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Comunicato stampa del 19 luglio 2021

Qualche giorno fa, mentre il Presidente della Regione si preoccupava dell’innalzamento dei contagi in relazione alla stagione turistica, l’Assessore alla Sanità rendeva noto l’obiettivo di favorire una sanità maggiormente diffusa sul territorio. Buona cosa, se non fosse che viene riproposta con il modello desueto della visione ospedalo-centrica da tutti messa in discussione. Nel criticare il modello dell’ospedale unico, l’Assessore ne vorrebbe la moltiplicazione a livello interprovinciale, probabilmente nell’intenzione di dare continuità ai vari spot di una campagna elettorale che sembra non finire mai. E’ abbastanza imbarazzante volere la moltiplicazione degli ospedali quando non ci sono attrezzature e personale per far fronte alle esigenze quotidiane di quelli già esistenti. Servono medici ed infermieri di famiglia, per il territorio. Ne servono tanti. E servono anche tanti medici ospedalieri, specialisti ed infermieri, oss, tecnici, e tanto personale amministrativo ridotto all’osso dai vari tagli subiti e affogato dalla burocrazia inutile del palazzo.

C’è una terza ondata di contagi che sta salendo; la popolazione, i lavoratori, sono stanchi del cianciare di amministratori e politici, ed hanno la consapevolezza che presto torneranno negli scafandri per colpa di una gestione della prevenzione e del piano vaccinale non all’altezza delle necessità pandemiche. Le sfide della sanità già da oggi sono quelle legate alla capacità del sistema di mantenersi equo, dando risposte maggiori a chi ha meno risorse, sostenendo l’accesso ai servizi in relazione al reddito, all’istruzione, all’occupazione, alle fragilità sociali. Pensare che la salute si sostiene solo moltiplicando poltrone da primario e cattedrali nel deserto è qualcosa da rigettare.

Di quale salute collettiva vuol farsi carico un governo regionale se esso stesso non riesce a dare le necessarie risposte, doverose, alle centinaia di famiglie che hanno perso reddito e lavoro, restando pressoché in balia di chi nega l’occupazione delocalizzando fabbriche e produzioni.

Si prevede una continuità lungo la strada di privatizzazioni, tagli e lottizzazioni intrapresa dai precedenti governi regionali cui, questa giunta, deve riconoscenza per la strada spianata verso Palazzo Raffaello che le ha fornito. Chi oggi, privo di argomenti validi, chiacchiera di libertà costituzionali e green pass, vaccini e dittatura sanitaria, non si fa alcuno scrupolo nel creare discriminazioni sociali nell’assegnazione delle case popolari, negando il diritto alla casa, aizzando una guerra fra poveri. Alla fine se chi deve garantire la salute pubblica non riesce ad assolvere al suo ruolo è giusto che chi ne ha bisogno la rivendichi con determinazione, per un welfare equo, accessibile, universalista e pubblico.

FAI – Federazione Anarchica Italiana

   sez. “M. Bakunin” – Jesi
   sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

Gruppo Anarchico “Kronstadt” (senza fissa dimora) – Ancona