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comunicato stampa del 18 ottobre
Una caccia alle streghe in grande stile, questa  è l’unica definizione che si può dare alla grande campagna mediatica avviata dopo i fatti di Roma. Se le stesse energie fossero state spese per ridurre il disagio sociale  montante, forse non ci sarebbe stata l’esplosione di rabbia giovanile; o forse no. Il beneficio del dubbio è d’obbligo, ma non per tutti. Sembra che si sia aperta ufficialmente la caccia all’anarchico, anche se poi è un tifoso o un Black block o un comunista o un autonomo: di tutto un pò insomma, l’importante è criminalizzare chi dissente. Basta poco: una felpa, un casco, avere 20 anni. C’è una sproporzione enorme fra i fatti accaduti e la reazione, prima a Roma e poi nel resto del paese. Per quello che ci riguarda come FAI – Federazione Anarchica Italiana, la maggioranza del movimento aveva fatto due scelte precise: partecipare a Roma al corteo in modo visibile, pacifico, ordinato dietro lo striscione “accerchiamoli” o organizzare iniziative locali di controinformazione (così è stato a Jesi, come in molte altre città italiane), per essere presenti nei territori dove più acuta si fa sentire la crisi in termini di disoccupazione, povertà e tagli occupazionali. Sappiamo che fare titoloni con il termine “anarchico” è un buon incentivo alle vendite.Sappiamo inoltre che, in questo paese, prendersela con gli anarchici ha sempre anticipato tempi molto bui, da Piazza fontana in poi. Grave è lo sbraitare di leggi speciali, di riduzione dei diritti, di terminologie care allo squadrismo che ben poco hanno a che fare con la democrazia. Se queste sono le risposte ai gravi problemi sociali, far montare rabbia e alienazione, magari pilotarla, con qualche infiltrato o qualche utile idiota, per poi far dimenticare tutto con repressione pesante, c’è di che preoccuparsi. Per noi come anarchici la risposta è una sola: costruire sicurezza sociale, non con i manganelli e la violenza, ma con una istruzione pubblica garantita, con l?assistenza ai più deboli, con la dignità del lavoro e della comunità, con un futuro in cui vivere senza doversi vendere come schiavi o prostitute.

FAI – Federazione anarchica italiana
Gruppo  – Michele Bakunin, Jesi
Gruppo – Francisco Ferrer, Chiaravalle
Gruppo – Pietro Gori, Fabriano
Circolo Culturale – Ottorino Manni, Senigallia