questi dati le persone in cerca di lavoro in regione, si attestano a 69mila quando erano solo 32mila nel 2008.Se da un lato l’industria dichiara che nel 2015 cresce sia il fatturato, che la produzione, con un utilizzo degli impianti al 65% di media, dall’altro cala l’occupazione del 2% rispetto all’anno precedente; chiaro indizio che per far soldi ai padroni serve sempre meno la manodopera. Infatti la disoccupazione di lungo periodo, attualmente è la metà dei senza lavoro che lo sono da oltre un anno; tutto questo in un quadro di di unioncamere, regione e istat che è a dir poco allarmante. Ancora una volta quindi le marche operose, sono solo parole scritte su carta straccia con gli imprenditori che decidono di non investire in regione i loro guadagni.



////////// dalle 18, ingresso libero \\\\\\\\\\
primo concerto dell’ anno al circolo
cena vegan, come sempre
Demeb – Jazzcore
Little Pieces of Marmelade – crossover/punk the blues
https://soundcloud.com/homeless-rock-fest/little-pieces-of-marmelade-live-at-homeless-rock-fest-8
Tempo di comunali a Jesi, segreterie politiche e apparati vari sono al lavoro per selezionare candidati e programmi presentabili. Peccato però che nei fatti poco o nulla cambierà nel governo cittadino per i sogni ed i bisogni di una comunità che vive un impoverimento progressivo. Le scuse sono sempre le stesse: non ci sono i soldi, il pareggio di bilancio, sostenere l’impresa, etc.
Qualche ragazzotto allegro tirerà fuori magari che è colpa degli stranieri (la xenofobia e il razzismo stanno andando forte), alimentando una devastante guerra fra poveri. Jesi insomma come specchio del paese e dei problemi delle anime politiche più prossime alle questioni sociali, del lavoro, della solidarietà, degli ultimi.
Le schermaglie fra piccoli e grandi schieramenti per dare candidati e programmi validi la dicono lunga, perchè prima ancora delle persone e dei programmi scritti, vengono i fatti. E su questo piano poco o nulla si è mosso nella lotta politica in città.
La sanità pubblica sta sempre più precipitando nell’emergenza cronica causata da organici ridotti criminosamente all’osso, tant’è che Jesi recentemente è stata sulle cronache nazionali per la negazione del diritto all’IVG. Il dramma quotidiano di utenti e operatori al Pronto Soccorso è solo la punta di un iceberg. Il centro storico all’abbandono lavorativo e abitativo ha risposto trasformandosi in un luogo della movida fine a se stessa. Lavoro e servizi scompaiono progressivamente. Al tutto si cerca di mettere soltanto qualche pezza qua è là subappaltando e cercando di vendere locali pubblici, che ormai da anni sono all’asta.
Su tutto questo, negli ultimi tempi purtroppo, non si sono registrate prese di posizione, battaglie, mobilitazioni, attività che portassero al centro i bisogni e le soggettività per un protagonismo sociale a difesa dei diritti. Su tutto questo domina dunque un’assenza, come a livello nazionale, di una qualche forma di politica dell’impegno, della partecipazione, del coinvolgimento dal basso della collettività, specie di coloro che subiscono le decisioni del Palazzo e dei mercati.
A questo punto come pretendere che qualche incontro, qualche bella parola e l’impegno di brave persone possano diventare una proposta per la città ci lascia perplessi. Crediamo che senza protesta non ci sia proposta e si passi direttamente dalle stanze di partito a quelle di Palazzo.
La politica, quella solidale, fatta dal basso, è altro. Se si aspetta solo il giorno delle urne, qualsiasi sarà la scelta, sarà comunque perdente per i più deboli.
F.A.I. Federazione Anarchica Italiana
Sez. “M. Bakunin” – Jesi