BUON COMPLEANNO GUERRA
Cento anni fa il carnaio della Grande Guerra: venti milioni di morti, un dopoguerra fatto di dittature,
guerre civili e un’altra guerra mondiale con ulteriori 50 milioni di morti. Chissà se qualcuno ricorda
i motivi, gli ideali, la sacralità patriottica e tutte le bugie che hanno fatto arricchire mercanti d’arme
e industriali e provocato la morte di milioni di proletari.
Dopo un secolo questa estate del 2014 è ancora pervasa dai venti di guerra. Minori, ma non meno
distruttivi. Il terrorismo di stato nella striscia di Gaza miete vittime civili, in Ucraina un missile
colpisce un aereo passeggeri della Malaysia. Come a Ustica qualche anno fa. E il tribunale dell’Aia
riconosce, dopo quasi venti anni, le responsabilità dei caschi blu olandesi (solo di loro?) nel
massacro di Srebrenica. Le guerre civili in Siria, Libia, e Iraq sembrano dimenticate da tutti, ma
purtroppo le relative vittime civili restano di tremenda e quotidiana attualità.
Insomma la guerra resta il migliore affare e la migliore espressione del potere statale e capitalista,
anche se tutta questa voglia di andare a fare la guerra, negli eserciti delle potenze occidentali, non
c’è. Solo se sei costretto impari il mestiere delle armi. Se hai bisogno di un lavoro, di una borsa di
studio, di un certificato di cittadinanza, allora varchi la soglia dell’inferno che separa l’uomo dal
soldato. A poco o nulla valgono le campagne promozionali sulle spiagge estive, per arruolarsi nelle
forze armate. A Senigallia l’Esercito ha il suo presidio pubblicitario. Venite al mare Forse se lo
avesse avuto durante l’ultima alluvione sarebbe stato più utile.
Cento anni fa la guerra fra proletari, oggi … di nuovo! Ad es. a Castel Volturno dove il territorio
viene conteso fra clan e schiavitù vecchie e nuove, controllate a colpi di vigilantes privati finché la
rabbia non esplode in una distruttiva guerra fra poveri. Intanto sulle coste italiane si cerca di
sfuggire alle guerre economiche, post-coloniali, e si rimane vittime delle guerre dei visti, del
razzismo, della chiusura delle frontiere. Qualcuno tenta di dire che almeno sul fronte del lavoro gli
infortuni, le vittime delle guerre economiche, sono diminuiti. Ma se si fa il conto del tasso di
occupazione i risultati sembrano quasi raddoppiati rispetto a qualche anno fa. E non passa giorno
che in Italia si muore di lavoro.
Ultimi i tre operai travolti da un treno in Sicilia. Vittime di una guerra di classe vincente del
padronato, con la complicità di istituzioni, partiti e sindacati (ma al di fuori delle rispettive
burocrazie e dei vecchi burocrati, esistono più?). Cento anni fa per fermare il pericolo della
rivoluzione si scatenò la guerra mondiale. Oggi non sembra ci sia nessuno in grado di fermare la
progressiva regressione dei diritti e delle garanzie di lavoratori e cittadini.
Guerre militari, economiche, civili ( o meglio incivili), fra poveri e, comunque, sempre contro
l’umanità. Questa è l’estate del 2014 che sembra sempre più pericolosamente simile a quella di
cento anni fa!
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