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comunicato stampa

CNH: un’altra morte evitabile

   Ci uniamo al dolore dell’ennesima tragedia che da lavoratori non può che coinvolgerci direttamente. Le tante parole spese dai comunicati stampa e dalle necessarie e giuste prese di posizione dalla politica cittadina riescono a descrivere una situazione preoccupante, che vede un dato in crescita a fronte di un valore assoluto di 814 morti sul lavoro solo nel 2023, ma  purtroppo sembrano essere un appello non nuovo e soprattutto vano perché gli strumenti istituzionali esistono già, e sono stringenti. Numerosi sono i casi passati sotto i riflettori dell’attenzione pubblica. Le aziende pesso si difendono affermando di avere le carte in regola, di fornire tutto il necessario per rispettare le normative sulla sicurezza, lasciando trasparire che in fondo la colpa sia sempre di una fatalità o di un errore umano non prevedibile. C’è solo un particolare che sembra sfuggire al dibattito pubblico: le regole del capitalismo devono garantire un guadagno a scapito del resto.

Gli operai continuano a morire perché questa cultura sbagliata del lavoro non riesce a compensare le smagliature generate dallo sfruttamento sempre più avanzato, anzi il clima di precarietà da solo riesce a ridurre la professionalità ed innalzare i rischi legati anche ad una banale quotidianità sul lavoro e fuori.

Non abbiamo scorciatoie, dobbiamo riprendere le briglie di questo sistema fine a se stesso per salvaguardare le nostre vite e quelle dei nostri cari, eliminando le disuguaglianze sociali e mettendo al centro gli esseri umani, e dobbiamo farlo noi perché il capitale non è in grado di farlo.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
   sez. “M. Bakunin” – Jesi
   sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
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DOM 4 FEB – Scheletro LIVE@CSLFABBRI

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concerti

DOM 21 GEN – The Cosmic Gospel + Autumn Electric Colors LIVE@CSLFABBRI

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volantino

Un 2024 di magie

Magie per il 2024

L’anno è cominciato con un bella dichiarazione di intenti da parte del governo, fare propaganda spicciola sulla pelle nostra, a partire dalla finanziaria approvata a fine 2023.

Che sia chiaro, qualsiasi governo che possa trovarsi nello stesso periodo storico difficilmente riuscirebbe a fare altrimenti, certo cambierebbe forse il modo in cui si sarebbero affrontati i grandi temi di attualità, ma un bilancio difficilmente riesce a scostarsi da una somma zero se non si modificano drasticamente gli orizzonti verso cui si naviga. D’altronde se la magia non esiste, restano però gli abili giochi di prestidigitazione: incrementare una voce ed abbassarne un’altra, il trucco risiede nel catalizzare l’attenzione solo sui bisogni al centro dell’attenzione.

Accorpare i primi due scaglioni per il pagamento delle aliquote IRPEF appiattendoli al 23% sembrerebbe una cosa banale detta cosi`, suona invece molto meglio se definita come “taglio al cuneo fiscale”, una operazione di marketing che non è sfuggita alla critica delle opposizioni che hanno prontamente evidenziato come la manovra favorisca in realtà i redditi piu` alti. Purtroppo però non hanno ravvisato un altro problema ben più grave e immediato, distanti come sono dalla quotidianità dai lavoratori e dai disoccupati:

l’IVA schizza al 22% sulla bolletta del gas e torna al 10% su prodotti per la prima infanzia e per le donne.

Questo governo, fin da quando era all’opposizione ha fatto sempre un gran parlare di investire sulla natalità italica, sulle famiglie, ma poi i fatti sono ben altri. Non possiamo accontentarci di una decurtazione del canone RAI o di un aumento dei soldini sul welfare aziendale:

Prima di tutto dovremmo pretendere un servizio pubblico che funzioni, scuole di ogni ordine e grado che non cadano a pezzi, con i servizi di riscaldamento funzionanti ed antisismiche. Ospedali e pronto soccorso con il giusto organico, senza ricorrere a stratagemmi per obbligare il personale anziano a non andare in pensione.

Poi abbiamo bisogno di un lavoro. Sicuro. Che ci dia un salario degno delle nostre vite.

Tutto il resto sono solo abili stratagemmi per favorire e nascondere detassazioni e benefit per la classe padronale di un paese che fatica a darsi un ruolo industriale e gioca al ribasso con le spese pubbliche da decenni, auto-sabotando i sistemi di pubblico servizio, rendendo i privati l’unica scelta politica accettabile da una società classista e resa incapace di reagire anche solo allo sperpero di tempo e denaro pubblico per il ponte sullo stretto.

In fondo vogliamo solo una banale quotidianità, quella che molti di noi non hanno più ormai da molto tempo, tra cassa integrazione dilagante anche in contesti industriali grandi per una cittadina provinciale come Jesi (CNH), chi ancora attende di tornare ad avere un lavoro, senza un reddito su cui poter contare (IMR ex Caterpillar) o chi fugge da una guerra, dalla crisi climatica, dalla povertà e dall’ignoranza.

Purtroppo nessuno ha la bacchetta magica. Per non essere più insultati da manovre farlocche e giochi di prestigio non possiamo che costruire un fronte compatto di rivendicazione salariale a difesa di tutti. Per un mondo migliore, senza magie.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

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NOISEmoJESI Vol.6