Putin ha iniziato la sua guerra lampo di ricostituzione dell’impero russo. L’Occidente, USA ed Europa in testa, ha fatto di tutto per alzare la tensione. Lo stato ucraino, dal canto suo, ha regalato al suo popolo pane e patria, poco del primo, tanto e pericolosamente tossico del secondo. I media ci hanno riempito di analisi di ogni tipo, ragioni storiche ed economiche, a giustificare questa o quella scelta, questo o quello schieramento.
Pochi hanno parlato delle ragioni delle vittime di sempre, degli ultimi, dei lavoratori russi ed ucraini, separatisti o nazionalisti, uomini e donne che in queste ore stanno vivendo lo stesso scenario di guerra vissuto dai loro nonni in passato a causa dell’invasione dell’Italia fascista o della Germania nazista, o legata alla miseria della carestia sostenuta dalla Russia stalinista. Le centinaia di donne immigrate in Italia, che si prendono cura dei nostri cari non autosufficienti, anche da lontano, sentono e denunciano l’orrore di queste ore di guerra. Sui social le loro testimonianze parlano di:
«Un paese isolato dai bombardamenti … già non ci sono più rifornimenti … la gente scappa in campagna … lasciano le loro case che vengono subito saccheggiate … una tragedia immensa … le informazioni che ci arrivano sono distorte … la realtà è terribile».
Dopo la macelleria nelle regioni della ex-Jugoslavia, l’Europa torna ad essere il teatro di guerre dove il terrorismo degli stati, il profitto dei mercanti, la cultura dell’odio si mascherano dietro alle mille menzogne patriottiche ed economicistiche diffuse a piene mani. Come sempre i più deboli ne pagheranno le conseguenze. Di fronte a tutto ciò non basta solo pregare per la pace, appellarsi alla diplomazia, o invocare di disertare la guerra. Bisogna denunciare le politiche guerrafondaie e appellarsi alla solidarietà possibile fra sfruttati.
Rifiutare le armi e condividere la sicurezza di una casa, di un pasto, di un affetto, di una cura. La più immediata solidarietà che noi possiamo dare a chi subisce il terrorismo politico degli stati è quella di lottare contro chi ci governa, responsabile in diversa misura, di quello stesso terrorismo, specie quando le spese militari non subiscono tagli come la sanità, la scuola, la previdenza.
Noi stiamo con chi subisce le guerre e mai con chi le fa.
Lottiamo contro le guerre, i guerrieri e i guerrafondai.
Tutte le guerre contro di noi. Noi contro tutte le guerre.
FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle
sez. “M. Bakunin” – Jesi
Alternativa Libertaria / FdCA
sez. “S. Francolini” – Fano / Pesaro
Gruppo Anarchico “Kronstadt” (senza fissa dimora) – Ancona
Valcesano Anarchica
Circolo “O. Manni” – Senigallia
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