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Violenza de-genere

La giornalista palestinese Shireen Abu Akleh è stata uccisa durante un raid israeliano, mentre faceva un reportage. Nel corso dei suoi funerali, i partecipanti sono stati duramenti repressi dai militari israeliani.
Una studentessa nigeriana, Deborah Samuel, accusata di blasfemia per un commento offensivo su Maometto, pubblicato su Whatsapp, è stata lapidata dai suoi stessi compagni di scuola.
Centinaia di donne sono state molestate durante il raduno nazionale degli alpini a Rimini. Molti i commenti di politici maschi tesi a minimizzare l’accaduto, in un’ottica machista, simile a quella dell’assessore alla sanità della regione Marche il quale ha affermato che l’intelligenza dipende dall’organo genitale femminile.
Una imprenditrice si vanta di assumere per la sua nota impresa solo donne che non creano problemi e possono dare tutto per l’azienda. Alcuni l’hanno giustificata dicendo che chi offre lavoro detta le regole del lavoro. Molte donne dipendenti si sono altresì lamentate di essere costrette a lavorare continuamente sotto pressione.
Donne ucraine, russe e bielorusse piangono le vittime di una guerra fra oligarchi.
Una sola donna al potere ha provato a sollevare ragioni “economiche” per un cessate il fuoco. Inascoltata. In passato un’altra donna, Anna Politkovskaja aveva sollevato con più forza le ragioni della pace contro l’autocrazia al governo. E’ stata assassinata. Anche la sua morte ha permesso una continuazione della politica guerrafondaia che dalla Cecenia si è estesa all’Ossezia, alla Georgia fino all’Ucraina.
Una donna nera di 77 anni, Pearl Young, è stata uccisa assieme ad altre 9 persone da un suprematista bianco di 18 anni in una strage razzista eseguita a Buffalo (USA). In questo caso l’etnia è stato il principale oggetto della violenza, Il suprematista bianco fra le tante citazioni deliranti ha ricordato il neofascista Traini che a Macerata sparò in girò per la città, su tutte le persone di origine africana che
incontrava. Accadeva in un paese in cui la parità salariale e sociale, sindacale e politica, ma ancor più culturale, deve essere raggiunta. In un paese dove per nascondere le discriminazioni di cui le donne sono vittime ogni giorno, ci si inventa teorie di gender inesistenti. Un paese che ha più a cuore i suoi fratelli, citati nell’inno nazionale, dove non c’è posto per nessun riferimento femminile. E forse è un bene.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

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antimilitarista manifesto

Fermiamo la corsa al riarmo

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comunicato stampa

Lavoro, un passo avanti e tre indietro. Comunicato Stampa

La vicenda della Caterpillar, con l’acquisizione da parte del gruppo IMR, sembra essersi conclusa nella maniera più indolore possibile. Poco più di un centinaio di lavoratori verranno reintegrati, possibilità di nuove assunzioni in futuro e mantenimento di uno stabilimento industriale utile allo sviluppo della zona. Nonostante tutto c’è poco da festeggiare in generale. In questi ultimi anni sono troppe le aziende che hanno chiuso i battenti (es. la Liomatic ha mandato a casa una cinquantina di dipendenti) e le prospettive future non promettono nulla di buono. Mentre sembra affermarsi il pessimo modello Amazon fatto di precariato, sfruttamento, salari bassi e umiliazioni, tramonta il modello marchigiano del lavoro, che non era certamente fra i migliori. L’ex-Antonio Merloni chiude mandando definitivamente a casa quasi mezzo migliaio di lavoratori e facendo arretrare ad un’economia residuale da Stato Pontificio tutta l’area fabrianese. L’ennesima prova di un’arroganza padronale che può impunemente fare il bello e il cattivo tempo, e di una incapacità della classe politica di poter tutelare gli interessi dei lavoratori, della collettività, dei più fragili.

Una classe politica buona a montare sul carrozzone delle lotte operaie per avocarle a sé quando sono vincenti o abbandonarle quando vengono sconfitte. Una classe politica che si preoccupa fra le stanze del palazzo di creare contenitori vuoti (vedi vicenda Assam), senza sostegni finanziari, utili solo per esercitare il buono e sano clientelismo di sempre. Per poi magari andare a festeggiare durante la movida o una fiera o una festa qualsiasi in città rese enormi dormitori pubblici, incipriate di quando in quando per ospitare spettacoli e eventi di vario genere che non apportano nulla sul piano strutturale, economico e culturale. Una classe politica che è già pronta a privatizzare ulteriormente il servizio sanitario regionale, spezzettandolo in tanti tronconi funzionali al citato clientelismo e all’onnipresente profitto.

La salute dei cittadini? Residuale e monetizzata. La chiusura del polo di Fabriano grida vendetta, considerando che, nel bene e nel male, la città, i suoi abitanti, e l’area circostante hanno rappresentato la storia della classe operaia italiana nel mandare avanti “la baracca” e nel rivendicare i diritti. Che dire! Per qualche posto di lavoro salvaguardato – di cui siamo lieti – molti di più vengono spazzati via. Vero è che la lotta paga e, sia a Fabriano sia in altri siti, questo è di insegnamento: non rinunciare a nulla, rivendicare diritti e lavoro, e non fidarsi dei chiacchieroni di sempre.

FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

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1° Maggio manifesto

1 Maggio, arrivera` il tempo dei lavoratori

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General manifesto

Resistere. Alla miseria che tutte le guerre portano.