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Stragi e stragisti

Un brutto luglio. Tra Europa e Medio-Oriente, passando per le strade di Baton Rouge, vanno in onda l’orrore e la paura. Finiranno o aumenteranno? La speranza lascia spazio all’angoscia, e la reazione animale a qualsiasi pensiero umano e razionale. Eppure bisogna fermarsi, impedire di farsi trascinare via dalla follia mediatica prima ancora che umana. Il primo pensiero è: perché tutto questo? Chi ne può trarre giovamento? Le risposte banali e infantili alla Salvini/Marie Le Pen, sono più inutili che pericolose.
I media soffiano sulla tragedia. Sembra quasi esserci un effetto emulazione nell’allargarsi dell’orrendo gioco della strage omicida che coinvolge minorenni e disadattati. Qualcuno ricorda forse i sassi in autostrada di qualche anno fa? Non sono la stessa cosa, ma ad un certo punto sembrò che tutti i giovani psicopatici italiani facessero a gara per comparire in tivù. Anche ammazzando innocenti. Qualcuno lanciò l’allarme dell’emulazione mediatica, i riflettori si spensero, e i sassi scomparvero. Durante gli anni di piombo, in Italia, il dibattito istituzionale affrontò la questione di non dover dare spazio alle notizie degli ammazzamenti della lotta armata, per non amplificarne l’effetto. Oggi accade il contrario.
Stato d’emergenza, pena di morte, sospensione dei diritti, e tutto quello che il repertorio totalitario offre, stanno diventando sinonimo di sicurezza, libertà e democrazia. La follia degli attentatori omicidi ha già infettato le menti “civili” degli europei e chi vuole il regno del terrore, sta ottenendo il suo scopo. E’ una strategia della tensione su ampia scala che dalle Torri gemelle del 2001, e ancor prima dai cecchini del mercato di Sarajevo, sta costruendo una dittatura globale, utile ai jihadisti di ogni religione e ai trafficanti d’armi, ai banchieri e ai monopolisti, alle bestie razziste di ogni forma e ai padroni di sempre. Utile a coloro che possono far passare, senza colpo ferire, come in Francia, leggi antisindacali, come la Loi Travaille (simile al Jobs Act di Renzi o alla riforma che si sta facendo strada in Spagna), coperta dal sangue di Nizza.
Troppe le coincidenze e troppe le dissonanze in tutto ciò che sta accadendo. Le uniche certezze stanno nel conteggio delle vittime, nella loro innocenza sacrificale. Impuniti, i grandi potenti e i grandi ricchi, vedono cambiare il mondo come fa più comodo a loro, scambiano la democrazia per un contro-golpe (come in Turchia), o per la scelta elettorale di un candidato xenofobo, ignorante e profittatore (come negli USA), o per la riduzione delle libertà per avere … più libertà. Gli ossimori dell’anti-utopia orwelliana di 1984 stanno diventando la normalità. Difficile aggiunger altro. In Italia la strategia della tensione fu sconfitta dall’impegno di una società democratica, libera, onesta ed organizzata, da una cultura antifascista e di classe. Risorse irrinunciabili, difficili però da mobilitare oggi.
Resistere all’orrore che sale e restare umani, in primo luogo, sarebbe un grande successo.

F.A.I. – Federazione Anarchica Italiana:
gruppo “M. Bakunin” – Jesi                  
gruppo “F. Ferrer” – Chiaravalle