Categorie
volantino

Alla Salute Dell’8 Marzo

ALLA SALUTE DELL’ 8 MARZO
L’interruzione del servizio IVG (la seconda volta) a Jesi, sembrerebbe destinata a cessare a
partire dal prossimo 17 marzo. Una buona notizia, ma sarà difficile dimenticare come Jesi
sia salita alla ribalta nazionale causa la cattiva organizzazione sanitaria a tutela di un
diritto di libertà. Resta il fatto che proprio sulla salute delle donne si evidenzia ancora una
volta l’erosione del diritto alla salute. I consultori familiari sempre più con meno personale
e risorse, i mediatori culturali che vengono a mancare, servizi e prestazioni ridotti al
lumicino. Le donne, come i più fragili, come gli stranieri, gli anziani, i minori, anelli
deboli di una società che nega garanzie, lavoro, futuro.
Le iniziative in questi giorni sulle donne quasi vanno a ruba (come i loro diritti).
L’assessorato che si preoccupa dei diritti delle donne nello sport. Tutti pronti a dire o fare
qualcosa. Poi, passata la festa … Si ritorna alla dura realtà della crisi italiana con una
disoccupazione femminile superiore a quella europea e a quella maschile (9,7% vs. 7,6%),
ed un tasso di inattività di quasi il 50%. Le donne cacciate dal lavoro (per cedere il posto
ai maschi) ritornano dentro casa a fare le bravi mogli, amanti e madri, per prendersi
magari qualche cazzotto in più, ma tanto l’istituto della famiglia è così sacro che val pur la
pena di qualche sacrificio.
Donne a far da badanti agli anziani che non trovano un posto letto per i tagli della sanità.
A far da maestre d’asilo perché i Comuni hanno finito i soldi (o li sprecano in abbellimenti
dei centri storici tutti fini a se stessi). Donne che campano più a lungo degli uomini, ma
sicuramente peggio, e con una sanità futura sempre più negata e privatizzata. E proprio la
dimensione gerarchica della sanità sembra ritornare a governare il rapporto fra generi: il
dirigente maschio (medico, direttore, assessore) e la sottoposta donna (infermiera,
ausiliaria, colf).
Ed ancora Donne a fare la fila in Ambulatorio, al Pronto Soccorso, in Farmacia, e a
Scuola, al Comune, dovunque per ore ed ore, giorni, settimane, anni di vita spesi di fronte
ad una società classista e sessista che le vuole funzionali alla riproduzione delle
disuguaglianze di genere, di reddito, di vita. Ancora alle soglie del terzo millennio, la
liberazione della donna deve farsi, per rendere la donna individuo e non macchina di
riproduzione genetica, in balia di disservizi pubblici, profitti privati e moralismo ipocrita.
8 marzo 2014: la salute della donna, della libertà della donna, come di tutti gli sfruttati, i
miseri, i fragili, i lavoratori, i migranti, i malati e i vecchi, interessa solo chi si riempie la
poltrona di belle parole e il portafoglio di lucrosi guadagni. Per il resto l’unione e la lotta
fra disuguali senza pari opportunità potrà restituire dignità di vita, identità di genere,

coscienza di classe, e solidarietà sociale.

F.A.I. – FEDERAZIONE ANARCHICA ITALIANA
Sez. M. Bakunin – Jesi
Sez. F. Ferrer – Chiaravalle
Categorie
volantino

renzopardo

«Renzi ha detto a me e a Lupi che non ha citato Salute e Infrastrutture perché i ministri sono bravi…».


E’ il passaggio riportato dal “Sole 24 ore Sanità” nell’articolo fatto dopo il discorso al Senato del neo-premier. Sono parole significative che ci fanno capire come, al di là dei trucchi da imbonitore di provincia, il nuovo che avanza sa molto di vecchio. Sono vecchi infatti concetti da tempo sbandierati. 

Come la ristrutturazione del sistema fiscale, che significa in parole semplici: non far pagare le tasse ai padroni, farle pagare ai lavoratori. Vecchie parole come la competitività e meritocrazia, scuole al passo con i tempi, efficienza dell’amministrazione pubblica ed efficacia della spesa sanitaria. 
Tante parole, una sola traduzione: tagli, privatizzazione del welfare, contrazione degli spazi di democrazia, repressione del dissenso. Qualcuno potrà obiettare: dategli tempo, e dategli la possibilità di cambiare veramente le cose, che ce n’è tanto bisogno. Sembra di sentire i commenti sulla discesa in campo di Berlusconi, o dell’Italia di Vittorio Veneto di Mussolini.

La realtà è molto più drammatica: disoc-cupazione, disu-guaglianze sociali, repressione, censura mediatica.

Il quadro finale è quello drammatico di un paese che è scivolato indietro nel tempo di mezzo secolo, dove la capacità decisionale e il peso politico delle masse, dei lavoratori, dei più deboli e degli sfruttati è stato tolto letteralmente di mezzo e la classe al potere gioca una guerra di classe dove a noi sfruttati ci fa illudere di grandi cambiamenti, come quelli del gattopardo, dove cambierà tutto, ma non cambierà niente, sennò le nostre ultime speranze in un futuro migliore.
Per il momento auguriamo al Governo Renzi di fare la fila in un ambulatorio pubblico, di prendere un treno di pendolari per ritornare a casa, fare la spesa mensile con 300 euro e farsi una cultura con i mezzi a disposizione dell’istruzione pubblica. Ed avere le stesse possibilità di protestare, gli stessi strumenti, che hanno milioni di italiani.


Categorie
Senza categoria

comunicato stampa 22/02/2014

comunicato stampa del 22/02/2014
Pari opportunità. Renzi ha fatto un governo dicendo di rispettare questo principio, ed ha nominato otto ministri uomini e altrettante donne. Probabilmente così non è in merito al servizio di IVG che non prevede “pari opportunità”, almeno sul piano dell’offerta, fra obiettori e non obiettori presenti in un dato territorio.

I ritardi, la disorganizzazione, le scuse di vario genere non rendono merito né degli alti stipendi di chi, manager, deve provvedere alla governance della sanità territoriale, né di chi deve vedere tutelato un diritto universale, quello ad essere individuo e non semplice contenitore per fare figli che, in caso contrario, deve aspettare, angosciarsi, girarsi mezza provincia (se non mezza regione) per poter scegliere liberamente di essere o meno madre. Pari opportunità si diceva, specie nei confronti di quelle donne più fragili: minori, povere, ignoranti (nel senso della bassa istruzione) straniere.

Un sistema universalista come quello italiano, continua insomma a fare di tutto per perpetuare disuguaglianze nella salute, nei diritti, nell’offerta e nell’accesso ai servizi. Chissà se Jesi, al pari dello sport, sarà d’esempio anche nell’antiabortismo che sta dilagando in Italia e in Europa.

In questo caso però c’è ben poco da vantarsi, ma solo da mobilitarsi tutte e tutti per impedire che un diritto di libertà venga cancellato, portando le donne italiane indietro di anni. Mobilitarsi tutti e tutte, dal basso, in attesa che le tre parlamentari elette in Vallesina, in quanto donne che fanno politica, facciano sentire la loro voce a difesa di un diritto vergognosamente attaccato.

FAI – Federazione Anarchica Italiana

Gruppo “Michele Bakunin” – Jesi

Gruppo “Francisco Ferrer” – Chiaravalle

Categorie
cena sociale presidio volantino

alle ore 18:00 presidio di solidarietà di fronte alla sede del Centro Studi Libertari in Via Pastrengo 2
alle ore 20:30 sempre presso i locali del CSL (entra-ta di fianco alla scuola di musica Pergolesi) si terrà una cena di sottoscrizione a favore del movimento No-Tav e dei compagni arrestati.

passate al presidio per segnarvi alla cena oppure
contattateci via mail al cslfabbri@gmail.com ..entro
sabato pomeriggio …. per darci una contata !

un volantinaggio ed un presidio in solidarietà con chi lotta contro la TAV in Val Susa, per difendere il proprio ambiente di vita dalle devastazioni, il proprio territorio dalle speculazioni, la società civile stessa da ogni asservimento alla logica del profitto. E’ un’iniziativa che prende il via in molte città del paese contemporaneamente, per toccare in primo luogo la sensibilità delle persone contro la militarizzazione di un territorio, finanziata con soldi pubblici per interessi privati, e che persegue come terrorista chiunque sostenga la lotta della comunità valsusina. La storia recente ci dice come in Italia molte sono le “Val Susa” da difendere: dal No Muos in Sicilia alle basi militari potenziate (Dal Molin a Vicenza), al gasdotto trans-adriatico (Umbria e non solo) agli scempi territoriali di ogni genere che, anche a livello locale (biomasse, interporto, quadrilatero, etc.), minacciano la pace delle comunità, inquinano la politica. Quella di sabato è una iniziativa per non far sentire soli chi lotta da venti e più anni.



Un 22 febbraio “NO TAV”

Oggi 22 febbraio il movimento “No-Tav” ha lanciato una giornata di mobilitazione e di lotta contro il Tav e la sua repressione da parte dello Stato. Sono decenni ormai che i comitati, animano una protesta sponta- nea e di massa, di una valle che si oppone allo scempio inutile di un’ennesima grande opera, di cui sono noti gli impatti negativi, ignoti i rischi, ma pericolosamente vaghi e indefiniti i benefici per la collettività.
Per non parlare dei costi,l’alta velocità co- sterà in tutto 40 miliardi di euro (circa 5000 euro al cm) di soldi pubblici più tutti i costi della militarizzazione costante del cantiere e del territorio intorno..
La Val di Susa si oppone ad essere tra- sformata in un corridoio desertificato da decenni di cantiere, si oppone a vedere le sue montagne sventrate e pretende di po- ter avere voce in capitolo sullo sviluppo del proprio territorio. “Hanno scelto di difende- re la vita di un territorio,non di terrorizzar- ne la popolazione”. Comincia così la lette- re dei familiari di Claudio,Mattia,Chiara e Niccolò arrestati il 9 dicembre con l’accusa di terrorismo per aver partecipato ad un azione di sabotaggio nel cantiere della Maddalena il 13 Maggio scorso. Sono sta- ti accusati di “attentato con finalità terrori- stiche e e di eversione” e di aver attentato alla vita degli operai del cantiere e dei mili- tari di guardia. Ovviamente nessuno è sta- to ferito quella notte perché l’obiettivo non era colpire le persone ma fermare o al- meno rallentare lo scempio della valle.
Siamo arrivati a questo. Chi si permette di contrastare in modo pratico le decisioni dello stato e dell’unione europea viene ac- cusato di terrorizzare la popolazione e pu- nito con il carcere di massima sicurezza. Sappiamo tutti che la Torino-Lione è stata iniziata e va avanti per arricchire la solita casta industriale italiana, col beneplacito e l’appoggio(ovviamente interessato) del- l’apparato legislativo ed esecutivo dello Stato italiano e dell’UE.
Allora perché spendere ancora miliardi di soldi pubblici per un’opera che permetterà di andare da Torino a Lione in tre ore in- vece che in cinque come avviene oggi? Noi come anarchici vogliamo continuare ad essere solidali con chi da decenni vive sulla propria pelle la lotta per l’autodeterminazione e la libertà e che non accetta passivamente un opera così inutile e dannosa per ambiente ed esseri umani. Solidarietà agli abitanti della Val di Susa, che lottano insieme per riprendere nelle lo- romani il loro territorio, le loro vite e il loro futuro. Non vogliamo le grandi opere per pochi ma servizi per tutti, treni decenti per i pendolari,salari adeguati e sicurezza per i lavoratori, opere che servano allo sviluppo di tutti e tutte e non a far tagliare nastri di inizio lavori a generazioni di politici.
SI ALL’AUTOGESTIONE e ALLA RESISTENZA! 


F.A.I. – Federazione anarchica italiana: 
Sez. “ M.Bakunin” Jesi, 
Sez. “F.Ferrer” Chiaravalle
Categorie
volantino
ITALIA 2014
I numeri della crisi pagata dagli sfruttati.


L’Italia è un paese con crisi, alluvioni e disoccupazione, governi e governanti imperiosi. Insomma le cose vanno male, ma non per tutti,  solo per i soliti (lavoratori, disoccupati,immigrati,pensionati…), i padroni vedono come sempre aumentare i loro profitti. eE le scuse per reclamare un governo che governi (che significa?) sono sempre le stesse, viscerali e brutali. Le stesse, che hanno portato il matto di Predappio ad essere l’uomo della provvidenza , mentre quello unto dal signore non si rassegna e agita forconi e amici di loggia vari . con un 2014 ricco di anniversari (troppi, pure per quello della nascita della tivvù italiana) speriamo che il nuovo anno porti un pò più diritti e garanzie per i più deboli. Una speranza che solo le lotte e la solidarietà fra sfruttati, ovviamente, può alimentare. Sindaci prodigio e comici fallimentari, vecchi e nuovi imbonitori potranno solo far peggiorare i numeri da “primato” che il paese si porta dietro e che chi vi abita si porta sulle spalle. I numeri di The Economist pongono in merito qualche interrogativo:
L’Italia non è un paese fra i primi :
10 – per efficienza energetica
15 – per la spesa più alta per l’istruzione
20 – per numero di furti e omicidi; come paese democratico
23 – paesi più pacifici
24 – per le migliori università; per vivibilità nell’area metropolitana
30 – per numero di quotidiano e per la libertà di stampa
L’Italia si trova al (posto)
3° per consumo di vino (41 lt. /pro capite)
4° per età media più alta (43,2 anni)
5° per mortalità per cancro (277/1000 ab.)
7° per numero di auto (610/1000 ab); per esportazione di armi (1046 mln $)
8° per speranza di vita (82 anni ); per crescita dei servizi più debole (0,9)
9° per esportazioni (2,77%)
10° per economia più forte per potere d’acquisto (1984 mld.$ PIL PPP)
13° per numero di abbonamenti cellurari (157,9/100 ab)
14° per bilancio difesa (23,6 mld $)
15° per emissione di CO2 (400,8 mld. tonnellate)
19° per fonti di energia rinnovabile (8,7% del totale); tasso di disoccupazione giovanile (29,1%)
22° per costo della vita (22 su 100)
23° per numero popolazione (60,8 mln.)
25° computer (59,3/100 ab.); indice di sviluppo umano (88,1)
26° spesa sanitaria (9,5 % del Pil)
35° per banda larga (22,1/100 ab.)
36° più alto PIL (36,130 $ pro capite)
38° per potere d’acquisto più alto (67,9/100)