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comunicato stampa

Un ‘intervento del PDL jesino sulla stampa locale ha sollevato, come

di consueto, la questione delle sedi alle associazioni, ed in questo
sono stati tirati in ballo TNT e anarchici. Bene, per trasparenza è
giusto far chiarezza sulla questione. I locali di Via Pastrengo 2 sono
stati concessi temporaneamente al Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”
in attesa di poter rientrare nella sua sede di Via Posterma 8, ora in
fase di ristrutturazione. Concedere al “Fabbri” questi locali significa
aver trovato una sistemazione temporanea all’archivio documentario e
librario (5.000 libri e 10.000 documenti e giornali) che esso detiene,
e riconoscerne l’attività sociale portata avanti in più di un
trentennio. Per inciso i locali attualmente occupati erano da più di
sei anni abbandonati a se stessi e sono tutt’ora privi di
riscaldamento. All’interno del “Fabbri” ci sono anarchici, ma non solo,
in quanto non è chiesta l’adesione fideistica e la tessera di partito
ad alcuno per potervi far parte volontariamente, se non quella di
condividere la metodologia assembleare della partecipazione dal basso e
del ricercare di difendere gli interessi dei più deboli. Questo fa del
“Fabbri” sicuramente un’associazione schierata, ma non un partito; un’
associazione con finalità di pubblica utilità al pari di qualsiasi
Onlus (che è comunque anch’essa un’associazione privata). Non lo
diciamo noi, ma il lavoro che svolgiamo gratuitamente nei confronti
della città da anni. Lungo questa prospettiva, in un periodo di “vacche
magre” abbiamo dato vita due settimane fa alla prima fiera del baratto,
al fine di far incontrare beni e relazioni, sogni e bisogni fuori da
ogni logica privatistica e di mercato. Per l’occasione abbiamo
inaugurato la prima biblioteca circolante pubblica, con oltre 1.000
testi a disposizione per la libera consultazione e lettura. Inoltre ci
siamo sempre detti disposti verso l’AC a condividere i locali in caso
di bisogno con altre associazioni, ovviamente affini al nostro percorso
culturale prima che politico. Lo abbiamo detto sempre ed in particolar
modo quando ci fu il crollo della Palazzina Politi che ospitava il TNT,
altra associazione (non partito), che crediamo saprà rispondere
egregiamente. Dal canto nostro non possiamo che ribadire la nostra
disponibilità, anche a fare posto a famiglie sfrattate, ma in quel caso
il Comune dovrebbe assicurare almeno il riscaldamento nei freddi locali
di Via Pastrengo. Al PDL jesino comunque vogliamo rispondere che
comprendiamo le sue ragioni per l’associazionismo jesino, e ci uniamo a
lui nel rinnovare la richiesta, fatta da sempre da parte nostra, di una
mappatura dei locali disponibili in città, della loro distribuzione e
finalità d’uso, prendendo in considerazione in primo luogo quelli ad
uso commerciale, questi si per fini privati. E siamo disposti anche ad
affrontare assieme, tematiche molto più urgenti per la città, quali il
reddito delle famiglie senza lavoro, gli sfratti, i servizi
insufficienti a dare risposte ai drammatici bisogni di molti, la
destrutturazione della sanità cittadina e regionale.

Centro Studi Libertari “Luigi fabbri” – Jesi