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La dismissione degli immobili è una strategia carente e che non tiene conto dell’associazionismo

Le recenti notizie apparse sulla stampa nei giorni scorsi riportano all’attenzione il problema dell’immobile del San Martino.
Da parte nostra non possiamo che sottolineare alcune questioni importanti. Primo: la necessità di fare cassa da parte del Comune di Jesi e di alienare per questo immobili di proprietà dell’intera collettività è la dimostrazione di una capacità di governo dal respiro molto corto, che non dipende solo dai tagli fatti da Roma o dalla crisi economica, ma da una visione strategica globale carente è affatto funzionale ai bisogni dei cittadini.

Secondo: non vorremmo che dietro paventate permute di immobili, in cui il San Martino risulta essere un “oggetto” molto interessante, si celino scelte speculative poco chiare.

Terzo: come da altri ricordato il complesso attualmente ospita varie associazioni e per questo rappresenta un luogo di socialità e di cultura, fuori da logiche di mercato, irrinunciabile per la città. In merito quali “nuovi” inquilini, fatte salve le discutibili scelte che ogni volta vedono il San Martino al centro dell’attenzione dell’Amministrazione, chiediamo quali prospettive future ha previsto l’Amministrazione per dare risposta all’associazionismo ospitato dal complesso e alla stessa città che in varia misura vi partecipa, se ne serve e vi si riconosce.

Dal canto nostro, come anarchici, siamo pronti al confronto, alla mediazione, a percorrere qualsiasi strada che valorizzi l’interesse collettivo e l’associazionismo, e non il profitto privato. Ricordiamo che durante i giorni delle fiere di San Settimio, il Centro Studi Libertari ha tenuto per tre giorni aperta la nuova sede al pubblico, con iniziative articolate: presentazione di libri, cineforum, cena sociale, musica e consultazione dei materiali dell’archivio in dotazione. Inutile dirlo, buono è stato il riscontro di pubblico.

Centro Studi Libertari Luigi Fabbri – Jesi
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cena sociale cineforum concerti LiberMente

LIBERAMENTE 
 BIBLIOTECA ANARCHICA APERTA 
 cambiano le mura,non la fucina di idee

Venerdi 23 settembre 011

ore 17:30 apertura Biblioteca etc…
ore 19:00 aperitivo con N.U.D.O. (blues solo)

Sabato 24 settembre 011

ore 10:30 apertura Biblioteca etc..
ore 17:30 dibattito Autoproduzione con |Nooz|
ore 19:00 aperitivo cena sociale (se arrivi tardi mangi quel che rimane dei lupi)

Domenica 24 settembre 011

ore 17:30 apertura Biblioteca etc..
ore 21:00 FILM : è stato morto un ragazzo di Filippo Vendemmiati

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volantino

volantino distribuito in Ancona allo sciopero del 6 settembre 2011

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volantino

dal presidio in piazza della repubblica Jesi

LA LOTTA NO TAV

E’ LA NOSTRA LOTTA

Uno spiegamento da guerra: migliaia di uomini e mezzi hanno represso la democrazia e la libertà di del popolo della Val di Susa di decidere della propria salute, del proprio futuro, della propria vita, contro gli inquinamenti ambientali, politici ed economici che sono legati al progetto dell’alta velocità sulla tratta Lione-Torino. Lunedì 27 giugno il blocco dei valsusini all’inizio dei lavori per la TAV è stato forzato violentemente. La democrazia blindata italiana festeggia così in modo egregio, anche l’anniversario della mattanza fatta a Genova dieci anni fa.

Di fronte ai finanziamenti europei, alle speculazioni, agli affaristi che milioni di euro fanno nascere non esiste dissenso, libertà, sicurezza della collettività. Un progetto nato vecchio, inquinante, inutile come quello della TAV, ma che promette lucrosi guadagni per pochi a danno di molti, non può essere messo in discussione. La democrazia rappresentativa, in nome del profitto, cede il passo al manganello e al lacrimogeno.

La Libera Repubblica della Maddalena di Chiomone è stata soffocata dalle ruspe e dalle menzogne di media e partiti di governo, nazionali e regionali. Ciò nonostante il popolo della Val di Susa, che lotta da più di dieci anni per il proprio territorio non si lascerà intimidire. Se la battaglia contro l’inizio dello scempio in Val Susa per il momento è persa, la lotta prosegue con la determinazione di resistere, a livello locale e in tutto il paese: scioperi, occupazioni, controinformazione stanno coinvolgendo tutti coloro che, in vario modo, sono stanchi della peggiore classe politica ed imprenditoriale della storia d’Italia. Stanchi di miserie e bugie, furti sulla pelle dei lavoratori e profitti privati. Stanchi di leggi che difendono ogni sorta di profitto capitalista.

La lotta NO TAV è la nostra lotta. Anche a livello locale, contro la stessa logica imprenditoriale distruttiva che genera Turbogas e Centrali a biomasse, rigasificatori ed elettrodotti, disoccupazione e guerre fra poveri. E’ la gerarchia del potere politico ed economico contro cui lotteremo sempre: in fabbrica nella difesa dei diritti della classe operaia, sul territorio a difesa dei servizi pubblici, ovunque contro gli inquinamenti del profitto e le tragedie del capitalismo.

SOLIDARIETA’ AL POPOLO NO TAV: ESEMPIO DI LIBERTA’ E AUTOGESTIONE

FAI – Federazione Anarchica Italiana PRC – Partito della Rifondazione Comunista

Sez. “Michele Bakunin” – Jesi Sez. « Carlo Marx » – Jesi

Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” – Jesi Brigate di Solidarietà Attiva – Jesi

fip. Via Pastrengo 2 – Jesi

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SOLIDARIETA’ ALLA LIBERA REPUBBLICA DELLA MADDALENA

Almeno duemila agenti fra polizia, carabinieri, guardia di finanza e
corpo forestale.
Una quantità impressionante di lacrimogeni sparati contro i
manifestanti. Idranti e ruspe per spazzare via le barricate contro il
TAV. A dieci anni dal massacro di Genova, lo Stato italiano ha voluto
imporre il suo dominio contro la Libera Repubblica della Maddalena, un
presidio di libertà e autogestione costruito dalla popolazione valsusina
che resiste alla devastazione ambientale.
Le minacce del ministro dell’Interno Maroni si sono concretizzate alle
prime luci dell’alba: un’operazione militare in grande stile sostenuta
dal plauso di tutti i poteri forti, dai partiti di centrodestra e
centrosinistra passando per Confindustria.
Nonostante questo, il movimento NO TAV non si piega: la resistenza
continua nella convocazione di scioperi spontanei nelle fabbriche della
valle (quattro fabbriche, da stamane, in sciopero spontaneo), nei
blocchi stradali e ferroviari di queste ore convulse, nella generosa
consapevolezza dei valsusini che lottano a mani nude per la salvaguardia
della loro valle, della loro salute, del loro futuro.
La mobilitazione in risposta all’arroganza del governo si sta estendendo
nella penisola: alcune organizzazioni hanno proclamato lo sciopero
generale; presidi e manifestazioni di protesta si annunciano, per il
pomeriggio, in moltissime città italiane.
I fatti di questa mattina dimostrano che la vera violenza è quella dello
Stato che spiana la strada agli interessi criminali del capitalismo
ripristinando il suo disordine in punta di manganello.
La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana
denuncia la repressione dello Stato nei confronti di questa lotta
decennale per la libertà e l’autodeterminazione e rinnova la sua massima
solidarietà alle popolazioni valsusine in lotta.

Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana – FAI